La Voce - anno II - n. 54 - 22 dicembre 1910

472 venne a un critico di notare di sfuggita i punti di contatto fra il Dossi ed alcuni simbolisti francesi : ravvicinamento che ebbe una riprova nella stima di cui l'autore della Vita d'Alberto Pisani godette in un ristretto circolo letterario milanese di questi ultimi anni per opera di Gustavo Botta e cli G. P. Lucini; intento il primo alla ricerca chiusa e appassionata di una forn1:1.artistica carca di sensi e a un tempo so– bria che si riallaccia alla dossiana 1 rievocatore il secondo fra molté figurazioni simboliche di una Milano meno barbara della presente (v. di quest'ultimo Il verso libero, !\filano, 1908, pp. 586-596 e la Passeggiala se11ti111mta!c per 1lfi– la110 detl'Allr 1 ·ieri in // Viandante, a. 1 1 n. 21, 22, 23, 24). L'amore degli scrittori diflìcili, l'affinità di cultura e di gusti (le note azzm-rc riveleranno l'ispirazione germanica dell'ironia del Dossi, al quale pur piacevano le pagine « si geniosa– mente scritte » del Bruno e il Vico non era ignoto), una complessa concezione della storia letteraria permettevano intanto a Benedetto Cro– ce di collocare l'opera di Carlo Dossi al posto che le conviene, depurandola e mettendone allo scoperto il nucleo resistente : l>reve momento geniale, ma perfetto, che si apre con l'Atlr'ieri e si chiude con Goccie d'i11cln"oslro. Gli intelli– genti mal si adatteranno tuttavia a non rileggere i libri della seconda giovinezza e della matu– rità. Se non altro, fra le molte sorprese stili– stiche, essi sapranno scoprirvi, come in Dopo la la11rea del De Meis e nella Disfatta dell' 0- riani (rare eccezioni in una letteratura come la nostra contemporanea che è vissuta staccata dal pensiero), non solo un'estetica che è qual– cosa più cli un riflesso teorico cieli' arte dello scrittore, 111auna copiosa materia esemplifica– tiva per la storia della cultura e del costume di questi ultimi cinquant'anni cli vita italiana. A. C. DIEGO ANGELI. - SaJ11'lgna::io da lojola, nella vita e 11etl'a1-te. - Lanciano, R. Carabba, 1911. L'autof"e di questo libro scriveva anni fa, in una cronaca mondana, che il palnzzo di Propa– ganda Fide in Roma, fu costruito dai papi per confondere, con la solida ed austera sua gran– dezza, le quùqu.ilie della Riforma .... Uno scrittore di cronache mondane, il quale non veda che quisquilie nella Riforma, si direbbe che non sia precisamente quello che ci vuole per scrivere la vita di Sant' Ignazio di Lojola. Nel quale bisogna intendere, sopratutto, e fuori delle frasi letterarie e degli atteggiamenti este– tici, la durezza dell'ascesi preparatoria - vera. ascesi spagnola, tutta piena di deserto e d'assoluto - e la grandezza della battaglia combattuta, ed in gran. parte vin fa. Occorre cioè aver l'animo di. sposto a sentire la miseria dell'esteriore e il vuoto del mondo - e la mente capace d' inten– dere la grandezza della Riforma, grandezza a cui si contrappone la grande figura del ca– valiere spagnolo. Queste due qualità, del cuore e dell'intelligenza sono appunto quelle che man– cano all'autore di questa narrazione - e ci sa– rebbe da domandarsi perchè egli abbia scelto proprio quest'argomento per metter su un vo• lume se non si rammentassero certi rimasugli di ammirazioni e di pose, avanzati dalle tavole d'annunziane che s'imbandivano dieci e più anni or sono .... La vita d' Ignazio di Lojola resta ancora da scriversi in italiano - e sarebbe da augurare che qualcuno