La Voce - anno II - n. 18 - 14 aprile 1910

('t•utn corre11te rou la PHt&. 'rommaso Nuoletti A. 882. Sig. Avv. S. Giovanni in Fiore (Scade 31-12-910) (Cosenza) OCE Esce ogni giovedì in Firtnzt, via dei Robbi.1, 4:2 .;J, Diretta da GIUSEPPE PREZZOLINI .:A. Abbonamtoto per il Regno, Trento, Trieste, Canton Ticino, L 5,00. Un numero cent. JO. Annp II .,,. N." 18 ~ 14 Aprile 1910. SOMMARIO: I noalrl l1t11u1IMuslc11II, ILDt,;JUtA:-.DO PlllRTTI - Alfredo Orlanl e la .. Lotta i;olitlca In Italia•·, li.- .\t1W, l.nc .;1 Al111Roi--1:,,.1 ccac, G10Rc10 So1u.r. - Prato, C. A. l.1·,11:-.1 - /ht J,;<,nm, C. 1,•o. l:1poslzlooc dt&II lmpressloaisrl • Flrc■1c - Il rlnt1llo dc1t· .. 1m1 fra■• I nostri Istituti Musicali. Ora : il far precedere lo studio dell'armonia a quello del contr.apunto è un primo errore g'l\'Ìssimo come sarebbe errore, del resto, far prect-dere lo studio del contra punto a quello La scuola di composizione. Deve !-ervire :1. formare soltanto dei com– positori, o anche dei cri1ici? (in:,egnanti, di• reuori d'orchestra, e scri11ori di critica). Deve intendere a S\•iluppare sopratutto attitudini creativf', o può anche intendere a sviluppare attitudini solamente c1itiche? ~li pare si possa rispondere a queste domande senza titubanzl". Premesso clic, qualunque possa esserne lo scopo finale, la scuola di composizione deve innanzi tutto fornirt: agli scolari la conoscenza degli strumenti dell'espressione musicale: dato che, per analizzare e dimostrare e interpre– lare - cioè riesprimere - una espressione musicale già esis1en1e 1 occorre, come per espri– mere una intuizione 01usicale nuova, la cono– scenza degli strumenti del\' espressione, ma non è necessario ;Here qualcosa di nuovo da dire, si capisce facilmente che alla scuola di composiz.ione devono essere ammessi s1 quei gio\'ani che abbiano attitudini creative come quelli che abbiano allitudini puramente critiche (i quali potranno poi dedicarsi all' inse– gnamento, alla direzione dell'orchestra,alla cri– tica propriamente detta) ma che da questi ul– timi non si può, non si deve pretendere la esplicaz.ione di unn attività creatrice. Oggi, nei nostri I. i\l. 1 la scuola - o corso che voglia dirsi - di composizione, non vale non serve - io devo dirlo subito ben chiaro, a scanso di malinlesi - nè a formare com– positori nè a formare critici. Prima di tutto perchè i programmi degli sludi sono ordinati nel modo più assurdo, secondo inveterati pre• giudiz.i didattici sciocchi; secondariamente per· chè gli instgnanti, in generale, quando pure posseggano una erudizione musicale (non dico cultura) abbastanza considerevole, hanno poi, dal piil al meno, dell'arte in generale e della musica in particolare i concetti più erronei e anche ridicoli che si possa immaginarl" 1 e su 11li concetti basano il loro insegnamento. ita, se almeno apparentemente le nostre scuole di composizione sono ordinale a uno scopo, sono per formare soltanto dei compositori. Oggi ogni alunno delle stesse, quali si siano le sue attitudini mentnli 1 det·t comporre, anzi deve sollanlo comporre. E intendiamoci: com– porre, non solo nel senso di trovar gli ac– cordi da acconciare sopra un basso o sotto una melodia dala, o di aggiustare qualche con– trapunto sopra o sotto un canto dato - col rispetto dovuto, s'intende, alle sacre leggi dei trattati -, o nel senso di S\"Olgere una fuga nei modi e limiti fis5ati dai \'enerabili padri accademici della e: fuga di scuola •: ma com– porre nel senso di esprimere qualcosa di suo proprio, di persona!