La Voce - anno II - n. 8 - 3 febbraio 1910

256 LA VOCE per gli studi teologici; la liturgia calvinista basta ;1lla onesta prolificilà dei cont,1dini in era penetrata nelle Valli: i pochi inni corni i un paese che non h:t ricchezte di prodotti; belli del culto Valdese rivelano subito la loro essi sono incapaci di industrializzare quella parentela spirituale colla Riforma Calvinista e poca produzione che hanno e l:rnciarla sul sono comuni alle Chiese Riformai~ di Francia. mercato delle menzogne commerciali j hanno 1· Inghilterra poi, tanto tenera per l'evan- una vera vocazione pet le nobili arti del- gelizzazione degli i1aliani, largheggiava di ca- l'agricohura che li rende cliffiJenti e nemici pit:11i1 di aiuti e di propositi di espansione. del lavoro nelle fabbriche sollo il polso fer• Erano st:mchi ormai: una razza. dissanguata reo dei p:1droni tedeschi. Non rimane che dalle persecuzioni; la rassegnazione e l:t spe· partire; i padri hanno loro suggellato nel rama si coloravano delle loro luci pili seduttrici sangue questa sete di nuove sedi: l'America, dopo tanio anfanare di ribellioni; periti i mi- l'Africa; do\•unque, questo piccolo Israele gliori nella lotta; quanta progenie di traditori pare destimuo come il suo grande fratello a e di apostati rimasta a cogliere in pace i frutti errare senza posa. della pace nelle case ricostrui1e! E qui sopratutto si palesa la manchevo- Que-gli inglesi furono cosl generosi I Inse- lezza di quella borghesia dirigente che si è gnarono loro a lt:ggere, a fare le case, le elevata sulla popolazione rurale e si è sparsa scuole, tutto. Erano, in fondo, dei poveri mon• in buona parte per l'Italia; essa costituisce lanari, pastori e contadini, cui aveva balenato la classe sociale piì.1alta tra i Valdesi ed anche una grande luce e l'avevano inseguila per la la meno simpatie&; non c'è qua'lche segn~ terra cieli' esilio col cuore formo e lo spirito di tradimento in qm:sla classe che è giunta chiuso. Crebbero, progredirono; malgrado la alle lauree, alla placida vila di consumo degli loro nessuna allitudine per I' industria, alcuni slipendiati e non ha avuto nè abbastanza col!' ones1à e colla parsimonb arricchirono intelligenza per comprendere che l'avvenire nelle industrie, altri vendettero le terre avute dei Valdesi, se un avvenire poteva esserci dagli avi: si lasciarono levar cli sotto, per per loro, era Il nelle valli, nè abbastanza una miseria, quelle poche industde estrattive energia per impadronirsi dei mezzi di pro- dai tedeschi a\•ventatisi sul paese ricco d'acque, duzione, di quelle poche fon.e naturali, e migrarono nelle città popolose e i corridoi sfruttarle in solidarietà col suo popolo in- delle università sonarono del loro passo pe· formandole a quegli ideali che pure potreb- sante; alcuni giunsero ali' agiatezza per al• bero avere cosl larga e bella efficacia sociale? leanze matrimoniali con fanciulle svizzere o Meno collette e meno inglesi e un più allo inglesi: ci fu un momento in cui un Pastore senso civile! Invece, nel loro unico coUegio valdese poteva aspirare alla mano delle ere- elettorale non hanno saputo che eleggere e ditiere. Ebbero casa aperta in Inghilterra, in mantenere un ricco signore, ignaro delle Svizzera, in Germania e si videro trascinare questioni vitali che travagliano il suo paese, la loro musoneria pei salotti e battere la gran- . il quale non ha portato al Parlamento ita- cassa al passato: quelle biondine ci stavano. liano neppure l'eco di quella tendenza spiri- Tornarono nelle Valli coll'harmonium e col tuale che è la