La Voce - anno II - n. 50 - 24 novembre 1910

444 mancanze (eufemismo che vale furti) dimostrnno che il personale esecutivo è ladro; tocca a lui a moralizzarsi cd economizzare. e) « il go\'erno non vorrà rinunziare al van• taggio di avere nell 1 :1Zienda stessa un corpo di– rigente sulla cui assiduità ed assidua collabora– zione possa sempre fare sicuro aITidame1?to ». Adagio. Peccato che a questo perfetto codice di poltroneria borghese ad u'io dei funzionari dello Stato, si dtbl>a fare il commento. Non andrebbe sciupalo. a) È il leit-motiv di ogni domanda. Va però notato i) che vi sono nell'azienda numerosi agenti laureati i quali 1 per fatalità di organico e 1nan– cata organizzazione di pro11)ozioni guadagnano la metà elci funzionari 2) che questa rngio11e può aver peso ove sia contenuta negli stretti limiti della neces!i-it:\ economica, mentre cli necessita economica immediata non può assolutamente par• larsi pei funzionari l:mreati 3) che in questi giorni di maggiore elasticità delle cl:'lssi sociali, cli cre– sciuta cultura individuale al di fuori delle scuole, non si possono accampare pretese di casta senza integrarle cli una sostanziale dimostrazione della capacità e del magg•ior rendi111ento sociale; /J) ragionamento infantile che ha nella ferrea economia vitale la su:1.smentita recisa colle san– zioni della disoccupazione, della selezione dei migliori ecc. ccc. Si può osservare che papà ha speso male il suo rlena,o e che lo stato non deve essere un istituto assicuratore di un ceto pri~•ilegiato. E un argomento cl' altronde dal quale ha ri– fuggito buon numero dei congressisti dando prova di senno. \'a notato, come contributo alla dia– gnosi morale del co1wegno che l'autore di questa peregrina trovata, ha ottenuto la laurea in servizio e cioè più 091eno a spese dell'Amministrazione. e) le indus1rie priv:-tte pagano di più; sì, e pretendono orario indeterminato. responsabilità assoluta, i11teress.a111t:11to e utile immediatamente constatabile, cauzioni, periodo di prova infrutti– fero; non d;i11110 pensione, licenziano su due piedi. Va aggiunto, 1) che vista la grande domanda di ingegneri nell'industria italiana odierna, deve ritenersi che l:t maggior parte di quelli che scel– gono le fe1 rovie sarebbero i11c:1paci di assumere i gravi oneri di cui sopra e ritengono, nel com– plesso, più vantaggioso I' impiego ferroviario; che la plc::tora di personale sedentario nell' Am– ministrazione si verifica tanto tra quello esecu– tivo che tra quello diligente sicchè, p. es. gran numero di ingegneri non prestano affatto opera tec11ica, ma hanno mansioni puramente ammini– strative; ce ne sono addetti al personale, ce ne sono due e a volta tre a capo delle Sezioni Mo– vimento e Traffico (uno strabasterebbe) assoluta– mente ignari del delicatissimo servizio commer– ciale cui sovrintendono, ingegneri navali (di quando la laurea di ingegnere navale si dava anche ai minorenni) o civili senza cultura nè competenza ferroviaria che occupano posti ai quali, mediante adeguati esperimenti, dovreb– bero accedere invece i migliori Capi Gestione e Capi Stazione della linea. La preferenza data agli ingegneri in tutti i servizi è un'ingiustificata estensione di un fatto storico è cioè la neces– saria prevalenza nell' industri~t dei trasporti data alle forniture del materiale, alle costruzioni ed ali' armamento delle linee, sulle funzioni atti– nenti all'esercizio. Gli ingegneri, specializzati nei servizi tecnici : i\lateriale, Trazione, i\lanuten– zione, Reparti tecnici ;:tcldetti al i\lovimento e Traffico, dovrebbero quivi trovare una