La Voce - anno II - n. 35 - 11 agosto 1910

376 LA VOCE gerisce. Ci n1olc qualche descrizione pascoliana dei campi, e ci vuole qualche d'annunziano ri– cordo della città dd rinascimento. D'Annunzio, Pascoli, Bcltramelli, qualche ricordo storico, e la vernice è fatta. Occorrono poi i letterati, per– ché le altre classi « non sanno scri\·ere ». Da noi tutto il giornalismo pro\Tiene dai letterati, cioè da quelli che ave,·an troppo ingegno per finire gli studi universitari o liceali, o troppo genio per fare I' impiPgato o il professioni– sta, o troppo estro per fare il commerciante o I' indu!ltriale. Il giornalismo ingh:se si recluta dagli uomini di legge, commercianti, fflolu– lroller, marinai, colonizzatori, soldati, diploma– tici e anche dai letterati: da noi soltanto dai letterati. E i lettera1i 1 poveretti, fan quel che possono. Cc ne sono che si sforzano, che cercan di capire, che radunano cifre, che si impegolano in affari tecnici, che racimolano dati, e fatto il pastone, lo mandano con un gran sospiro al giornale, accompagnandolo d'una pagina lette– rari:t, da stampare n partt: ~ prima: nobiltà ob– bliga, dicono i fr:rncesi. Non sono loro colpe– voli, se t11Lto diventa piccino, meschino, triste; se la contesa di classe diventa il litigio di due gruppi di trecche in un campo. No, la colpa non è vostra, disgraziati che fate quel che non dovete fare. I.a colpa è di tutti gli italiani. Voi date quel che cs,i chiedono. Se deste altro sa– reste noiosi: ed esser noiosi, quando si è giorna– Jisti, vuol dire non mangiare. L'uomo delle parole a,•ràsempre onore in Italia, perchè in fondo a ogni lmon italiano c't la polla inesauribile della retorica. \'edete anche fra i 1nigliori, come un Gio\'anni Barelli. L'umilissimo s~n,i/ore Cioz 1 a1111i /Jore//i, così egli si firma, ha mandato anche al nostro giornale una lettera aperrn diretta a varie autorità della Tosc:lna, agghindata con le 1node più rispettabili della italianità, coi verbi in fine di periodo e con grappoli, mazzi e festoni di fiori della più schiet– ta retorica latina. Il Borelli, due volte candidato e sempre duce del piccolo partito dei giovani mon:Hchici, nonchè preteso seguace di Cavour, non può fare a meno di $Crivere frasi co111eque– ste : il decoro e l'Dl'J[Ol(lio di queste ll·rre pri1110- ge11ile della ciz1il/tl italiana, l' imlissolubile vin– colo fraterno dello 11a::io11e, la preclarissiu1a gen– ie, l'('rbe (con U maiuscolo), il lembo di quel– /'1111iz•ersalefasci110 che ù,co,•oJJò l'Italia maesh'a e priz,ile.({inla ne/ mondo, Fire11:e la d;,;.,inafon/e d'ogni 11oslra gentilt!::::a e superbia (Oio c .... , l\ladonna I.... eccetera, eccetera : ascoltare a qualunque cantone di Firenze in qualunque ora del giorno e del1a notte}. Sono viii di natura; e le frasi tirano con sè il pensiero; perchè il Borelli è partigiano sfegatato di quella carnova– lata spendereccia e cretina che consiste nell 'e– le\'are a Roma, per queWesposizione del 1911 che sar;\ un fallimento ma che per ora è. una buona mangiatoia di artisti sfaccendati, una casa finta, per ogni regione italiana, ossia per dirla col Borelli, 1111 t·diji::io rappresentatit•o della i'slo– , ia della .srloria e della varia. profonda belle==n d'ogni singola firm(~lia etnografica del paese 11oslro. Ci:\ qui, un ,·alentuomo, che per il suo paese ha fatto