La Voce - anno II - n. 53 - 15 dicembre 1910

LA VOCE I CONFINI DELLE ALPI GIULIE 1'101\"Tf ~roio ·~ / 14-l ( ......... ♦ ••••• ,n.;w ,1,llA, ,.rwr;..,,~ _____ Uf,IM d/ ;,,,~• - T,mt,,,,.-,1#1, 4tAw ..: IL TRENTINO Alpi Giulie. Napoleone scriveva a Beauharnais: « La seule limite militaire à établir est la limite trncée par la nature méme sur les somrnets des montagnes où se séparent les eaux de la Mer Noire et celles de I' Adriatique •· Cosi nell'opera. dello Stato Maggiore sardo • Le Alpt c/Je c111go_110 l'Italia considerate militarmente così nell'ant1ca come nella presente lor condizione » (_lal d_elle ; parli fu pubblicata nel 1845), le Alpi. Retiche e Alpi Giulie sono considerate c?me 1.c~nfin1 nord-orientali e orientali delln pemsola Jtaliana. Questi confini sono il punto centrale della pro– paganda irredentista. (V., S1GJSMONDO BONFIGLIO / /ermi11i d'/lalia dal Monte Nevoso al Quar11ero .. ~ ~- ~ T;rr,lrf'?1,16/f.t1 ,1,,,, frJ,KJc - Ji-,-n~"';,'-",,,.,.,,..',,f,_. . ---- C..~, lld"4p,.,W1uà. --·· ·······•-··· ...Cttf-..1 .,Jr,· ~t.,-"t·,t1,,lrrl. e la loro politica t'mporlnnza, Firenze.,.1866; G1U• SEl'PE l\lARCOTT1, Il confine n11stro-itatia1101 « Ri– vista Europea - Rivista internaziona_le », 1 !11ag:: gio 1877 - dove son riassu_nti var! lavora), 51 continuano a sostenere senz' interruzione. Anche oggi. (v. CARDUCCI, Opcr,. Xli, p. 150). Dice il 8ARZll~AI: e Per assicurare la difesa •Il' Jsonio ci bisogna jl po!SCSSO delle Alpi Giulie. dove pos1i11_mo prcvtnird il nc.m1co,nt•~dandone ! 1 r~~ll:~a~d~ic:;,in~ ~~!i q:•;;c~~~~ 0 d:11!.:i:cd~lu~i~~~!~ 1 >~·, d n• J\la vediamo un poco cosa sieno questi con• fini. Il confine dcli' Alpi Giulie è: \'alle del Fella o Val cli (erro, Sella di Saifnitz, Sava di \Vurzen, Zeier cli P0lland, depressione segtiita dalla stradn provinciale Lubiana - Idria, lson• zo, pianura friulana. Guardate la nostra cartina dell' Alpi Giulie: si penetra fino alla Carinzia (Caravanche), e dentro alla Carniola, quasi fino a Lubiana! S'includono metà degli sloveni o più : qualche cosa come mezzo milione. I con• fini strettamente naturali non difendono (tra Lubiana e Idria il terreno è scoperto o colli– noso), e sono impossibili. lstrl■1 Trieste. Ma ci sono i confini seminaturali, segnati dal!' incassatura dell'alto Isonzo, passo ciel Pre– dii monte Kanin monte ~laggiore, monte ~la– taj;,r, (sin qui, rn 1 eno il Predii, confini attuali), letto cieli' Isonzo da Tolmino a Canale, selva di Tarnova, Vipacco 1 catena trasversale del Piro, ibloteca Gino Bianco 465 pa~so di Pracwald, fiume Reka, marg1m orie.n– tah del Carso, Monte Ne,·oso, Caldiera. Per comprendere tutta l'Istria fino a Fiume non è possibile che circa questo confine. E tutta l'Istria fino a Fiume gl' irredentisti la vogliono ancora oggi: CESARE FACCHINI in un discorso pubbli– cato dalla « Dante Alighieri », ripubblicato dalla Cra11d.e Italia, 27 nov. 190. dice: u~ :~~ ~i•~e:::~1:•d:11~\~:~~~hdi ~~i~hil;~~~~t / 1 ;~~l&}!~ m1nc1adal e.olle di Cadibona 11• 111 Bormida e il lOrren1c Lidm• :d ;orr:nd~:c ~~ ;~:. 