La Voce - anno I - n. 34 - 5 agosto 1909

138 Uno storico dell'Italia medioevale. (GIOACCHINO VOLPE) Il proble111adelle origini e dello sviluppo del Comune medioev:tlc ha lungamente ap• pussionato storici, gimisti e cultori di scienze sociali. Di\'enne nel passato motivo di pole• miche, alimentale da sentimenti nazionali, considerandosi in contrapposizione alla scuola tedesca, la societ?t comunale, fiorita dopo il Mille, come il result:110 del risorgimento della gente l:uina 1 strc1ta auorno al ~lunici– pio romano; si parlò poi troppo frequen1e– mente di democrazia cittadina, di eguagliauza e di libertà popolare, ricercandosi nelle or– ganizz.aziooi artigiane e nel nucleo di popo– latil'DC indigena, dedita alla manifattura e :il commercio, i soli fattori dei nuo,•i organismi ; oppure ci si limitò a notare le date delle attesta1.ioni, che ci addilano per la prima volta q_ua e 13 il Comune e i primi accenni alle nuove magistrature ; o si considerò come causa prima IR Signoria vescovile, che in– vece non fu che un fatto concomitante note– vole e una forma esteriore, dietro la quale celavasi I' associaz.ione già formata. Così non si giungeva però a conoscere la natura pro• pria del Comune, come fatto sociale e giu– ridico , si sfiorava con le parole, ma non si penetrava il fenomeno di quel risorgimento di classi ; e i novi istituti non apparivano rampollanti dalle fone positive della società, che li creava, ma quasi enti astratti, dei quali sfuggiva la genesi. Tuttavia non mancò il lavoro di dissodamento, che prepara e fe~ conda i frutti futuri. Mentre in Germania si andava ricercando i principi vitali degli or• ganismi cittadini, attribuendo importanza o alla gilda (corpornione), o al consorzio di Yillaggio, o al mercato, si studiava il sorgere della libertà delle città renane e r E.ichhorn richiam,wa l'allen7.Ìone sul sistema curtense e sul diritto demaniale quali fattori del di• ritto urbano, in Italia si cercava di penetrare la vita interna dei grandi comuni, si dissep– pelliva un ricco m•teriale documentario e sulla ba~ di questo si tenta,•ano le prime costruiioni. Un ttiovane storico ha ora affrontato la complessa questione. Appoggiandosi su studi particolari, su una larga indagine delle fonti e specialmente dei documenti privati, che ci conservano l'impronta originale delle ge– nerazioni passate 1 Gioacchino Volpe ha trac– ciato arditamente e con gesto sicuro le linee gener:tli del grande e profondo rivolgimento, per il quale dal seno della socielà feudale nacque l'associazione comunale nella città e nel contado. 11 punto di partenza è l'analisi delle condi1.ioni sociali dell'età precedente al Comune: quindi la necessità di cognizioni pre– cise intorno :1llagrnnde proprietà del Medioevo, alle condii.ioni delle cla(SÌ rurali, all'organa• mento tconomico e amministrativo del lati– fondo laico ed ecclesiastico, agli isti1uti del diritto pubblico e privato. Tale conoscenza viene 1d essere agevolata cd arricchita dalle in– dagini, compiute in Germania e in Italia, dal- 1' lnama Sternegg ali' H:mmann, dal $olmi al Pi vano, che dànno vita e contorni precisi a ciò che prima ern staio formula vaga ed approssi• mativa. È dal procesw di disp:regazione del latifondo. sul quale è ff((iso il mondo feudale. è dal mutamento radicale delle condizioni della gnrnde proprietà e dai cambia.ti rapporti fra le classi sociali della c.1mpagna che - secondo il Yolpe - origina e trae alimento il moto associati \!O. Finchè l:1 proprie1a