La Voce - anno II - n. 50 - 24 novembre 1910

A. 8 2 s· • 1 " Avv. (Cosenza) e· (Scade " 1 • Pesta. Tommas~. Nuoletti S. Giovannin F' B 1-12-910) IOre Esce ogni giovedì in Firenze, via dei Robbia, 42 _.,_ Diretta da GIUSEPPE PREZZO LINI .;. Abbonamento per il Regno, Trento, T deste, Canton Ticino, L. 5,00. Un numero cent. IO, Anno II JI, N: 50 Jf, 24 Novembre 1910. SO~H\IJ\RIO: Preghiera per leone Tolstol, G1()VANN1 PAPt:-.1- Mas3oneriae Socialismo, G10\'ANNI CASTl.:Ll.,,\NI - "Oluditu," di F. llcbbel. Sc11•10 S1.ATArER - Funzlonamcn10ferroviario, LA \'ocE - Turlupineldc scrllsllca, D. 1)1 LEO. È utile sapere che: • Fra q11i11dici (!iornila sede della Voce si lrw~rl, iu 1111 altro locale,allig110 a quello della 1,pografindwe si stampa il giornale,e quindi pili comodoper il prontodisbrigodegli affari i1'a111111it1ishazJone. T1111a la posta,va– glia, lei/ere e stampe,1111drl, direi/a non più via dei Robbia 42, ma via dei Renai H. Soltnnlo la corrispondenza personale di G. Prezzoliui potrl, esser spl'ditaal/' indirizzodi via dei Rohb1a 42. Il lelefo110 della direzione sarl, sempre 28-30, ma per l'ammi11istrazio11e si user/,, 8-85. Seguiamo aucbe qu,sto Ira i miglioramentipraticicbeintroduciamonel gior- 11alevia via rbe il m1111ero dei suoi le/lori crescee ne re111/r necessario lo svil11ppo. * li 1111mero 52 dc/1'8 Dirembre sarl, di pagi11e I o delle q11a/i8 pagine di /es/o dedi– rale alla q11eslio11e d l/' I rredcntismo e due a rarie li11g11islicbe d l 'Istria, Friuli, couf. Alpi Giulie, Trieste, Trentino. il 1111mero con/erra,o/Ire1111a l rga bibliografia ddla q11e– stio11e, i seguentiarlicoli: S. 51..ATAl,ER, L' irredc,•lismo - J\. Vl\'ANTr:, Il fattore eco11.e I'frred. triestino - B. ~lusso- 1..1N11 L 'irred. trentino - R. T,,11-:L."s. 1 •~·rred. ti: Istria - A. SrA1N1 1 / ma::zi11ia11i di Trieste - No·rE: La Giovane. Fiume; Austria e Svi::::era,– ·111asso11eria e h-rcd.; Lituania e Dalmazia: r/11- sfria o Francia? - lo1~E di G. Salvtmini; G. Ascoli; N. Tommaseo; G. ;\lazzini; ecc. - Sta– tistiche,· carie l{eogr.; bibliografia. li 111111,e,·o riescirl, 1111a vera e propria 1110• 11ograji11 ma coslerl, ce11lesi111i 20, percbè è impossibile,date le 1110/le spesedi stampae di clichés, 11011 aumentareil prezzo del 1111111ero. i 11ostri nbbo11111i lo rit;evem11110 seuzaa11111eulo, comegli altri 1111111eri 1111ici i11 preparazione, Ira i q11ali quellosulla Questione meridionale cbe 11scirli pure eulro l'auno. Preghiera per Leone T olstoi. (PRIMA DELLA MORTE) J. Dopo più di ot1anta anni di vita, dopo piìi di cinquant'anni di fatica letteraria, dopo più di trent'anni di missione cristiana Leone Tol– stoi ha il diritio di morire in pace. Ha il diritto di morire come vuole e dove vuole; nel suo giaciglio di asceta patriarcale o n~I iello t.li f1.:rrodi uua stazione lontana ; solo come Mosè profeta o circondato dalla patetica cerchia de' piangenti ; colla benedizione orto– dossa o senza nessuna benedizione. Quest'uomo ha vissuto in tutti i sensi della parola vivere e ha diritto di morire in quel modo che il suo cuore o il suo destino gli detta. Quest'uomo è stato grande quanto i più grandi ; è stato, anzi, per la durata e la portata della sua vita, più che un uomo e i mezz'uomini e i sott'uomini spettegolanti e scribacchianti dovrebbero sentire lo str~ttis– simo obbligo del silenzio perfetto dinanzi a una fine che non è soltanto la fine