remune• rati va ed intensa prestazione d'opera tecnica; vi è indubbiamente un grave errore di organizz..t• zione nell'azienda ferroviaria e vi sono dt:i fun– zionari eccellenti, specialmente giovani, sacrifi– cati nel lavoro e nelle remunerazioni di fronte agli Ispettori Capi addetti alle distribuzioni dei pennini e della corrispondenza, che presiedono uffici creati apposta per collocarli. E questo so– prnttutto nei servizi centrali. È veramente de– plorevole che il convegno che ha preteso di porre una pregiudiziale morale, non abbia fatto parola a questo proposito. d) Ho nccennato, a suo tempo, alla grave passività annuale dovuta a indennizzi pngmi per furti, mancanze, avarie, che è un indice della negligenza ed anche della disonestà di una parte del personale di linea; ma di fronte alla brutale accusa lanciata in massa al personale e:,ecutivo con tanta leggerezza va replicato 1} anzitutto che essa si appoggia su dati di fatto erronei (deplo– revolissima leggerezz:-1 in materia cosi delicata) perché non si è tenuto conto nel computo del passivo dovuto a queste cause, del ricav:-tto, non trascurabile, dalle vendite delle merci eccedenti, occasionalmente disguiclate, che 11011 hanno tro– vato pareggio 2) della disonestà degli utenti la ferrovia nelle loro pretese di indennizzi 3) infine della responsabilità concor::,uale dei dirigenti stessi che ;1ssu111ono in servizio personale senza garanzie morali, non solo, ma anche segnato da condanne penali, come ha giustamente rilevato Trevisonno. Aggiungo che la pessima organizzazione dei servizi di carico, istradamento, trasbordo, custodia delle mere.i, imputabile in buona parte al perso– nale dirigente, non è l'ultimo fattore delle irre• golarità e facilita notevolmente gli abusi. li personale laureato dirigente le ferrovie, ha, in conclusione, dimostrnto con questo convegno di voler insistere nel disgiu11gere le sue pretese di miglioramento da una riorganizzazione fonda• mentale della farraginosa macchina ferroviaria. Esso segue il personale esecutivo anziché pre– cederlo. Le sue pretese di moralizzare comin• ciancio dagli altri, sono troppo comode per non essere sospette Proprio in questi giorni in cui si è inaugurato I' Istituto Superiore posteleg·ra– fico ha dimostrato di non volere collaborazione intelligente, ma supremazia ed automatismo cli• sciplinare dei dipendenti. \"uole insomma una funzione politica, di poli;,ia. cvme nelle prefet• ture e nell'esercito. E que::,tù è un pernicioso controsenso in un'azienda che solo mantenendo la sua naturn eminentemente industriale potrà rispondere alln g-iusta aspettativa del paese che lavora. Con questi principii non si meravigli se la collabornzione del personnle clipe11clente gli vien meno. li personale dipendente non lo co– nosce : è buona e co1noda regola in ferrovia che il Capo cieli' Ufficio non chiami mai a sè direttamente i suoi agenti e passi quelle pochis– sime ore di servizio suggellato nelle sue stanze, sfuggendo cosi ai facili controlli della sua ca– pacità e della sua solenia e dando modo ai pic– coli graduati che lo accostano di legittinrnre in guo nome ogni arbitrio. Vi è tacito accorcio tra superiori e dipendenti per ingannarsi a vi– cenda. Perché quella fittizia creazione di auto– rità che è la gerarchia, raggiunga un fine pra- LA Lico, conviene che sia sostenuta da un solido scheletro morale. li suo movimento di orologeria (titoli cli ammissione, aumenti a scatto, promozio• ni per an.d:rnità) fondato solta11to su ragioni cm· piriche di praticità, deve tendere a ripristinare la naturale gerarchia umana pel" aver consistenza. E