La Voce - anno II - n. 10 - 17 febbraio 1910

268 LA VOCE in lui pi1'1 della vergine ma rischiosa emozione. Tanto più che la scuola alla quale egli si formò, lo dispose a interpetrare il pas...,110 e la storia in guisa da credere che la loro sostanza fosse diversa, migliore e pili posst>nte 1 di quella che costituisce la nostr,1 vita quotidiana e sopporla gli avvenimenti che vediamo svol– gersi intorno a noi. Per una curiosa ironia quella scuola si b:Hlcziò appunto d( critica storic:i 1 e non delle nè un ,.;orpus di grandi idee s1oriche 1 nè un metodo , 1 eramente de– gno di questo nome. Era un poe1:1 che prin– cipalmente l:t rappresentava, un grande poeta, e nella storia rnescè troppo della sua poe• sia. I.e epoche gli si risolvc:ttero nelle graniti e fulgenti figure degli eroi. Le :radi– z.ioni cl:.ssiche lo porta\·ano ad acc.arezzare insl:111cabilmente nella fonlasia queste figure splendenti dalle memorie ~opr:t l'e,•o corrotto. E si formò in lui e, per imitazione, intorno a lui un dissidio fra I' ieri degli eroi, e l'oggi dei ler~ili, Si cercò la poesia per dire che la poesia era de(unt3 e l'erà era frolla. Su• perba poesia come fece il Carducci; arte di schietta traduzione e d'imitazione come fece, per esempio, il Chiarini; arte assai più ori· ginale, rinnovata anche cl:1 uno spirito di collura meno esclusiv11mente pedantesca, eia un sentore piì.1 largo dei problemi e delle tendenze 1 dalla for1.a degli atteggiamenti nuovi che cercavano pur conculcati di trovarsi un:1 via 1 come è stato nel Panzini. Una maggior se• verità interiore, o forse semplicemente una maggior maturazione dei tempi. avrebbe por· talo questi magari addirillura a disfarsi della sua arie e svolgere, amo immaginare nella storia, f.icolt3 che nell'opera ch'egli ha Jato si sono im·ece acc:n:1llate ali' arte, fian– cheggianctola, mischiando, isi, lasciandosi se• durre J,dle sue gr: 11.ie incerte e ,·olubili all'amplesso sterile dell'ironia. C'\!rd nel Pan• 1.ini il senso religioso del fallo storico. /\la il professore dalla umile vil:1 1 clifec;:1dal mi· surato stipendio, inebriala di smisurata gran– dez1a, nOn resisteva, davanti a taluna delle solari ridenti incarn.izioni del latin sangue gentile, al gusto di tac;tarsi i guidaleschi, di straziare os1enta11dole le piccole miserie, e vendicari.ene, in certo ~1ual modo, facendo vedere di non vergognarsi :1 p1·01es1arle di• nanzi a quella maec;tll. E la pagina solenne e sever:1 gli finiva spontaneamente in un pupazzo e in una burleua, e questa si ritor· ce\'a in una considerazione malinconica, tinchè la considerazione malinconica si stemperava 1endenziosamente in una dls~rtazione, poicbè diverse person:ll:1à si agit:1vano in lui, nè m1 p:tre che mai egli riuscisse :almeno a st:1b11ir fra esse un:1 ferma gerarchia. Cosi 13 sua opera resta :1 mezz'aria, senza pren• dere un aspetto ben dcfini10; determinata, scolpita, bulinata con I' insistenz:i di ~ scrittore lessicografo, rigo per rigo, pnola per parola, nel suo :ispetto generale è dubbia e ondeggi:inte; e meglio accetta riesce dove si è proposta questa inquietudine, quest6 ondeggiamento. V:ile la pena d';l\ier perso uno storico per avere 1111 ironista, giacchè, in fondo, :mche se il Panzini è re<t.tato infe• l'iore all:t propria ironia, e non ha saputo sfogarla e orienlarl:1 1 non si può dargli che questo appellativo? Giro 1:t questione alla buona volontà I di qualche filisteo. A garantire a quest'opera, qualunque sia il nome sotto il qu:1le vorremo raccoglierla, l:t simpatia che non può mancare a gli sforzi dignitosi, basta la sua schiettezza, la sua asciutteZ1a 1 la rapida nudità che concreta le sue sobrie intenzioni. Emilio Cecchi. Per la riforma dei Conservatori femminili. D:t qualche tempo si scri\'e 1 si discute e si fon no progetti per la riforma dell' inse· gn:1menlo medio, e nei periodici magistrali letteral'i e politici, nelle commissioni reali e negli uffici parlamc!ntari con alacre fecon– dità si è r11ccolto un largo materiale di dati per sospingere v~rso una soluzione pratica questo pressante problema. Pochi, fra questi disquisitori, hanno però