La Voce - anno II - n. 51 - 1 dicembre 1910

448 LA VOCE tie, dalla sua azione, dalla sua \'Ìta, vorremmo dir quotidiana. Cosi parrà a qualcuno che ci mettiamo su un piano inferiore, di mediocrità ; ma non è appunto questo il piano di Leila, di questo romanzo che il buon padre ha dedicato alla sua figliuola ? Che cosa sono i luoghi nei quali si svolge l'azione se non gli stessi nei quali il Fogazzaro vive ora e villeggia? Voi ri– cercate un qualche valore di espressione fanta– stica in quelle descrizioni di monti, di acque, di paeselli, di ville? E avete torto. Non ce n'è nessuno. C'è l'uomo che ci vive in mezzo e ,·edc quelle cose ogni giorno e le guarda e le de• scrive con un senso tranquillo di possessore beato, in un soliloquio un pò stanco, e alfine, si capisce, un pò noioso, appunto perchè è un soliloquio. Non c' è I' impeto della invenzione. C'è la monotonia del ricordo che si ripete, ed ecco le fonti che chiocchiolano dalla prima al• Pultima pagin:l del libro, e i monti che s'alzano al cielo con la loro faccia eterna. Hanno un bel passare le nuvole sovr'essi, e scoppiare il tem• porale ; variano ai nostri occhi per il colore, non alle nostre anirne. Kon è la ì\lusa che le guardi e guardandole le muti col mutar dello sguardo; è il possessore della Montanina, che quando è sazio della vista loro, prende il treno per \'icenza e va sul lago di Lugano, a ì\tamette, a Dasio. Come fanno i suoi personaggi. 1 quali sono ombre e maschere che il poeta non cren, mn che il gentil uomo riproduce con simpatin di sulla scena della vita. Li ha veduti tutti, li ha conosciuti, a ~filano, a \'ice1!za 1 al· trave i nelle sagrestie, nei saloni, nei quali per i quali egli p:'lssa e li ha osserv.:lti non scnzn una mano:.ueta penetrazione ironica, o non senza un caldo consentimento. Sono sue conoscenze. Quasi quasi ci pare cli poter dire chi t ì\lassimo, quale è il MIO nome e cognome nello stato CÌ\•ile. Onde accade che certe scene di Leila sono riproduzioni dal vero. È riuscito allo scrittore far pass:1re certi perso. naggi dalla vita :tll'arte; quei preti, per esem– pio, e quelle beghine. Non si è gentiluomini per nulla. E l'ironia garbata deWnomo,ha sal– vato qualche volt:,, l'artista. :\la non poteva riu– scire a tutto. Ossen·are la vita sta bene : que• sto può aver molto valore per i particolari. Ma interpretare bisogna, cioè dare ai particolari il valore che vuole lo spirito nostro. Bisogna costruire. Aver conosciuto un ~lassi– mo Albcrti non basta quando ùella sua persona si voglia fare una creatura dell'arte. Bisogna ri• co111i11ciarc eia capo. Poichè le rngioni di vita di un uomo che noi conosciamo, sono in lui, ma le ragioni di una nostrn creazione artistica non sono che in noi. Prendete pure dalla vita tulto quello che volete, uomini, cose., casi, intrecci e la favola e gli eµisocli; vi accorge1·ete a un punto che questa altrn cosa non è che materia delle vostre impressioni, e sarà sempre disordinata, errante, confusa, se non infondete in questo caos un ordine e una legge. La vita ha certo i suoi romanzi e i suoi dram• mi, mn saremmo tutti artisti immortali se dalla vita li potessimo ricopiare sulle nostre car• telle servendoci della memoria e della osser– vazione. La legge della grande arte è la creazione. Pare invece che la legge di questa arte del Fogaz– zaro, sia l'impressione e il ricordo. Ed ecco perchè in certi