caratteristica dei Valdesi. Ahimè thè delle cinque. Cominciò poi la moda delle che non c'è peggior comodone del \'illano nurses valdesi nelle case signorili: queste ra- arricchilo I gazze tarchiate, ro11ealla fatica, silenziose e Intanto l'industrialismo ha im·aso le valli: fedeli, che non facevano all'amore. Parth•ano dove le acque chiare cantavano tra i sassi con poca biancheria in un b:nile, la Bibbia e i del greto sono state derivate le fiumane fonde, Cantici 1 accompagnate da molte preghiere e e il fragore del ritrecine ha stupito i salci tornavano d'oltremare con 1utto il loro gua- rossicci delle ripe; la popolazione cattolica dagno gelosamente messo da parte, qualche maschile e femminile valida al la\'oro, è libro, q11alche fotografia e gli spogli della stata ingoiata dagli opifici stridenti e cogli padrona i a\'e vano a >ena sfioralo la vita dei avveniticci e forestieri richiamati dalla possi- ---:::------"'-g'--ra"n-',-d ... , --cec.. n.c.tr. .;i.,...Sii'a"ih':-te'-'-:'g,.,li -'-,;;.ca..,;.;in:;;1 c co"'n .., ..u"-n,,;., .: ;:., _;u:.:n::.a --= ~,ccia-ctnJ'VtJ'ru-t~.n-u?TprOSt I tuITone e- di quelle vecchie case valdesi tutta nera meno l'alcoolismo. una grande striscia d'oro: una parete di p,m- La fisonomia sociale delle valli è in pochi nocchie di granturco, tesa sulla veranda di anni profondamente mutata, rendendo pili legno; l'uscio è aperto sulla cucina spaziosa; e\'idente il contrasto col vivere patriarcale camminate con riguardo sul pavimento di del buon tempo antico; non pochi Valdesi legno, c'è stato passato il ranno caldo sia- sono rimasti presi nel 'ingranaggio brutale e mani; e non badate a quella pentola che sfri- hanno trascurato i campi, attirati da quella gola sul potager di ghisa; ecco la padrona di superstizione economica della gente di cam- casa, rimasta zitella, malgrado tanto lavoro e pagna per cui il denaro è il solo segno del tanta saggezza, vi v:ene incontro un po' goffa, valore. ma in abiti cittadini, (addio c:rndida cuffia Il clericalismo che ha sempre visto con di un tempo!) e vi invita a prendere il 1hè occhio torvo quelle poche valli franche del secondo la moda scozzese nel suo angolo pre- suo giogo, ha !-teso le sue ugne rapaci e si diletto ove ci sono dei libri in varie lingue, è insinuato coi capitali nelle terre V;ildesi; allineati sulla tavola, dei passi biblici illustrati l'emigrazione gli ha dato buon gioco j anche da stampe a colori, dei ninnoli provenienti la solidarietà spirituale ira la classe rurale e la da lontani bazar di beneficenza; non si parla borghesia Valdesese si è venula affievolendo; i che delle Unioni delle Giovani Cristiane e pastori, che vengono a rare gli studi a Firenze, l'ombra del generale Becwith in costume otto• hanno piil il carallere di runzionari che di con· cento che sorveglia dalla parele, sorride di siglieri, i matrimoni i misti spesseggiano. ~la dal compiacenza. buon ceppo antico sonoscoppiate nuove gemme Non l'avreste riconosciuta la padrona di e nuovi virgulti schietti. Dai vertici delle casa ieri sera quando rincasò in zoccoli, in- Alpi che si immergono nel cielo in\'iolato cespic:lndo nei passi del sentiero, curva sotto alle pamp11s terminate, alle rive vergini dei una gerla colma di mele e sostò sbutfando e fiumi gonfi dell"UruguJy ! Il passo è stato appoggiò al muro della corte il corpo rotto arduo e duro, m:i. salutare. Le incertezze, le dalla fatica. C'è oggi in molte famiglie val• diflicolu., i pericoli dei luoghi ignoti coi loro <lesi qucs13 vita mista di ocl.'