ci si mettesse sul serio. All'editore Carabba spetta tutto il merito d' a– verci offerto in italiano i /alti di S. lgNazio, in buona veste tipografica e adornati di parecchie utili indsioni. G. A. AuGus-ro C1RR1 : Nel paese dei fa,-abola11i. To– rino, Fiandesio, 1910, pag. 428. E dire cht mi son messo tre o quattro volte n scrivere di questo libro; sen:r.a mai riescire a darne un' idea chiara, e che non ci riescirò nep· pur oggi ! Eppure c'è qualche cosa, dentro, c;J1e a noi, che abbiamo poca simpatia per gli italiani letterati, fa piacere. Non già eh' io lo scambi con un capolavoro ; ma sento che non è una porcheria e nemmeno una cosa mediocre, e, in ogni modo, in un paese come il nostro, dove i romanzi di Diego Angeli o Luciano Zuccoli tro– van, bene o male, da mille a duemila compratori (e con quali altri termini se ne può parlare?), l'autore del Paese dei Farabola11i potrebb'essere anche un genio, perchè non gli manca uno stato d'animo suo, un mondo personale, preoccupa– zioni non ignobili, esperienza viva : per quanto tutte queste cose gli sian guastate assai qua e là da una letteratura scolastica e dappertutto da una certa stanchezza che impedisce all'autore di dar loro una forma senza frastagliature e senza monotonia. Siamo in provincia. E dico subito che uno degli ostacoli di questo libro è l'appariscenza pungente di ritratti calcati sul vivo ai quali vien persin conservato, con piccolt: alterazioni, il co– gnome, sicché chi è vissuto, anche poco, anche rnolto tempo fa, a Reggio Emilia, riconosce im– mediatamente casi, cose, i11dividui. E le pitture, o meglio le fotografie o meglio gli stampi di quella gente, formano una galleria di avari, di canaglie, di mentecatti, di ignobili tipi : ma so– prattutto di meschini, retrogradi, pusillanimi, in– capaci di arrischiare e di ardire, bug·iardi, pet– te~oli : insomma di gente con tulli i vizi pro• LA VOCE vinçiali e italiani più evidenti, con tutte le qualità cattive negative, di quelle per guarirsi delle quali non basta già passare alle contrarie, ma occorre rovesciar tutta la propria natura e farla diventar positiva. Non so se mi spiego: ma capite forse meglio se d dico che é più facile convertire al bene uno spendaccione che un avaro, un avven– turiero che un burocrate, un impulsivo che un freddo. In questa provincia un giovane, escito dalla solita fabbrica di professori, vuol tentare il « rin– novamento italico » cieli' industria, della vita moderna ; e vi perde capitali e speranze, vi vede sommersa la ragione, poi perduto il corpo stesso d'una fanciulla che ama i ferito, sbattuto, tradito, ritorna alla vecchia strada, a insegnare I' italiano per sessanta lire mensili in una tecnica. ì\la tutto questo, detto cosi, non significa nulla, come tutti i riassunti di romanzi. C'è qualche cosa in que– st'opera e le poche righe che ho scritto hanno valore soltanto perché cli questo libro nessuno ha ancora parlato e nc,n si ~on vendute, credo, che un paio cli copie. .tr- pr. Nel prossimo Bollettino: S. S1,ATAPER. La. Biblioteca dei Popoli (ed. San– dron, dir. G. Pascoli). G. PREZZOI.JNJ. // romanticismo in. Germania di A. Farinelli e numerose altre recensioni. QUEL CHE SI DICE * Il signor A. Joussain si lamenta (le Specfahmr ott. 1910 porchè ho giudicato il suo libro Ro/!,a,,Jisme et reUr1011 inu– tile (Rufo dttl Carli110), sostenendo che se anche lo ideo sue non sono nuove, il libro può cuore utile lo stesso spar– gendole in un pubblico