Volontà - anno III - n.4-5 - 15 novembre 1948

mellouo il bastone tra le ruote in pieno congr<'SSO. na buona terza ~uerra aprirà Joro gli occhi. - Giorgio Borjccza è un giovane in– sipido; ex-.iuarchico, poi cx-simpa· !izzantc trotskysla, cd oggi editor<' dei giorn;,li filo-comunisti di Polo– nia, come tale scgret.irio generale del Congresso degli intellettuali per la pace. Quando l'ho conosciuto a Parigi si chi:11n:l\ 1 a srrnplicemcntc Niorua Golclberg. M:, un nome cb1·co si port::1 male in Poloni11. Xioma mi ha detto ;1ncorn: « H.1i not:1ta la bcstialit(1 di Facla"iev? J\. , rcbbe potuto e\ 1 itare di parlare qui di Hans Eisler )I, Infatti è staia una gaffe; H,ms Ei• si('!' è un agcnlc della Ghcpeu 1•hc è staio cacciato dagli Stati Uniti e d1c ora grida contro la tirannia . .È il frntcllo di Ruth Fischer, un tipac• cio della peggiore specie. Respornm· bile dell'assassinio di una qu:u1ti1ì1 di antifascisti in Spagn::1. Ha preso parte all'assassinio di Trotsky. Ha prcparuta la liquidazione fisica del– l'assassino di Trotsky. Un gallonulo tra gli uccisori della ~hepcu. Fa– da"ic\' aHcbhc, infoltì. potuto non p;1rlare di lui :Non vergogniamoci troppo del no• SI ro pacifismo. Gli stc:;si che sfruttano all'estero i sentimenti pacifisti ne procl::11ua· 110, in casa loro, il ridicolo e la vi– gliaccheria. 1 oi a55ociamo la P;1cc e la Rivoluzione. Noi non ci rassC'gni:.1- mo ,a dar poco \'alorc alla vita uma– na. Se noi siamo rivolUzionari è pcr– chè noi vogliamo che la classe opc• mia cessi di essere un gregge che a piacere si salassa e si spinge alla 1·orvéc, pcn:hè noi vor;;liamo si elevi dalla sua , ila , cgctalim ad una ,,i1n um:rna. Si è dello spesso a Brcsh1, 1 ia che,. q1.cslo congre~o 11011 era una fine 111a un principio. Speriamolo. Ecco del la,·oro ben delineato !lCr quc• gli intellcttu;ili che si domandano <·iò che potrebbero fare. Replicare a Breslavia, controb.-11crc ciò che gli intellettuali che porluno l'unHor. mc di Zduno,• @!anno facendo. Che cessino di esitare e di penco– lare. Essi vedono, tullnvia, b dilTc– l'CllZa che c"è Ira l"Amcrica e la Rus- 1,ia. Tutte le t·osc. 1,-Crccer1cm1e11te, che ~i dicono sull'America, ~li scrit– tori amcri<·ani sono i primi a dirle. Essi possono dirle. Mentre le stesse cose, o altre non meno importanti e ahrcttanlo ,•ere, certamente, sul– l:1Uussia, gli sc.riuori russi. t1011 pos– sono dirle. Qui sia tulta la differen– za. Il capitaHs:mo :unericano, per quanto polente e terribile si:i, 11011 /u, potuto :irrivarc ;1 sopprimere la libertà. Il totalitarismo russo, pili potente e piì1 lcrribilc, è riuscito es• so a sopprimere lu libertà in Russi:1 e dietro la cortina di ferro, in allesa di SO!lprimcrb nel r~to del mondo,. :.C noi lo las1.:iamo forc. T firmatari della did1iarazione Eu• ropa-Amcrica dovrebbero ben l)ren· dcre l'iniziath 1 a del vero movimento degli intcllettu:1li per la pace, movi– mento opposto tu/Ilo ctll' imperic,/j. smo americano quanto t11l'impPrit1li• smo n!sso. P1ERRE QUIROUl,E da 1i: REVOLUTION PROLETARJENNE » Paris 224

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