particolari egli riesce ; mentre nel generale fallisce. Leila è come un taccuino di note, preparate per cavarne un lavoro cl 'arte. È una tavolozza che doveva preparare il quadro, e che invece lo ha sostituito. r.lanca il ripen– samento dell'artista; l'espressione fantastica uni– ta, complessivn non è venuta. Questo romanzo è sovrabbondante insieme, stracarico, ed è povero e meschino. Come pre– parazione era buono; come esecuzione 11011 va più, perchC la mediocrità sovrabbonda e dilaga, come conclusione poi non ne porge nessuna. Questi « drammi di anime » non ci co111muo• vano, questi casi di coscienza non ci persuadono; questi bozzetti ci fanno da prima sorridere e poi ci annoi:rno mortalmente ; come tutti i riempi– ticci. Cerchiamo nel lavoro una qualunque virtù e non la troviamo. Ci rimettiamo a leggere una pa,;-ina con una aspettazione molto inferiore, ma 11011 mediocre, piuttosto mezzana. e la pagina ci dice molto meno la seconda volta della pri– ma. Esaurito l'interesse - per· quanto esile - della favola, il racconto non ha più nessuna for7,., d'attrazione. Le sillabe e le parole in una seconda lettura si mettono addirittura a ballare sotto i nostri occhi, e si scompongono, si sfa– sciano, non hanno più nessuna virtl) cli attacca• mento al posto in cui l'autore le ha messe. Lo sfacelo dello stile vi riappare a un grado tale che non può essere superato. Vi accorgete di aver letto cinquecento pagine di una prosa a periodi corti e uguali, slegati, frammentari, senza variet:\ e complessit:\ di moto, di azione, e senza colore. La stampa fitta, malvagia, vi piove quelle migliaia e migli:da di lettere come un cielo d'autunno chiuso ùa ogni parte dalle nuvole vi stilla la pioggerella monotona. L'impressione di vuoto, i,i fa phì penosa, pcrchè è definitiva. \'e la sentite pesare sull'anima deponendo il libro con una stanchezza indicibile. E se qualche cosa galleggia su questa ,·ostra impressione sono gli episodi esteriori della vostra lettura, gli sguardi di terrore lanciati ogni tanto ai numeri delle pagine, la sedia troppo dura, la poltrona non abbastanza comoda, il sofà su cui vi siete ad• dormentato con il libro fra le mani. Purtroppo, quello che vi fu più tristi è un altro pensiero. Il pensiero che questa decadenza dei nostri maggiori autori è proprio quanto di meno peggio abbia oggi la letteratura cl' I– talia. I giovani che vengono su valgono assai meno neWarte dei \·cechi che se ne allontanano stanchi e sfiniLi. Fogazzaro, Pascoli, D' Annun• zio sono tre rovine l'una accanto all'altra. l\la non d fa ,·olgere da loro nessun principio e sentore di nuo\'a grandezza. I.a decadenza di costoro è un culmine, da cui ,;i decade an– cora. E con quanta presunzione di animi e con quanto fastidio di vane e stolide parole 1 Poichè in ogni decadenza c'è sempre accanto alla tristezza di alcuni il carnevale e l'allegria di altri. .,..,..,,,__ Telefono della VOCE 28-30 Sottoscrizione per I processi di Ciaclano Salvcmlnl. Genova, lS Kovcmbrc 1910. Caro Pre::=olini, Sono informato clte la 1"C– da:iouc della Voce, su proposta di 11,t n,io amico, !,a diramato dette sc!,ede di sottoscri::io11e per rnuog/iere i fondi d,c ud po/ra11110ocrorrere in occasione dei processi per la c/e::iouc di Albano. i!.: inutile e/te io ,-iugra.d te e gli altri amici di questa prova di solidarietà, e/te ave/e credulo oppor!uuo da.rm ,: e di cui