La Voce - anno I - n. 29 - 1 luglio 1909

Esce ogni giovedì in Firenze, via dei Robbia, 42 .:/> Diretta da GIUSEPPE PREZZOLINI .:,. Abbonamento per il Regno, Trento, Trieste, Canton Ticino, L 5,00. Un numero c,nt. IO. Anno I .:I- N.• 29 ✓- J• Luglio 1909. SO~l~IARIO: La Nadone sorella e quell'allra, I.., ,·on Il Risorgimento. c 10 , ,,, 1 l'\l•i, 1 popolar(' 111'/.lk:::.11,rion1t1 - f ·11 Cmu-or.w .wll'. /11li1 I, rira/iw,o. ·· Il '1ano::.co., lii .. (,ff..,1-:1•1•1 Ptu 11111 '" La nazione sorella e quell'altra. IL l~ISORGIMENTO I prop~silo: in qu,·:,ti g,orni, colla xusa dellt comn,emora{/011i dd '59 1 1110/fi.çsimi la– /i,,,u jumo all'amo,·t ro/111 Fr,11,ciO. Non e'; 1111/1,, ,li male: qud p.u.~. a di..pello di lullo ;-, ,,,.,,., io che fu i11 rorpo, è sempre gr,mJe e ri'sptllahile e e' è ù1 esso pur srmpre p.,ruchio ,la pigliaree da ammir,,re.Comesipotrebbe, ,l'allr,1 p,,rle,od,<1rela Framia mm/re si campa per lanle cose alle sue spalle "dico inlelltlua/mmle, ba– diamo) e ci h.1 perf,11 ngalalo 11/limammle il 11a{'·onalismo i' No111/imt110 111)11 sarebbe m.:1/, d1e si fausst, ,osJ alla buona, 911.1/clrr l]SStrTa{ioue. Noiallri urliamo ,ome ,,qui/e ogni 911alt-ollal'Austria d p,mgt o e i dà ,mo spi11- lo11e per di'verlirsi, e ahhi111110 t'0lato a passo di bcrsagli'ere 11011 sn q111111ti milioni per libe• rarci dt1lla paura del/' llrriduca Ferdi11a11tlo. />err) si,11110orma, in p.1recd1i a s,,pere che Tri(sle è cillà aulonoma e che le scuole ila• liane, anche quellt Ji11Jt dt1 prit-,,ti, sono j>tr· mrs~e e che 1111 giorno o l'.,llro si aprà /"1111i– ur:,ifd ilali'a11a o a l'ionw o a Trieste. Vol– liamoci ùrr:ece ù, giù, /011/,1110 tf11ll'amarissimo At!ri'alico, là verso /' IIOrica. Ndl' ll[fric,a sellc11Jrio11alc:, dicono i mmm,,li di geografia, ri .w110 due grandi col,mie /ra11a.,i nelle quali t·it:0110molti e molti italiani, fanti che l,,111110 messo pirfin paura "'. Fr1masi, i quali si 5()110 arearli che la T1111i>,a, per rscmpi"o. ; una colomD itali"ana am1111i1islr11/aa spese della Francia. Sanno ora i 11oslri irredenli5Ji quali siano lt: co11d1~io11i in cui si trovano g7i ilal,Dni che vii,0110 laggiù e che i1oglio110 segui/are a essere italiani? Sanno ùt qualt impicci si tro• v11noa causa delle scuole italiane, del dirillo di ossede,e e della 11alurali{{ap"'o11e? Studù,o i nostri nap'onalisli e i t10$lri francofili queste /11ccende,e r:edra11noche gli 1la/ia11idel/' Affri"ca /ra11use 11011si trovano mo/lo meglio degli ilalia11i del/' Istria austriaca. O rl,e forse 11011 sono ,talitmi anche quel/,~ per quanto 11011 mandino deputali e 11011abbiano 1111 Al/ilio Horlis i' Noialtri italiani 11011 domandiamo di meglio cl,e d'rssere amici e frolelli dei Franet5i i quali lunmo fallo tanto per noi t per il mondo, ma l'amtei{ia e la fraternità t·oglion l'eg11aglia11\a. Un paese che fu già coloni'a romana, lo Gallia, ha p,eS() 1111 allro paese che fu pure colonia romana, e questa rolonù,, oggi, S"1{n gli ila· lia'1i. 11011 andrebhe nt·imli. \ "i p.11c 111111 hdla C0$alrollarri come ci trai/ano ora i Francesi it1 Algeria e T,mi5i'a 1 llmmell,Dmo pure che I' Adriafko si"a amaro (11011 i· forY amaro percl,l 11011 ci abbiamo r:crsalo allro che la– grùnt ?) ma ci sembra d1e and,e il Mediter– raneo si'a amaro 111 su' parre, anche per colpa dei nostri bmemerili alleali del 1859. LA Voce. P. .",·. - Per ~·correre ,dia po..,.,ibile igno• ran1.a dei nostri mt,iQnali..,ti di primo p,elo e per dim~trare che non to,:liamo le no ... 