~, nei modi mutabili di una soun"1, o di una si11/011i11, o di una ca11/i1/a1 ecc. ecc. A parte dunque il funziona– mento delle nostre scuole di composizioni.", che pur considernto relativ11mente allo scopo cui esse intendono è, oggi, pessimo, il concetto di una scuola a tale scopo ordinata è per sè stesso assurdo, Eppure mi pare fanto facile capirlo: uno solo dovrebb'essere lo scopo (si badi: dico lo scopo, non il ri,;ullato) di una scuola di composizione : S\•iluppare le attitudini cri· tiche dei gio\"ani; di conseguenza, uno solo l'ordinamentò: quello per cui gli alunni fos• sero gradualmente condotti 1 11ttraverso la co– noscenza degli shumenti del linguaggio mu– sicale, allo sviluppo delle loro attitudini cri– tiche, all'esercizio di una atti\"i1;)criticJ. Certo: potrebbe sempre d.usi che in seguito allo sd- luppo dd senso critico, e magari anche indipen– d~ote111t:nle d.1 questo, ~i manifti.t:i.s...<.ero negit alunni naturali attitudini creacive e sorgesse in essi, conc;eguentemente-, una attività crea– trice-. Ma codesto do\•rebbe essere s.empre un fatto spontaneo, non mai un fotto necessario ed imponibile. Oggi da un alunno al quale si è insegnato (insegnato: co!".lper :nodo di dire) l'armonia e il contrapunto si esip;e la composizione, per esempio, di una romanza o di un corale: da un altro al quale si è insegnato (c;ernpre per modo di dire) l'armonia il contrapunto e la fuga si esige la composiz.ione di un tempo di sanala o di che altro so io. È un assurdo. Dall'uno e dall'ahro non si do\•rebbe esigere, ragionevolmente, che una cosa: la conoscenz.a 1 teorica pratica e storie:,. dell'armonia e del contrapunto, o dell'armonia del conlrapunto e della fuga. Ln scuola non potrebbe pili dirsi, allora, di composizione? Ma sicuro che po• trebbe dirsi, e sarebbe pllr sempre 1ale. Che forse l:t facohà uni\'ersilaria di lettere non dovrebbe nominarsi cos1 perchè essa non im– pone iigli sllldenti di scri\'ere poe11i e ro– manzi e trngedic? .. E, del resto, si capisce che qualora un alunno dimostrnsse :utitudini _' ""'l:onia - e c;i,i;nilicanon e.. sersi ancora capito: che essendo, in qualsf\·oglia C$-pres– sione musicale, gli ;1ccord1 (oggetto ddl' a, - mouii1) e la melodia (o~getto del ,o,drapunlo} solo in apparenza le due parti di,;;tinte della espressione medesimn 1 la quale è come tale inscindibile (e - si badi - non può esi•.tere successione di accor\li sterile di melodia, però che t.1uest11 sar~ sempre contenuln in quella almeno in po1enzn 1 come non può esistere melodin non generala - apparisca o no - da una successione armonica) 111 conoscenza - n qualsia,i scopo intesa 1 a scopo critico– creativo o critico solamente - dell'armonia, in quanto scienza che concerne e considera gli accordi come strumenti della espressione musicale, e del contrapun10 1 o arte dell' in– ,·enzione melodica, in quanto considera come strumento dell'espressione musicale la melodia, non può essere acquistata successivamente ma vuole e deve essere iniziala e proseguita si– multaneamente. Gli accordi non sono 11uo strumento del• l'espressione, nè la melodia ne è ,,,, ,1/lro : ma questa e quelli sono - dirò cosi tanto per farmi intendere - le due parti indisgiun– gibili di un unico s1rurnento dell'epressione: creati\•e, l'insegnante di composizione do· la melodia con gli accordi che lo generano, vrebbe subito nel pdmo anno di corso, e oc- e gli accordi (OII l:1melodi:t da essi generata. c~rrc:-:do fir. nd(.,. pr· !-nioni-, J)-Che i!~ ----rar studiare gli accordi, cioè l'armonia, prima sin~o. amore a studiare la nascente .personali1.