sento l'allissimo valore mo,·ale. 11/a delle iui:iative, elle /10 credulo mio dovere prendere nellr po!emicl1c di Alba110, e delle accuse du /10 falle ed ho ricevute, iulendo essere io solo inco11di::io11alamc11/eresponsabile. Az 1 e11do ag-ito con piena e chiara co11sapevok::::a dei fini, che ·vohz 1 0 raggi1111ge,·e, /10 il dovere di rimanere io solo di fronte ai miei avversari, forte esd11sh 1 a- 111c11te delle mie ragioni, e deliberato a non n·– fiu/a,·e od alleuuare ucssuua. mia ·respvnsabiliM# anche fi11a11:inria. Se qualrhe somma i stata finora sottosc,•i/ta e i solloscritlori desiderano 11011 ritirarla, essa può essere inviala al Giudice /Jfajetli di Roma per il 1'1/ugio dei mil101·e1111i abbaudonali. Coi se11lime11tidella più viva amicltevole rico- 11osre11:aa le e agli altri amici /110 G. SAl.\'EMINI Non ci resta che a prendere atto del deside– rio ciel nostro amico e rinunziare, per ora al– meno, ali' idea, aspettando una migliore occa– sione di manifestare il nostro animo verso lui. La sottoscrizione aveva già raggiunto varie cen• tinaia cli lire; dentro la settimana restituiremo ai sottoscrittori il denaro. La /Ore. Polemica Murrl•1~loocchi. Caro Signor Pre:::olini, le mie lettere al l\lurri, non meno che le risposte cli lui, già mostrano i termini essenziali e irriducibili della nostra di– scussione. Non mi sarei più fatto vivo, per una replica, se il :\lurri, nell'ultima sua 1 11011 avesse osato dirmi, che di fronte al cristianesimo e al cattolicism0 io mi chiudo in una negazione ste– rile ed infeconda. Protesto contro questa affer– mazione, non sostenuta da qualsiasi prova. Facile mi sarebbe il dimostrare, che se le eventuali mie negazioni formano il passaggio ad una af. fermazione superiore, iiwece le molteplici affer– mazioni del l\lurri sono semplicemente confusione di idee. Ma non abuserò dello spazio concesso dalla Voce, e riserbandomi comunque di tornare in argomento, C\literò che continui una polemica già per il pubblico diventata inutile. 11 suo dcv.mo SALVATORE~IIN0CCIII. La relatlone del Convegno per la Q. S. conteneva qualche inesattezza, particolarmente nel riferire alcune proposte di Assagioli, di Salvemini ecc. Sono inconvenienti impossibili ad evitarsi e i nostri lettori li avranno schi,·ati col semplice buon senso. Rendiconto Convegno per la Q. S. Entrate tessere di adesione (121) Un'oflCrta L. . L. L. 2.12,00 3,00 245,00 52,00 Spese tipografiche per circolare, tes– sere, moduli, incarto Raccom_anclate, telegrammi, posta vana, vetture » 32,65 L. S4,65 Restano L. t 6o,35 \'Crsate alla signora Bice Cammeo per u Ri- fugio temporaneo dei fanciulli abbandonati in Firenze (Viale \'olta). ,, Per Il '' Rlluglo " del giudice Malelll : Somma prec..:t:clcntc L. 101,6o G. For., Napoli 2,00 Lu1sn ì\larrni, Firenze 1.00 F. F., Prato B. C., Napoli Comm. E. Casavola Alcuni studenti della Scuola Normale masc1~iledi Napoli, soci dell' Et>· pur s, nmoz•e N_. N. in memoria ciel padre S1gn. Anna )lanis, Firenze C. P. 1 Firenze 1,00 ,. 