1rc informa– zioni da fonti italian<>, t." per t·on.,cguerua -;o• i.pelte, facciamo -.;11kr1· clm~: -.i po-....011 trovare le noti,dc che hanno i.,pirato lt· 110.,treriflessioni. Si tratta di uno studio fornito, come conviene. di dati ... tatistici, scritto ìn fr;mcest· da un frnn• Ce'ic e pubblicato nel 1<)08ndl.i più autore\'Ole rh i..,ta fraucc.')e di gt.·OKr.ifi:1 , IA·-~.- l1111alr.td, . (:t'o– Krop/rie. i.C'IC'gg-cndenazionali hanno grande ef– fic.1da morale sopra I popoli ma a patto clw rimangano solC', Quando viC'nC' la sto– ria, col solito suo disJ)C'lto \·rrso chi l'ha prC'ccduta. la leggenda cadC' tanto più rapiclarnentC' quanto più gr~mcle era la sua dissomiglianza dalla storia. E questo ,j un gran male pcrchè gli C'rrori parti– colari, certe volto anchC' piccoli, che si scoprono nella leggenda, bastano a ro– vinar(' quel che c'era in essa. di verità più profonda delle \'C'ritù documentate. Qualcosa di simile sta succedendo per il Risorgimento italiano. Oalle astiose e tristi contese personali e faziose dei cont<'mporanei si p..1.s-,ù quasi brusca– mf'ntc. a una idealizzazione forzosa che cbb<' le sue espressioni pili romplete nei discorsi patriottici l' n('i libri cli scuola. In questi e in quelli la sLOri:Ldrl Risorgi– tncnlo italiano apparve' com<.' una specie cli gallC'ria di uomini plutarchiani. come un pantheon lumino~o d1 rroi am,tcri. gi– gantC''-Chi e concordi. ParC'va. a !,entirli. ch<' dal 1615 al 1b;o. ci fosse- Mata in lrnlia una congiura unica con un piano solo C' lanli esecutori divC'rsi, comrastanti si ma pure legati di nascosto da presta– biliti accordi. ln quei beati cinquantacin– que anni non d furono in Jrnlia nt• dli. nè traditori. nè tepidi. ni• consc-n·atori. Fu r et.i. dell'oro dello stoici&mo rh·o– luzionario e della purer.za patriottica: ognuno clcsidera\·a di finir la \·ita sulle barricate, sul patibolo, nelle prigioni o sul campo di battaglia; le donne, in di– sparte, facevano da spio, eia diplomatiche e da infermiere, e perfino i ragazzi, i fa– mosi figliuoli di Balilla, succhia\·ano tutti col latte l'odio agli austriaci e l'istinto della sassata nazionalista. Questa leggenda non ha soltanto il merito di essere bella ma anche di es• sere, in parte, vera e la sua bellezza e la sua semiverità ne hanno fatto uno dei cordiali più potenti doli' anima italiana contemporanea. L'Italia, negli ultimi tem– pi, non è stata troppo grande ma sarebbe stata certo più vigliacchctta e meschi– nuccia senza i continui ricordi della sua non ancor morta epopea. ~fa questa leggenda, comr dicevo, sta per morire. [I progredire degli studi eru– diti sul Risorgimento, aiutato dalla sco– perta cli epistolari L~ di mcrnoriC' e dalle ri– crrchr cli archido; l'avv<'nlo dei partiti operai antinazinnalisti; e il Cf\'.':,CCrP delle– nuov<"generazioni più lonta11C" eia coloro che furono attori testimoni o immediati (\pigoni dc-Ila rinascita patriottica, hanno indcbolit(). scalzato e p<."rfìnn messo in ridicolo la semplicista leggc-nda delle commemorazioni popolari <' ck•i t<'sti sco– lastici. (ili storici hanno cominciato a ritirare' alcuni dei diplomi di eroismo dati troppo facilnwntC' quaranta o cin– quanta ;.11111i fa a qualsiasi ospite di pri• gion<' austriaca. I socialisti si prepa– rano a trovare i non poetici moti\"i eco– nomici dcli' aspira1.ionr all' unil:L; e i padroni di casa e gli SC<'ttici gio\•inetti hanno giù preso come tema cli beffe l'en– tusiasrno quarantottesco r la miracoloSa moltiplicazione dei i\rille. I 1 <'rsai varetutto ()tl('lloche c'è nella leggenda eroica di vero r· di ~r.:U1d<',di non ancora S\'Ollo e ca- Bibloteca Gino Bianco ...