Volontà - anno II - n.10-11 - 1 aprile 1948

fat•('\:t ~<·intilla nel mio prn~icro, se nell';,tltl'o ~(.'opri,o affinità clcui,c, t(" all'allro a1wora mi apri,·o con fratcrnn intimitiì, altri ari<li ne incontravo. quanti mi u~l:.1vano con 1a lor? borio::a vuotaggine, quanti mi. nau::cava1~0 con il loro C'1111::mo! Il proletanato era« la gente>>: quella media borghc.:ia in cui ero , issuto, la massa stuclcntc.:ca nella quale , ivcvo; la folla. in• s.omma. E gli amici e i compagui operai pili intelligenti e più spontanei mai mi earlavano di « anima proletaria ». Sapc,·o proprio du loro, quanto Jente.,a progredire fo~sero la propaganda e l'organizzazione .;,ocialistc. Poi entrato nelb propaganda e nell'organizzazione, 1,·idi il proletariato, che mi pane. nel ::uo com1>le~<.:o, quello che ancor oggi mi pare. un'enorme fo1·za che ~i ignorn; che curn, e non in1elligenLt'1ncnte 1 il proprio utile; che si balle diffièilmentc per motivi ideali o per scopi non immediati, che è pe– -.antc di info1iti pregiudizi: cli grossolane ignoranze, d'infantili illu~ioni. L'l funzione delle élitcs mi parve chiara; dai·<' l'c.:empio dell'audacia, ciel sa• crificio. della tenacia; richiamare la mas<.:asu se <.:te~~a, ::ull'opprcssionc poli– tica. --ullo ~irnttamcnto economico, ma an('hc ::uWinfe1·iorità morale cd in- 1,dlettuale delle maggioranze. Si dw prc,enlarc la borghesia cd il prolctal'ialo con il demagogico sémpliti,mo delle caricalure scalarine~d1c dcll'A1,w1ti! C' dcfrli « oratori da 1·omizio" mi pan•r di eatti,o /?u.:10 " danno~o. · \"i fu. e purtroppo \i è ancÒra, una retorica ,:.ocialiqa eh(" è tcrribil– m<'nlc incdu('atirn. I comuni<.:ti contribui~cono. pili di qunlsiMi partito di arnuguarcli;1. a perpetuarla. Non contenti cieli'« anima proletaria>> hanno tirato fuori la (I t·uhura prolctal'ia )). Quando morì Lunaciarsky fu dcuo. da l·crti giornali l·omuni::ti, che « egli incarn:n'a la cultura proletaria». Come uno ~t·rittorc cli origine borghese, erudito i(e l'erudizione è il capi– tali-.mo della l'Ultura) alquanlo prezioso come il Lunacia1:ski. potesse rnp• prc,-cnlarc la (< l'UII ura proletaria l), {' un mistero analogo ;;1quello della 1< ginecologia marxi.sla >,. lcrmine <·he ha scandalizzato perfino S1ali11. /,r Rèt·ril cli Gincna, insorgendo contro l'abuso clcll'espres'-ionc « cultura pro- 1claria ». o::::en ava: <(Il prolet:uio è, per definizione, e molto ~pes~o in rc;;ilt;1. un ignorante, la cui n1ltura è nct•r;:.sariamenle limitatissima. ln tutti i campi. il pa<.:,.Sato ci ha fallo credi di hcni ine ..tim.ahili che non potrebbero \'Cnirf' altrihuiti a questa o a quella clas.;.e. li proletariato. lui. ri,t'ncli<·a anzitutlo una pili larga partecipazione alla cultura, come ad una delle ric– dic1:ze delle quali non ,uolc essere pii, pri\'o, Dei sapienti. degli scrìt1ori, f' degli artis1i borghesi ci hanno dato dcli<' opere di un'imporlanza erna1wi– patriee; invece. degli intelleuuali <.:edicc111i proletari ci cucinano dei piatti <.pc~,,e,ohe indigc.~ti ,,. La « eullttl'U proletaria» e.;.istc, ma e::.sa è ristrella alle cono'-,·cnze pro– Ies.:.ion;1li e all'infarinatura cncido1)edicn raffazzonata in di<.:orclinntc le,., ture. Carattere tipi1·0 della cultura 1Holc1aria è di C"cre in arretrato con il p1·o!!;rcs,o della fìlo~O'.fia,delle ~cicnz(' " df'lle arti. Voi troverei<' dei '-C· guat·i fanatiei ckl 1noni<.:mo cli Hacckel. ciel matcriali~mo di Ruchn('r, e 69

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