che non le conosce. li signor Joussain ragiona a menadito, ma io ragiono meglio di lui e dico: pri• ma di tutto ho criticato il libro perchè pretendeva aprir dei nuovi oriuonti mentro non faceva che aprire porte spalancate; poi le questioni filosofiche trattato dal Jounain sono di com– pctenu di un pubblicn assai ristretlo il quale poteva trova.rie trattate por l'appunto in un libro di René Dorthelot, nella slttnn cofl1:;r"o11e filosofica dello stesso editore Alcan, dov'è stato pubblicato il voluine del Joussain. È evidente che il pub– blico in Francia sarà, con difi'eré'riza di dicci persone, lo stess<> per i due libri. E quanto all'ltali11 ..• Ma perchè insegnar la bibliografia italiana Al signor Joussain? Aspettiamo che abbia :.ln1eno imp3rata quellA del proprio p•esc. g. pr. * A una stupida. inchiesta sul problema della morto (Renaissa,,ce Nou– flelle) cosi ha non-risposto il Bergson: e Avec Aes mcillours complimontA et tous 1011rcgrets do ne pouveir ròpondre en quclques ruots, ni m8me cn quclqucs pagcs, a une questio11 qui ne saurait se ré,oudro simplcmcnt par un oui ou par un non et qui n'est rien moins que le problèmc pbilosophique 1out en• tier. > - 1 giornalisti, no, non hanno taciuto i Rémy de Gour– mont por es..... 'I- Narrano Pagi111 L(l,er, agli a.bbonllti: e L'enorme rit1udo col quale gli abb. hanno ricevuto il numero scorso è dovuto alle 1oli1c delizie dello poste it11.lianc.Quando il giorno 2J Not1em6ttt mattina ci recammo a Campione d'Intelvi por la. spedizione, l'ufficiale postale era andato, •. a caccia. Ci convenne lasciare i pacchi r:.ccomandando alla moglie di farli spedito subito. Quando il giorno 10 Novem/Jre siamo tornati a Campiono per ritirare la corrispondenza i pacchi erano ancora in un 'angolo dell'ufficio. L'Ufficiale Ncmbrod tornando dalla caccia si era accorto di non avere uno 1pecialc modulo chi: dovo accompagnare la spedizione, l'aveva richiesto a Como ed .•• attendeva pacificamente 1 1 invio. lo seguito alle nostre proteste i pacchi partirono senza modulo il t Dicembre I • Rac– comandiamo il fatto ai nazionalisti. Se durante b e guerrl\ vittoriosa> le cose anderanno cos1.... • l.a Corre,,te 1Ipro– nunzia gius1amonto contro la retorica pretesa di riaprire la FA• cohà di Lettore e Fi10106a a Messina: e si deve dar plauso ai profeuori delle F. di L. e F,, i quali testè proclamarono so– lennemente e11crc in:pouibile aprire tale facoltà a Messina, là 1nanca la suppellettile della coltura: là manca anche la Atudentesca. Una collivaziono arti6ci11l0 di studio1i di lettere è l' impresa più stolida e meno patriettica che si pos,a imma• ginare. Già fu grave errore istituire Facoltà di lettere a Ge– nova, farne sunìstcre due vicinissimo come a Milano e P,wia, Pisa e Firenze. Programma serio di governo dovrebb'osscre spiare o affrettare l'occasiono per abolirla a Milano 0 a Pa– via, a Pisa o i\ Firenze, o tornare ad abolirla a Genova ; ma del tutto insensato ~ volerla ricostituire a Messina, dove una disgrazia, a nessuno imputabile, la distrusse. È prova di uillli: "a-::.1011ale davanti al falso sentimentalismo l'aver promossa 1al• res1ituziono; ò allo di coraggio civile, degno di ogni lode, il voto contrario test~ proposto dal\' illustre M. Barbi e approvato dai suoi colleghi.