>• bi1.:.og-na risolversi a (''mfo~-,arC' fr:rn- .. ca;nC'nlC" IC' debolezze e le brutture del Ri.sorgimrnto; a ricono~crrc- quali sono i danni e i pericoli dell'rrc-clitù morale che ci hanno lasciato gli uomini dc-I Risor– gim<'11to, e a vedere in eh<-"modo pos– siamo accettarla e in quale direzione dobbiamo continuare l'opera cominciata. « li faut le dire à un pcuplC' trop sc-n– siblC' aux illusions clccevanlC'S clrs parolcs sonorrs scrive il grande e sconosciuto Roma in R.olland - le mensongc hC'roique e..,t unr làcheté. Il n'y a qu'un héroTsme : \"Oir I~ monde tel qu'il C'!-tt. (~t dc l'aimC'r ». I.a rritica al Risorgimrnto non va fatta t·ol volgare metodo polemico dei detrattori per interesse o pC'r dzio - siano preti o materialisti .storici. Xon bisogna prendere a uno a uno ~li uomini drl Risorgimento e dimostrar<' con do– cumenti o in"iinuare con calunnir rh'essi furono troppo cl h·ersi da eomC' li rap– prC"SCntala lc-ggcnda ufficialC' o il pa· nr((irico ordinario. In tulli i partiti, in lutti i modmc-nti vi furono uomini de– l)oli, buoni a nulla C' birbanti. Appena un partilo conta più di due persone c'è J>OStoper il tradimento e la \·iltù. Che meraviglia dunque che vi siano state delle spie tra i mazziniani ; dei patriotti troppo freddi tra i moderati; dC"imalfat– tori tra i garibaldini; dei gcnrrali inca– paci, o invidiosi nell'esercito piemontese; dei ministri mentitori o esitanti nei primi governi nazionali; dei paurosi vagabondi tra i volontari; dei traditori tra i con– giurati e dei delatori tra i patriotti sotto processo? Tutto ciò fa parte della psico• logia degli uomini e si ritro\·a nella storia universale: soltanto gli stupidi se ne me– ravigliano e i maligni ne traggon pro– fitto. L'importante è che certe battaglie sono state vinte; che irazzini era una nobilissima anima e Garibaldi un sol– dato coraggioso ; che alcune congiure son andate abbastanza bene e che i go– vernanti son riusciti a ricucirC' sette stati in uno solo. il che significa che accanto ai traditori, af(li inetti C"ai dli c'erano an<.:hc uomini sinc<'ri. abili, vJlorosi e idC'nlisti. Quel eh<.' mi preme di far \ 0 C'clerC' e de– plorar<' ~on piuttm,to alcuni t-piac-rvoli rarallt'n (Cllrrtt!i del moto rh·nluzionario italiano. di cui tuttora \"Cdiamo e soffriamo le C0llbl'~'U('nze. Il primo i..· qursto: il Rborg-imC'nto è ~tato fallo a forza di comprOlll<-"!t&i. Xon è st;it,o, cioè, una lotta srmplicc-, franca, intransigente condotta con uno .'icopo solo <." con un solo spirito, ma un'opera far– raginosc1, un programma complicato, com– piuto da forze dh·erse. che hanno don1to. per non distruggersi a dccnda, accomo– darsi alla meglio a forza cli mutue conccs· sioni, di false a\·anzatc e cli mC'zzeritirate. l..:t Rivoluzione Italiana. infatti, non poteva C'ssrre semplice' ed omogenea come qurl la francese. I .a Francin aveva giA raggiunto. per op<:'ra dc-ll:1 monar~ chia, l'unitù e l'inclipendcnz.l claJ.