La Voce - anno II - n. 2 - 23 dicembre 1909

230 LA VOCE e * Allorchè si dice • In sua filosofia », « la mia filosofia • ci si ricorda sempre delle parole del Na/Juw: « A chi ap1>artiene Dio? che sorta mai di Dio è questa, che appartiene a un uomo? • * Ognuno ha ritrovato negli :mtichi quel che gli occorreva o desider:wn: e preferibilmente se stesso. * Voi domançlate sempre m1ovi pensieri. Orsll. fate c1unlche cosn di nuovo, che ci sia da dir soprn q11nlche cosa di nuovo ! * Filosofi si può soltanto divenire. Apyena si crede di e~serlo, si finisce di diventarlo. * Le note a una poesia sono còme 11!:zionidi :rnatomin sopra un arrosto. * Pnrecchi molti di spirito sono come l' impro\·- "iso ri\'edersi cli due pensieri :unici dopo una lungi\ separa7.ione. * Se molti dilettanti mistici dell'.irte che repu– tano OE=-ni critica una notomin, e OJ,!"ninotomi::i una distruzione del piacere, pensassero logica– mente : allora il « per Bacco! » sarebbe il mi– glior giudizio d'arte sopm la piil meritevole opera. E difatti vi sono critici che 11011 dicono nulla di più : soltanto piil diffusamente. * Un critico è un lettore che rumina. E dovreb– be dunque aver più d'uno stomaco. * Uno scritto, per raggiungere la classicità, non deve mai 1>oter esser compreso ap1>ieno. :'\la co• loro che son colti e si educano devon polen•i imparar sempre di più. Tr. G. Pr. dagli /11,ge11dschrifte,1, 1882 e dalle Orie/e "" A. IV. Schlege/ 1890. CESARELOMBROSO lii. Se alla difosa sociale contro i criminali prov– vedono lino a un certo segno le guardie e i carabinieri, chi dirende la Società da le smisu– rnte pretensioni della Nuova Scuola, dai pomi non di rado insipidi, ma non sempre inno– centi del nuovo albero della scienza del bene e del male, dal 11ov1m1organum della rinnovata giustizia umana? Non prendete troppo in burla la mia angosciosa interrogazione, come una qualsiasi figura retorica di cauivo gusto. Non ~cherz,ne troppo col fuoco e ponete mente a questo che io vi dico. Dacchè segnatamente un ministro, grande freniatra tra i deputati e grande politico fra i direttori di manicomio, pose le basi di una riconciliazione dell'antropologia cri– minale con le Istituzioni, le azioni dell'antropo– logia criminale (un decennio fa dispetta e scura e forse perseguitata) sono molto rialzate nella Borsa dell'opinione pubblica. I buoni bor~hesi (dei proletari non parlo, i quali leggono quoti– dianamente nei giornali del partito come qual– mente la scienza dell' « Uomo delin4uente » sia l'appendice del « Capitale • e il sostituto dei dogmi tramontati) i buoni borghesi, che han visto i grandi poteri dello Stato porgere la mano carezzevole a la scie11zarivolu::io11aria, non s'at– tentano più che tanto a ridere delle mirabili significazioni di una asimmetria facciale o di un orecchio ad ansa. Intanto lo str~pito dei vessil– liferi, ai quali pare non sia ignota l'arte inse– gnata dal ricordo di Guicciardini « afferma quello che tu ,•uoi che si creda; perchè, ancora che in contrario siano molti riscontri e quasi cer– tezza lo affermare o negare gagliardamente mette spesso a partito il cervello di chi ti ode», accompagnato da le accuse di miso11ei.s1110 e cli ignoranza, francamente distribuite a chi si at– tenti dubitare, giunge di .cOntinuo alle orecchie non an~iformi, ma credule ciel buon borghese, come una intimidazione, che sbigottendolo lo scuote, lo impressiona e lo persuade. E allora la galleria della /'{uova Sc11ol,1, che col suo chicchirichi ha chiamato fuori il sole della verace giustizia, si disfrena arditamente a cantare la propria gloria e a svegliare dal sonno il gran falegname della Minerva, che si alzi e scenda giù in bottega con la pialla il triangolo