> • La crisi della Federa:10ne degU f11- seg,,at1li" medi si ri1pecchia i11una bella lottora dovo G. Lom– bardo Radice (Nuovi dOflt:ri I S nov. 1910) deplora e lo impa– :iienzo e la grettezza particob.rista di molte categorie dì inse– gnanti che -vogliono più che rinnovare distruggere lo spirito unitario della Fcdera.ziono >. Il sintomo triste, per quel che sappiamo. si ritrova in altre organizzazioni, per es. Ira i ferro• vieri. E i vecchi con1battenti idcAlisti d'un tempo si trovano contro ali' invasione di giovani senza nessuna educazion·e ideale scettici e ruP.terialisci, preoccupati da meschino considcrazion~ o infischiantisi di lutto Chi fu al Congrcs,o di Pisa degli iu. segnanti riportò questa penosa impressiono PERIODICI 'I- Bibliotcc11. del Sen1110del l{egno. Bollellù10 tklle /Jlf6- 6/ita:ùi11i di r<ce11lenc911i'slo, 1910 1 ::1.. VII. (È u0>ecccllcnto segno di quel che si può fare in Italia nelle istituzioni dello Stato quando e•~ a capo chi lavora sul scrio come il dou. F. Pintor). * Le C!triHeu li/Jre, orga11e di! l'Oeuvre .Dour ef par /u ancùm prllrts eJrrllù111. (gratuito mensile, Pari,, S7 ruo do Vannes). (Si è parlato in halia in questi ultimi tempi dell'aiuto economico da dare ai prc1i cattolici che voglion la– sciar la Chiesa e non hanno Ancora professione. La rivista che cito Cl l'organo di uu'opera protestante che 1i occupa di ciò). * lr, Cn.laiu";,a (all'anno I. 9, Barcelona, Fernando, 57, cntlo 2). ( t un bel settimanale 1pagnolo o meglio catalano di Barcel– lona, di tendenze cattoliche, cho h11. il couggio di dedicare un numero unico a I' inaugur:izione del servizio di pulizia pubblic11, Qualche tempo fa un bel numero, con bibliografia, sul filosofo Dalmes). * Coe1106ùm,, il minestrone svizzero di Lugano cscirà. una volt:t al mesed31 I gcnn 1 11. * Cdliài id Arie bimensile di Catania (anno III I Come sono interessanti questo riviste provinciali. Leggo qui, por esempio: e Il prof. France• AC0Guglielmino ri6ni1cc uo suo studio sul dramma greco. • - e Emilio Scaglione annunzia la prossima pubblicuionc di un'ode Alle n.e911eardmli con prcf;u:ionc di Biagio Chiara. > li tulto 6rmAto: Elio. E pensare che a Catania 11 può faro il com– merciante di agrumi, b guida autorizzata, il m;,irinaio, il cia– battino ... ) * Unione i1ali;,ina della educazione popolare, Bo/. letti11q, Milano, 1910. * Lei droi/1 de / 1 /,omme, PMi•, abb· est. lire 8, ruo :Mon,ieur le Prince (dir. P. H. Loy1on: ò un settimana.le dei repubblicani seri, dei vecchi llreyfusi:ani ide11.– listi, dei modernisti, ccc. vi coll11borcrà 1 p1Uc, anche R, Rol- 1::tnd], * La Voce derli i,,seguanli ~ un ottimo periodico che si nccup:t delle questioni d' insegnamento nella Regione Giulia. È una. specie di N11ot11" OOtJeri di quelle regioni ita• liane sogsetto all' Aus1ria, o intereuantissimo, quindi, per tutto ciò che riguarda le quc,tioni scolastiche o la coltura i1aliana in lotlo con il go-verno tcdeschinatore o gli slavi. (Trieste, via Paduina, 4, IJ. * Nouuelln dtt la Jlejm66lique des letlres: {Paris, 14 ruo Hau1efeuillc. Unic:i. cosa no1e~ole: st :i.mp :tta tipo fino XVIII sec.J * // .G,·a11 Mo11do oltraggia Mistr:i.l con un numero unico (TO ott. rgto, Roma) contenente, fra l'altro biglietti di Ettore Fcrrari, di Lina Ca.vali"ri (I) e di quel gr11ndc imb,,cille che 1! Pani Heysc. ilr Vod aml&ke, è uua rivista fem– minile men.ilo che escirà a Milano a cura della Lib. ed, Mi– lanese (S. Vi1tore, 5, lire 5 all':i. un num. 0.50) o ci vien rac• comandata da persona di cuore o d'intelligenza cri1tia.na. Ve• dremo. * La Vie /11lù11e (Case Fusterio, Genève) [organo dei neo-malth.]