ter– riera si mantiene comp:1tt:1 nella sua organiz• t.azione curlms~ ( 1) 11011 si hr1 movimento alcuno di cb'-si; tutto è allivellato; dapper– tutto nolasi decentramento, po,·erlà di pro• duzione, confu(ione fra proprietà e so,·ranità, fra diritto pubblico e pri\'ato, fra laicato e cl11eric.1to : la società presenta un aspetto uniforme, senza d:tr segno di organizzazione. lt) 11 -.istema t·conomico C'Urten(e ri•;ull,1 d:ll- 1' unione Jlatrimoninlc t anuninio;trati\":l di p;UCf'• dii territori, dipendenti da un fondo e d;1 un Wificio dominante. C'('UUJ>O<iti d p."l.scoli.,·it,:"ne. bo<. c.hi, terre coht.• t.'d inrolle e 1>ron·isti di rntto dò che può bast:lrt> ad un 'unit:, economica. LA VOCE i\l:1 c1uando il latifondo comincia a scompa– gin.arsi, ad <.•:..s.erc ro~o nelle sue basi per il printo a,•anzar;U nel so1tos11olo dei servi \'erso la proprict:1, l.1 maggiore liber1:'1 e il ricono– scimento giuridico; per l'usurpazioni graduali e il m1glior:1mento di contraili da parte di li,•ellari; ptr il sorgere e l'affermarsi della piccola e media aristocr:izia feudale, S\'Oltasi e fiorente nei cns1elli 1 :ividri di sostirnir!-i nei diri11i del signore; per 111conquisi~ dell'ere– ditarieta e disponibilità dei foucli; allora si determina un differenziamento, l:t produttività cresce, 11 bisogno di terra e di guadagno, che coincide con una pii1 sviluppala eco.fo– mi:t di denaro, rende la società pm rnute,•ole 1 s1 formano nuovi ceti e la traiformazione si compie. li comune, agli ini1i 1 pur presen– tando una grande varietà di forme è associa· zione giurata, volon1aria 1 nella ciltà, di una ari– stocraz:a terriera inurbata o locale, di una p1C'– cola e media feudalità, desiderosa di nuovi guadagni in centri politici e in luoghi pili adatti allo smercio dei prodctti e alla for– mazione di rapide for1une; nei ca... telli è il consorzio clei militi e dei piccoli V!lss.i.lli, che già ne ebbero la difesa e l'investitura; nelle ville aperte è un nucleo di allocleri o di affrancati. Ecco come incomincia l'immigrazione in città di gente nuo\'a ricca di energie e piena d' iniziativa; ecco come la vita citladina, decaduta se non spenta, si ricostituisce e ere· sce, creando l'organismo per l'esercizio e la tutela di diritti e interessi nuovi, specialmente contro i grandi feudatari del contado; ecco infine la differenziaz.ione di ceti 1 a cui terrà dielro, con lo sviluppo dell'attività urbana e degli aumentati rapporti economici, nel fu– turo, la borghesia industriale e commÙciale, che farà della dtlà il centro di una politica di conquista e di espansione. ti Volpe ha studiato questo mo\'imento demografico e sociale in Pisa, facendo con– vergere la luce di una tale indagine sugli i– stitmi, che si formano e si nffermano col sorgere del Comune nel!a citt:1 marinara. Troppo spesso le istituzioni comunali erano state consider:ite esteriormente come organi su– bito compiutamente formati, nati ad un trano· 1 estranei ai bisogni giornalieri, alle necessit:t pratiche dell'a!?grep.ato soctale, del quale sono l'espressione. Nello studio del \"olpe sul Co– mune pisano la ricerca paziente e discipli– nata sulle fonti si accoppia alla larga com– prensione delle condi7.