e la sega a costruir nuove cattedre ufficiali di antro– pologia criminale, a spese, s'intende, di Panta– lone e da aggiungersi a quelle già esistenti: la maggior parte, credo, corsi liberi fin ora, o libere i~tituzioni di sindaci in libere università. La potenza dell'antro1>0logia criminale è dun– que in fase esp:msiva; ed io (basta che non vi s.1.ltiin mente di aggiungere alle leghe contro l'alcoolismo, la tubercolosi, il cancro e il creti– nismo anche una lega contro la .NunM Scien:a) vi dico: badate cbe bisogna difendersi. Ma come? Non :.ivete mai sentito dire di certi responsi di <1ualchc antropologo famoso, il quale, al buon giornalista intCr\'iStatore Cilndido e attonito come un bue cl:n-anti a t:inta chiaro-lungiveggenza del!' illustre conoscitor delle peccata altrui, as• sicurava che basta g1rnrdare con occhio eserci– tato nella faccia il tale o tal altro imputato per riconoscerci subito la degenerazione, la libidine, il delitto ecc. ecc. Avete letto si o no proprio di questi giorni i resoconti della prolusione di Ferri, do,,e il gran douore assicura che la Steinheil « è certamente una nevro1ica, tm'iste– rica • e che • può essere affermato con poca tema di errare che il delitto fu ordito da una donna e forse dalla Steinheil stessa •? E, se pensate che una volta o l'altra, in questa seka civile, può capitare anche a voi come a tanti innocenti di essere sciaguratamente ravvolti in una rete di inditii e 1 di sospetti, lai·orata ~on tutta cura dalla leggerezza, per non dir altr°{ di qualche istruttore e dall'amore alla giustizi, di nemici o di giornalisti delinquenti, non vi 'fien paura della vanità di una piccola Scienza ta quale è capace di venir fuori, fondandosi su qualche possibile deformità. del vostro corpo, ad assicurare il prossimo « con poca tema di errare » che, se non di fatto, almeno in potenza voi dovete pur essere un criminale? E già Lom– broso, tra i precedenti storici « delle applica– zioni praticlle delle nostre teorie •• cita quC!sto editto medioevale: Net ca.ro di sospelio s~ra /'11110 o l'altro dei due individ1'i si appticAf l(l, tort1'ra al più de/on111. Anche, egli ricor~-che,( « nel Darma-Sastra si raccomanda ai Oui"- di non sposare donne coi capelli o cogli occhi rossi, poco o molto pelose, o con un membro di più•· Che lo sposare una donna con un membro di più costituisca un caso per lo meno imbarazzante, può esser vero: ma mettetevi un po' ne' panni di una giovane donna che abbia comune con la moglie di Pietro di Vinciolo lo splendido dono naturale di una capelhttura fulva, e mi saprete dire se le applicazioni della N1lfwa Scie11::a non vi paiano contennende, direbbe Machiavelli, e dannose e odiose anche negli antecedenti storici. Nell'Archivio di Lombroso del 1902 si legge a pag. 527: « Orecchie ad 011.sa ,ui rassieri. Essendosi prese11lalo ad un co11corso come rassie,-e della Banca di i\lew-York 11110 co,i grandi oreccllie ad 0'1Sa, venne ,·ijiulato dal di– rei/ore, pere/tè diceva che 1111 uomo con orecchiì: ad a11sapm>essere sospetto. é:,rli si recò al/'lsli– luto chirurgico-cos111elico in cui si /abb,·ica110 delle bel/e::::earlijiciali, e' con u11'opera::io11epolè dimi11uire la deformifd de/l'orecchio ed essere acceflo i11 1111 'altra JJanca. Questo pro.1a come i poslulali de//'antropolo,ria c,·iminalc siano divenuti popolari •· Pur troppo gli errori della scienza, che essa a poco a poco rifiuta, vanno a cadere come verità nel patrimonio della credulità popo– lare. Ora fate che l'antropologia r:riminale di– venti ancor pili popolare, fate che essa vada al go\•erno - ciò che non par ph) tanto lontano - e che magari sostituisca nel 1° articolo dcHo statuto la religione dominante, e ditemi