Volontà - anno III - n.10 - 15 aprile 1949

th:ll1t diulcttil'a dei rapporti di produzione, che sono l"unil'r1 realtà so~tan– ziale. Quindi, quel che uon cru esscnziulc prima non surì1 e~cnziulc ncp• pUl'C dopo. E insistere sulla questione dello Stuto, come fui·c,a Proudhou - e t·ome avrebbero folto Tolstoi e Gandhi - cm un pcrclilcmpo piccolo– horghcse. li che, per .Marx, Engels e i marxisti, uon ,toglie che il termine ulrimo del progresso sociale sin l'abolizione dello Stato. L"unrnnit(, si spo– glicri, un giorno dclJo Stnto 1:omc il serpente a primuvcrn si spogliu della sua pelle. J\fa nel frallcmpo bisogna badare alle cose 1-eric, cioè alle « fosi slorit:hc », e non a fenomeni secondari come lo Stato. E nel frultempo, se, fra gli ahri slrumcnli utili. si ;.arriva a metter le mani u1u•hc sullo Stato. t:11110 meglio. lnfolli. in una << fase storic:1 » particolarmente seria, nel ]91i, Lenin 8t·rive"u: « Noi non siamo degli utopisti. Noi vogliumo la J{ivoluzionc So- 1·ialista con la natura umana cosi com'e ora. La natura um:111anon può fare -t meno di subor<lina>:ionc ... È ncce~sario che l'avangm1r<lin arurn.t:1 (del prolcl:iriato) possa (•onlarc sulla sottomissione degli ahri ... fino al momento in •·ui il popolo sari1 abituato a rit:pctl:tre le condizioni clcmcnlari dcll'csi– i,tcnza sociule ». Questa surì, In fornnula dclln 11cccssiti1della <C dillaturn clcl proletariato:,,. )fa conviene notare che, a cominciare dalla banalilìt del liu~uaggio, llue- 8l'nppcllo alln e( 11a1urn umana (•osi com'è)), e al suo t,isog110 cli 4C subordi– nazione .)I fìnchè 11011 sia Po1wcnicntcmen1e cducatu nttr:a,ert:o la sottomis– sione e la forz:a, è anche la formula sempiterna di ogni ronforrnismo e di o~n i dc ..pot ismo. ta 4•hiosa .finale all'utopia marxis1u sullo Stato fu appostn da S1aliu nel 193-1, nel djs•·orso in cui l',1utoc·ra1e <li Tutte le Russic asserì d1c al comu• uie-1110 integrale - cioè :1ll'autom:ttica estinzione dello S1ato - 11011 si ar– ri,u,•a - 1·omc credevano gl'in~cnui - allra,,erso la progrcssi, 111 diminu– :-ione dei poteri e dei i·onlrolli ~latali, mn anzi attraverso il loro rafforza- 11u•nlo ('Ojitfn111c e la loro illimitata eslcnsione. L'oput·o 1·011t1·osc1~so s1nliniu110 è nnlurnlmcntc In riduzione all'assurdo. piì1 ,·hr- lo s"iluppo ultimo, della tesi marxista -.ulla tra11sitoricli1 dello S1ato. Rimane però che tra l"uno e 'l'ultra non t''è 1·011lraddizio11c formai,·. D:1 Marx.Engels a Lenin-Stalin, il rnpporto di filiazione. ant'he t:C t'<JUi\'o,·o. i11ncg:1hilmcnte esiste. Sul mnrxismo, come sul lo Stnto, si può discutere alrinfinilo. Quel ,·lte imporla è orientare la clisçmsione su un qualche punlo essenziale. Se ~i vuol discernere il poslo dello Stato nella teoria murxisla, t·om•if•nc frrmarsi non 1:11110 su quel rhc Marx e Engels di<:ono cspli1·itamcntc sullo St:tlo, t.·ioi-.. "ul l'utopia. che (, nmbiguu. ma su alnmc pror,ot:izioni 1·hc i·o– stituiil1·0110 il fondamento stesso della teoria. Per 1·ominciarc, secondo •Marx la realti, vern 11011 (' nè lo Stato. nè la Imma ordinnrin dei rapporti @ociali, ma la « dialettica dei rupporli di pro– duzione»,<' <1uindi lo stadio raggiunto da tali rapporti a un momento date. 544

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