di un respiro e di un corpo. Quando la falsa notizia della morte com– parve a grandi lettere nere su tutte le mura di tutte le città del mondo mi dolse il cuore quasi come per la morte di mio padre. Si avverta : io non sono tolstoiano e tra i russi sento più vicino al mio spirito il creatore dell'idiota che quello di Guerra e Pace. Ep· pure questo gran vecchio bianco e barbato, che dal mezzo della Santa Russia si leva ogni tanto a parlare a mo' di un evangelico Jsaia, e par eh~ tutto un popolo raccolto intorno l'ascolti, mi sembra l'unico Eroe che vi,·a oggi nel mondo, l'unico yero Grande che re· spiri e si muova come respiriamo e ci muo• viamo noi; il solo, tra tutti quèlli pili degni d'essere ascoltati, che parli ancora con una lingua di carne; il solo, fra i pochi a' quali si vorrebbe parlare, che possa rispondere a una tua domanda. Morendo quest'uomo non muore solamente un conte di Russia, un ufficiale ùei cosacchi, un autore di romanzi, un predicatore di Cri– sto: muore l'ultimo esemplare della razza dei geni europei ; cade l'ultimo, unico e solo gigante che si levasse sopra tutti voialtri, o innumerevoli genietti e talentini che a forza di tacchi di gomma e di piume al cappello, v' inalzate e vi distinguete tra la stupefatta universalità degli idioti! Grande dunque fu in me il dolore della credula morte ma più grande, credo, il di– sgusto e iI n brezzo nel leggere ciò che s'è scritto intorno a lui e agli ultimi casi in que– sta set ti mana. La giornalistica e gio,naliera bovinit!I, che non si fa troppo scorgere finchè si tratta delle faccende bovine e asinine di tutti i , giorni, mette innanzi quanto son lunghe le sue corna robuste quando un che di straor– dinario accade nel mondo. lo non ridirò la stomachevolezza umiliante di certe necrolo· gie imbastite alla brava col dizionario bio• grafico e lo stile dei direttori di pompe fu. nebri; io non rammenterò l'ottènsiva glacia• lità di certi articoloni aneddotici o apodittici preparati di lunga mano da minossi specia– lizzati e previdenti ; non mi sfogherò contro tutto il chiacciierume episodico sulla fuga e i motivi del la fuga che ha voluto ridurre il nobile scatto di un santo fallito a una ba· rutfa di famiglia. Ma come si può sopportare che certi ven· ditori di parole a un tanto la riga, la cui prosa stampata non sarebbe neppur degna d'esser ammessa nella latrina di Jasnaia Po– liana, approfittino di questa occasione - della morte di colui che li disprezzava senza conoscerli - per fargli le fiche dinanzi e trattarlo come un mattarello, un buffone o un dilettante? Adagio, mascalzoni ! Vi pos– siamo ammettere, se ciò può consolare la vostra mediocrità, che Tolstoi è anche pazzo, anche buffo e anche dilettante ma non siete voialtri che dovete venire a dirlo e con co• d'esto tono di gente che la sa lunga e che non ha tempo da perdere colle stramberie di un vecchio ciarlatano. Tolstoi può aver detto delle bestiali1à - anzi ne ha dette di certo - ma son precisamente di quelle bestialitJ.l che voialtri non sapreste mai e poi mai immaginare, e che non avreste mai e poi mai il coraggio di dire e che non ca– pirete appieno in nessun momento dell'e· ternità. E davanti al cadavere di questo autore di sciocchezze e di questo apostolo di fregnac– ce, io vi consiglio di mettervi in ginocchio - anche a costo di sciupare la piega dei pan– taloni. li. Veramente singolare è la grandezza