. QUESTIONI RELIGIOSE \V1u.1ST0S WALKRR. Jea11 CalfJÙl. [.'1,omme e/ t 1 0,11ure Trad. E. e N. Weiss. A Jullion. cd. Gonevc. 1909 fo L'ac• tore si è trouto nella n~cenità di venire ad una scelta circ! l'importanza da attribuirsi 11gliavvenimenti di una carriora ~osi piena, la cui influonxa e lo cui controversie son sl11tc lanto estese, H• deci10 di 1ra1tar coi maggit)ri dettagli l'educazione di C:tlvinJ, il sno s,..iluppo spirituale e 1111ua opera di orga– niuasionc, anzichè insi1tero sui piuticolari dello sue 10110a Ginevra .•.. • Insomma, tenendo prCAento che CAivino O un momento nella storia dello spirito umano, è riuscito a dar vivezza e conaistenz:i al111.1u11 figura, rianimando il movimento dtgli uomini o delle ideo intorno ;i.I Riformatore tho passò chiuso nel proposito ferreo di ridare Dio al mondo. È la prima sto– ria di Calvino in cui la complessità della sua opera 1ia abbrao-– ciata con 1guardo sicuro; senza settarismo e senza freddezza e non da un punto di vistft. esclusivamente religio10, m:. urna.no: corno dottrina e corno società. L'autore, ferrato di 610106;1, anzichC di controversie fideistiche o di polemiche ha una vi– siono storica del Calvinismo che gli permetto di porro in ri– lievo, ad esempio, il C&rllttero intelle1tualistico, razionalo pra– tico che è stata la ragione del suo durare oltre il momento di fusione cd anche quell• del suo trapasso. e di farne il bilal,lcio di fronte alla coscienza modorn11. Particolarmente moderno C lo studio della organinuione ccclosi:istica democratica del Ca.lvini,mo e della sua. soluzione 11.Iproblema: Stato e Chic• sa. Precede un cenno bibliogra6co-valut111ivo sui biografi di C11lvino. Va data lode al Coruit11.toper il monumento di Cal– vino a Gi11evra. che ha preso l'iniziativa o il carico di quesla traduzione; 111.ntopiù se si pen111. che O iniziativa confessio– nAlcJ. * H. DBr.EHAYR S. J.: Le legg,mde a1110grafic!te, so•· conda ed_Jit. con notevoli agg, appcnd. e indico. Firenze, Lib. Ed. Fiorentina, 1910, L. 2 1 50, [Questo libro incontrò giu1ta- 1ncn1e. L'autore è un vero erudito o il libro è uno dei pochi di tendenze un po' moderne, nel campo della critica storico– TOligiosa, che non sia. uato condannato dalla chiosa. Di let– tura piacevole, intoress11nte o istruttiva se ne può consigli11re• veramente la lettura.) * EUGENIOCl!ARLOY: A propoAito• dei Mo11ila Secreta. TorinÒ, Tip. Festa, 1910. opusc. !Dimo– stra quel che tutti, SAivo gli :rnticlcricali di provinci11.(come p. es., La Scopn di Santa Sofia) sa~no : che i M. S. Attribuiti ai• Gesuiti sono apocrifi. Intcresunte una 1eric di giudizi di sto• rici ottenuti per inchicst:. privata.] * Lu:o:o.:C,u~.TANt,dcp. al Pari. Il eallolicuimo a11Hclericale e la ri/Jell,O,u eo11lr<> il /Mp<llo ilolinuo (e■tr.). (Consideruioni impacciate e luogoco– muniste sopra un libro anonimo d'un sedicente prelato amori•· c•no modornistA.J * CARLO MARIARocco: Il mo<lernismq• pe, ,tli slmUosi di ,cùm:e mornli. Napoli, Chiuraui 1 1~ •• IBaet:. citAre la conclusione: < E i modernisti? Come tutti i• p:.rtiti giovani sono dcstinAti a subire gli urti dei sovversivi •. Speriamo che s11.ppi11.no mantoner1i all'altcna della situazione.