Volontà - anno I - n.6 - 1 dicembre 1946

tia, non tendono a prevenirla coo u11 miglioramento cli vita. Al progresso delle scienze mediche, l'autore oppo. ne la careJ1za di realizzazioni da par· te del governo nel dominio della sa– tnle pubblica. Certo, lo Stato ha cre~to ospedali, :i,i è commosso di epidemie troppo ra. pidamente mortifere, non per inte– resse reale per 'la_ salute -pubblica, il che avrebbe richiesto in prhno luogo la lolla contro la povertà, ma piutto· sto per la pr"coccupazionc di st.atisti– chc pili o ,meno onorrfichc e per la conservazione di 1111.1 buona armata per la prossima guerra. John Hewc– tson studia numerose riforme fatte per la ·difesa della saluJe ,pubblica e dice: « Le t·iforme _siCa1modi più in 1>iìr frequenti .. allo scopo di Jegare sempre pili e1re1tamc111e l'operaio al .;uo datore di lavoro ... Tutti i teuta-· tivi sono condannati senz'altro, pcr– chè iJ solo scopo non è il benessere dei lavoratori, m.a una questione cli guadagni degli azionisti )). Egli mostra, <-on numerosi esem· pi, che non solo iJ1 lnghiJterra, ma i11 paesi come la Germania e !"Italia, al 1c1u1>0 del fascismo, le rifo11me pet· la sah1te pubblica furono numerose ma non condussero a nes.su.11miglio– r.amento profondo nello stato attua– le. e la sola soluzione è il crollo del– l'organizzazione economica che man– tiene la ,maggioranza del 1>opolo J1cl– la .pO\•ertà. L'autore conclude: l< La realizza– .1;io11edella salute esige un cambia– mcì-tto raclica'le del nostro silema eco· nomico. ·Essa richiede, nientedime· no, che l'abolizione dell3. povertù, la prOduzione a secondo dei biso-· gui . .È necessario distruggere questa forma cli organizzazione economjca che 11011 produce se ,1011 c·è possihi· lità di vendere e che iucvitahilcnente spoglia la classe operaia che non può permettersi di comperare. I~ quesJa organizzazione che è .alla radice del– lo stato alluale della catli\·a salute. La .salute è un miraggio fìnchè il pl'O· iillo 11011 ~arìl soppresso. Essa ::arù facilmente realizzala quando tutli a• vranno i mezzi per vivere >>. Noi non possiamo che concordare con c1uesta conclusione. Essa viene sponla•uea alla mente di ogni aJ1ar-– chico. Ma il libro di John Hewctson mostra., da una parie, in modo C\'i~ dente, l'incoerenza e la vigliaccheria <lei dottori sociali che pur ricono– scendo che la povertà è .alla base del– la malattia, 11011 osano loltarc contro cli essa e si limitano a voler ,·iparatc uno stato cli fatti, e, d'aJlrn parte, l'ipocrisia degli uomini di Stato, <1uel. li che votano le leggi. quelli che or· ganizzano accuratamente le loro sl.a– tistichc, le loro curve eresccnli della natalità, guardandosi 1 bcnc dal ,·ot~irc l-.1m_i n i ma Jeggc efficace. Per gli uni come per gli allri, il problema della po"ertà, fattore mas– simo di malattia, è lanto• e,,jdente quanto per noi stessi. È clmlCJUC il no• slro atteggiamento di fronte alla po– vertà che ci separa da essi. Di fronte ai filantropi che prefo– riscono I.asciare venire il male per compiere in seguito la loro buona opera, di fronle ai truffatori di assi– cut·azione ed ahri, la posizione del ooslro compagno ci ,pare la sola 1.,he 1.1011 sia complice della società capi– talista, ,hmque 1a. sola rivoluzionari.i, coraggiosa e la sola che possa unire una concezione •medica ad una con• cezioue sociale. Gli.BER

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