Volontà - anno III - n.4-5 - 15 novembre 1948

mire e del pcn5-a!e ti.ltrui. Perciò cammino, cammino cs1enuanlc e, . :on.se · gucn1erncnte, creazione di un imiraggio, di un'oasi di pace iu cui rinfrc– S<.·,1r,~ la carne logorata. È l'illusione che ra camminare gli uo1nini, l'illusione del domani splcn• dente, raggiante, l'illusione che diventa quasi ccrteu:a nell'appassionato sperare, l'illusione che lesse nel rifugio individuale una second.1 vita. Quello .('he non si ha si cerca per averlo. C'è chi lo cerca ansiosamente cd è colui d1e ha stabilito un contl'ol\o su se stesso, sufficiente per St.:oprire le lacune clella sua pcrsonaliti11 c'è chi è conlrollato da una fol'za estranea al suo io. in questo caso è soggelto ad una volon1ì1 autoritaria esteriore e non cerca, ma spera. A questa condi;r,ionC è stato ridotto l'uomo: :1ll'annullamcnto clcll.1 sua \'Olontù, cioè della sua forza. È c1ucs10 il prodotto tipico della corrente civihà. Non si è fatto panc– <:ipe l'indi,•iduo del processo di civi,liz;r,aziouc; lo sj è lascialo indietro in un letargo oscurantistico. Nessuno oggi ha la )lOZione dell'ambiente in cui ~;h·e. Dopo un esame obietti,•o, se ancora è rimasta l'obicuiviti'1, !'individuo, I" u uno >1 della mussa, sperduto tra i giganteschi cantieri cli lavorazione, il 11 tifoso>) delle marce url,1111i,eccitate, sfoganli in urht che nulla hanno «H um,rno il loro istinto sportivo, I'« inquadrato >1 che osanna al suo Capo din•nlato semi-dio, )'ccobbediente >1 che s'irrigidisce sull'att<"nli, l'uomo. insomma, l'uomo comune fatto di sentimenti, a volte banali a volte su. blimi, l'essere piccolo davilnli all'Universo, universo clav,rnti al microsco• pico, rimane disorientato, uon sa capacitarsi, si perde in un labirinto psico• logico. È questa la tragedia dei nostri tempi: il caos dei cenci li. La llC\'rastcnia è la malattia moderna. Vi è un imbarazzo, un'insoddisfo- 2ionc, una susccttibiJità falsata che il corpo non riesce a contenere. E' una <:risi, una cris_i chiusa che si dibaue in un circolo chiuso, una crisi che h:1 perduto l'aspetto di lotta cd ~ sohanlo disperazione, disperazione rifiutata da un primo tentativo di liberazione, ma che permane e tende ad ampliarsi e ad assumere forme piii violente di manifestazione. È così. li famoso sot- 1osuolo di Dostojewski è in cbo1li;r,ionc anche se con uno sguardo esteriore, superficiale, non se ne avverte la presenza. Le cause di questo sconvolgimento è facile identi'fìcarle: sono cause iiociali, st1uilibri d.i egoismo, mancate rea.liz1,azioni; l'esclusione dell'uomo, come pc'rsonaliti'1, dal progresso materiale. In foudo !l'uomo non ha capito 11erchè gli si sono dati tutti quei conforti, che rendono agevole la sua difesa dalle insidie della natura, e non la felicità. È rimasto come un bambino che non comprcude l'affanno degli adultì. Ed ha ragione. Vivere non è solo avere una casa dove rifugiarsi <1uando piove. Vivere è essere fe'lici, e la felicità è conc1uista dcJl'istinto, conoscenza dell'io ere• ·dilato. Un susseguirsi di sistemi autoritari, dispotici, di strati dj uomini chi! comandano e di altri che obbediscono, un continuo ripetersi di dolori, di miserie, di abbrutimenti hanno impedito all'individuo di svilupparsi c0n- 1ormemcnte alla sua natura, di compiere cioè il trapasso dall"animalità al- 275

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