Volontà - anno II - n.4 - 1 ottobre1947

questa csasperaziane dell'apparecchio nervoso, che Wagncr è \'arti.sta mo– derno per ctcelll'nza, il Cagliostro ,.:ontcrupornnco. Nella sua arte si m.c– ~co110 in~icmc nel modo piÌI seducente gli elementi dei quali oggidì tutti hanno il piì1 urgente bicogno, i tre grandi .stimolanti degli ecauriti: la bruwli1à, l'artifizio, Pcbctism.o. Wagner è nn pOl('lllC fermento di corruzione per la mu-ica. Egli ha indovinato ch'c:-cu è un mezzo per eccitare i meno malati, cd ha. quindi. resa malata la musita. Egli è straordinariamente ingegnoso nell'arte di sti– molare .i lcmpcrau:icnti piÌI cfìniti, di g:alvanizzarc- persino i moribondi. Co· noscc a perfezione tutte le astuzie dell'ipnotizzare; .rn atterrare come tori :111chc Jt, nature piì1 robuste. Il .mccesso di W:.1gncr, la rna azio!1c- .:ul si· Slcrna nervoso, e quindi sulle donne. hanno fatto di lutta l'ambiziosa genìa dei musicisti degli mlcpti della rna arte 1.nagiea n. Questo stesso critico fcr~c ripro,·erit coloro che !"applaudono: (< )la ~i, io :uno <1ucst'uomo e nessuno piìi di mc! Era un uomo alla mi5ura del mio ·cuore ... È comprensibile che non darei ad alcuno il diritto <li far proprio il mio giudizio su Wagncr! Ne!ò'suna .di queste canaglie infomi dn: pullulano ('omc dei pidocchi nel corpo dell'attuale socie1:1 può pcrmcltcr ... i di pronu11ci:1rc, nè per un elogio nè per un bia.:imO, un nome cosi ~rande come <1ucllo di Ri<·cordo Wagncr ». In un altro dei suoi :::crini lo prodamcrit il o;uo (< pii, gT:indc bencfottore >)e nel nugnHìco aforisma intitolato Ami- 1·1:;;ia i-tel.lore ~crivcrù, acccnnanclo .11suo di~tacco dn \V,:.1gncr: 1, Amic-izia ::tcllarn! Noi eravamo amici cd eccoci separati; ora noi ,;iamo due navi, •·i.t· ,t;una delle <1uali ha la ~ua meta e la o;ua da segnata: può accadere che ,··in· l'Ontriamo e (·clcbriamo in.:ieme una festa. <·omc abbiamo fotto, - e in qucl– l'i~tante le buone na\'i ~lavano sì quietamente nell'istc~o porlo, :;:otto lo .:te!-SOra~gio di '-ole. che i:embravn ch'csce avc;:.'-c1·0 gii1 raggiunta l:t loro meta e avc~scro sempre avuto di mira la medesima meta. Ma poi l'onnipo· 1cn1c necc!-.sit~ del còmpito a cia!-cuno :11:segnato ci :-pin.:e nuovamente ben lontani uno clall' altro. vCr'-o climi div<-r~i; e forcc noi <'.i rivedremo l)iÌI mai. - o for.:e, si, ci ri,·cdrl'mo, ma ::cnza ricono::,·crci. tanto ti a\'ranno ,·:unbiato il mare e il sole! Era dei:1ino che clove'>'-Ìmo di"cnir estranei l'uno all'altro: la legge rnpcriore che ci governa lo voleva; pro1>rio per· qu!!slo dol.ibinmo rispcuarci reciprocamente. anche più di prima, per <:anii6can· con il ricordo la nostni antka amicizia. fa;iHono probabilmente una curva ad un'orbita siderali immeme nelle quali il nostro cammino cd il nostro dc· stino sono trasportati come corpuscoli. Eleviamoci noi stessi fino a qucst.'idca! Poichè la nostra vila è troppo corta, e troppo infimo il potere del nostro .:~uardo per poter essere più che degli amici: amici nel senso di quc«ta ;.ublirnc possibilità! E noi vogliamo «:credere>) così nella nostra amir·izi:t :,;tcllarc, ,mche se dovessimo essere nemici !-ulla terra )). Non dirà, ZaratlwMra: « Nel proprio amico bisognn ,edere il proprio migliore nemico >i? Wagncr fu il miflliorf' rtem.ic -o, (continua) C. BER.'\'EKI 52

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