di Leone Tolstoi - grandezza ricca e completa come la vita e perciò fatta anche di picco lezza. La vita di Tolstoi non è soltanto la vita di un uomo, ma è un po' la vita dell'uomo, BiblotecaGino Bianco è lo specchio presente di un secolo - del secolo che l'ha visto nascere e non l'ha visto morire. Esso è l'uomo: guardate. La sua prima vita è la vita eroica, avventuriera, guerriera - •~ vitJ del nobile -,l,e combatte, che giuoca, che ama. Poi dal soldato vien fuori l'artista, ed egli vive la vita divina del crea– tore, risuscita i mondi dei morti, soffia l'a· nima in creature nuove, commuove e turba co-;cienze in11umerevoli, è letto da nazioni intere, acclamato grande non solo dagli in– feriori ma dagli eguali. E sol dopo questo viene l'apostolo, il profeta, il salvatore dell'umanità, l'umile cristiano, il rinunziante. Dopo aver tanto posseduto cos'altro c'è di degno se non rinunziare? Questo è iI caso Tolstoi : iI caso di un uomo che ha provato tutto e che dopo aver tulio provato non è morto. Cosa poteva sen• tire? Cosa doveva fare? Egli aveva già vis• suto e goduto la melanconia dell'infanzia aspettante, il pericolo della guerra, il rischio del giuoco, la dolcezza dell'amore, il sapore della stravaganza, la gioia della creazione, il gusto della popolarità, l'abbraccio della glo• ria, la viva s_peranza della vittoria. Che pii, gli mancava? Spirito inquieto e irrequieto non poteva nè fermarsi nè tornare indietro e siccome aveva oltrepassato tutte le sta– zioni possibili della vita non comune non gli rimaneva che procedere sempre più in– nanzi - e pii1 innanzi c'era la negazione , l 'ahfoo:i.dono . Ed egE negò la scien?.a, negò l'arte, negò la vita sensuale, negò la lotta, negò tutto quello che egli aveva già pratica· mente affermato e si gettò nelle braccia di Cristo per trovare il riposo e la certezza di cui sentiva, dopo 1anto scalpitare, il bisogno. Forse non l'ebbe. Forse il vecchio pagano ch'era in lui sotto il kajta11 del mugik cri– stiano non mori mai interamente. Da que– sta vita dura del soldato, dell'artista, del· l'uomo di carne derivano tutte le incertezze, le contraddizioni, lé buffonate, le debolezze degli ultimi anni. Egli ci appare a mo· menti più piccolo perchè non è riuscito ad uccidere il primo se stesso. Se di notte v'è chi lo sorprende a mescersi un calice di sciampagna spiando intorno se nessuno lo vede gli è che il vecchio conte dei ritrovi di ,\fosca e di Parig; ritorna di soppiatto a tradire il filosofo e l'asceta. Egli non può dimenticare, la sua carne non vuol dimen– ticare, l'antico Adamo ufficiale e letterato non vuole sparire. Come si può sopprimere una vita che rap· presenta quasi un secolo? Romanticismo pu· skiniano della giovinezza, con spade, giuochi, ragazze e Caucaso - pienezza naturalistica della età matura, coll'arte che fa a gara colla realtà e accresce pur togliendole - vecchiaia spirituale e cristianeggiante, mistica e buddi– stica: niente ci manca. È la vita di Tolstoi ma è anche la storia del secolo decimo· nono. Non si spezza d'un tratto la vita di un uomo; non si taglia in un momento la storia di un secolo. Kell'una e nell'altra vi sono i ritorni. Se la santità di Tolsloi fosse stata perfetta si sarebbe accostato al divino ma si sarebbe allontanato dall'umano. Non gli dob– biamo far colpa di somigliarci ancora un poco. Egli ha predicato l'assoluto ed è vissuto nel relativo; ha