tentalo di coprire una grossa lacuna in que• sii studi, quella del!' insegnamento pro(essio• nate femminile specialmente della donna da casa; l>Ochissimi hanno ft:gacemente esami– nata la condiLionc morale di quest'ultima in rappot10 alla sua missione domestica. Eppure pH1 di ogni allro problema di pe– dagogiJ sociale, quello della educazione e della cultura domestica della donna è urgente per i benefici effetti che potranno deriv:ire dnll' inizi3men10 e dall'incremento degli ordi- 11,,menti scol:t~tici destin:11i a formare per la !locietà moderna delle donne meno ignoranti, meno insipide di quelle oggi imperanti nelle famiglie di ogni classe sociale. Quante sono infotti le famiglie do,·e le benefiche ,•irtù della misura, della precisione, dell'ordine, della u1ilizza1ione del tempo, del senso estetico, della ornateua e correttezza del lingu:iggio, rendono pos,.ibile e piace\'ole la perm:me.nu in f:tmigli,t allo studioso, :1l– l'artista1 ali' industriale. al lnoratore? D'ogni intorno ci ,cdiamo circondati da donne ci:nlicre, hugi:arde, incttc 1 sudice in cas:1 ed imbellellale al passeggio, incapaci di sodisfare ai do\'eri complessi della maternità, inquisitrici della prole, tribune di di!Tama- 1.ione, modelli caraneristici di oziosità e di lazzeronismo femminile. E rnrissime sono le famiglie do\'e la donna ii:ercna e dolce, previdente e buona, :ibile e sollecita riesce a creare :ittorno al marito ed ai figli un ambiente di religiosità domestica, un !empio d1 :amore, di serenità, di pace! I.a maggior p:irte delle donne hanno un concetto strettamente imit21i,·o e misoneista della loro missione e ,,j,•ono estranee affatto alla ,·ita intellettuale e sociale ed ai pro– gressi dell'arte pedagogica. Se aprono qualche volta un giornale, sarà per il romanzo di appendice, pei fattacci della cronaca o per le av\'enture di qu:alchc barabba \'ignettato nella collezione dell'editore Salani. I legislatori, i pedagogisti stessi, anch'essi sconfortati dallo squ:illore i~1elle1tuale di certe donne, non h:inno peranco rivolto il loro pensiero a quesla vasta piaga e rifuggono dall'affrontare il problema che è fondamen• talmente sociale per soffermarsi slerilmente a vaghcggi•1e sollili ,ifo111H1 per I.i cu!tu1..1 maschile. Ma se si pcns:isse che il lavoro di semen– tazione educativa fatto nel campo maschile viene in gran parte distrutto dalla m:ilefica influenza delle donne ignoranti di tulle le più vivide :lllivil.\ della vita domestica, si penserebùe un po' pii.1 seriamente e da pedagogisti e da legislatori a creare apposite scuole miranti a formare delle pedagogiste della casa. Giacchè mentre gli uomini di (erma ,·o• lonlà si affaunano a perfezionare il contratto sociale nelle sue pili svariate forme, dalle istitll7.ioni politiche alle concezioni 1eligiose cd alle moheplici cntil:\ economiche, non si curano nffatto di provvedere alla costituzione e1ic:1 della famiglia che di quel contratto è una delle più salde ed immutabili c.ondi– zioni I E chi meglio della donn:1, sapientemente educata, potrebbe corrispondere all 1 altissima missione di dare :illa famiglia la forza dina– mica della cuhura e la sicurezza statica della morale solidaritari:1? Bisogn:1 dunque ~rcare delle scuole come si è fatto già in S,•itzera, in Germanhi, in Francia destinate a formare delle donne capaci di compiere 11 loro ufficio di madri, di edu– catrici, di spose, di direllrici dell'azienda famigliare. Ed :1 chi spetta di creare queste scuole? È 11 ini1.iati\la privnta che deve farsi corag· giosamente avanti per abbreviare 13 corbel• laturn delle procedure parlamentari o essa de\'e sorgere da una ngitazione popolare che vada maturando l'idea intanto negli stessi ceti interessati? Lasciamo che gli ouimisll sistematici ,·a– ghcggino queste "ie di azione e vediamo se nelle organizzazioni scolastiche attuali sia possibile iniziare in1an10 un po' di lavoro, studiando la possibilità di trasformare i Con– sen•atòri Femminili (trentacinque in Toscana e più di cento - cosl de1ti Collegi di Maria - nelle pro,•incie meridionali) pei quali Bibloteca Gino Bianco manca ogni organica