se non sembra anche a voi inquietante il pericolo di una scienza che può costringere un disgraziato in cerca d'impiego a tagliarsi per disperazione le orecchie. E non han paura certi scienziati che sia fatto a loro ciò che essi con le loro scoperte costringono gli altri a fore? ì\la il giorno - augurato da Lombroso - « in cui all:i rettorica vuota dei difensori si sup– plisse con un giudizio di specialisti tecnici, sop– primendo cosi il giuri che è un avanzo dell'an– tica barbarie • non sarebbe un giorno troppo rassicurante o più. rassicurante degli altri per la società umana. Se avete letta la tentata appli– cazione dell'antropologia criminale di cui si narra a pag. 6o6 voi. Ili dcli' Uomo deli11que11le, s.a– rete forse del mio parere. Un giudice, impres– sionato da testimoni che parlavan tuui di fiso– nomia sinistra di un imputato, e non estraneo agli studi di antropologia criminale, volle inter– rogare Lombroso, spedendogli tre fotografie, se Bibloteca Gino Bianco potesse 1>recisarne in forma scientific.1 il tipo e concludere sulle sue tendenze criminnli. • lo - scrisse Lombroso - dall'esame delle fotografie dedu'isi che vi erano orecchie ad ans;1, zigomi e mandibole voluminO'iC ccc .... rughe precoci e profonde, sguardo truce: però dichiarai che 11011 avrei potuto concludere sulla sua criminalità, senza conoscere i particol:ui della sua vita e de' suoi genitori e senza vedere se egli ;wesse delle anomalie nella mohilità, sensività ecc. Da una seconda informazione risultò che egli ap– partiene a un paese nomato \'alle cl' Inferno, famigerato per criminalit;\; che dc' suoi parenti un cugino mori pazzo, un avo apoplettico ccl uno zio è incendiario ed epilettico; e che egli, <1uan1unque non fosse mal formato, era dedito al giuoco sfrenatamente. Il curioso si è poi che, chiamato innanzi alle Assise mesi dopo a rifare la mia perizia, mentre non rinvenni più alcuni caratteri che erano npparenti nella fotografia, ho trovato invece stenocrotafia {fmnte ioo, zigomi 127), naso torto n:rso destra t-tt. •· Bre\e: « Ho dichiarato che se gl' indizi fisionomici erano minori di quanto io credeva, i biologici e gli psichici li complet:iv:lllo e davano un indizio potente della sua colpevolezza ; che la minore intensit:\ dei caratteri fisionomici si poteva spie• gare perchè egli era uno di <1uelli che noi chi:l– miamo ni d 0 orcasione ccc. » Insomma se non un criminale, egli era un cdmiualoide. Come vedete, le petizioni di principio e le antici– pazioni qui sfarfalleggiano amabilmente tra izigomi sporgenti, il naso torio e l'occhio più o meno tru– ce, intorno ad uno dei più paurosi problemi che opprimano la coscienza umana : il problema se un uomo, che si protesta innocente, sia o no l'autore di un delitto. • Certo - conchiude l'antropologo - ad ogni modo qui la biologia dava degli indizi, che, uniti a quelli dei non pochi testimoni, in un altro paese meno tenero dei rei avrebbe bastato per farlo condan11are. Egli fu assolto •· Per fortuna il buon senso pre– valse qui su la .Vuor.1aScie11::a. Il giorno in cui essa sia fatta arbitra e si riggiunga con tutto il resto della sua fallacia a le altre cause d'errore della giustizia umana, non c'è più scampo: nes• sun riparo vi può far la gente. Voi non sapete per esempio che mirabilità cl' induzioni possa ricavare la Nuova Sàen::a dal fatto che u·no si tinge i baffi; potete impararlo nella Rivista spe– rime11tale di /n11iatria nel 1902: il mio com– mento l'ho già fallo altrove e non lo ripeterò qui, come un discepolo lombrosiano che ript:ta in quattro o cinque giornali sempre le stesse cose dello stesso maestro. i\la "i assicuro che allorquando i giorni ruinano giù pel declivio dell'età mesta