à (in rapporto sempre, intendiamoci, alla espres- artlstica dello. stesso, cosi da favorirne lo svi~ sione musicale) e la melodia, cioè il contra- ~upp~ e_~volg1m~nto, ~a_dand~ a tr~rlo dagli punto, dopo, è un for 5precare stupidamente 111ev1tab1l1 .erron ~ste.t1c~ net ~uah esso ca• tempo e fatica 3 conoscere le due parti co- drebbe1 evitandogli dt r1caderv1. stituti\'e di uno strumento che per servile insomma: l'atlività creativa non è fiore che ogni pianta possa dare. Potrà mai nessun giardiniere pretendere che una pianta di ga– rofani faccia delle rose? .. No, \·ero? .. Ora: i professori di composizione dei nostri I. M. (non è tutta colpa loro, lo so, rnn anche del• l'ordinamento della scuola) pretendono preci– samente di ottenere d:t tutte le piante uno stesso fiore, uno stesso frutto. Jf programmi degli studi nelle nostre scuole di composizione - ho dello dianzi - sono 'lrdinati - anche se si considerino relativa– mente allo scopo cui intend~ orn la scuola - in modo irrngionevole, secondo inveterati pre• giudizi didauici sciocchi ecc. ecc. Mettiamo le cose in chiaro. Tutti s::1100 che lo s,•olgimento della ma– teria di studio è stabilito, dagli .ittuali pro~ grammi, nell'ordine seguente: armonia (J anni di corso), con1rapunto ( 2 o 3 :11111i di corso, secondo gli lstiluti), fuga. ( 1) (') Cosi in <Jnnurosu cinque dd nostri I. :'il.::-.:el solo Consen atorio cti Pnlermo non è cosi ; i\•ilo swdio clell'armonin contrnpunto e foga - i1;som– ma della composizione - é ordinato con metodo rigorosamente storico: ,·nlc a dire che lo scolnro deve ;1c<111i,;tnre In conosccmo:nstrumcntnle del– l'espressione musicale partendo dnllo studio teo– rico e critico delle ph'1 nnliche forme dell'nrte - cioè dallo studio dclln nrn-.ica d~i Greci - per ;irrivarc, a grado n grado. lino allo srndio delle ultime e,;pressioni dell'arte noc.tra contem1>0ra– nea. Concetto didattico molto discu1ibile: a111.i, :,econdo mc, shaglir1t1-.-.imo,ma, conumque, se• rio, t: tait: cl,\ climo... 1rare che il prof. F.n·ara {che appunto inwgna composi1:ionc n\:l Con-.er,·atorio di Pah!rmo) superi\, per coltura e scriet;\ cli in– teu.:ioni, forse tutti gli altri pl'oft.·..,..,<-ri d c-.,m– i>0si,donc, in-.egnanti nl'gli 1 ... tiluli )lusicali fla– li,111i. allo scopo vuol essere usato inlatto, intero. t come se per insegnare a parlare a un bam– bino non gli si insegnasse altro, per tre o quattr'anni,che il nomedelle cost",degli oggetti, poi, a cominciare dal quarto o dal quinto anno solamente-, gli si facessero conoscere e gli si insegnass~l'o a usare le altre parti del di– scorso. Una armonistica in quanlo nrle. degli ac– cordi non può esistere isolatamente: isolata– mente non esistono che gli accordf 1 come e,;pressioni di cause naturali; ma questi in quanto tali non posi.ono essere oggetto che di conoc;cenza scientifica. Ln quale non si vuol dire non sia pure utile all'artista: uti– lissima, e io credo perfino necessaria, ma come conoscenza complemen13re 1 suc;sidiaria. Del resto è naturale che al conoscimento della ind1sgiungibili1à della parte armonica e della p:1r1emelodica cieli·e!-pressione musicale non abbiano ancord potuto arrivare i musi– cisti dei nostri I. ~I., dati i loro concetti di armo11i.1 e co,,/rap1111/o e i loro conseguenti giudizi. \'i è, per esempio, chi dice - e vi è chi l'ha scritto - es5ere l'armonia l'ABC della conoscenza musicale-, ,,aie a dire un elemento inferio1e della espressione musicale. ~la oltre che ridicolo il concetto è anche sciocco. lnfolli, se fra gli strumenti dc\1 1 espres:;ione musicale può esservi varic:tà non può esservi differenza di valc.,re assolutC". \'i è chi considera l'armonia - gli ac· cordi - come un elemento semplicemente Jaomt,t·o della melodia, o come un elemento espresc;:-ivo sl, ma in Cigni caso aggiungibile alla melodia a fosle1i1Jri. (D'on<le il giudi7io di catti\'o melodista, ma buon armonizz.atore, e vice\·ersa). Altro concetto sciocchissimo. Perchè una mdodia non p~1òf0rgerl", non ruò essere e!