11 r~n, 1 ;r:vi; 11 '1e ·!1:l°o:ien~i~C: 0 c:ngi ~~ ~~~u~.i~le /roir~~~abi~~hcd;el 1 ·i;J~anba~i~:n• .;!d~~o.~p~~t=~i~ gran parte 1n mano a\Jo 11ran1ero >. Ora questa imprecisione, che dove non si può nutrire di manualetti ginnasiali non sa dir altro che « termina al monte Nevoso, » nasconde il fatto che questo confine è in parecchi punti non solo scoperto, ma difficilmcme munibile. Per cli più. si do,·rebbe includere parte del capi– tanato di Tolmino, parte dell'alto Goriziano, tulto il capitanato di Sesana, parte di qutllo di Adelsberg, la Liburnia, il Paese dei Cici, un pe7.Zo della Croazia : paesi assolutamente slavi. ~la poiché « finché non saremo padroni cli tutte le terre continentali, peninsulare, insulare che fanno deW Jtalia un corpo solo e indivisibile coi mari frapposti... non a\'remo mai assoluta sicurezza politica » (C. Farchini), oltre a Nizzil, Savoia, Corsica, bisognerà anche avere l'isola di Veglia, di Cherso, di Lussino. l\la già i primi propagandisti che conosce– vano l'Istria, sostenevano semplicemente la linea che dal Tricorno va al monte Maggiore d'Istria. Non son riuscito a veder bene come l'intende• vano. l\la già rinunziavano a Fiume. Dal monte Maggiore c'è due proposte : J) fino a Fianona, lo stretto di Faresina, il dorsale cieli' isola di Cherso (cosl l'isola sarebbe dimezzata tr::. Italia e Au• stria); I I) fino ali' Arsa, lungo l'Arsa (linea ph\ occidentale). (Il llonfiglio invece, con lo Stato I\'laggiore Sardo, sosteneva i Caldiera). A Trieste si pensa anche un limite pi\\ mo• desto: dalla spaccatura di Duino lungo il ci• glione dei Vena (ciglione del Carso Triestino, m. Taiano, m. Orliak (circa il tratto Herpelje– Lupoglava della ferrovia Trieste-Pola), m. Mag– giore). Ma in questo modo il confine friulano e triestino sarebbe più che problematico, anzi pe· ricoloso, perchè concederebbe ali' Austria le po• sizioni dell'altipiano. Il territorio nostro sarebbe, lungo il golfo di Trieste, una semplice scarpata a picco. E Trieste, per di più, non può rinun• ziare alla sua campagna. Prlull. confini veneto-friulani sono attualmente ridi• coli. Dopo l'alta valle dell' ludri, limitata dalla catena del Matajur, tutto il tratto. di Cormons (fra Pren1ariacco-Chiopris 1 circa) è segnato da quel misero rigagnolo assetato che è I' Judri. Ma, almeno doganalrnente, un segno c'è. Dopo, invece, per tutto il territorio di Palma (da Chio– pris-Cervignano) il confine si tira avanti, sl e no a forza di fil di ferro spinato, cosi che, dice L. C. SCHIAVI ( Una porta sempre aperta, • Italia all'estero », 20 febb. 1909): c. In certi punii i buoi aell'anre panano e ripuaoo d• uno S1ato all'altro: altro•e uno dei buoi cammina nel territorio del ~~:o~.~al!jo df'~C:a i! :o!~a1~:':t°te1à ';s~f :~~~o:~iei'i~:r~f:: t di ,i.so frs i due 10.