Volontà - anno I - n.4 - 1 ottobre 1946

Bisogno ancora (lggiungere: non ,'è -alcun modo di congegnare diversamente i sa– lari 1>cr 1oglierc !ld es~i il sub!-troto the oggi vediamo in ano. Il salariato esprime una paura sciotca e 1>rofond:i: « se oggi io non b,•oro, domani io e b mia com1>:igm1 Cfl i no,,1ri figli non mangiano)>, Su ques1a srupidi1à, aliment:ita di predithe e di eonven– zioui. i ricthi irn1>iantano il loro ordine immo1·ale: « lavora tome decido ic, ». Questa e la forma nttuale del lavoro: come stupirsi che non riesen nd essere efficienlc rispetlo ai pro1>ri fini um:rni? 1 logiti,,mi capi1alistici e sol'ialistici - libern iniziativa. ehe è 1ibera solo per i pochi; libe«t mercato 11ct· la merce lavoro, che non esiste, perel1t! nè il luvoro è una merce nè le lotte 1 per il l:woro ::onc- libere come competizioni di mercato; il la\'Oro do,•cre sociala, o il lavoro dirit10 .sot'iale, che son frasi prive di senso; cc<:. - t~ntano di velare con òis1·orsi l'iiÌ1morale imperativo, fallo di violenza e di timore, l·hc ~ alla base cli tulle lo rchizioni J)rès~nti del lavoro. E ftnchè il salariato rc!!la come ~is11;111:1, l"immoralit:ì resia: tulle le cseogi1azioni 'f)OS.Sibilientro ..il sis1ema hau di mira il prodotto. 11011 già l"uomo che lavora. Un:1 sola strada potrà s,•inc~lare il nosrro farnro <ruotidkino dalla paura e dalla forù◄'ia, pe1· :mimarli invece <:on la sercnitù della c-reazionb comba11111a; il Javoro senza 1,alario. · ' Bisogna dt1re alla sorializzazione un'onima. 11 la,•oratore deve poter :uuare il suo lavùro, ed è umano amare sohanio tiò a cui non ci si sente obbligati. La\'orare devo · essere un allo d" elezione, non cli necessità. Bisogna che tutti possano dire: <◄ se :uic-he oggi non la,·oro, domnni io Ja mia compagna i nostri fìgli mangiamo ugualmenlo ,,, ldea ]im1)ida. rhc anche conscn·atori. radicali come Beveridge intra\'vedono, senza osare di formularla .in ,•olontà rivoluzionaria. E solo una volomà rivoluzionaria può giungere ad assieur11rc ,1 ci11s('un uomo e donna il minimo indispensabile per i bisogni elementari, ,1 1'ura deUa comuni1:I in .::ui essi vi,·0110, indipe11de11te111ente,lai ronsiderore se 1:worino bene o male, poto ◄> molto o nulla. Socializzare rim:me un atto sterile se· , 1 i si porta lo slogan .semplicista « 1.hi 11011 la– vora non mangia». Esso pare direuo conlro i ·ricchi: in roolti giova ai ricchi, mantiene l'un to111ro l'altro i poveri. Trasferiste tra noi le sicsse volontà animali del t:tJ>italismo, da cui è escima la so1idadetà: o la nostra salvezza è im·ece tulla nella solidaric1à. Semplice e coraggioso, un nuovo slogan dovrà affermarsi in suo luogo: « il cibo è di. ' 11111i, aucLe di chi non lavora». C◄>{1 esso cominciamo ad intravvedere :una ,ociet:i ol– fine umana, mèla degna del combattime1110 e d~I sacrificio. E lo guardiamo 6cnza timori: 1>ercl1ènoi .sappiamo cl1e l'uomo sano vuole lavorare, che su questa volontà elemenlare cd insopprimihil\! 6'è costruito il mondo del passato, o quindi .su cli 'l!S-Sa6i costruirà il mondo nuovo dell'avvenire • .Ecco il nuovo inondo. (< Allora >1 lit' grande !a'hbrica ridolla a dimensioni \lll~ane soddisrerà• i molti porlati al la,•oro colleuivo, riwondendo tutti a bisogni di tuni, in libertà, melltre un libero ttr– ti.gianato dar;ì lieta fatica a dii voglia lavol'are d4 solo. Vi -saranno, come sempre nel passato e nel futuro, 1< vagabondi» che non sen10110 la ,pa:;t.ione dell'operart!. Malati ,o poeti, che importa? La ,potem:a produlti\'a ])ratieame1ue ,infini1a cl!_e mette ~ nostra di– ,;posizione il macchinismo ci. consente di 11011prooccuparci di questi parassiti m:argìna1i, amici o nemici. (◄ AIJor-a I) .-)avvero si realiZ1.er:·1, ad• opera delle generazioni succedentisi, la fu,,ionc, Jel la\•Oro in1ellettuale con quello manuale, ciascun uomo e donna lieti di ahern11re nelle loro induslriose giornate compiti mohep1ici e diversi. 7

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