La Voce - anno I - n. 1 - 20 dicembre 1908

2 cumulò sofismi e \ 1 :tticini, immagini e leg– gende, e tanto fece che gl' itali:rni non rico: nobbcro J:1 saggezza implicit:t dei loro p:tdn del Rinascimen10 e accolsero Zarathustra con tutta la riverenz:a dornc:t a un dio straniero. Zar:11hustra 1 invece, non era altro che un'eco rcs:a rimbombante ed oscura da una caverna germanica, « Questa spiegazione di Nietzsche può es– sere sbagliata, nrn resta sempre questo : che se voi leggete :Htentamente certe novelle del Bocc,1ccio 1 se sfogliate le lettere familiari del Macchi:wclli, se scorrete i ricordi del Guicci:udini ci troverete alcune delle idee più caratteristiche e curiose del Nietzsche: messe in una forma a<:.sai più scherzosa e modesta, ma pur sempre facilmente riconoscibili. Per ritrO\'ar<: l'idea che le vinù sono utili sopra– tutto a quelli che non le hanno, bisogna cer– c.1rl:1in una tirala contro i frati che c'è nel Du,m1tro11e; la teori:t dell'eterno ritorno com– pare nel prologo di un:1 commedia di ~bc– chi:welli e in una letter:i di Gu1cciardini. Ma che \'UOI dire ? Le idee, proprio quelle idee, ci sono. L, differenz:ast:1 in questo: che i vecchi it:11iani non avevano il costume di stampare tutto quel che passava loro per la mente e se a loro veni\':a in testa qualche ghiribizzo, qualche trovat:1 bizzarra, qualche profondo paradosso, non lo pigliavano troppo sul serio, non lo sviluppav:1110 1 non lo gonfia\'a– no, non lo ricopriv:1.nodigioiee di \·elluticome una madonna miracolos.'1 1 ma lo tene\'an per sè, o lo dicevano per c:1soagli :tmici o lo scrivc\'ano in uno scartaf:1cciodi pensieri senza far tante storie. Cosl è accaduto che le più belle cose che Galileo abbia detto sul metodo le ha dette perchè dei e capi grossi > glie I' hanno fatte dire quasi per forza. Per lui eran cose 1anto naturali che non le anebbe enunciale, ma le balordaggini altrui l'hanno coslretlo :i dire delle cose che non eran sol– tanto giusle ma nUO\'C.Cosi è accaduto che i pensieri di Fra Paolo Sarpi, do"e e' è dentro almeno mezza filosofia di Locke, son rima– sti sconosciuti finora in uno zibaldone. Cosl è avvenuto...: » 81s1.1.l' ll:tlia non pnrla pHt. Parlo io e ripclo che non \'oglio invitare nessuno a fare il nntionalista nrrabbialo della cultura. Ho un gr:rndissimo piacere che si leggano e si studino i grandi stranieri, ma \·orrei che si leggessero e s1udiasscroun po' di più i grandi p:1es.1ni. Si legga pure Comte, ma anche Galileo - si ammiri Loisy ma anche Sarpi - si citi Ilegcl ma anche Bruno - si traduca Nietzsche ma si goda anche ~l:acchia\'elli. Tutti clirnnno: si fa, si fa. :Xon è \'ero. Noialtri abbiamo sempre in bocca le glorie dell:1 pa1ria e poi leggiamo più \·olentieri e più spesso gli ultimi stranieri che i vecchi 11a/ia11i. Si Imita di ridare ali' Italia non sol• tanto il conlatto colla cuhura europea ma anche la coscienza storica dell:t cultura sua, ch'è pur lanla p:utc dclln cultura europt!a. lo mi contento di poco: NazionaliMi no, ma Italiani sl I Giovanni Papini. Novità e anticaglie. Tutti gli amici dC'llc arti. tutti i protet– tori più o meno pl,ttonici cd onorari dei monumt.~nti 1."d1.•llc-antichità italiane si a(?'itano da ,·.1rio tempo e parlamentano per iscongiur,in" l'ultimo fato della bel– lezza <"1>er far appro,·ar<" dal Senato dc-I Rc-gno un,l l"g-gc che tuteli efficacemente il patrimonio artistico nazionale. I~c riu– nioni che <'SSi fanno, i ,·oti che essi e– mrttono. meritano pieno plauso cd inco– rilggiamcnto SC'non .11tro perchè dimo– strano lil buona volontà e Io 7.clo da cui sono animati C' pcrchò in omma l' inte– rC"ssamC'nto di molti per le sorti delle arti antiche e moderne è il miglior mezzo, a parte riuabiasi disposizione di legge buona o catth-a, per garantire la con– .sen·azionc di quelle e I' incremento di queste. Le IC'gR""i anche ottime ,·algono ben poco ~C' i co~tum i non le sorreggono e non Je rinfrancano. Qul'lla cli cui ora ci occupiamo. ha carattere assai draconiano LA VOCE e aspetto molto arcigno co' suoi dh·! ·tt d'esportazione e obblighi di denunzia e di– ritti cli prc-lazionc l' d'espropriazione-. 