Ìoni sociali, dalle quali nasce l'associazione cittadina : per cui noi assistiamo all'affiuire degli elementi nuovi dalla campagna attorno :11 nucleo primitivo degli armatori e dei proprie1ari della città ; al rivenarsi delle p1ime energie ciel Comune sul contado, al formarsi dell'artigianato, all'allar– garsi della citt:tdin:mz.a col costituirsi di nuovi celi, p.irtecipanti .alla vit:t politica. e quindi al processo per il qu:1\e il Comune, lasciando. la forma sen:iprivata e ristretla del Conso– lato, raggiunge col Podeslà una organizzazione politic.a, che ha maggior carattere di diritto pubblico ed abbraccia le varie classi e i \'ari interessi entro le mura urbane. Trattare del riordinamento e dell'accentra– mento per opera del processo associativo nelle città e nei \'ari centri del contado, significa anche abbracciare nel suo sviluppo generale la \!Ìta politica, giuridica ed economica del Mrdioe\'o italiano 1 che culmina rigogliosa nell'epoca comunale, rreparando le forze fauh e del futuro. Per questo Gioacchino Volpe - dopo una larga preparazione storica, dopo I' intima co• munanz:t colle fonti narrntive e diplomatiche e dopo la solida ricostruzione di un intero pe· riodo di storia ciuadfna - ha sentito il legit– timo bi~ogno di rintracciare nel viluppo delia società medie\'ale dal\' invasioni barbariche ai primi albori del Rinascin1ento 1 le linee di– reui,·e del processo, per il quale si forma una nazione italiana, stretta da ,•incoli di un' e– guale cultura. sebbene \"aria per a(setto po– lit1co. Seguono perciò lavori d'indole sintetica 1 che, se possono es<.:ercdi(cussi nei loro fre– quenti riferimenti o;ociali e <i:erisentono di :1ffre1tate deduzioni, attestano il largo e pro• fondo ~nso storico dell'autore, la sua sicura cultura economica e giuridica, fecondamente unile nell' indagine, e sono un ardito tenta– th,o di stringere col pensiero, per così dire, la dialeuic:1 della nostra storia medioe,•ale. L'autore stesso ha riconoiciuto la temtrarie1à del volo ed ha attenuato e corre110 espres– sioni e giudizi; ma noi qui non facciamo opera di critici; notiamo solo l'originalità di certe vedute, che, anche se 10 parie c:uluche, si distinguono bene d:1 certe affrettate e faci– lone costruzioni sociologiche, :1dditano alle future ricerche nuove vie, sugguiscono idee e gettano sprazzi di luce. Cosi nello studio su lomh,udi t Romani nelle famp.1g11ee nelle cii/ti il \·olpe, tracciando la storia della società i1:1lian3 dopo il contatlo coi popoli germ:inici fino 3J pieno tiorire della ci\·iltà cittadina, spiega la difl~rente professione di diritto barbarico o romano nell' elà preco– rnunale non già con la ditforente origine etnica degli individui e dei vari nuclei di popola1.ione, ma con le d1fferen1i condiz.ioni sociali. per le quali, dopo il di11;greg3rsidella grande propric1à 1 dopo il moto di concen– trazione e di ordinamento di ceti e di asso– ciazioni, ad una media aristocrazia :1graria (, Lombardi) si contrappone una classe cittadina, che nel diriuo romano trova la ves1e giuridica adatta ai nuovi rapporti determinati dall'eco· nomia del denaro. Non lolle etniche adun· que i ma elementi di diversa origine ,;i sono ormai incontrati e fusi ne113 varia atlivilà SO· ciale 1 per la quale solo !