Volontà - anno IV - n.7 - 15 gennaio 1950

dell"ordine sociale e 1>repararnno mm 1·ivoluzionc nei fatti, cercando d'al– lrn pnrte sia nell'antichità, sia al di l:1 dei mari, si~ nei 1>t·o1>ri sogni fi. losofici, un modello di costit-uzionc ideale. Ma l"online 11110\·o ch'essi 1>repa• rawmo non 1>ote."a fare a meno di una gendarmeria metafisica. Man• leunero, dm1<1ue, come garanzia fu. lurn ,lei loro sistema morale una Oi– viniti1 00 una Religione Jaica e co• me ritrihulol'C delle virili cittadine, un Essere supremo incarnato nello S1ato nazionale. Poi, per conciliare tutto, la loro teoria della libertà. o· ri~inalc dell'uomo alla sua nascita, e la loro teoria de·lla souomi.ssi.one del cittadino ai 1)oleri t"acchiusi nel– la sovrani1:\ nazionale. ebbero biso– ~no. a lor voha, di ri.corrcre ad un 1t miracolo della grazia >) a un (< mi– stero ontolog:ico ». Spiegarono la na• s<;ita della rnoralità con l'abdicazio- 1w ,olontal'ia e reciproca di tutte le I ibertà nella volontà dello Stato - contratto immaginario posto alle o· rig:ini della stessa sociè1à e tacita– mente rinnovato da ogni generazione. Cosi i « filosofi » del XVTTI secolo, ricostn1i, 1 ano con una mano ciò che nbbattevano con 1\:illra. E siccome è im1>ossibile fondare SJI 1111a meta'6sica interamente astrai• ta una struttura di subordinazione. ,li legislazione e <l'uhbidienza pi-rt• lira: i loro discepoli furono costretti a ricosLruire rtltorno al fontoma in– consistente dello Stmo laico. l'edifi– rio dei riti e dei miti, delle 1>om1>e ,. dei clo~m.i di 1i11a 11110\ a teologiC1 />Olitica .. È esscn:tiale mettere a nudo la leo· ria bastarda e sofistica che sen'e di fond:uue11to alla repubblica moderna. e mostral'e che non esiste in realt:, che due ipotesi fondamentali in i-ap– porto all'origine della moraliti'1 nella Sf>Ccie umana. O <1uesta moralità na• sce dalJo sforzo di s,•iluppo de11'uo– rno stesso, come essere profano e 11011 mistificato (e in questo caso, è inu– tile dargli come guardiani e lulori degli nomini come gli tdtri. chè la loro autorità non può che pervc;.ti– re), oppure la moralit.it viene da Dio, per mezzo dei suoi vrofoti e ri,·cla– tori della legge e 11011 dobbiamo re11- der conto che a Dio solo, e non ah– biamo come µ:uardiani che gli An– geli 1 ). />ro/ana o mistica la morale non può essere politicfl. Ed infatti In [)O· litica è, prec:isameutc nel suo pro· 1>rio dominio, la negazione <li o~ni ntOl'ale umana o divina. A. PRUNIER ') L:i tcori:1 ~,x:ondo l:i <111:ile oi,;ni 1110• r:ile ,·icn'! d:a Dio - t:iò che -accade ~ulb terra non C che 1111 riflesso « an::alogo 11 del cielo, un « i,imbolo » im1>crre110 dell:i real– là so,·r::an:,turale - tro,•ò un audace av\·cr· urio in Fucrb:u:h. d1e J)rNc l'offensi\·a, :11 · seguito di flualehe 1>oc1a,o ))imsatore ,lel XVIII secolo e delle ctÀ 11rcccdenti. Ed è t:On un riassunto della filosofia di Fuerba,·11 che Bakunìn a11re il foo<'O NJnlro il Mito del Conlr:ltto Sociale. ta libertà di ciascuno trova nella libertà altrui non un limile ma un aiuto. L'uomo più libno è c1uello che ha il maggior nmnero di ra1lporti con i suoi simili. PROUDIION 418

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