costituzione legale, ad eccezione di un abbozzo di regolamento per i Conserv:11òri toscani approvalo con regio decreto 6 ottobre 1867, di un altro decreto del 20 giugno 1871 rigu:1rd:111te il riordi– namento dei Collea;i di ;\laria e di un terzo decreto 29 giugno 1883, col quale i detti istituii veniv:mo avocali alla dipendenza del ilinistero della P. I. Que:.t'ultimo decreto precedeva ad una riformn, che oggi ancora dopo , 5 anni si aspetta, quantunque nuovamente nel 1889 una relazione fatta al Ministero dal capo divisione Carlo Gioda (1) di quella riformi constalasse 13 necessità e l'urgenza. quattro educande per non mettere in con• tatto le signorine con le popolane, violando p:itentemente e la lf'gge scritta e la legge morale, che vogliono accomunati, in una se– rena fratellanza negli stessi banchi scolastièi i figli del po,· e.ro e del ricco, in :1ugurale pegno di future benefiche tolleranze cli vera e duratura c1villb. Oggi questa morale !,i'gno,i/e non fa che fomenrnre le distinzioni di classe, creando delle donne superbe da una parte e delle donne invidiose dsill'nltra; superbe e frivole pupattole le fortunate che credonsi c.uperiori alle altre ed invidiose quelle po,·erc fanciulle ignare del loro diriuo, che credono certi benefizi conlesi alla loro classe e privilegio delle classi dirigenti. Da informazioni che datano dJI I Q04 mi A creare quesia p:migi:tna interprelazione è risult:110 che nella provincia di Firenze i delle leggi hanno concorso per vero dire Conserva1ùri possedevano in quell'anno un tutte le auloriià chiam:ue 3 "igilare questi p:Hrimonio di circa L. 6,500,000 ed avevano istituii, dal Governo ai Consigli Provinciali una rendita di I.. 28 r,ooo con I:, quale prov- scolastici, le quali h:rn110 lasci.:110 alle Direl- \'edevuno alla educazione di 320 b.1111hine ro11 trici J:i più ampia libertà di ~bizz.arrire le 162 i11!,eg11011ti, e 66. oh/alt. loro immaginose fantasie in dispendi per E nella µrovinda di Siena in quell'anno festeggiamenti e decorosità inutili. stesso, i selle Conservatòri che vi esistono È per quest'andazzo che, almeno nel pas- (Sie11:1,t\lontepulci:1110, Colle, Chiusi, Pienza, sato, le rendite di questi istituti hanno subito Montalcino e S. Gimignano) possedevano un delle forti diminuzioni, esempio il Conserva- patrimonio di L. 3, 1 65,135 ed una rendita tòrio di Montepulciano, che nel t 868 aveva di L. 28s 1 567,51 colla quale si provvedeva una rendita di L. 253001 e nel 1 go 2 J'nve,·a alla educazione di sole 145 bambine con 82 ridotta a L. r8 3 o 3 . Basti dire che quel in~gnanti e 22 oblate. Le educande paga- Consen·atòrio in una cena epoca ha avuto vano una retta. di I. iOO (Siena) 400 (Mon- 63 persone a mensa, delle quali 20 soltanto tepulciano e Colle); 360 (S. Gimignano) i educande; 29 fra maestre ed inservienti e 14 300 (Chiusi e Pieuza) ; 2 50 (Montalcino) ; e fra ex oblate e converse. cost:ivano, ciascuna educanda, in più delle Ali' impoverimento di questi istituti hanno, ,·elle, alle respetti,•e amministrazioni L. 1025.51 in non piccola parte, contribuito )e spese di a Siena i 3•P,35 a Montepulciano, 350,59 a lusso e quelle per il servi1.io religioso. In- Chiusi; 1207 1 2.0 a Colle; 508,62 a Pienza; f.ltti, per un antiquato senso di dignità so- 290,24 a Montalcino i 609,44 a S. Gimi- ciale, ivi si !<pende in rinfreschi, passeggiate gnano. costose, arredamenti, decorazioni e (e giran- Sono questi istituti - oggi in completa dole» delle somme rilevanti e per il culto, decadenza - che dovrebbero concorrere alla nei consen•at6ri della sola provincia di Siena, fondazione di scuole professionali femminili fra confessori, cn1echisti, di1e1tori spirituali, coi loro ingenti capitali nel senso di rifor- ufficianti, messe e servizi diversi la bella mnre il loro ordinamento se non :tlla lettera somma di J.. 7 s 77 ,6o e cioè L. 54 ,32 per (e ciò per le progredite condizioni della educanda. scien1n didattica) allo spirito ordinatore e E fin che ,,i durerà il sistema convi11uale, democratico del loro principale fondatore saremo sempre a questi ferri I Pietro Leopoldo. Il quale_._in uua... no