Volontà - anno III - n.4-5 - 15 novembre 1948

CONSIDERAZIO~I D'UN GIOVANE "/.'uomo è fu11ico ,mimale elle lw 1·1fi1col1à e /'c,c«uio11e di arrossire~. Gli anni si sovrappongono uno sull'altro . .Passano, movimentati o calmi, densi di azioni umane. li mondo cammina: fa la stori:1. Secoli di sLoria, soooli che perdono un uu111cro o ac<1uistano un nome: Medio Evo, Rina– scimento, U.isorgimcnto .... Secoli cli guerre, rh 1 oluzioni, invenzioni, sco– perte, conquiste del pensiero: Ch 1 ihi1. Dall'uomo 1>reis1orico alla ci\·ilti, moderna. ecco la grande strada. il lungo cammino, la rolla dcll"Umanitit. Così, passo per passo. si arri,·a ai nostri giorni: alle noslrc 01·c, ai nostri attimi cli vii.i, a noi insomma. Co~ì noi viviamo perchè altri vissero prim:1 1 ,•iviamo in una società che ahri fecero prima di noi. Ci lro\'iamo « immersi in un :ambiente», ci troviamo « collocati i, in un (e prossimo», così, solo 1>crchè siamo nati, per il sem– plice moth•o che &i:nno il 4< frutto <lell'uomo 11. E dobbiamo vivere, dob– biamo crescere, dobbiamo eonoS(;crc i nostri simili, dobbiamo imparare ciò che altri c"insegnano, dobbiamo prendere w1 posto che ahri ci assegna· rouo. Ci troviamo• integrati~ in uu apparato: ne siamo parte funzionante. aui,•a. Abbiamo una cert:1 quantili, di ,•italità da consunrnre, abbiamo un nostro qualcosa, un qualcosa di intimo, di orig'inulc, di cs1>ressivo da mani– fostnre.; «~•ordine» ci p.rcpara la valvola di sfogo, cc ne dit l'occasione, 1·i illimolu. Tutta la ubstr:a energia, la nostra capacità creativa \'lene co1wogliat.1 ,•crso appositi sistemi di sfrullamcnto razionale. Nulla deve perdersi, null::1 dc,•e costituire uuo spreco: l'economia ne risentirebbe, la normalitì1 con– sueta della « pian..ificazione » verrebbe infranta. L-. regolarità non è umi parola, è un fotto; Ila preordinazione rue1oclica è la spina dorsale di questo fotto. Tutto de\•e procedere secondo ,netodi prestabiliti, entro confini dc- 1uarcali, verso una mela che è piit mito che fine: l'Ordine, la Stabilità So– ciale, l'Armonia meccanica di w1 mondo fatto macchina.Chi c,•ade, per una disattenzione o per un .marcato equilibrio, clti non tiene il passo e non segue ritmicamente l'andare uniformizzato, ,•iene posto foori, scartnto e liquidalo in conformità alle regole generali. La società non ha tempo, non può permettersi di fermare la sua corsa per I'« Uomo >t: dc,•e continuare, incrementare io <1ualsiasi modo la sua «continuità». Non può sostare poichè sarebbe la sua rovin:1, il falli– mento. Chi -si ferma o dorme o pcma. Dormire è ritemprarsi, pensare è rinnovarsi. Niente di questo fa comodo a chi vuol essere arbitro del dor- 274

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