Volontà - anno III - n.9 - 15 marzo 1949

rillo della socict.'.t ad assoggettare l'indi,•icluo, e il diriuo dcll'indi"iduo ad assoggcll,uc la socictìt differiscono soltanto perchè sono ineguali le forze rispetli\·c . .È on-io che, essendo questa posizione sov,•c1·tilriec di tutti i sistemi di religione e di morale, io non mi illudo cli otlencrc il consenso immediato del mio uditol'io alluale; d'ahl'onde il tempo a mia disposizione 11011 mi pcr·melle di illustrarla con elaborato, o anche sommario, esame delle basi dell'ctic,l. Coloro che dcsidcrnno informarsi meglio intorno a questa fase clcll':1rgomento, leggano « D('r Ei11.;;igc11r1d sein Eigc111l1um ))' un ·opera tedesca molto profonda, scritta molti anni fa da un autore quasi sconosciuto, il Dr. Ca.spai' Schmidt, con lo pseudonimo di •.Max Stirner. Nota solo a pochi studiosi, <1uest'opera è scpol!a nell'oblio: ma è destinala .id una insurrezione clic forse fari1 epoca. Se non fosse che questione di dirillo, sarebbe secondo gli Anarchici, mHl pura e semplice <1ucs1ione di forza. l\.fa, per fortuna, non è una <1uc• stione di diritto, bensì una queslione di opportuni1i1, cli sapere, cli scienza, la ti·ienza della viL:i in comune, la scienza sociale. La storia umana è i11 gran parte una lunga, graduale scopcna del fatto che la società :ivvantaggia !"individuo precisamente nella misura in cui la societ:'1 è libera; e della lcgp;c per cui b condizione di un~1 societì1, permanc111e t'cl armonica, è il pii, altro grado di libertà jnclividuale compatibile (•on l'eguaglianz:1 della I ibcrtà. V uomo medio di ogni successiva generazione disse :1 sè stesso ~·011 maggiore chial'czza e consapevolezza del ,suo pl'cclcccssore: « Il mio ,·h.:ino 11011 è mio nemico, ,ma mio amit·o, cd io sono amico suo: non ci resta du; riconoscere cntra1ubi questo follo. Aiutandori l'un l'altro noi , •iviamo.mc – glio, piìi appieno, piì1 felici; noi poLrcmmo aumentare questa reciproctt as· sistcnza, cessando clall'ostacolarci 1 avversn1·ei cd opprime,1·ci reciprocamente. Perch~ non possiamo noi metterci d'accordo di lasciare ciascuno vi\'cre In Hia ,•ila, si che nessuno sconfini oltre il limite che separa le nostre in• dividualità? ». A questo ragionamcnlo si .deve se l'umanità va avvicinandosi al vero contratto sociale. che non è. come immaginò Rousseau, l'origine della so· eielù, m;1 piu1tos10 il risultato di una lunga esperienza sociale, il frutto delle sue follie e delle sue ro"ine. Questo contrauo, questa legge sociale, svi– luppata si110 alle sue ultime conseguenze, csclucl'e necessariamente la pos– r..ihilità cli aggressioni, di violazioni dcll'cgu:-iglianza di libetli1, di usurpa– zioni di qualsiasi genere. Considerando questo contratto in relazione alla definizione Anarchica dello,Stato come realizzazione del principio di usur– pazione, noi vediamo che lo Stato è antagonistico alla Socicti1; e siccome b 1,ocict:'1 è indispensabile alla vila individuale e ai suoi sviluppi. bal:ia ·agli oc,·hi la conclusione che i rapporti dello Stato verso l'individuo, e dell'imlh•iduo \•crso lo Stato, non possono essere che cli ostilità. fino al giol'llo in cui lo S1ato perisca. , (conr.inua) BENJA.MIN .R. TUCKER. I. 'Atlu11a/a dei Refrattari 7 novemf,re 1931. -171

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