(li stra• nirri. e la rivolt.1. cieli' t,9, fu unicamente dirctt,:t il ~0'-tituirc un regime pQlitico ad ur. altro. In ltalia, invece, si doveva fare 11<'1 fQ ~lesso tempo l'una o l'altra ..~IJ.,.a, :=.:. doveva oltcnc;-t, conlt.'hlpor.t– neamcnte, l'unit.:l e la libert.:ì, e i rivo– luzionari italiani do\·evano farC" da soli e in pochi anni il laYoro che in Francia era stato est•guito dalla dina~tia cape• tingia e dallC' Assemblee Xazionali; da Luigi Xl a Luigi Xl\" e da Richelieu a Robespierre. (Tli italiani della prima met:\ cl<'l se– colo XJX avrvan bisogno di tre cose: riunire i loro stati in uno solo - scac– ciar<" gli !ttranieri - e ottenere una costitu,done liberale. Per quanto questi tre fini ~iano stati confusi C' mala– mente idf'ntificati durante il JX'rioc1o ri\'oluzionario pure si tratta\·a di cose abbastanza distinte. Se I' unitù e I' indi– pendenza andavano abbastanza d'accorcio, la libc-rtù sarC'bbc stata possibile anche con i ,·ecchi g-ovcrni, tant'è vero che la prima coMituzione liberale fu concessa dai Borboni di Xapoli e che le· leggi più libcr~11i cl' Italia eran quelle con– cesse dai I .orrncsi i11 Toscana molto prima cli Xapolcone. QuC'sta duplicità di fini delle origine a non pochi compromessi e a 11011 poche confusioni. Chi \·oleva anzitutto l' unità era disposto anche a sopportar(' una dit– tatura piemontese o garibaldina; chi de– siderava prima d'ogni altra cosa la li– bertà si ra,segnava a mantenere le an– tiche cli\-isioni degli stati purchè fossero concessi degli statuti liberali. Cosi il Piemonte mantenne la costituzione dopo il '48 per non dare soddisfazione al– !' Austria e per servire di centro di rac– coglimento delle altre forze italiane; e cosi ilazzini, purchè si facesse la guerra ali' Austria, lasciò da parte per qualche tempo le sue aspirazioni repubblicane; e Garibaldi, per avere il tacito aiuto del Re, dovette abbandonare il pro– gramma mazziniano e conquistare le Due Sicllie con un motto monarchico. Questi compromessi furono anche fa– voriti da un'altra duplicità non più di fini ma di strumenti. Gli Italiani che rifecero l'Italia non eran tutti d'accordo sui mezzi migliori per rifarla. Trala– sciando tutte le fazioni intermedie e se– condarie si può dire che in Italia non ci fu soltanto una guerra dichiarata con– tro le vecchio dinastie e contro gli au– striaci ma anche una guerra civile, sorda e conli11ua, tra il Partito .Diplomatico o il Partito· cl' Azione - tr.1 quelli che \"Ole\"ano andare adagio, più a forza di protocolli chr d'armi, e possibilmente:' d·accordo con le Corti e le Cancellcri<-", e quelli chC"\·olc\·ano far presto anche a patto di acloprare continuamente i pu– gnali, le bombo, i fucili, le invasioni illc– g-ali e gli avventurosi colpi cli mano. 1Ja per quanto diversi fossero qut>Sli duo gruppi d'uomini, pure, avendo comuni i fini. furon portali a mescolarsi, ad accor– darsi, a transigrrc. Si dcle Garibaldi, già condannato dai tribunali piemontesi, fatto generale cieli' esercito sa.rclo; si vide Vit– torio Emanuele congiurare con ~lazzini all'insaputa dei suoi m'.nistri; si vide Cavour costretto a invader gli stati della Chiesa per ristabilire il prestigio clcll'cser– cito regolare dopo le vittorie dei Mille, e ~fazzini dimenticar la repubblica, e Ga-

RkJQdWJsaXNoZXIy