Volontà - anno I - n.3 - 1 settembre 1946

rasse (,.-Oll passività criminale; bensì per Ju lotta rivoluzionaria, ~catcnata uelb strada, o-111cllaquale gli anarchici cd il popolo in certi <"asitrascin:1110. 3 Barcellona ccl a Malaga, parie dellç: st~ssc forze di polizi:1. · Però, per qumllo noi siamo padroni delle strade, il GO\•Crno sussiste sempre. Governo ccntr:de a Madrid, Governi regionali in Gat:1logrrn cd in Biscaglia. Lo Stato anch'esso seguita a sussistere. Gli anarchici e la C~~T li rispettano entrambi, benchè àn Aragona ed in c'àtalo~rna ~wrebbero po– tuto climirrnrli. Ma essi, Jasciandc Comp.anys al potere, non 11pplicano i prin– cipi anarohici: :i.nzi Ji mettOno da 1rnrte 1,er •ragioni polit id1e co111i11gcnti, pe/ mantenere l'unità au1iCascist.a. · . GJi anarchici enll·ano ne.I Governo catalano. -Poi, l..11 quello di Madrid. Seguitano a meltere da •pa.rte le idee. Se vj sarà <Juindi insi,.ccc:sso, 11011 srtrà già delle idee, nè della tattica che ila esse si p0teva <Je,.foc1re, mti solo d<>gli! uomini che 110n si.son decisi risolutam.cnte ad llpplicllrle. Abbia1110 avula durante tre anni una c.:,peflieuza di Collaboruzioue po– litica. E dire che questo mutamento di tattica ha prodollo dei buoni frulli è nna affermazione pri,,a di senso. · Dal punto di vista minisleri:de, furono assegnali a noi i dicasteri che ave\'ano l'in1porl.anza minore nella direzione degli avvenimen\t Dal pun– to di \'ista militare 1 non ottenemmo armi pc'r· il fronte d:i ,l\1alaga, che rima– se :1bbandonato alla. sua sorte: nè per il fronte di Aragona. Non potemmo ,impcdiro le sudicie manovre per t,•u.ile nostre diviE'Joni erano 1anciatc all'as– sallo senza :1iuto di artiglicri:1 e di avi:1zionc, e sacl'lificate per rivalità po– litiche. Non potommo evitare l'elimjnazione dei nostri compagni dai posti di responsabilità, ogui volta che essi non erano collaboratori rmolto r:isse– ;:;nati od op1>ositori molto siilenziosi. PolitjcamenJe, non potemlno impedire la riorganizzazione rapida del· la 1>olizia, delle forze di repressione, nè ]e gfornate di ,maggio con i loro di– sastrosi risultati, approvati e lodati dai mostri ministri gii1 conquist:i.ti dal- . lo spirito di Governo, •j c111alifirm.:uono la sconfilla del nostro movimento cli fronle al potere dello Stato. Socialmente i nostri ministri non poicro- · no impedire la reazione .govermaliva conlro Popcra di socializzazione che si slava sviluppando, la disJruzionc delle colleui\,ità in Ar~gona, i,l ~abo– laggio della nostra opern economica, negandoci ]e malerie prin1e od j cre– diti o la stcss,t possibiliti1 di vendere. salvo nei casi in cpi si trattava di pro– dou,i occorrenti allo stesso Governo e dei qua1i esso er:i. incapace di organiz– zare la fabbricazione coi suoi mezzi. Nonoslantc la loro pat·tecipazionC entro il Gabinetto, i ooslri ministri nOn poterono far nulla per 1i.mpcdirc tali fatti. Gli ahri, vecchie volpi delJa' politica, li lasci,avano parlare e se .ue ridevano, cd operavano contro le es- ~enzc pii1 1h1re della Rivoluiione. . · Nulla di posiiivo è stato fatto nei nùnisteni occn1>ati dai nostri compa· g1li,· nonostnnte la loro buona volontà. Nulla, a1l'infuori di discorsi talvol- ta ~mipollosi. Peirò co.nfosSò onestamente il suo insuccesso. . Questo prova umi "'V'?lta di più che da parte del Governo ,10,r. si [)IIÒ fa~ 37·

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