più che tanti retori, G. Ceci, ha detto quel che si pensa"a di questa carnovalata; ed è inutile ripeterci. Soltanto dobbiamo protestare contro il llorelli il quale affe, ma che gli italiani non pensano a Roma che nelle declamazioni (se ne intende, !':unico!) ma non nelle opere. Or queMo non i.:. vero. Di soldi a Ro1na le regioni d' lt,\liil ne danno sin troppi. Roma è la s.rnguisuga centrale dell'Italia, il paese meno produttivo, il ritrovo di tutti i fan– nulloni e gli sbafatori, il centro della corruzione e della me~chineria di spirito, il punto neutro che attira gli iml,roglioni e le mezze coscienze e i ca\'alocchi e gli azzeccagarbugli e i becchi pagati e gli sfruttatori di donne e ~li arrivisti politici e i giornalisti da appigio,:are e gli im– piegati compiacenti ; - Roma rappresenta la causa fondamentale d'ogni nostra deficienza eco– nomica, morale e intellettuale, e rappresenta, nf'lla ~li.\ stessa origine, il tributo d'imbecillità che noi paghiamo alla nostra tradiziont! retorica e bagolonn. 'on c'è in Roma e fuori di Roma nulla che pro, enga da Roma ; non un pezzo da cinque lirt! circolante per il regno è prodotto di attidt,\ romana; Roma t! la città che sfnttta tutta l' Italia, e il miglior modo di (este!!'giare l 'unit~\ italiana ::;,,rebbe quello di togliere a Roma tre qu.:irti cld poltre matio~o che ha, restituendo alle pro\'incic 1~1rghcautonomie. Di quc~to sentimento tutt'altro che bene,·olo' , cr~ Roma, io farei proprio un pumo del pro– gramma dei nuo\'i italiani, e son lieto di "ederlo ormai tanto diffuso che in un giornale come il Reslu dd G11-/ù10 1 ~tario )lissiroli ha potuto scri– ,·er~ que,1c righe che mi sento di firmare e di controfirmare con pieno consenso di mente e di cuore: « È suniciente un soggiorno di quindici giorni a Roni.1 1 a Camera aperta, per persuadersi che nella gara delle città italiane essa non porta nessuna nota originale. Jn un paese come il no– stro, in cui le forze vi\'e ed atti\'e nascono, cre– scono e si affermano nelle grandi città del set– trentrione e nei pi~coli centri delle provincie, cosa rappresenta Roma, se non una citti1 senza fisonomia, dal momento che quando si dice Roma, nessuno può pensare nemmeno ai romani, all'elemento indigeno, dal quale aspettiamo da quarant'anni una parola? Per quanto abbia l'a– ria di un paradosso, non si può non riconoscere che Roma è estranea alla "ita nazionale. Le plebi atfamate dell'Italia meridionale risol\'0110 ogni anno il loro problema con l'emigrazione, mentre al nord si lavora faticosamente e dura– mente alla creazione di una nuo,·a grandezza e di un nuovo primato. ~la Roma? Essa non è che la ).tecca di tutti gli spostati e di tutti i ,·inti, che "i ...accorrono c.:on tutte lt:: ainbizioni derise in provincia e con tutti gli appetiti insoddisfatti : letterati falliti, impiegati stnza titoli, artisti senza idee, uomini politici che mercanteg~iano il mandato rappre– sentativo ; centro di varie clie1nele e di svariate camorre, delle influenze e dei favori illeciti, non può in nessun modo e sotto nessun pretesto, vantarsi cli dare il tono alla \'ita italiana. Dopo la formazione del nuO\'O regno nulla noi dobbiamo alla capitale, se non gli scandali della Banca Romana. La filosofia italiana fu tutta na– poletana ; il romanzo, la critica, il teatro, l' in– dustria fiorirono