Volontà - anno III - n.4-5 - 15 novembre 1948

uella bugia od a rompersi appe11:1 sia saziato l'impulso puramcn1c ses– suale dell'inizio. Tra noi i (o le) 1<ver– gini » casca110 tra le braccia della prima donna (od uomo) che ne s1i– mOli abbast:1nz:1 il sesso: e gli <<e– sperti >l portano anche nel letto ma- 1rimonialc tanti ricordi di sozzure che difficilmente la loro unione rie– sce a purificarsene. Invece nella pr~• tic.t spont:1nea dei Kvut.zot interven– gono a detcrmin:il'C il fol'marsi della famiglia, oltre la simp;1tia fisica, le affinità fo diversità morali cd intel– lettuali, il senso dell'opcral'e comu– ne, un comune orientamento nella 1mssionc dell'anicnirc, gli infiniti c– lementi che conducono alla costitu• zionc della coppia complementare, nucleo cl'un,1 fomiglia che durerà. Il giovane e la ragazza Jrnnno gift 1<cor– so la c.n•allina »: ma non al buio, nei ·postriboli o in dubbie camere d'albergo, con dubbi compagni di letto. Viene il momcn10 che incon– trano - per dirlo in termini di po~– sia - (< l'a1tra metà di sè », colui o colei che pare sia l'.altra metà di sè, la persona con cui si dcs_idcra di I;,. vorare pensare amare \'Ì\•ere insie– •me. Il segretariato del Kvutza (l'..:c– conom )1) ne è infonuato, ne prende nota, assegna ai due una camera CO· munc, cd in essa i due portano i loro leui cd i pochi oggetti personali. Una nuova famiglia è nat.l. Senza nessw1a speciale formalità. L'uomo seguita nel suo lavoro. La donna seguita ndl suo lavoro. Cia– scuno conserva il suo nome. Parlan– do l'uno dell'altro non dicono « mio marito>, « mia moglie >1,ma « la mia ragazza » « il mio ragazzo ». A eia• 226 scuno dei due rimane, integra, la sua indipendenza. Ciò che C:Ssifanno in– sieme, è così perchè ambedue lo vo• gliono, 11011 gii1 perchè dalla coabita· zionc sia dedvata una condizione di diritto diversa da <1uella di prima. Così la fomiglia, « nata » con la coabitazione, si viene liberamente creando in ogni atto dei due, un po• co per giorno, via via che nella vi– ta iu comune, nella consuetud.ine di pensare insieme i problemi ·di met– tere insieme le esperienze - sulla base della intimità scssua'le, che so• la assicura pienezza di rapporti - i due si modellano un poco l'uno sullo ahro 1 imparano a completarti dov'è possibile ;1 tollerarsi do,•'è neccssa~ rio, diventano lentamente sempre più uno in due. 11 miracolo dell'a• more si realizza in pieno, nella li– bertà. Ciò che viene dopo è sem1>re pili agc,•ole port:irlo insieme. È l'u– nione, che non h.1 il ccmcn10 fugace dell'andare a ~elio insieme o quello illusoria della sanzione legale, dura. Come dimostrauo i fotti. I quali ci dicono: ]) lnehieslc discrete hanno mostrato che laddove l'inlensiti', del lavoro è grande, come •ad es. nelle comunità gio,•ani, gli uomini e don– ne son così 1>rcsi nel suo giro che l'atto SCijSualc si realizza nelle cop• pie (< s1>osatc >> in media una volta al mese; 2) Il divorzio - che è pie– namente libero - avviene in una media del 10-15% delle unioni: con una separazione in media su dicci unioni o poco mcuo, che corrisponde ad un ragionevole margine di errore nella scelta rcci proca, cd è comun– que inferiore al la rata dei paesi in cui il divorzio è ammesso (Stati Uni– li, Francia). Eppure include anche i

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