-erni amici e alleati •· Nascono ogni giorno impicci amministrativi e doganali bellissimi ; tanto che già nel 67 s' ini– ziarono tra l'Italia e l'Austria trattative per rettificare il confine in senso doganalmente più facile. Ma l'Austria le troncò, temendo che la questione s'allargasse per il Trentino. Dopo que– sto tratto incerto si scende lungo I' Aussa nel• l'Adriatico. (E qui c'è la questione del diritto ita– liano su Porlo B11so 1 usurpato sostanzialmente dall'Austria. v. Sc1-11Av1, op. cit. Per la circa, e– guale, ma oziosa, questione delle isole(?) Pelagose, in mezzo ali' Adriatico, v. A BALDACCI, 111/orno alle Pelngose, « Italia all'Estero » 1 5 luglio 1909. E ora ha fatto chiasso la questione di Cù11a Dodici). Qui è chiaro che l'unico confine è solo l'Isonzo, limite geografico-storico, aggiungendo poche decine di migliaia di sloveni a quelli di S. Pietro. Ma lo Schiavi propone d'ottenere amichevolmente dall'Austria almeno il tratto fino all'ludri-Torre-Sdobba (circa 40.000 ab., tutti ladini-veneti). Nel primo e nel secondo caso si rinunzierebbe al Monfalconese, Trieste, Jstria. E Gorizia? (v. anche, per le fortificazioni, L. o' ADDA, Come sbarra-re la breccia aperla Ira Udine e Porlo Nogaro 1 « ltalia all'Estero », 20 ag. 1909). Tre■Uao. Non occorre ripetere che l'Austria per il lago di Garda, la Val Lagarina, la Val Susana può inondare in pochissimi giorni di soldati la Lombardia e il Veneto. Io non me n'intendo: ma c' è quasi tutta una scuola di t~cnici mili– tari che affermano, in caso di gu~rra, l'Italia potrebbe appena difendersi al Po. E chiaro che la rettifica dei termini trentini è problema as– soluto di sicurezza per I' halia. Cl' irredentisti moderni : e Ci occorre tutto (il territorio), 1ino al Brennero, e non la sola p•ne meridionale comprenden1c Ro•ereto e Trento, altri– menti I• questione urc.bbe allenuata 1 ma non risolta, ed i ~ri– coli ~trc&bero ridivenire gnvi alla prima ocCNione_di os11lilti. ~ ::!:~ 0 0 °:/~i ~:fJa~~~. 0 ~e~ti:i:~,e~~ 1 r: j~e vi:?:n'!! ~!Ù•'i~: YHione 11r•niera, non pub menomare i nosi.ri diritti aul suolo potrio. cn110 i confini che la natura ci ba dato•· ( 'frùde• rrettlo, Almanacco, Roma, tSSS). Cosi il confine del Regno d'Italia dal 1810-14 comprendeva l'alto Adige. Però, in realtà, con qualche reciproca rinun– zia, più grave in tutti i casi per gl' italiani, non può esser difficile trovare un confine tat• tico non troppo differente dal linguistico. Il quale è, con buona approssimazione : l\lonte Cevedale (gruppo dell'Ortler), crinale dell' Alpi dell'Aunania (le valli laterali sulla sinistra del Noce sono italiane), valle dell'Adige fra Salorno ed Egna, crinale dell' Alpi cieli' Avisio, delle Alpi FaSsane (compresa la valle Gardena), pen· dici merid. del i\Iarmola1a. li 3 luglio 1848 lord PAL~ERSTON scriveva al barone di l·lummelhnuer, inviato austriaco: « Au nord du Tyrol la ligne (fra l'Austria e l'Italia) pourrnit étre tirée quelque part entre Trento et Bolzano ,). Linea sostenuta anche dal GAZZO· LETTI ( • .. dall 1 Ortelio ... spingendosi ad oriente sino a quella della Marmolata separa nettamente il Tir. tedesco dalle valli di Sole, di Non, di Cembra, di Fiemme, di Fasse, ultime terre trent. a sette111 •) e dal BONFIGLIO(benchè egli neghi che il confine etn. possa concidere con il geogr.). S. S.

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