Volontà - anno IV - n.2 - 15 agosto 1949

ODIO DI CLASSE J o dissi ai giurati di Milano qual- che co.:w, sulla lotta di classe e &ul proletariato, d1e ha suscitato criti– d1c e nwradglia. È beuc tornnrci sopra. lo protestai indignato contro l'ac• 1uH1 di :l\er flr0\0t·;:1to all'odio; dis– -i come io avc\ 1 0 sempre uclla mia propaganda cercato di dimostrare che i mali sociali non dipendono dal– la mah agi là <li questo o quel padro– ne, di questo o quel governante, nrn d:.dla is1ituzionc stessa del padrona– to e del governo, e che quindi non ,•i si può rimediare col cambiare le persone dei dominatori, ma bisogna abbattere il principio ste:-.so della dominazione dcli' uomo sull' uomo. Dissi pure d1e a,,e,·a sempre insisti– to sul fotto che i proletari non sono personalmente migliori <lei borghc– i::i, a prova il fatto che quando un operaio arriva per un caso qualun– (llle ad una posjzionc cli ri1·chezza e di comando, si condu(•e gcncrAhnen– lc come un borghese ordinario, e spesso .and1e peggio. Queste dichiarazioni sono ,;:tale al– terale. contraffatte, messe in catth•a luce dalla stampa borghese, e si ca• pisce. La stampa pagata per difon• dcre gl'intcressi della polizia e dei pescican i deve, per do,•cre cl'uffil'io, nasrondcrc al pubblico la vera natu– ra dcll'annrchismo e cercare di dar credilo alla leggenda dcll'nnard1ico odiatorc e distruE?:gitorc. Deve far 86 questo pcJ' dovere d'uffit"io, ma dob– biamo convenire che spc'-SO lo fa in buona fe<le per pura e scmplir·e i– gnoranza. Da quandn il giornalismo, che fu sacerdozio, è decaduto al gra– do di industria e di mestiere, i gior· nalisli non solo han perduto il sen– so morale, ma anche <1ucll'onestà in– tellettuale che 1·onsi,;:ie nel non par– lare di quello clic non, si su. Lasciamo dunque i pennivendoli nel loro brago e pnrl i amo di quelli che, anche <liffel'endo eia noi nelle idee e spesso solo nel modo di espri– mere le idee, sono pur sempre ami– ci nostri perchè mirano '-inccramcn– te allo stesso scopo a cui miriamo noi. In costoro la mcr.:I\ iglia è comple– lamente ingiustificata, al punto che sarei indotto a crederla affettata. Es– si non possono ignorare che quelle cose le vado dicendo e scrivendo da oltre cinqmml'anni e che con mc e prima di mc le han delle e ripetute centinaia e migliaia <li anarchiC'i. ,Parliamo piuttosto del dissenso. Vi sono gli « opcr<1isti », coloro d1f' credono che il fallo di :.n'f":-e i c:tlli alle mani sia come una divina infusione di lutti i meriti e di tutte lr virti1. e che protestano se osale parlare di popolo e di umanità e lras.(·urate di giurare ,;ul sacro nome ùt'l proletariato. Ora, è una vcrilù che la storia ha fatto del proletariato lo strumento

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