Volontà - anno II - n.7 - 1 gennaio 1948

11011 po~.:.iumo a,rcre· ne!';;,una cono~cnut di un lalc polcrc; gli dei c!Tc11ivi dt•llc religioni storiche sono "ohanlo la personificazione di faui impcr•ò– nali della u;itura e di fotti della nostra vit;1 uu.mi.tlc intCriorc. :\nalogamcnte per l'immortalitì,. Con le nostre focoltì, attu:tli 11011 ah• l,i:uno a1cuu mc;,.zo per dnrc una risposta categorica alla domanda se noi -=01wa\'\'ivbmo,dopo l11morie, cd uncor meno alla domanda di ciò che po• trclihc c;:;~cre una simile ,•ila dopo la morte. Le cose ~,ando in quei-lo modo, noi pcrdi,uuo tempo cd energia dedicandoci al· 1>rohlcrna di rag• e:iun!-{crc la 110-=tr:i s:1lvczzn nella vita futura. Ciò nonos1an1c. come l"id1:a di dio è co.:truita ·con i materiali dcll'cspcrienz:1 rc:ilc, co;:;ì pure l'idea dcll.1 !-uh•czza. Se noi tradùciamo l:i sah·ezza nel linguaggio di llueqo mondo, con~taliamo clic significa l:1 realizzazione dell':1nnonia tr:1· le di• ,•c1·sc parli ddla nostrn 1111turn,comprese le sue 1>rofonditì1 -.ubco~cicuti e h· •Uc ~onunit:'t raramente raggiunte, cd nnche il r:1ggiungimc11to d'un l'erto ,11Tonlo sodisfoccnle tra noi stessi cd il mondo esteriore, includente uon ~olo il mondo della natm·a ma anche il mondo soci:1lc dell'uomo. Credo ,·IH· C possibile « realizzare la propria snh'ezzn » in questo· senso e che C liu~to tendere ;td essa, nello stesso modo che credo possibile e prezio~<1 èl-iuugere ad un sentimento d'unione· con qualchecosu pili gramlc del no– H1·0 io abituale, anche se qucslo qmtlchc\'0.5a non è un dio, ma l'e~1cn• ~ione del" noslro piccolo nocciolo :fino :ul includere iu uua ,trctt:i uni(•a tradi di cspcr icnz:i e;;tcriore e di natura interiore ai quali ;tbitu:tl1ne11tc non giungiamo . .Ma sc-Dic, e l'immortalitit sono ripudiate, che co"a rimane'? È la d,1- wanda che si lancia• abitualmente in faccia all'ateo. Il credente or1odo,.~o ,i 1;ompiacc di pensare che nulla rimane. Ma ciò accade pcrchè cSli è ,1.-10 ,il,itunlo ;1 pcnsnrc soltnnto nei termini della sua ortodossia. l11 rcaltit molto rimane. • Ciò è irnmediatnmc111c ov,·io per il· fotto che molti uomini e douuc– !ianno condotto una ,•ita :11ti\':1, o pieua di abnegazione, nobile, fodclc. ,::('nza nes~una credenza in Dio o nella immortalità. Il Buddismo, nella ..:ua forma non corrotta, non possiede credenze di questo genere; e ncm• mctio i grandi agno5tici del XIX secolo; nè i comunisti ru;;si ortodost-i; e 11ep1mre ne possedevano gli sloici. Cerio, i non credenti si sono spesso re:<i colpe\•oli di :liti egoistici.e mnh·agi, ma la .:tessa cosa è 1:apitat:1 ai credenti. Ed in -tutti i modi non è questo il punto fond:uncntnlc. Il 1>unto C d1c .:cuza <1ucstc credenze gli uomini e le donne J)OS!lonoaucor.t po;;scdcrc la. "-pinla verso unu vita picnn e dcdicnt11 ad uno scopo, cd un senso d('ll11 dignitit dcll'"csistenza tanto forte qu11n10· è poa:sihilc ai piì1 de\'oti credcnli. lo dirci anche che ciò. è molto pii, facile oggi d1l• in qual~ia~i cpo,·a. .rnlcriorc. L, ragione sia nei progt·cssi della scienza . .. ~\loi 11011 simno pili obbligati :ul :tccct.t:ire come ·ine,•ilabili e mi,lt::• rio~t' le t•alastrofi t:"leriori e le mi,:erie dcl.J'ea:islcnz:q non -,iamo piì1 oli; J,li.;•1ti :1 vh•crc i11 un mondo scn7fl a:tori:l. dO\'C i mulamt:llli a:ono "c11za

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