=pressa che ti.i un:t srcces• ione Bibloteca Gino Bianco di accordi, sia poi questa, o non sia, com– pres.1.nella espre,;;sione attuata. E se un:i me– lodia può presentarsi in diversi modi armo• 11i{{al.1 1 \'Uol dire solamente che essa, a\·endo copiose radici che possono :1bbr:1cciare di molto 1erreno 1 ha pvu.,o bilrc int,nta ,. '"~ \'Olte come espressione di varie successioni armoniche. Cerio \'i sono dei musicisti che per ,•oler fare del nuo\·o ad ogni costo si studiano quanto piì1 possono di sforzare le pili comuni melodie (generate, dunque, dalle piil comuni successioni :11 moniche) dentro le più strambe e lambiccale successioni di accordij ma non vale, evidentemen1e- 1 l'esempio di ciò che essi fanno a dimostrare la indipendenza di melodia e armonia nella espressione musicale. \'i è 1 d'altrn p.irle, chi, intendendo il si– gnificato della parola in senso puramente storico, considera il contr,,p,mto come un esercizio della atth·it:\ creali\!a nel campo limitato degli accordi di ire note. D'onde il giudiz.io che, stante il progrtsso della cono– scenz.a armonistica alluale, lo sludio del con– trapunto sin per il musicisla moderno di ut1li1~ scarsa o null:1. Concello e giudizio erronei e ridicoli. Perchè se è vero che il termine co11/r,,p1mlo (come, tlel resto, armo- 11i11) h3, riferito alla storia dell'ar1e 1 1111 ri– stretto significalo convenzionale, in quanto de1ermina i modi e l'estensione della allività di quei composi1od che precedettero i primi indagatori di una scienza degli accordi, e un po' per la scarsità della loro esperienza ar~ monistica, un po' per ahre r:igioni che a\ 1 rò occasione dt dire fra poco, si tro\!arono in– consapevolmenle nella necessilh di inrcnl.,re in un campo rislretto di combinazioni poli– fonicht!'1 è pur vero che ti lermine co11lr,1- p111do ha un altro largo significalo, impor• tantissimo, che vale ro,drapo5i{iOn~ di suoni (in linea, diciamo cosi come si dice, melo– dica), e no.n dei suoni di uno o due o dieci accordi determinati, ma, necessariamente, di qualsh·oglia accordi:\, Del resto è stupefacente che coloro i quali arfermano la decadenza e la inu1ili1à ciel contrapunto 1 non si siano ancora accorti che quegli orribili bassi imitt,t, e fugali (ornbili e inutili, e spesso dannosi) che essi fanno s,•olgere agli alunni nel terzo corso della scuola di composizione non sono eserci1.i di sola nrmo11ia - nel senso che tssi credono - ma di conlrapunto, e di conlrapunto attuato non gi:\ nei limiti degli accordi di tre noie, ma nei limiti degli ac– cordi di qualtro note e di cinque e di sei. E ancora \'i è chi ha sull'armonia e sul contrapunto, sulressenza e l'unicio e!-pressi\'o di questo e dt quc:lla, se non queste idee che ho citate ades!=o, ahre idee non meno ridicole e assu,de: le qua.li petò io non credo di dover qui tutte quante e!-pOHe e dimostrare nella loro ridicolaggine e assur– di1à1 chè mi pare bastino per u11 saggio quelle citate. Ildebrando Pizzetti. RIVENDITORI che banno regola.tuI toro conti: LAZZERI di Empoli. CASSIROLI di Milano. LANZl di Cremona. A tu lii gli abh>tuJli del 1 9_09 tlu b,rnrou– timmto II riu1.·ru l'a1111ala m tors,> ,. mm m·mdt> respi11l<1 il 11. ·Iri tleb_f,otto rmro~tl 'ab– l•1..mnmmh1 ptr il 1910, abb!amti sptd1lfJ 111_,a mrlt>lina-rirrolr,u rhr alrn111 lmmw 11111/r m– lrrpttra/11, nw,~ 1111a lllgiu~lt! rir/Jitsta dtli't1['– lw1~111e~thl ftr 1/. '9?9· Sr, 111tmdt dttu.;t1t' ~lu 1u111 ~I, nl•hmat, tl1 qmsJ,m,w rht 111•11 /tlS– sao iÌ, rtgola sM10 prtg11tit'ii.'tlmmtt di 1,rg1ur il for,l 11b!wza11w11t1 per il 1910.

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