Volontà - anno I - n.4 - 1 ottobre 1946

Clxi non vede che tutti gJi .:.forzi di po<'hi jucli\idui, 5fon:i faui per edu– <"arc socialmente e rivoluzionariamentc la mas,:a degli sfrullati, urlano. purl!·OLlJ)O, in 1111" apat.ia. straot"di~JaL'ia ~lall.a parte di <'~loro che ~lovrebbcn• -cs~ere direttamente gh rnlcressat1? Chi J1on \·ede che·, lavoratori - sopra- 1ullo i o'.iovani diseducali dalla diltatura mussoliniani.i - sono pili inclini a pas~arc intere giornale nei campi s1>orti,,i, nelle sale dedicate a Ter~i– ,corc, o in certe bellolacce an1igienichc, dove si avvelcna1Hl il eervello 'e il corpo, i1wecc di frequenlare le riunioni dei compagni, i Circoli di Studi Sociali~ le biblioteche, invece di Jeggerc e studiare e riflettere sulle loro trisli condizioni di schiavi moderni. ii1wcce di llroelir.at ·e di emanciparsi Jn– ,(liviclualmcule e di alTretlare la fine del 1·egime dcl1'iniquitù 1 del clolorc e ,della clisperazione? Dopo tulta una serie (!"educazione re]igiosa e palriotti(·a, ·1•aJcool è il •·olpo di grazia con cui s·uccide c1uel po' d'energia rimasi a nei 1avoratori: dunque, nello st_esso lempo che si deve combattere l'auto1,i1;, e 1a re'ligione, J'al<'oolim10 11011 deve essere risparmiato nella •nostra èrìtica, ai nostri col1li <le11.101itori, poichè è riconosciuto dai miglio1·i scienziati che J'alcoo]iz– zato è un oggetto qualunque cli cui si senono l'oppreswrc e Jo sfrultatore per meglio puntellare Ja loro -ignominiosa società. « Lavoriamo ·come bestie, non ahbiamo nessun piacere in questo mon– <laccio maledetto, siamo c1er11Mnenle nella miseria e nel dolore~ e •perchè <:Ì si vuol .anche negare la libertà di bere qualche bicchiere cli vino, di birra o di acqua, .. ite, quando con un po' cl'alcoo] si rjcscc a clat·e nn po' di gaiezza al .noslro spirito e di far dimenticare certe :ingiustizie? )) Così sogliono ri– petere, svcssc volle,·dci Javoratori che prelendono di possedere e ragione e -cosc·ieuza cli classe. Prima .di tutto bisogna 1·ispondere che noi non neghi,uno a"!l'uomo il <liritto di bere -un bicchiere di vino o di birra~ ciò ehe combatliamo è l'cé· < ·es.so, il '\•izio del lroppo hcl'c, che conduce al gran flagel!o della civiltà: alr alcooHsmo. Jn un suo lihro sull'alcoolismo, R. Rommc scrive: « L'uHe11ìrne1110dell'alcoolismo coincide con una ccrta,·couquista, dcl– J"industriu moderno: la Jabbricozìonc dell.'alcool flltrimcuti che cun lei fab– brica::.iouc delle bevcmde fermenwte. << Queste ulth11e producevano dei,_semplici ubbri(1coui, mentre !ti di– ~tillerfo ,Jorgin dei dcgeriernti, degli epilettici, degli alienati e dei crimi– nali: è h,. marca dell'alcoolismo modenio >>. Ebbene, chi può garantirci ehe tuHo il vino, la birr.a, i liquori, ecc. ecc., siano elci prodotti Iermentati naturali? E se si constata che .il 60 per cento clellc quantiitit .clelle bevande spiritose - .non escluso ii v.ino - souo 'Clci prodQtti artificiali, 'l1lcs.si .!!lll mercato umano da fJualche speculatore, trafficante di salute pubblica o J)cggio, pcrchè i lavoratori, che rlimostrano di saper loHare pet· la loro emancipazione integrnlei non sanno lottare contro se stèssi, oncle vincere un vizio nocivissimo, il quafo vuola le tasche, fa di– J11cntica.re i ~doveri cli ]avoratori, di padxi, di uomini, rende gli uomini in- 31

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