Volontà - anno I - n.4 - 1 ottobre 1946

uicnte prnticato dall uno o daU altro avversario e qualchevoha simultanea• mente da lutti e due - ha potuto bastare nella media dei casi a 11reveuire ]a guerra, o .a metterci fine in un n1odo piit o meno avvantaggioso .rer i (< <li!ensori )l. Ma non è stato sufficiente •nei casi « cstrcmj )>. Per esempio quando la spropor.zione· di forze ~ molto grande. Ecl esso ha ancora un altro inconveniente: è di essere inapplicabile alla <lifesa di u.n popolo in ist.ato di conquista delle sue libertà - in istato di rivoluzione, di preparazione rivoluzionaria od anche di ricostruzione post– !ivoluzionaria della società. Se la difesa di un popolo non fosse possibile che per via dello Stato o pe;· via militare, 1tessw1<i rivoluiionc liher,atrice, sarebbe possibile. Ogni periodo di 1·ivoluzione corrisponde, è pitt che evidenlc, ad un periodo 'di dcbolczzil e d'instabilità di potet·i; lo stato è allora come un casolare mezzo <lcmolito o costruito a melit che il popolo it lasciato 1>er vivere all'aperLo, sotto tenda o .al chiaro di 1una. Se è necessario per questo popolo le mura della fortezza dello stato per difendersi contro uil'aggressione esterna, la partita è perduta ~n anLicipo. Se gli sono necessarie le virtù borghesi di ordine, di ubbidienza, di puntirnli.tà, cli sicurezza della proprietì1 e di [e. deltà c1uasi feudali, che hanno 1a {orza del rllilitarismo difensivo, rischia fortemente di non lrovare in te stesso la sot·genlc. di tante grandezze. Mettiamoci, du1~que, ne11a situazione di un popolo pili av<mzato degli altri sul cam~nino della libertà. Di un popolo troppo progredito per cs. sere lasciato in pace. Ed .armnehiamo senz"ahro che il suo territorio sia im•aso senza che lo sJ:ato nazionale o le sue armate abbiano potuto, saputo o voluto offrire Ja resistenza necessari:1. Supponiamo w10 stato di inLeusa ]otla cli e.lasse,5ome accade qua.si sempre nei periodi :in cui « tutto si muo• ,•e» e in cui il monopolio di att~vità elci l)Otcre cen~rnlc t! int.ac <"alo cd i11 cui Je forze malcriaii e morali che incarnava hanno fatto ritorno verso j loro !uoghi di origine: gl:i individui e le masse. Le armale nemiche sono padrone dei principali ccnlri politici.; elci prin• ei1>.al-i :mezzi di comunicazione. Esse hanno ccss,1to di avere per superficie iJ conlalto dei fronti, ed il loro disposilivo è ora quello di una for:r .... 't di po– lizia che stende fa sua l'ete su tutto ciò che l'immensità della co1Hpiis1a suppone clii avere d'oc.dine da mantenere, di sabotaggi eia evitare, di Jra• SfOt·ti da assicurare, tU riposo da difendere al contano immediato cd onni• presente del « nemico ». Non c'è bisogno di clire che questa nuova situa– zione necessita di forze e di vigilanze lauto pii1 grandi Cfutlnto meno esiste, <li fronle all'occupante, dei potcij regobri riconosciuti dal popolo occu• palo responsabile della tranquilli1à pubblica. È, insomma, l'attività quo• 1idiana di milioJli d'uomini che bisogna sorvegliare direttamenw - mi~ ]ioni d:i civili, di donne e Ji fa'nciu11i slrnnieri dei ,quali 1a lingua, i co– ..,5lnmi, gli .anteccclénti, le opinioni, .lo stesso stato civile ~fugg~110 poco o

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