d~=--- 28 Marzo 1785 (2) all'ari. 5 deliberava e do– vranno i Conservalòri procurare di rendersi utj\i al pubblico> ed all'ari. 7 e E dovranno dove le circoslnme lo permettano, prestarsi ad una scuola graluila per le portrt ragazze del p,,e!,e nelle quali <'ltre.... il leggere, lo scrivere e l'abb:ico siano loro insegnati gra· l11il,1mt111e i la,·ori donneschi, specialmente pii1 usuali di cncito 1 cali.a et.'c. ecc. ». * E nella relazione del 6 ollobre 1867 sul decreto che appro\·a il regolamento pei Con– servatòri, si parla di un:1 educazione da darsi alle fanciulle « che divenendo poi madri di fa. miglia potessero dare speci:dissime cure alla istruzione elci propri tigli ». Oggi però d11i Conservatòri femminili lo spirito democratico tendente a rendere largo e generale il benefizio dcli' istruzione gra• 1uita 1 è totalmente s.-:omparso e la sle.>sa por• 1a1a eJ estensione giuridica della noia leo• poldina è stata totalmente negleua, si da trasforma.-e questi istiluli pubblici con capitali p11bh/1ci in \ cri istituti prir,,ti, organizzati a be– nefizio di pothi e con una spuialt' pe,lagogia di classe, destinata a sca\'are maggiormente la fossa che di,,ide oggi le classi sociali in classi privilep.iate ed in classi neglette. ( 3) In questi Conservatòri si sperperano in un lusso infrenato le magggiori risorse, si cerca di tenere lontane dai conlalli colle fanciulle del popolo le educande, vi ,;i fa l'apologia dell:1 vita monastica ; s1 creano, ove vigono le scuole esterne elementari, dei dispendiosi corsi elementari inlerui per tre o (1) / rolle,ri rom·illi di edura:io"r /t111111i11ile i11I/olia, Roma, Tip. Botta. (2) Repulotio dr/ dirillojh,lrio losrn110. Tom. I, pag. 88. (3) :'\ei regolamenti (Siena e Montalcino) è detto che lo ,copo dcli' (<;tituto è la educazione • delle fanciulle ili rii•ile ro11di::io11r e di 0fl0ra/e /amig-lirfl e con l'ordinamento elci •moi studi e'iso tende (Siena) prinripnlme11/c a dare alle sue alunne quella i~trn1..ione ed educaiione che pos– sono richieder,i per le fanciulle anche npparlt– ,unli alle rlnui sodali pi11 rlr.•a/c/ •· Riassuntivamente mi son fin qui limitalo all'esame delle cifre e dei bilanci; esaminia– mone il programma anche dal lato ped11gogico e sociale. Come si provvede alla educa1.ione delle fanciulle in quasi tutti questi istituti? li personale insegnante, anche se intelli– gente, diventa presto uno strumento dei for• malismi monastici ivi spiritualmente soprav– viventi allo scioglimento delle corporazioni religiose ed è spessissimo suggestionalo dalle arti dei confessori o catechisti, i quali senza parere e con irresistibile untuosi1à 1 riescono ad imp:tdronirsi deg\l istituti e ad improntare gl' insegnamenti ed i programmi alla loro pedagogia. Ne deriva un perniciosissimo pcrvertimen• to del la morale umar,a con tutte le sue an• tisociali conseguenz(". Alla concezione di una vita aperta alle sensazioni larghe della ve– rità, alla naturale festività e letizia delle giovinette, viene a sosliluirsi una antiquata imposizione precetti~tica, un bigottismo chiu– so, una scuola di depressione dalla quale derivano poi abitudini di ipocrisia e di fai• sità. Il monachismo, :1u1omaticaroente si per• petua in questa atmosfera chiusa ed i rego– lal\)enti lo provano. Essi sono di data discretamente remota ( 1) e contengono disposizioni minute sulle pra– tiche religiose da osservarsi. (2) (1) Quelli di: Chiusi è del 1868; rilontepul. ci:rno e l\lontalcino elci 1893; Colle del 1879; Siena e S. Gimignano ciel 18g3; Pien:rn del 1897. (2) Citiamo alcuni articoli di \·ari regolamenti, che non ci co:·sta siano stati per anco aboliti. Gli articoli 58, 59 del regolamento di Montl'\I• cino impongono la udizione della mes<,a tuui i giorni fosthi, la confe!>'iione due volte l'anno e le preghiere quotidiane. L",rt. -z f 30 Titolo IV di que-llo di Chim,i, fra gli oggetti di corredo delle co1witLrici, 1>one i seguenti libri : l '/licio della 1'/adon11a, ((ffitio della .<;e1tima11n Sa11/a e la Via del Paradiso. Lo ,tesw Regolamento dispone : e Debbono

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