10,00 I,00 5.00 3.00 » 20.00 ,.oo L. 146.6o -\( Il prossimo numero, è c!ec!icatoalla questione cieli' e lrrec!eotismo >, sarà cli pagioe fO, con 3 carte (Trieste e Istria, linguistica; T reo tino, linguistica; Confine Alpi Giulie) e statistiche. Non ha scopi e polemici >, ma e clic!attici >, Vi banno collaborato persone cli varie tendenze. Co– sterà cent. 20. Chi ne vuole fO0 copie mandi L. 12; 50 copie L 6; IO copie L 1.20. -\( Il 15 dicembre escirà il secondo e Bol– lettino bibliografico > riserbato ai soli ab– bonati. -\( Abbonamento dal prossimo numero a tutto il 1911L 5.50. GIUSEPPE PREZZOLINI, Direttore. ANGIOLO Gtov ;;.NO~;;, ~g-;;;,,/;-rt;po,uahite-:" ------- ~.,..,.. __ .,..J Firenze - Stab. Tip. Aldino, VI• dc' Rcoal, 11• Tcl. 11-!5. Bibloteca Gino Bianco FRANCESCO PERRELLA, Editore NAPOLI PUBBLICAZIONI SCOLASTICHE PELLIZZARI ACHILLE. - Su la vetta. Pagine d'arte e di vita, scelte e annotat~ per uso delle scuole secondarie inferiori: ginnasiali, tec?iche e c~mplementan. Seconda edizione riveduta e accresciuta. Un volume d1 950 pagme . L. 3,00 Dai secoli. Pagine d'arte e di vita, scelte ed annotate per uso_ d~i ginnasi su– periori, degli istituti tecnici e delle scuole normalt e commerciai!. Un volume di 950 pagine . . . . . . . . . . . . . . - . - • • • L. 3,50 ?liL\RUFFI GIOACHINO.- Grammatica della lingua italiana ad uso delle scuole secondarie. Un volume di 280 pagine . . . . . . . . . . , L. 2.00 ALFÌERI VITTORIO. - Vita scritta da esso, con note di Emilio Bertana, indici e illustrazioni grafiche. Un volume di circa 350 pagine . . . • • _L. 2._00 MANZONI ALESSA.1'IDRO. - Liriche dichiarate per uso delle scuole da G10achmo Brognoligo. Un volume d'oltre t oo pagine. . . . . . . . • . - L. _1.00 RAMORINO FELICE. - Fedro, Cornelio, Cicerone, Eutrop10. Brani scelti ed annotati per uso della 2: classe ginnasiale. Un voi. di oltre 200 pagine L. 1.75 CANtLLI CARLO. - Cesare, Curzio, Rufo, Cicerone, Catullo, Tibullo, Pro– perzio, Ovidio. Opere scelte e commentate per uso della 3." classe ginna– siale, arricchite d'un trattato di prosodia e metrica e di un vocabolario. Un volume di 520 pagine . . . . . . . • L. 3,~o CAGGESEROMOLO. - Storia del commercio ad uso delle scuole dt commercio e delle persone colte. Un volume di oltre 300 pagine_. . L. 2.50 Editori GIUS. LA TERZA & FIGLI Bari Sono usciti i primi sei volulT]i degli SCRITTORI D'ITALIA (Grande collezione che si comporrà di circa 600 volumi) Formato 8. 0 lo carta a mano. lirici marinisti a cura di BENEDETTO CROCE . BANDELLO il. - Le Novelle, voi. I a cura di G. BR0C>(0LICO GOZZI C. - 1llemorie inutili, \'OI. I a cura di G. PREZZ0LINI DELLA PORTA G. B. - Le Commedie, voi. I a cura di V. Sr:UIPANAT0. BOCCALINI T .. Ragguagli di Parnaso e Pielra del paragone politico, a cura cli G. RuA. RANDELLO i\l. - Le 1Vovelle, voi. 11 a cura di G10Ac111N0 8R0GN0LIG0 . 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Mlohslanglo/o Buonarroti. Lettere con prefazione cli Giovanni Papini. \'ol. Il (1542-1563). Ser Glorannl Fiorentino. Il Pecorone. Quindici novelle scelte, con prefazione di G. Papini. Anlon Franouoo Grazzlnl detto il Lasca. La Strega. Commedia a cura di G. Papini. Traiano Booo,llnl. Ragguagli di Parnaso. Passi scelti a cura ciel D.r G. Gabriel. Guido Cavalcanti. Rime. Con introduzione e appendice bibliografica di E. C. I SANTI NELLA VITA E NELL'ARTE COLLEZJO;,.E DI \'OLU~ll SPLENDIDA~IEXTE ILLUSTRATI Volumi pubblicali: 1. Matllds Se,ao. San Gennaro nella leggenda e nella vita. Un volume cli 300 pagine con un quadretto del So!imena, una co111posi1.ioneciel Dalbono e 28 illustrazioni artistiche - L. 6,-. 2. Dl,go Ango/1. Sani' Ignazio da Loyola nella vita e nell'arte. 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