Volontà - anno III - n.6-7 - 15 gennaio 1949

legge nè nella buonafede dei suoi esecutori ma nella direlta resistenza del popolo. Esso do~andava la riduzione delle spese militari ma poggiava la sua richiesta sulla opportunità cli ecorwmic nei bilanci dello stato, 6enza preoc– cuparsi delle pii, profonde ragioni rivoluziona~ie <'he una tale richiesta presupponeva. Esso propugnava l'allargamento del suffragio e quindi ten– deva a giustl6eare dawero l'illusione che il popolo potesse eollabornre, trn– mite )a demoerazione parlamentare, alln formazione di quelle leggi che poi ne a,•rebbero fatalmente peggiorate le eond izioni. Ed infine il manife– sto ribadiva l'obbiettivo massimo dell'azione socialista: la conquista dei pubblici poteri ad opera del poletariato. A questo punto Malatesta, dopo aver notato che la conquista elci pub– bli<:i poteri proclamata in corso <lui riformisti, poteva ridursi :id una sem– plice variante della « sovranità popolare)► tanto cara agli estensori dei 1>rogranuni ·elettorali borghesi, conclude: « O si traUti di dC1rci,m sc,s:.gioa11tici.p<llode/In /amoS<, « ditwturc, del prolewriato >) che poi sarebbe fo dilt<1t11rc1 del « 1>llrtiro » s 11 1.popolo e cli alcuni uomini sopra il «partito»? Ma non poteva bastare una critica sia pure penetrante del manife– sto socialista a disilludere i lavoratori.,_ Occorreva (·ontrapporre al mani– festo elettorale un contronrnnifcsto quale Malatesta cd i suoi (•ompagni lan– ciarono da Ancona il 19 marzo: .manifesto anti-clctlorale thc ra(..'(:Olscuu grande numero di adesioni in tull:1 la penisola. « /j11,-orµtori, La fiera dei cm1didati è <1perr.c, llncorn ,rnc, voll(1; e 1,oi. che dall"1111 capo all'altro dell'a11r10 stcnUlte e sud"te <i profitto d'i11gordi podroni e si.ete /au.i segno ud ogni sorta di. vessazioni., oggi, rros/ormati ;,, sovrani da baracca, rice1,-ete g_li i.pocrir.i omaggi e le promesse bugiarde di quegli stessi cl,e vi ruburono sist.ematicmnente il prodotto del vostro fot·oro e ò di.-~prez;:.(moper giunta ». Queste erano le prime parole ciel documento del 19 marzo. L'appello continuava con una semplice esposizione elci principi socialisti, in rap· porto alla società borghese ccl al giuoco elcuorale che in essa si svolgcv:.1. Ma non trascurava di indicare i pericòli del soci:dismo legalitario: « L'e11w11cipa::.io11e dei lavoratori. dei;e essere opere, dei la1,-ornr.oristessi. 1'1a oggi, oltre i. borghesi che sot10, riemici ed oppressori t:osrri nwsche– rati per l'occasione eia umici e protettori, vi solleciumo ol 1,'Qto lli.tri che s'i-ntirolano socialisti e sono realmente. almeno in grun porte, omici 1,·o.stri sinceri. Essi co11ve11go110 con 11oi che i borshesi sor10 tulli nemici. del po· poi.o e che sarebbe stupido ed indegno dei lavorntori il concorrere alfo loro e/.<'1,-a:;ione al potere. Ma se, essi dicono, i borghesi si. servono del po· tere " favore delh, borghesia, non v'è che da eleggere elci lavorntori, i qullli /ara11110gli interessi della cfosse lavoratrice. E così, appena voi sorgere cii.lo vita della coscie11zci (li. classe, appena incominciate " comprendere che siete schiavi e volete essere liberi, i;i C1spCUl1 al varco 1111'i11siclia che vi ri- 368

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