.:upazioni agri- pericoli misteriosi e terrihili li hanno di nuovo cole e di abitudini borghesi con uno zinzino stretti gli uni agli altri come nel passato. di aspir,1zioni intellettuali. La stampa e la Ri- Quale forza questo isolamento in un P3ese forma sono sorelle; la lettura dt:lla Bibbia nei sconosciuto, sotto un cielo nuovo! Le loro culti familiari, è una aniic:1 abitudine \·aldese anime sono tornate alla freschezza dei tempi e alla dimestichezza coli' alfabeto li hanno andati: hanno genato i ponti, costrnito i abituati, d'altronde, anche le loro scuole quar- ranchos e poi le case di materiali, le scuole tierali fondate sulla conoscenza delle lettere e le chiese, insieme sempre. La fede è tor- e dei suoni unicamente i han1oo consacrato nata semplice e pura nei cuori dei loro pa· maestri ed hanno su,;;1oidiatotutti quellì che stori che a\·evano letto Bauer e Delllzsch. La fossero capaci di insegnare semplicemente a colonia si è estesa, ha prosperato: il paese non leggere nella lunga stagione invernale; cosi pone argine alla prolificità; erano 800 nel l'analfobe1ismo è scomparso dalle Valli. 1869, sono ohre 7000 oggi e accennano ad ita accanto alla emigrazione temporanea estendersi e ad aumentare. Ilanno voluto che e parziale di nurses 1 di sen'e e di operai la loro chies:i. fosse considerata per circoscri- ve n 1 è una ben più importante. Si tratta zione ecclesiastica come un di~tretto della della popolazione agricola, che è il nerbo Chiesa \ 0 aldese; nel paese dove il cozzo delle del piccolo popolo ,·aldese. La lerra non razze dherse e degli interessi agita tante Bibloteca Gino Bianco discordie civili e tante guerre inte~tine 1 c;ono stati un esempio mirabile di fra1emi1à e di operosa concordia: anche le autorità Jel luogo si sono mosse ad aiutarli in ricompensa delle non poche opere di pubblica utili!:\ condotte a termine dalla loro spinla \'igorosa e ne hanno dato segno facendo nlevare a proprie spese i piani topografici degli stabilimenti \'aldesi nell'U1uguay per l'Esposizione di Milano. Quale fortuna per il nostro paese se queste colonie di gente che sa fare da sè, dedotte e guidate con tanto criterio e con tan1a abnegazione si fossero indirizzate all'I– talia incolt.1 e ignorala! N'on avevano neanche bisogno i \'aldesi che si insegnasse loro la \ia dcli' 11.i.liaileridionale. Nelle valli invece e rimasto il clericalismo. A quel nucleo dot– trinale immutato nelle confessioni di fede è venuto rneno il consentimento delle co– scienze, la adesione profonda degli spiriti, la mèsse delle opere di sacrifìcio. I valdesi non si sono rinnO\'ati: anche le monete spirituali più preziose si logorano e si depreuano coll'uso; quel mo\•imento di affrancazione spirituale che li affermò come popolo, concluse anche il ciclo della loro vita superiore. Quel l'amore di!!interessalo per le cose dello spirito che è uno dei frulli più puri della religiosità si è urtato con delle intelligc111e ta:·de e chiuse i sono rimasti una collelli\'ilà storica interessante, non un foco– lare di vita spirituale ardente in mezzo al la beffarda incredulità di questi tempi. Nel con– flitlo tumultuoso di aspirazioni, di negazioni e di speranze che è la vicenda tormentosa dell'animo moderno, non hanno portato nes– suna parola. H,111110 terrore degli ardimenli delle anime dubbiose che cercano la loro via attraverso il fuoco. Si conlenlano di ri– masticare il passato, mentre è posla la scure alla radice degli alberi. Hanno fatto getto del loro avvenire accetlando la missione di evangeliizare l' It:ilia in correspettivo dei molti aiuti stranieri. Perdoniamoli in