quanto ali' ultima sua affermazione (e) che è quasi 1111 tentativo <liricatto verso il g-overno, una minnccia cli sabotaggio ben lontana da quella leale collisione di forze che può esser lo sciopero, essa non 6 temibile perché è già attuata. La Voce. TURLUPINEIDE SCOLASTICA Ili.mo S~r- Direttore, Ella ricorderà che quando io, sulle notizie raccolte da fonte sicura, annun– ziai il tenore vero della decisione dt:I Governo sulla que:--tione dei libri cli testo, su <.p1alche giornalt:, che prima ne avea dato una versione inesatta, comparve un tentativo cli smentita. Posso orn comunical"le, con preghiera di pub– blicarlo, il testo preciso di eletta decisione, già notificato dal Commissario Prefettizio a parte dei direttori, e che ~nona cosi : « Dnlle informazioni che ha fornito la S. V. « Ili.ma e dall'esamt degli atti rilevo che in co– « desto Comune non si sono osservate le norme « stabilite per la scelta dei libri di testo ron la « circolare 1 ~larzo 1905 n. 18. « Inmrnzi tutto i Direttori didattici lwnno man– « cato cli provvedere a che gl'lnsegnanti dc-::lle « scuole per le quali era scaduto il triennio, pre– « sentassero per iscritto nel termine stabilito dal « paragrafo 2 della circolnre, le loro proposte << motivate. « O'altra parte non risulta che il R. Commis– " sario e il Direttore Generale di codeste scuole « elementari, avute in tempo dtbito eia V. S. « comunicazione dPi voti cli alcuni ins~gn::i.nti, « abbiano richinmato i Direttori Scola~tici, r1ll'e• • salta o!'iservanza dei termini e delle disposi– ., zioni date in proposito dalla circolare sudetta. « Poiché non dubito che, se per alcune delle « scuole, i cui 111aes•riavevano denunziato, come « poco adatti, i libri in uso, fosse stato ancora « in corso il triennio, codesto ufficio non avrebbe « esitato n richiedere proposte più largamente « motivate e compiere gli atti, prescritti dal pa– « ragrafo 6 della circolare. Nè a tali irregolarità « nell'uno e nell'altro caso, possono aver rime– « diato le adunante del 2; t: 28 Settembre, le • quali non rispondono neppure esse alle pre– « scrì✓-i6ni della citata circolare, 11011 potendo il « Direttore Generale di codeste scuole sostituire « criteri suoi personali alle norme precise in essa « conlenule. <t Stando così le cose al ì\linistero 11011-reste– « ,-ebbe, a r(trore, altra soLu::ionl' se non quella « di a111111//a,·e l additale de!zberazioni, ma a la/e « proz1vedimc11Lo inteso a ristabilire la piena lega• « lilà 11011 possono 11011 fare oslacol~ considera– « ::ioni di grande equild, dedotte princij>alme~rle <t dal fallo e/re, ad a11110 i11comi11cialo, esso si t"Ì– c soh,erehbe in 1111 iugiu.slo e grave dispendio im.– « posto alle famijrlie de.trii a/11111,i, rl,e !,a11110 .tritt « provveduto a/l'acquisto dei libri e gem·rerebbe « 1111a ,tr1-n11e per/111'/Jazio11e nella vita scolastica « di codesta nobilissima città. « Pt!r solo n:cruardo a tali giustissimi interessi « consente e/re 11111/a sia 11111/nlo à dove /'acquisto " dei Libri sia 1111 fatto compiuto. C!re se in qua/. « e/re scuola uclla quale sia già scaduto il lrien– « 11io,a tale acquisto non siasi ancora provvedulù, « V. S. disporrà r/,e, immedialnmenle sitmo falle « a questo scopo le proposte opportune e com.10- « cale le adunan::e nei modi prescritti. « Fin da o,-a, poi, ordinr>che per il prossimo « anno srolas!ico nei termini e nei modi 1.'0/11/i « dalla cin-o!are , 11/ar::o 1905, si proz•;,,edaalla « scelta dei lesti e comml'llo alla S. V di 11igi– <t lare con ogni rigore, pcrc/Jè sia i11l1:grat' os• « se,·vnn=a di questa disposi::ionc. « V. S. perlaulo