-i distinguono. Nè basta : col loro risveglio economico. col loro rapido risorgere, col loro netto dif• ferenziamento dalla campagna, le ciltà, ove si agita una borghesia, che di esse fa centro di auività economica e di so,•rnnilà politica, divengono il focolaio di una nuova cultura: esse, secondo I' ipotesi del Volpe, doaetteu– dosi sulle stesse basi degli antichi centri ur– bani, primo fra tutti Roma, come Stato-città, fomcnlano, con le loro condi1ioni reali, le aspira1.ioni 1 le tendenze, gli en1usi:1~mi ,·erso lutto ciò che sia 1omano. Eci.:o il germe del Rinascimento i di qui un' i11terpreta1.ione, che si contrnppone arditamente a tutte le fa. ciii spiegazioni, che ricercano soll:11110nell' i– mitazione artilìciale 1 formale, esteriore o nel i-invenimento di pochi codici l.1 causa di un grande movimento di cultura. Se il sorgere del Comune porta alla lotta di classe, allo sviluppo del CApilalismo, alla politica d.i. una forte e intraprenditrice bor– ghesia - che sarà il primo elemento della unificazione economica e morale d' ll.11ia - ; d'altra parte su tutto quel mondo nuovo, che esce dall'immobilità feudale e c;i tr,1sforma, creando dal suo seno le sue istituzioni 1 do• mina e si .1fferma la Chiesa. Il Volpe ha guardato con I' occhio del moderno, che scorge i punti d1 contalto fra i movimrnti del passato e del presente, i rapporti frn lo Stato e la Chiesa, fra questa e la sorgenlc demo– crazia nel Medioevo, poichc quei contrasti sono pure dell'oggi e quei problemi ancorn si dibattono nella teoria e si rigitano nella pratica e non hanno avuto :incor.1 la loro so– luzione. Il Volpe in una rapida sintesi (Ere– tici t moli trdirali ecc.) ha cercato di sco– prire, con un fine senso umano, gli intimi legami fra i moli ereticali e le aspirazioni economiche e sociali delle plebi rurali, dei minuti lavoratori di citt3, del prolet:1riato as· servito alle maestranze, di tutte quelle classi miserabili ed oppresse, che costituivano i ba(o:;j fondi della società medioevale ed alrra forma non avevano per pro1es1are contro la loro schinitì1 e l'ingiustizia che l'opposizione alla Chiesa ufficiale, ricca e mo:1dana e la predi– cazione del ritorno alla poven:t e alla sem– plicità evangelica. I.a Chiecia. dopo il 111010 riformalore, per il quale pervenne :11 riordi– namento dei suoi beni, si staccò comple1amente dal laicato, si rncchiuse entro la compagine burocratic:1 e di\·enne la naturale nemica di eresie sociali-religiose. di democrazie nuove e di movimenti proletari. In tal modo Gioacchino \"olpe h.a 1occa10 i problemi più interessanti della ci\•ilta co– munale, ha compreso ed abbracciato le forze vive, positi\'e del processo slorico, onde re– sultò l'Italia del Rinascimenio e ci ha offerto una in1egrale ricostruzione della societa me– dioevale italiana. Si può nell'opera su;...diHi– dare di certe generalizzazioni, della tendenza Bibloteca Gino Bianco troppo spiccala a trovare ad ogni fatto il suo riferimento sociale; si può non consentire alla interpretaziOnc originale e geniale del giovane storico; ma """ si può negare I' in– tuiz.ione rapida dei moventi mlimi e reali– stici, il vittorioso sforzo di oltrepassare le spieg.izio11i empiriche, meccaniche, teoriche, l'abile tendenza ad evitare lo schem::itismo, i freddi formulari, che incatenano e sorrocano la s1oria ~ la non comune maestria nel notare feconde connessioni e nell'abbraccillfe I' unilà della vita storica. E questo non è poco : l'o– pera di Gioacchino Volpe ci attesta quanto feconda di nuovi ed ottimi resultati sia l'unione giudiziosa dcli' indagine pH1 propriamente sto– rica, dell'accurato studio delle fonti con la cul– tura economica e giuridica; ci attesta come sia necessario a un lavoro di ricostruzione non il solo spirito di erudizione ; ma anche e in particolar modo l'attitudine a penetrare il viluppo delle forze '§ociali. Antonio Anzilotti. Perchè la letteratura Italiana sia popolare in Italia. I. Uue generosi invi1i agli