grazia della sa.nit:\ morale delle loro famiglie ove forse sono gettati i semi della riscossa. Non è il loro sinòdo 1 questa mascherata autun– nale di uomini vestiti di nero, che rappre– senta le loro energie migliori. Questa gente semplice e dura mantiene ahissimo il sentimento della famiglia fondata sulla piena corrispondenza di sentimenti Ira• i genitori ed i figli: la vita che i giovani imparano a conoscere è seria, vuole che si economizzino le forze e che si assaggi presto il morso del dolore, vuole che si impari per tempo la sublime follia del sacrificio. Le pareli sono un po' anguste, lo so; e le finestre piccole e scardinate; ma, se le tocchi appena, un cic:lo senza fine entrerà in le con tulle le sue ombre, con tutte le sue luci. « Gitta il tuo pane sopra le acque e tu lo ritroverai molto tempo appresso». Piero J ahier. Riforme sulla carta. I. Di proposito 11011 abbiamo parlato sinora della rel:1zione della Commissione Reale per la rifornrn della Scuola Media, presentala dopo una lunga serie di indugi, di rinvii, cli pentirneuti e :li rifaci– menti, e finalmente pubblicata ai primi dello scorso novembre, do1>o il Congresso fiorentino degli lnse– gnan1i. S1 lrntta di una vasta congerie di materiali, difltcilmente v.tlutabili con un:i semplice scorsa alle parecchie ct>ntinaia di pagine nelle quali sono stratificati. Occorreva prima di tulio leggersi il volume, con pnzienza ed amore ; occorreva fra le mohe parti di disugualissimo valore fermare l'at- 1enzione su quelle che veramente fosscr signifi– cative dal punto di vista etico-1>olitico, faceuc\o forza n sè stesso, per distogliere l'auimo eia molte aumenti questioni rna solo, come si dice nel gergo dei giuristi, e eleganti > e dunque 11011 vitali 1>er la scuola e per la cultura. Questo hworio non !'òi 1>otevacompiere nello s1>iritodel lettore in poco tempo; perciò mi repugnava di mescolarmi :,Ila plebe dei giornalisti che sfoderarono :1ppcna ap• pena :11>pars.1 la ponderosa relazione cinque o sei colonne di resoconto-soffielto, nè ag·\i impulsivi colleghi de La èoneule che, trascurando questioni vitali, e seuza dare il documento del loro esame coscienzioso e totale comunicando al lettore quel c;1lore tli persuasione che può derivar soltanto da mrn energic::1rifl~ssione, s' impuntano a un sol problema, e pas~ano gi:\ ~Ila polemica contro CO• loro che ,!alla Co1111nissioncdissentono e con m.1gg10r Kioia prec-isamente contro me e il grup1>o dei ("011ibatte111i per la sr-uola, del quale 1>crforza di cose io sono una delle voci, didam cor.i, uffi– ciali, dopo il con~resso di Firenu. Ma ora che il fituzio pruno in1eress;u11e11to è pass:ito; orn che 1111 nuovo ministero p~r si di– s1>onga a tener conto, co11 cp1alche milioue cli spesa, clelle esigenze espresse da 1anti educatori; ora c-he gl' in<.egn:111tidella federazione (Il solo orga.no vivo<lelfapolitirn sc0Ja5tic::1 italiantt), stanno sitenzios;1mentc ma infaticabilmente preptHandosi a un nuovo ("Ongres1oo nel quale si proporranno problemi 1,il1 co11c-rcti e preci<.idi riordinamento scolaslico; è 01l1>ortunoi11t1at1e11ersi di nuovo sul documento <ldl11Cor111nis<;ioue Reale, per indicare il bene e il male che \'i si contiene, i vnnrnggi e i pericoli che dedvebbero dall'a1111azio11c delle proposte ;dia cultura e alla vita morale del paese. * Dobbiamo incominciare .... dal male. È pii1 ur- gente. Chi ignaro dc:lle vicende tlella Commi'iSione Reale e dell'ordine cd estensione dei suoi la\'ori, si proponesse, prima di aprire il volume, il que– sito e che <'Osa conterrà mai ? > risponderebbe