z1orrà far presenti, così al « signor /Jirellorc Generale, come ni singoli di– « re/lori didattici di codeste st·uole le irregolarità e commesse. » 11 ì\linistero ha parlato chiaro, come F-i vede, e j termini della decisione son precisame11le quelli da me a1111111niati. Non mi stupirei, malgrado ciò, di leggere domani che il nero è bianco e viceversa. Del rest o, ad eludere la volontà sovrana del governo, har.no pensato Provveditore, Commis• sario, Jspettore Generale ed Editore locale, i primi due, ritardandone complessivamente cli venti giorni la comunicazione ni direttori e fa– cendola solamente ai direttori didattici t: non ai disciplinari, i quali per i libri cli testo, hanno eguale funzione ; il terzo sollecitando i direttori e le direttrici a richiedere i libri vecchi per mol– tiplicare in quei venti giorni i fatti compfoli ed esplicando cosi un'ingerenza che, se poteva es– ser lecita in casi normali, era addirittura scor– retta in quel momento in cui la decisione del ministro si conosceva in via ufficiosa, se non uniciale i il quarto, poi, facendo tesoro del tem• po che gli si lascia,•a per preparare ciò che non avea pronto. l\!a sappia il Commissario Prefettizio che a,r. cora dei ragazzi cercano presso i librni alcuni libri dell'anno scorso e non li trovano. ì\letta ciò in confronto con la sua ordinanza famosa degli I t Ottobre che prescrive\'a l'immediata/or• uitura. dei Libri ag-ti atrami proclama11do11el'ur– lfeu::a per essere focomindato /'a.1111(1 s,·o/aslico, e misuri di quanto danno ai concorrenti l! di quanta ingiustizia è stata fonte quell'ordinanza. Potrei parlare qui di casi speciali che deno• tano l'accanimento dell'Ispettore Generale per impedire ai maestri il libero esercizio del loro diritto; ma in proposito ho presentato ricorso al R. Prov,·editore, che spero veder presto de– ciso e che intanto comunicherò al signor Com– missario, riserbandomi ogni altra azione. Rilevo solo che, dal luglio a questa parte, il sullodato Ispettore ha impedito la presentazione al Provveditorato di quelle proposte di adozione dei libri di Casa Sandron, che son passate per le sue mani, e che ha preteso la dichiarnzione scritta del ricorso da alcuni di coloro che I 'a• ,·eano presentato direttamente. Vedremo fra poco in quale responsabilità il Cav. Baldassero– ni sia incorso facendo ciò, e, per ora, chiedia– mo: ma quale ragione ba potuto indurre I' I~ spettare ad agire in quel modo? E fermiamoci per ora a questa interrogazione nella speranza che una risposta convincente non abbin a farsi troppo aspettare. La ringrazio, Egregio signor Direttore, della gentile e costante tolleranza, e con ogni ossequio mi confermo de\'.1110 A,·,·. D0~1EN1co 01 LEO ANGIOLO GIOVANNOZZl 1 g-ere11/e-respo11sabite. Firenze- S1ab.Tip. Aldino,VI• de' Renai. Il • Tel. 8-!5. Bibloteca Gino Bianco VOCE Casa Editrice R. CARABBA - LANCIANO CULTURA DELL'ANIMA COLLEZIONE DI LIBRETTI FILOSOFICI DIRETTA DA G. PAPINI <n;c..-.1 '7'ol'-llme d.l olro ~ i:,,aa•~e IGO - x..... 1,00 Volumi pubblicati: 1, A1USTOTELE. IL PRli\10 LIBRO DELLAMETAFISICA.Saggio di traduzione dal greco di G. V. con no- tizie su Aristotele e le opere sue. . . 2. GAtrLEO GALILEI. PENSIERI. Frammenti filosofici scelti e. ordin:1.ti da G. Papm1 . . 3. ARTUROScuoPENIIAUER. I.A FILOSOFIADELLE UNIYERSITA.Traduzione dal tedesco con introduzione di G. Papiai e un'appendice di G. Vailati . . 4. E>t1LIOBouTRoux LA NATUKAE LO SPIRITO , altri saggi. Tradlfzione dal francese con 1ntroduz1one di G. Papini e un'appendice bibliografica. . . 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