altrO\'e : Bologna accolse den– trù le ~ue mura la gioventù severa che meditò I' in~egnamento di CarJucci ; da ì'\apoli France– sco De Sanctis rinnovò la critica; la Sicilia diede Francesco Crispi; Geno"a e :\lilano im– provvisarono la grande industria. Se ;\lilano si avvia a diventare il primo crogiuolo dell'Italia nu0\'a, pcrchè. vi emigrano tutte le forze indi– viduali volonterose, Roma rimarrà, chissà per quanti anni ancora, la città più rappresentativa della vecchia Italia, papalina e giacobina, che rifugge dagli ardimenti, dai rischi della libera concorrenza, e che "ede nella raccomandazione e nel favore il mezzo più rapido e più sicuro per conseguire il successo ». * Ma il :\lissiroli qui ha torto. Roma ci ha dato il nazionalismo. Roma inspira ancor oggi i nazionalisti che, a,·endo per angeli custodi quei sommi e gagliardi ingegni ciel Basile e del Sar– torio, \'isitano la terza Roma. Roma - dice il Corradini - è sempre in rinascita. Egli ha scoperto che a Roma « è tutto uno sce:ndcre e un salire ». l\la poi ha trovato che « il segreto cli Roma sta nel salire ». Lo scendere, lo ha dimenticato per strada. (Giornnle d'Italia, 18 lu– glio 1910 1 leggc1e per credere). E questo salire è un sin1bolo 1 certamente, ciel cammin fatto dalle Terme di Diocleziano al Pa– lazzo di Giustizia, e da Tacito a Guglielmo Ferrero. Giuseppe Prezzolini. Agli arnie< della Voce racco111a1ulia,no: di diffondere più che possono il giornale, 111a11da11doci list,· di probabili abbonat,; chiedendo 1111111eri d saggio, e /accndosi ganmli per rivenditori e librai nuovi; di collaborare con 11oi spedendoci noticic e doc11mc11ti s curi s11 l'a11ticlrricalis1110, sulle elezioni 11mnicij>alie provinciali. A'oi desideriamo anche avere 1111ov1 col– laboratori. Deside, iamo piccole mo11ograjìe, c/1iari·, semplici, senza retorica, sc11zaba– nalità, di ,;ittà, di classi sociali, di istitn– cioni, di partiti; di uomi11i. Biso.1;11a elle gli italiani prcnda11 coscic11:a e contatto co11se stessi. Chi a ut/a la Voce non sprecherà la sua c11cr.fi 'ae it suo dt:11aro. ,s;· ri cordino tutti che l'opera data alla Voce è staia sempre cd,· gr,;tuita e spon• tanca; cl,c La Voce ,, un centro di liber– tà; che La Voce Ila appoggiato molte ini– cillli'l•c ita!tam:, racroglù·ndo denari cd uomini, servendo da p1111todi scambio di idee e di j>rogdti; ma che pi1ì/arebbc (e tanto ,, il da /are) se maggiore /ossc il 1111mcrod,-gli llbbouati, se j>otcsscaumen– tare il /or111alo, se arrh•asse anche in piccoli paui dove è ignota. La/orza d'una rfr•isla sta negli abbonaii, 11011 solo fn' le l1t11gll_!(gini. la poca onestà, gli sconti forti di molti rivmdilori; ma pcrc/1è abbonato 11011 d,-i•o·s,:!(ni/kare solta11to 11110cl,e fa 1111 bnon affare (j>erd,i· risparmia cd !ta age.·olez:<' sw libri da noi sla111patt, ma auc!tc 1111 amico elle in ogni occasio11e ,, pro11l0 ad aiutare il gwrnale. ANGIOLO GlOVANNOZZrJ gerente-responsabile. Plrenze - S1ab. Tip. Aldino, l'I, de· Renai, Il • Tel. 8-85. Gru EPPE PREZZOLIN[, Direttore. Bibloteca Gino Bianco FRANCESCO PERRELLA, Editore NAPOLI Novità: FRANCESCO TORRACA PER FRANCESCO DE SANCTIS Elegante volume di pag. lSO e un ritratto fuori testo L. 1.,450 NUOVA EDIZIONE (21° a 28° migliaio): l.W:ATILD& 8&RAO IL PAESE DI CUCCAGNA Romao.zo ::a:Jt..&poJ.et:aC11.