Volontà - anno III - n.6-7 - 15 gennaio 1949

tosi sulla validilà della nostra pre– tesa d'aver raggiunto <1ualche grado di progresso sociale. Non si dice con ciò çhc tutte le utopie siano state ri,•oluzionaric e progressiste. La maggior parte tra •·ssc ha a\'ulo ambedue i caratteri: 111apoche sono state interamente ri– \ oluzionarie. ·e,; scrillori utopici C· 1ano ri\'oluzionari quando sosteneva– no la comunitil elci beni in tempi in c·ui la proprietà privata era tenuta come sacra, il diritto di ogni indivi– duo al .cibo 1uentre i mendicanti e– rano impiccati, l'uguaglianta delle donne tiu.mdo esse cran conside– rate poco piì1 che schiave, la digni– là del lavoro 1nanual~ mentre esso era consideralo e cli fotto reso un'oc– cupazione degradante, il diriuo di tutti i fanciulli ad un'infanzia fcli– ,·c e ad una buona educazione quaudo in\'CCC ciò cm riservato ai Soli figli dei nobili e dei ricchi. È tuuo ciò che ha contribuito n rendere la p:i– roln fC ulopia )) sinonimo d'una for– ma felice e desidernbilc di società. L'utopia rappresenta in questo senso il sogno di fclicitì1 dell'umanità, la nostra scgrela aspirazione verso una eti1 dell'oro od anche, come altri l'interpretano. verso il Paradiso Perduto. Eppure questo sogno ha anch'es– so i suoi punti oscuri. V'erano scl1ia– vi nella Repnbblica. di Platone e nel– la Ut.opia di :More; ncll,1 Sparla di Lieurgo aecade"ano massacri in mas– i.a di Iloti, e dietro le pii1 illumina– te istituzioni si trovavano spesso le l,:UCrre, le esecuzioni, la stretta <li– ~t'iplina, l'intollerania religiosa. Questi aspeu i. che sono stati spes– i::o tras(·urali dngli apologisli delle ltlo,,ic. risuhano dalla concezione •mtoritaria su cui molte utopie e– rano costruite, e s011 difatti assenti da <1uelle che aspirano al raggiungi– mento della completa libertà. Nel pensiero utopico si manifasta• uo .attraverso le età due tendenze principali. Una cerca b felicità u· mana atlra\'crso il benessere mate– riale, la fusione dell'indi\'idualità dell'uo1!}0 nel gruppo, la grandezza dello Stato. L'altra, pur perseguen– do un certo grado di comodità ma– teriali, considera che la felicità è il risultn10 della libera espressione della personalità dell'uomo, che non deve essere sacrificata ad un arbitra– rio codice morale o all'interesse del– lo Stato. Queste due correnti corri– spondono alle diverse concezioni ciel progresso. Per gli utopisti ,antiaulo– ritari, il progresso è misuralo, come per Hc_rbert .Rcacl, « dal grado di di/. /crenzia:.iorie csisterHc ull.'interno di ,ma socie1<i.data. Se l.'indi.viduo è ,ma 1111ità i11,ma ,nassa corporMivo. li, s11t1 vita è non sol.o bru.tale cd in– s11//icicritc mct anche monotonu r mccccmicu. Se l'i,idivid110 è urw, 11- 1iittì per sè st.csso, con spazio e po– te11ziulitti per ht sua (l:.ione separnta, tdlora t'gli può essere soggetto a. di– sgr(l:.ie e fortune. ma olmcno pub espandersi ed esprimersi. Egli può svilupptlrsi.: svilnpparsi 11Pl solo scn• so reale dclfo parola, svilupparsi i11 coscienzo di /or::;(I. di virnlirà. di gioia». l\fa non è stata sempre <1ucsta 1 t·o.– me Read rivela 1 la definizione del progresso·. (e Molta gente trova Slll– vez:a nel 1111mero. felicità 11cll'ar10- uimità, dignità nella routine. Essi 11011chicdo,10 di meglio che l'csS<'rP pccorP sor.ro 1111 past.orc. soldat,i sotto 331

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