Volontà - anno III - n.6-7 - 15 gennaio 1949

ATTUALITÀ DELLE UTOPIE Jt nostro tempo è uu'ctit di tompro• messi, di mezze misure, di « mi• nor male>>. 1 visionari sono derisi o disp_rczzati, e gli « uomini pratici » governano le nostre vite. Per i mali • della socictù noi cerchiamo non più rimedi radical i nrn r:iforme: non cer– chiamo pili di nbolire la guerra ma solo di e\>itarla per un periodo di alcuni anni; non cerchiamo di abo– lire il dclillo e ci con1c111iamo di riforme alle leggi penali; 11011 cer– chiamo di abolire l:i fame cd in– vece costruiamo organizzazioni mon– diali di beneficenza. In questo tem– po, mcnlre l'uomo ~ cosi concentra– lo su ciò d1e appare pratico e capu– cc di rc,dizzazionc immediala, può essere uu esercizio salutare volgc1·ci agli uomini che lwnno sognato ulo· pie, che hanno rifiut:·110 tullo quan• lo non corrispondeva al loro ideale di perfezione. Ci sentiremo spesso umili, leggen– do di quegli Sta.Li e <-itt:1 ideali, 1 ;er– chè ci accorgeremo della modestia delle nostri aspirazioni, della pover- 1i'1 del la nosl ra visione. Zenone 1>ro– poncv:1 l'internazionalismo. Pla1011c riconosceva l'uguaglianza degli uomi– ni e delle donne. Tommaso More ve– deva chiaramente il rap1>orto tra po– verlit e deliuo che è negato da ccr• luni ancl1c oggi. CampanC'lla pro– poneva una giornata lavoraliva di qual.lro ore. Lo studioso tedesco An– drcile parlava di « lavoro attraente >1 330 cd esponeva un sistema d'educaiione: che potrebbe ancor orn ser\'ire come modello. Noi troveremo che la proprie1:ì prh•ata è condannata, che il denaro cd i sahri son considerali immorali od irrazion;.tli, che la solidarietà u– nrnna è ammessa come trn fallo O\· vio. Tulle queste idee, che potrebbe– ro considerarsi oggi come arrischi a– te, crnno allont espresse con una fi– ducia clic (·i mostra come esse dove– vano essere generalmente comprese. anche se non C!':1110 :1ccc1tate genc- 1.ncnlc. Nel lardo 17° e nel 18° secolo tro– viaruo idee :mchc piì1 stupefoccnti e a1·ditc circa la religione, i rapporti ~cssuali, la 11:1lurn del governo e della legge. Siamo cosi abituati a pensare che l movimcnt i progrcssisl i corniu– ci:1110 nel ]9" scc. che ci stupirù con– sLalare come allota cominci invece la degenerazione del 1>ensiero ulopi- 1·0. In genere le utopie diventano ti– mide: la proprictù privata cd il de– naro sono spesso riconosciuti ncces• suri; gli uomini debbono considerar– si felici di lavorare otto ore ,il gior– no, e <li rado si 1>.1rlaper essi d'un la,•oro che sia altracntc. Le donne son poste sotto la tutela dei lorn mariti, j bambini sollo la tulcla del padre. Ma .prima che le utopie si contaminassero con lo spirito « rea– listico » del nostro tempo, esse fio– rivano con una varietà cd una ric– chezza che può ben renderci dubi-

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