> )J PER IL MEZZOGIORNO G. FP.RRAIU;Lt.l: l,fem<>riam#ilnri del m1tcog10r110d' llalia,. con prefazione di B. CROCE.Bkri, Latoru, 1911, p. 291,I. 3,50. (Di questi scritti ,lei Ferrarelli, diceva N. Manelli (Gt'ilalia11i' del mei:<>gior110 1 Roma, Sommarug11, 1884): e Comprendo il sentimento che ha mosso il F. a richiamare l'a.ueozionc degli italiani su di cosiffani tipi di soldati, scriuori e constiurali del Meu,,giorno: l'animo suo Ò rimasto ferito, come quello di pa-– recchi meridionali, dai falsi giudizi portati su di qucsla nobile ))li.ile d' ltio.lia, cd ha voluto in corto modo dimostrare che in eSs• col martirio, col l,1.voro e coli' ìngcg110 si ò pagato un largo tributo alla preparazione dc\1 1 11ni1;\nazionale .•..• Ecco un sentimento regionale d1e si confondo con quello nll'Jionalo o lo ravviva >. Questo volume s' incn.tena dunque con quelli Bibloteca Gino Bianco dello Spaventa, del 1'ari, doll' ImhriAni, editi dal Croce e dal Gentile per risollevar dall'oblio scrittori prorondi o 1ingol11ri del mezzogiorno e mostrar quanto fervore di vita e di pensiero fosse in quella regione così a torto disprezzata. Quelli che accusan perc:i0 il Croce e il Gentile di regionali– smo, non hanno che una cosa d.i. fare: lavorare come loro per risollevar dalll\ dimenticann. fasti, ,crittori e scritti della loro regione degni di ricordo. E diremo con lo stesso Martelli : • C"è uo grande e nobile regionalismo che gl' italiani hanno avuto il torto di voler soffocare insiomo con quello metch1no e procacciante, cd esso consiue nel forte amore poi na1io loco, nella golosa. custodia dello glorioso tradizioni regionali, sonia di cui la patria italiana sarebbe un'astrazione vuota di senso o priu di vita. Oisgruiatamentc non siamo riusciti a soffocare quella cattiva forma di regionalismo, m11 fortunAtamonte non pntcvamo riu1ciro ad estinguere quella buona che ha radici profonde nell'animo umano "· Questo libro del F. do\>'rà dun– que eucr letto da tutci quelli cho s' interessano al problemi\ meridionale. E,so tra1teggia la vita e il carattere di molti uffi• ciali dell'esercito borbonico pa1Hti poi a quello itali;ino, o se non varrà A fugare ogni preconcetto e giudizio sulla capacità militare dei meridionale, dimostrerà quali nobili eccezioni ci fos:sero). * GIUSTINO FORTUNATO, senatore; Discorso ,·11a11r11• ,aie (30 giu. 1910) della Soci'elù J•r rii sl11di dttlla Malaria. (Hlr.) ([ di1corsi del F. radunati formerebbero pure un bel volume Aul Mezzogiorno.) LIBRI SENZA PERCHÈ * ReGINA DI LuANTO: Le ufrl1tou, romanzo. La11u, 1910 I. 4 (false, scntA colore e senz'arte, 01cene dove pretendon, alla morale, queste trecento pagine 11.rriveranno •nchc a.un seconda odi:i:ione, dato il gusto del pubblico femminile]. * RENATOFAGGIOLI: La jllo1ofia delle filosofitt o filoso/la rico- 1101cil,"un.. Saggio 1ùle111alico di siuleu· e di classiflca1:.,"o,u delle filoiofi,i. L 2 (I) [Leggo sul gran bianco della pagina 28 queste sole parole: e protezione dei deboli - sacramento delle– promesse - custo<lia dei deposici •• Credo da prima che siano litanie, m11. invece m'accorgo che si tratta dell' • &V0LUZJON~ DBL SP.NTIMANT0 D'ONORE>. Cose possibili in un libro dedicai, a Roberto Ardigò e stampato a Perugia noi 1910). ARTE Le Vile del Vniar,·, che sono, ci perdoni il comm. Adolfo Venturi, 1·u11ica storia dell'arto italiana che por ora c1i11a, sa. ranno ristampato 3 cura di P. L. Occhini e di E. Couani preuo la Ditta Bemporad di Firenze, & cominciar dalla pri– mavera del 1911, in tanti \>'olumetti eleganti, semplici, mancg· gevoli quanto sono lo Vito del Vasari. Ogni volumeuc,, che sarà meno in vendita a un preuo tenuiuimo, conterrà una vita del Vas:.ri, secondo lo più accurate edizioni, in