ltali11ni, quello di Ugo f<~oscolo, ~Ile storie, quello di Giosu~ Cuducci, agli studi '.severi ed au~teri delle biblioteche e de– gli archivi, segnano due tappe e due comincia• menti gloriosi nel cammino della nostra anima nazionale. La conoscen211,sia pure romantica ed imperfetta, della SIOriR, è SIAta 11, midolla leonina di cui s•~ nutrita la geurrntione che ha com1>iutol'unità della 1>atria: dell'altro studio, più freddo, più rigoroso. più profondo, pros~uito oramai per più di 1renta anni dalle due prime genen11zionidella terza ItRlia, si vien formaudo e s'111tendeche si compiA quella armonica e salda co.~ienza della nazione risorta, eh'~ nei voti di tutti noi. Contemporanea di questo fervore di studi, che si manteneva chiuso nelle sue officine laborioae, estraneo t1lla vila quotidiana, assorto, come ad un fine vitRlc, HIIRsua opera puien1e. 11apien1e 1 (e da questa solitudine traeva le sue 111111'1-iori ener• gie), la vi1a intellettuale s·~ svolta. in un'ansia in• composta e febrile, mobile ad ogni vento ohr■• montano, alternando impeti di irragionevole ico– :1oclas1ia con ris1ag11i e rRmmollimenti e ritorni :dia tradizione 1111,lc J11tcs1. Se alc11110 dei p11rle– cipi di questa vita esteriore si clunava per breve ora sulle p;:iginc degli studiosi, levava la testa o per imprecare che questi non facessero quello che, precisamente, 11011 volcv;mo fare; o 1>erAnimare della su11torbida ansia qu.-lche .as1)ettodell'antica vita balenante da c1uelle pagine. I nt..-omprenl'liOne dell'opern o, 11lmcno.incomprensione dell'oggetto degli studi. hanno accompagnato fedelmente quel• la ch'è l'lhlta la più seria ed utile attività di cui. tura irnliana degli ultimi ànni; nè, per 6Ser giu– sti, si può tacere che spesso le 11rmi Ri b11rbRri erano prcparRte dalle mani stesile degli eruditi. S1>ettaalla generazione che oggi ha vent'anni, considerare con occhio limpido e 'lcevro di pRS– siom: il presente, immettendo nella vita che si vive la corrente che dal pilssato Ouisce e, finora, s'ingorga, nei libri dei nostri maestri eruditi; pu– rificare con la conoscenza immediati\ e animi1ta della nostri\ storia e dei nostri scrittori, da tutto ciò che~ estraneo e torbido. la lezione di vita dei ca.t• tivi mat!:Stri clclla n~tm nclolesce11u; f.tre opent di raccoglimento e di preparazione con un libero ritorno 11lleradici :-.piriluali della nostra esistenza naziomtlc, con un deliberalo proposito di far che essa continui " fiorire e: frutt:.re secondo le sue proprie, mdiv1duali, storiche ragioni d'essere. Il CArducci. "!rudito e cittadino e poeta, ti 1 ,o inte– grale d' unumista italiano, se non h11 di~endenu lcgillima in quelli che vennero subito dopo di lui, rcs1i nella nostra mente come una 1>refiguraiione ed un annunzio delht futura coscien7.R it:'lliiurn. A formar questn, poi che 11011 llt:nsiamo cadrà belh1 e fatta dal cielo, quando al ciclo piaccia, varranno, pili che le grandi parole, le umili 01>ere: e, non ultima fra <1ueste, il cercar di rendere po– polare in Italia la leucrntura italiana. 11. Prima condiiionc; che chi cerca 1111 testo, lo trovi; seconda: che chi non lo cercit, si11l'pinto a cercarlo dRlla facili1à dell'acquisto. Esamini:1010succintamente le condizioni del mer– cato librRrio per (111cl che riguarda i nostri clas– sici. Non v"è quAsi scrillore, di cui non rinvenga le opere chi abbia i mezzi e la patienza di cer– carle, come si dice, i,, a111t9,,a,ia; mR lii ~a

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