Volontà - anno IV - n.1 - 15 luglio 1949

RECENSIONI LIBRI BERTRAND DEJOUVENEL Du JJQuvolr (Hlstolrenaturelle de sa crolssance) Corn;tant Bourquin, Editore, Cine,•ra, 19"7, 1>agg . .«i2. Bertnmd De Jouvenel è uno dei più acu• li critici della nostra .;ocietà e dello Stato che l'ingabbia, All'analisi dei earaUeri del Poicre ha dato apporti .preziosi: e ;;eguita. In un articolo recente tmlla miglior vubbli• caz.ione liber.:ile che noi cono~iamo in Ila• lia 1 ) egli ha riesposto in termini e6plicili la ;ma critica ~I Potere. Ma, naturalmerue, · anch'egli ca~a laddove tulli i liberali ca· 6cano. li Potere è un gran male, una gr:m ,sorgente di moli, in asi.ratto. Però ... Quan• do dal Po1ere in a&1m1to pare ,i dovrebbe 6«ndcre ai poteri reali, e cioè dalla critica liberale giungere all::t critica anarcl1ica, al• lor:t anche De Jouvet1el s'arresta. Egli 1>en• 1,a (ed i: l:i 1es~del libro) che« .ti è voluto vedere r1elfaSocietà .tolta,ao lo Stato e l' ln– divi,hw. Si è mi.scono.sciuto il ruolo (folte autorità morali e di tutti quei poteri .tO• eia/i intermediari che im1uadrano, proteg– gono e dirigono l'uomo, evitamlo e impe• (/endo L'ifltervento del Potere. Non si è pre. vi.tlo che la dislr11:io11~ ,Ii tutti quei vin• coli e di tutte quelle difese avrebbe .teote• 11au, il disordine degli interC$.ti egoisti e 1 ) li Morido, Roma. (!elle po.uioni cieclu:, fi,10 al fatale e ne/a-– slo wprffvven:re della lira,inia ... ». Ed i.-. <JUNta conclusione oontra_dditoria - sforzo d1 separare il Potere dai poteri - il ,suo caso si può considerare tipico, anche 1e as– sai 11iùdi 1an1i ahri egli discuta un'infinità di ipo1~i e di e,sperienze, con grande ric- chezta...di. citazioni e di riferimenti. • , La lettura di questo libro conduce a ri– peu~re, su un :Piano pra1ico, l'individua• lista liberale, il <tuale è di regola anch'egli. aHai acuto nell'esame dei meccanismi ,so– ciali, nei <1uali ri1rova in prinm linea CO•• me forz.a motrice la molleplici1à di ide,e e di Jlropo&iti e di iniziative (di « intereMi », ;ii ,11uò dire globalmenle iu un sen~o 11iù. che economico) degli individui necessaria– mente diveNi. Naturalmente, <1ucsta com• plNSità funziona fìohanto perchè v'è un.a cooperazione ,spontanea, perchè l'uomo ha fiducia nell'uomo, 11erchè « Uno per tutti e Tutli per Uno non è un'utopia ma una realuì ». Nè ;ii ,può spiegare con idee di puro ,·olontarismo, o di puro conforntartii a mode.lii fìociali prtesis1enti: tu lii gli ele– menti che noi possiamo ,pen&are li ritrovia– mo J)r~nli nella vila sociale reale, Que.;la comprensione pare libertaria: e forse lo è in ;iede filoe.ofica. Non per nuHa Croce ha animato di 6è hJtla una generazio– ne tra noi. Ma quando dalla teoria fìi di- 6Cende nella pratica, allora « gli inier~i »· mulano viso, 6i fìpo6tauo eul 11ia110(appa• renlemente parallelo ma in realtù av,·<:.rso) delle lolle di eupremazia. E in que.;to pun• ICl si caralleri~a lo. separazione tra il lìbe• raie ed il liberlario, 1>0ichè <1uegli accctfa e que;iti rifiula lo spirito di preda, l'idea dell'« uo11}0lut>O all'uomo», da cui s'è gc-• nerata la ,ocietà liberal-capitalista. Un po– co ciò accade ,perchè i:, dal 1>unto di vista personale, la l'ia meno ocomoda, <1uella che genera meno neceS6ità di combattimenli, di frizioni sociali. Un poco pcrchè eMa con– duce a sueeeKi più tangibili e rapidi, e per giunla li giustifica. Ma )ltl 11rofo11do v'è il rauo che la « oomJ>elizione ,ociale » come l'intendono i liberali ed i. capitalisti, Iolla con Je unghie ed i denti in cui il più /orte in u,1gl1ie e denti vince non t;ià il' 61

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