combattuto per la piena verità ed ha accettato qualche menzogna; ha consigliato la completa rinunzia e si è ser· bato qualcosa; è andato verso la pazzia ed ha conservato qualche mezza saggezza: ogm imbecille un po' informato potrà documen· tare questi contrasti. i\la nessuno potrà negare la grandezza del tentativo. "1entre tutti o quasi tutti si dicon cristiani e vivono come porci; si dicon so– cialisti e vanno ai praozi dì lusso collo sp.,– rato bianco; si professan mistici e praticano i casini; fanno i moralisti e cercano di frodarti il soldo; passa□ da bu,ldisti e am– biscono le più scempie vanità del mondo, quest'uomo russo, Tolstoi, che ha cercato di avvicin.zrsi alla vita ch'egli predica; c~e ha tentato di mettere in pratica le sue massime; di approssimarsi al suo ideale e di vivere le sue teorie è grandissimo anche se vinto. Coloro che non si vergognano di accettare la vita com'è e per cooseguenza non posson mai nè contraddirsi nè rimanere sconfitti si posson ben divertire come tanti coboldi ma– ligni intorno al gran corpo disteso, ma nessun uomo onesto dovrebbe permettere una simile infamia. lo non '"oglio far qui nè com memo– razioni nè piognistei. Di Tolstoi avremo tempo a discorrere coll'andar del tempo con l'ampiezza e preparazione che merita. Oggi, dinanzi alla tormentata agonia dell'ultimo Eroe, io vorrei soltanto che ognuno pen– sasse in silenzio qual conto potrà dare a se stesso della propria vita quando sarà pros– sirna un'altra agonia - la nostra agonia. Giovanni Papini. Massoneria e Socialismo. (Colloquio con B. Croce), Che cosa pensa - 110 domandalo l'al– tra sera a Benedetto Croce - circa il trionfo del riformismo 11ell'ultimo congresso socia– lista italiano? - Perchè Lei domanda proprio a me che cosa si debba pensare del recente congresso socialista e del riformismo ? Forse perchè ho pubblicato qualche settimana fa nel Giornale d'Italia una lettera contro l'unione e confu– sione di socialismo e massoneria? Ma badi che nello scrivere quella lettera io ero sotto l'impero di preoccupazioni che poco o punto concernevano il socialismo italiano, o il so– cialismo in genere. lo pensavo invece ai danni che può fare e sta facendo allo spirito italiano il diffondersi della mentalità masso– nica. Il socialismo massonizzato era duoque, per me, nient'altro che un esempio di questa influenza non benefica. - Ma Lei ha scritto negli anni passati molti saggi di critica marxistica; ha avuto parte non piccola nella cosi detta crisi del socialismo per ciò che riguarda il sistema delle idee scientifiche ; anche di recente ha commentato le idee del Sorel. Può dirmi dun– que quale giudizio fa dell'atteggiamento pre– sente del socialismo in Italia? - Non posso dirle nulla che valga la pena di esser detto, perchè non sono informato, come sento che dovrei essere, per parlare di questo argomento dal lato pratico e politico. Potrei discorrere con lei sul socialismo e sul riformismo in genere, e sulla loro fondamen– tale diversità ; ricordare che cosa fu il socia– lismo nella sua idea originaria : - e cioè il soguo di una rigenerazione integrale della so· cietà umana sulla base del lavoro; - e ri– badire cosi che il riformismo non è punto so– cialismo, ma è semplice radicalismo. Tutti co– desti per altro sarebbero discorsi accademici, cose generali e niente affatto nuove, perchè

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