certo a sè ste.,so: - poichè il materiale primo (gli scolari) lo fornisce alla scuola secondaria la elementare e popolare; e poichè il pii'.1 disgraziato degl' is1il11lis~con,farii è la Scuola Normale, un capi1olo fo111h11ne11tale riguarderà certo la prepa– razione ,lei ma,stri. Or la Commissione, che pure tratta della rifor– ma degli is1it11tiprofessionali dipendènti dal mi– nistero di A. J. C., e afferma la sua competenza a parlare di riforma degli studi più propriamente J>opolari, e addirinura propoue l'avanzamento dei maestri i:il grado di ill';egnanti di scuole popolari superiori (le attuali tecniche): sulla Scuol;t Nor– male non ha una parola da dire, e sulfa riforma della carriera del maestro tace in moclo mirabile. Era uno dei problemi pill scottanti. Per dire qualche cosa cli vero bisognava proclamare il fal– limento morale dei pubblici enti nel loro uffi– cio educativo; grhfar alto che l'organiuazione af– faristica e c:uuorristica di lune le amministnuioni, dal pili piccolo comune .11pili gnmde ministero, e di tutte le assemblee cleliheranti dal pilÌ sparuto consiglio comunale. al parlamento .... 11R1.ionale; avevano impedito cost:1111eme11te il riscntto morale del Meuogiorno, di quel Mezzoi,:iorno che è co-, stil11ito dai QU'lllro quinti delle terre d'Italia, al sud o al nord di Roma ; rivelare che all'ufficio di maestro si erano as!lunti uomini per la più gran parte senza vigore di iniziativa, di meschina men– talità, scettici, già esauriti ali' inizio del loro ufficio: che ai buoni s'era tolta ogni fede nffamandoli, ai cattivi dato nrdire premiando i loro intrighi am– ministrativi e politici e chiudendo gli occhi su tutte le loro mancanze; che ;:1lle scuole i,.i erano assegnate tulle le stalle e i sottoscala clic:ponibili nella penisola; e che era tempo alla fine che l'Italia pone'!Se mente al dovere che le derivava dalla massima de 1 1esue verj?'ogne. E bisog-nava inoiere, affrontando l:tgrande que– stione della lnicità dell:l scuola. moslrare tutto il vuoto ddle declamazioni massoniche, e far coin– cidere l'-'zione laica proprio e solo in quella ri• forma degli uomini, i maestri. e delle condizioni di vita loro e della scuoi,.. Evidentemente non era faccenda da Commis• sione Re; i.le, per quanlo composta eia eminenti persone. Questi sono argomenti da S0\'\'ersivi e da idealisti-1>erditempo. * Lasciamo dunque da parte queslo cd altri punti non trattati dalla Commissione e veniamo a quelli sui qnali lrn preferito :1/faticarsi. I.' ho detto ~ifl.: bisogna scegliere. E alla mia riHes<;ionee nl mio desiderio prima si prcsenla fra lutle 1ft q11e.,1ioncciel rr"ortli11ame11/o dr,rli uf– fici dfrellivi della scuola media (t). Sento che qut:sla p;ute della relazione è uscita tutta da una st~ssa mano e da m:mo a~sai esperta; è sobri~, compatt:1, !'ICriltacon energia polemica: ciò che non si può dire di tullo il \'Olnme. l\la con la lotle deve amh1r subito unito 1111 giusto e severo hiasimo: perchè la Commissione, che ha fatto l'esame piN spidalo del proi;:etto poi legge Rava sul\' i~peuornto delle scuole medie non ha fatto sentire la sua voce. 1>er impedire che quel delitto didattico e politico si perpetrasse? Non senti la Commissione lo sdegno <li essere stata cosi disinvol!amente sai/ala dal Ministro? E che ci stava dunque a fare? Se fu interpclh\la dal Rava perchè non pubblicò in tempo utile questa parte delle sue conclusioni, contenente le critiche a\ sbtema H::tva, venendo in aiuto a noi che con onesta coscienza di edu•

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