p11gino nitide, piene, spaziate, sonia distrazione di note-, Precederà la vita una. rapida ma completa e sicura introdur:iono, in cui 111.rà rosa in traiti liberi ~d efficaci la figura dell'uomo o dell'utista, quale ci con1entono oggi di definirla i risnllati degli studi diligenti o sottili di chi ooll'opora del Vasari si è addestralo • sceve– rare il certo dall'incerto, il giusto dall'ingiusto. Seguiranno ogni vita due brevi appendici: di discussioni, correzioni, schia– rimenti del te,to, espressi con la mauima sewp\ici1à o conci– Aionc, l'una ; di indicazioni bibliografiche, contributo quanto più sarà possibile ampio alla compiuta bibliografia dell'argo– mento, l'altra. Ogni volumetto recherà da otto a dicci illu– strazioni, riproducenti il ritratto, (anzi, tutte le volto cbo s: polfà, l'autoritratto) dell'artista, e lo sue più 1igni6cative op celebri opere. OPUSCOLI * PASQUA.LA o'ERCOL!:: L' i11seg11am1nlofitasojlco e pe,(a– -&ogico ccc. (ettr.) - La reintegracio11e della FncolM leolosict1 estr) - L'essere efloluHw fi11ale ccc. (utr.) {1910 o 1850?) * DJllCE MASSARBTTIGa1HAGN!NI maestra di Bor&:o s. Donnino A S. E. il /lfillislro dtlla P. I, p,rcJ,è eslmda il re,,-,,,, co slit,,:,'q,ui/e. afla g,·,,,-,Jdi#1011e$eolastica d~l protJt11dilor• E, col• (Cremona., tip. Pedretti, 1910, opu1c,) • MA.RIOFALCO Il 110fliuimo diritlo d,lla d.iesa callolùn. (estr.) linter,). )t A. A. Zono1.1 : Liriimo e logica di G"glidm# Fernro. Ln toua, Bari, 1910 estr. !critica viv11.ccdel discorso F. nella N. Ant,J. « A. MAO!:LLINI: La. statua della /01·tu11a iH Fa110, Fnno, 19t1. i( RoBaRT0 MARCUCCl: Cam,.llo Ca.uoNr (opus. Viterbo. 1910). * A1.2SSANDR0Cuurrsu.1: Per la di'ar,1osi morale del 11oslro l,mpo (est.). * GUSTAVOU1.12LL1: Ul/crn al< Gi'or11ofed'ltnlia > d•lla quale si impara come uo pro– feuoro possa esser tro.slocato per avere denunziato irregolarità amministrative dell'istituto cui appa,tiene, ad una università. dove non ha 11ll iù\'i né meazi di studio. Na1uriùmento in que– lla porcata c'entra la Magsoncria. Estraggo due periodi. < Ho molti amici fra i massoni. Uno di essi però mi diceva: - Pur– troppo i, vero I Non tutti i frammassoni sono farabutti, ma tutti i farabutti 1ono frAmmassoni >, e Un collega mi disse: - La ·atarupk universitaria ai occupa s<°llo degli intereui materiali dei profeHori, non degli interessi morali.• i( Gusu.vo Uz1BLL1: In m_.emoriadi Pnolo dnl Po:so Toscn,,tlli (cstr.) [La ,coperta dell'America è dovuta alla necessità di scoprir nuove vie al commercio con l'oriento interrotto le solite dalla invasione del Turchi; o poichè il ma11!mo commercio cran lo spezie o prin– cipalissima il pepe, che fuogeH anche da moneta e si potrebbe dire che la scoperta dol Nuovo '-fondo più che al genio d1 ·Colombo, ai devo attribuire alla mancanu di pepe in Europ11..>, *· Pro Cultura. Popola.re di Como. Relazione IQ09-l910. Dati e notizie dal 1903-4 al 1909•10, (Que!t'opuscolo è un vero in· segna mento di quel che si può fare per I' iscruzione popolare in una provincia dO\'C enti e privati sono generosi e attiviJ. * PRO.P.loR!.:11%0RAtT0: Dirilto d,. n./Jorlire e nalo di a/Jorlo (estr. da /a Gù,acolog,·n mode,wn 1go8). [Soslicnc la liceità dì un:1 steri'tità volontaria da p;ute dellA 1l011ntt,cnn l'opulsione dt1;ll'embrionc non ancora feto. L' A. si immagina da ciò forse -4roppi miglioramenti dellA vita sociale, Però importante!,

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