<> Editori GIUS. LAT ERZA & FIGLI Bari È u10/ta la rl1tampa dal 2" rolums dalla CRITICA (1004) che era da parecchi anni esauritissimo e :1ss:1i ricercato. . _Q~esto ,·olumc co1?-ticnc, tr:1 le altre cose, la monografia del Croce su Gabriele d'Annunzio, e il sag-gio d1 B1bh~grafia danm~nz1ana. - . DclJo stesso Cr~c contiene gli studii sui poeti italiani, che fiorirono tr,1 il 186o e 11 1870; e cioè sul Bo1to, sul Tarchctt,, sullo Z:melfa, sul Praga, sul Betteloni, sullo Zendrini, sul Chiarini e sul Costanzo. li Gentile vi ha inserito i suoi saggi su Terenzio lv .. amiani e su Pietro Giannone. UC11. ~&.ZCll.l. ,J.oo v-01-u.me dJ. pp. fftil-§ 9 :I.Cli. s• ara.K:ade - LI.re 10,00 li/lime pubblicazioni: HUME D. Ricerche sull' Intelletto umano e sul principi! della morale, tr:1dottc da G. Prczzolini. Vol. in go di pag. XVll-318. . . . L. 6,00 F1c11TE G. A. Dottrina della scienza trsdoua d:i /\. Tilghcr. Voi. in 8° di pag. XV-280 . . L. 6,08 Krnc. B. E O~EY T._ L' halla ~·oul. Terza edizione it:ili:111:1 con l':1ggiunt:a di un capitolo sull' Jtnlia dopo 11 1900. Voi. d, pag. X\ l-587. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . L. 4,ot GEBHART E. L'Italia mlsllca. Storia del rinascimento religioso nel Medioevo Traduzione di A. Pcrotti. Voi di pog. 250 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . L. 4,0I CARLYLt T. Sartor Resartus. Tr:idu1.. e note di F. e G. Chimcnti. 21\ edizione. Voi. di pag. XVI-333. L. 4,0I Vossu:R K. « La Divina Commedia» studiala nella sua genesi e Interpretata. Vol. J. - Parte 1: Storia dtllo roolgimt.11/0 rtligioso filosofico. - Vol. 1 - Parte Il: Storia dtllo wolgimmlo ttico-polilico. Due volumi di circ1 6oo p:1.gine,ognuno . . . . . . . . . . . . . . . . . . . L. .f,OI ROYCE J. Lo Spirito della Filosofia Moderna. Parte I: Ptusalori I problemi. - Parte II: Prime /i,ite d' r, sisltma. Due volumi di circa 700 pagine, ognuno. . L. •,11 Casa Editrice Italiana Firenze li/time }'ubb/icazioni: PINDARO di ETTORE ROMAGNOLI SOMMARIO: Pindaro • Polemica Pindarica - I contributi del Wilamorvitz. Li.1. .. e 2 ]3ib/ioteca çrandi flufori: Voi. XXXXVI 11. - V1cTOR I !U<,o. DIO. Voi. I. Poema inedito. Collana ]3iografica Universale: Voi. IX. X. Xl. CAVOUR. STECCHETTI. SEVERINO FERRARI. O~n.J v-01.ume Oe.n.t:eelml 80 - SI SPEDISCE IL CATALOGO CONTRO SEMPLICE BIGLIETTO DA VISITA ~ Casa Editrice R. CARABBA - LANCIANO NUOVE PUBBLICAZIONI (]ol/e,:ione " Scrittori nostri,, : 1. l\I1cm.LAXGELO BuoxA1~ROT1. LETTERE con prefazione di G. Papini. Voi. I (1496-15,.p) di pag. 160 L. 1,oo 2. l \f1c1m1.AX< ,ELOBuoxARROTI. LETTERE con prefazione di G. Papini. \'ol. li ( 1 s p-1 563) di pag. 160 L. 1 ,oo 3. ER GroVANNl F10RENT1NO. IL PECORONE. Quindici novelle scelte, con prefazione di G. Papini. Pag. r 60 . . . L. 1 ,oo (]ol/e,:ione " I' Jtalia '!egli scrittori Sfra'lieri: 1. F.-R. _CHATEAUBRIAN_D: VIAGGIO IN IT:AL!A (1803-1804) aggiuntevi pagine dai « :'-.larun > e dalle « Memone cl oltretomba >. Traduzione, prefazione e note di Giovanni Rabizzani. Pag. 144 L. 1,00 2. P.-L._ CouR!ER .. LETTERE ~AL~' ITALIA (1799-1812) aggiun– tavi la polemica per la macchia cl 111ch1ostro sul Codice Laurenziano con un facsimile della macchia. Traduzione, prefazione e note di Gio– vanni Rabizzani. Pag. 14 ~ L. 1 ,oo IN VENDITA PRESSO I PRINCIPALI LIBRAI E " LA VOCE ,, ,_

RkJQdWJsaXNoZXIy