è pericoloso tingersi i baffi, se il destino ,,j faccia capitare tra i piedi il mal seme della falsa e/te accusò Ci11sepµ. Se son siete in• cappato nella rete di Afrodite, potete incappare nella rete del raziocinio psicologico-peritale e buscan'i la galera. Vero è che al dire di LI>ftll. broso l'antropologia criminale serve non soltanto a riconoscere il reo, ma anche a rivelare I' in– nocente. Le pro,,e non son troppo persuasive. Egli racconta che, esaminando una volta davanti alla scolaresca un condannato per grass.,zione alla galera in vita, si accorse dopo le solite mi– surazioni che era uno dei tipi pi1'1.normali che mai gli fosse capitato tra le mani. E disse : « Se non fosse stato conclnnnato in vita, questo rap– presenterebbe per me il vero tipo medio one– sto ». « E fu allora che con una tranquilla rea– zione quell'infelice disse: Ma io sono onesto e lo posso dimostrare ; e mise a mia disposi– zione numerosi documenti della sua perfettta onestà: dichiare (sic) di direttori cli bagni che lo hanno trovato un lavoratore modello; dichiare dei veri autori della grassazione, dei reclusi Fo– resta, Burzio che escludono davanti al pretore la sua correità ecc. • Cosi Lombroso a pag. 6og del voi. 11 t dcli' Uomo delinqttmle : il paragrafo porta per titolo ùmoa11/c ,-;velato: a me 1>areche non rh•eli altro se non la fede smisurata che egli aveva nelle sue misurazioni, e nelle proprie persuasioni, e nelle negative del condannato, e nelle diclliare dei rispettabili grassatori Foresta e 13uriio davanti al Pretore. Applicazioni meno utili, ma più innocenti, meno tragiche, ma pil) comiche ha a\luto la N1101,a. Scieu::a, voi avete capito che intendo ac• cennare a la cosidetta crifiai psicoaulropologica. applicata a la letteratura. Un giorno a Lombroso saltò in teSta di dimostrare che, prima che la N11ova Scien:a chiamasse fuori dal caos il sole del presente e dell'avvenire, non si poteva dire che il dramma e il romanzo avessero avuti veri tipi di pazzi o di criminali, per la solita ragione che prima si studiav:i il reato e la malattia, non il reo o il malato, e quindi nbn si potevano avere i caratteri vivi e veri che si hanno nelle opere di. Ibsen e cli Zola •· Tutta la. letteratura dram– . matica da Eschilo iu giù era letteratura di decla– ma::ione. Ed ecco il discepolo disfrenarsi a una caccia selvaggia, dar per mezzo a tutta la let– teratura, frugarne ogni cantone. e. mezzo scien– ziato e mezzo artista, meuo poliziotto e mezzo dottore acciuffare tutti i delinquenti e tastare il polso a tutti i J>aai dell'arte. • A noi poveri e oscuri studiosi - scrive,•a il signor Sighele - che andiamo nelle carceri o nei manicomi per sorprendere la psicologia cli quegli uomini cui natura ha fotto il tristo dono d' un animo per– verso, d'un caraltcre debole: o d'un cervello anormale, piace t:dvolta - quasi a rnsserenarci clall' ingrato lavoro - cercare nei poeti e nei romanzieri le figure di delinquenti che essi - non colla paziente precisione dello scicnzinto - ma colla felice intuizione dell'arti'ita hanno reso ed etern:Ho nelle opere loro •· Ah perché, a rasserenarsi dall'ingrato lavoro, non andavano essi piutto,;to a pigliare una boccata d'aria e un raggio di sole? A\·rebbcro guadagnato un tanto e ne sarebbero resultati tanti meno libretti e li– broni assai \'acui e,avrebbe dello Carducci,« assai pe5.lnli. asisai ignonmti, :t"l'!::tipernli:tnti, 3ssai pre– giudicanti al giudizio, al gusto ed alla verità •· Invece come i vecchi pil'ori ponevano scritte in bocca a le figure, eccoli lutti occupati ad attac– care delle etichette medico-diagnostiche ai per– sonag}!i delle tragedie e dei romanzi. C!le cos'è 01ello? Un delinquente per pa,sione. Macbeth? Un delinc1uentc nato. Si era finalmente scopertn la verità su Amleto. To' si tratta di un delin– quente pazzo. li momento culminrinte, natural– mente, fu quandO il di, 1 i110 Gabriele dovette comparire da,·anti alla psichiatria con tutto il popolo delle sue creature: uomini che si con– sumano una libbra di midollo spinale al giorno; donne vedove o separate dal marito che non perdono il tempo, il quale ahimè fugge cosi r.1,– pido; satiri, ninfomani, sadisti, mag-naccia, supe– ruomini che adorano l,1 lussuria, il sangue e le magnifiche stragi ad arma bianca. Il sig. Sighele doctor in utroque e in pazzeria visitava ad und aJ una queste creature, le ascoltava e le palpava, e serio scrio emette\'a le sue formule diagno– ~tiche. Gio\'anni Episcopo, quello dalle sbornie « è il tipo - oserei dire scientificamente per– fetto -• del 11evrasle11icomorale • sentenzia,·a l'alto dottorè. J lermil e l\lalatestino • sono delin– quenti nati, nO'tlhanno senso morale•· Per verità bisogna dire che la gente se n'era accorta anche prima che parl-,,sse « lt1 Scie11~a •· Per Giorgio Au– rispa il Sighelc accetta quasi la diagnosi del dot– tor Enrico Ferri: pa:zia abol'liva {certamente non estenSibile alla Ippolita che era sterile, ,sa,n rausae sterililalis su11l con quel che segue). In verità questi dottori mi sembrano un po' come quello della Mandragola: il Re di Francia ne dee far conto assai. « Il parricidio di Aligi po– trebbe definirsi dal punto di vista psichiatrico, il deliflo di un 111islico •, seguita a sentenziare il Sighele. Vedete: io quasi quasi preferisco la scuola classica, la quale direbbe invece buona– mente che: si tratta di un omicidio per legittima difesa. Che cosa c'entri il misticismo nel fatto che un uomo uccide per difendere la propria donna dalla violentazione di un bruto, veda lui il signor Sighele. Ah, in verità « e medici de' tempi nostri non sanno medicare altro che e mali ordinari - direbbe Guicciardini - e il pit\ che si distenda le scienze loro è insino a curare due terzane; ma come la infermità ha niente dello estraordinario medicano al buio e a caso •· Tutta queste e altre diagnosi molte si leggono nel libro Le/leralura tra.l{ica •: non dirò, come Carducci • vediamo di fargliene spacciare qual– che copia », perchè son sicuro che avrà avuta molta fortuna ; e si raccomanda molto a chi ab– bia, non solo metaforicamente-, la vista corta in grazia de' suoi caratteri giganteschi. Quando poi usci la J\lave con tutta la ciurma, la stessa Nuo11a St:ie11:a non si lasciò scappar I' occasione di te– stimo:aiare che « Gabriele D'Annunzio ha dise– gnato nelle scene cli questo primo atto tutto il tumulto d'una vita collettiva, con la precisione con cui il fisiologo segna sulla carta nelle linee oscillanti di un diagramma le emozioni del cuore umano »; e che era una « intuizione mirabile della psicologia della folla, di questa terribile incognita che dopo esser discesa negli abissi più profondi risale in un attimo alle più nobili al~ tezze »; e che • nulla è più simile: alla psico– logia della donna che In psicoloc;ria della folla •• ed altre molte declamazioni e parole, parole, parole ... Avvennero come già sapete, come sempre tra i dottori, dei curiosi dissensi, su i quali dò la parola a Rastignac: - • Dice il prof. Lombroso : Ibsen ha fatto negli Spettri il quadro più esatto della paralisi generale progressiva, frequente ap– punto, come nel suo eroe, in uomini di grande attività. mentale che abusarono dei piaceri o del lavoro intellettuale, sopratutto se hanno un fon– do ereditario. Come Oswaldo, cosl tutti gli altri personaggi del teatro di lbsen. Ciascuno di quei

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