'Xè tuttoLque!)t.l ~c,·erit;.Ì ci dispiace .. · 01 ci dispiace punto ma ci rassicura po1·O. )i– sposizioni S(~,·crr C' garanzie legali non poche- ebbero ccl h,mno vigore anchè oggi; ma non impNlirono il li foga– mento della gal lcria Sciarra, p<"r dire qualche esempio, e dei Van Dyck cli casa Cattaneo a (irnova. E colle mio,·c- di– sposizioni di l1•g'ge anch<' più sc,·crc ,. coi nuovi di\"it·Li accadranno gli ste~i guai o anche 1x~ggiori se la pubbJica O· pinionc e le ;u1torit:L <' gli officiali pre– posti all'applica1.ion<' della legge non ~a– reggcranno di z<'lo e di buona volont.ì. per farla rispettare e per eludere I, ma• lizic C' le insidie molteplici, sottili, in– visibili dei razziatori e dei frodator~– zionali (' ..,tranh~ri. Tutte le misun., ~ legge anchC' mc-s;~·lio intese non c• bpi– rano alcuna fiducia se non sono ~qpog– giate dal consenso pieno e :,incero ieJ!a coscienza del paese • e se non tro,-:mn nello stato della pubblica opinion• un solido fondamemo. L'affetto e lo zelo nei privati C' nel pubblico per consl·t\·ar<' e proteggere tesori d'arte e mont11:1(•nti valgono molto più cli leggi anch<' otti– me.: con quelli senza di queste s1 può far benissimo e non si fa nulla con ']Ue• stc senza di quelli. Le agitazioni perciò e le- riunioni ùi pri\·ati per ,·enirc in soccorso delle uti pericolanti possono essere più utili di qualsia.si provvedimento lcgislati,·o. Si dirà che lo zelo di cotesta brava gente.– è poco illuminato e che la sua com1-e– tcnza è a un bel circa assente. E sarà verissimo. Ma è sempre meglio che null3. Con un po' di buona ,·olontà e con Ln po' d'attivitil potranno gli amici dei mo• numcnti acquistare un po' di gusto e di conoscenza cli queste cose e questo b"-· sterà per crc-:1reun'atmosfera favorevole alla co11srrvazionc- elci patrimonio an:heo– logico C' artistico nazionale. Creare ,·eramc-ntc una t.ile condi.tiun.,– cli cose non è certo così facile come ,li rio. 1\·on basta chiamarsi amici elci inonu• menti per C'SServeramente tali : far1..• una gita in campagna o in qualche cittaduz, appartata e farsi scn·ire un buon pran– zetto è più facile e più piacevole rhe metter mano alla tasca e ca,·are di h••Hf" sommc-uc pc-r restaurare un muro caJ<'nte o sah·arc alla nazione un cimelio eh, :,t.:. per passare oltre-monti od oltremare. Il platonismo di quc-sti amici cd il loro candore in fotto d'arte c di storia pos– sono far sorridere ma drvono cssen· scu– sati. Col tempo migliore-ranno di cc-rto c– imparrr.-mno a db,tingucrc- con sempre maggior !,icurczza una tavola da una tela, 1111 m.irmo eia un bronzo e un a• mico da 1111 nC'mico. Pili che J 1 ignoranza mi fa paur:1 la falsa :,;cicn1.a. Gli esteti son più JX'ricolm,i ~pe~so dei semplici profani. Quanti di quc-sti rigattieri d"1- l'cstctica e ri,·enduglioli dPlla storia sono ancora formi al trecento o al quattro– cento e- ci sta1111O come in campo trii cerato e non ~i ~muo,·ono neanche colle cannonate! Son feticisti clw si farchl.no t~t~liarc le- mani e la tC'sta piuttostocht: rinunzi.tre oll loro ft.•ticcio e Dio ~.:i ~ ~– poco fr~Ldirio, brutto e tarlato. ln gcner.llc-, !;C ,·olet<' far bene i pro– tettori dt"ll'.,rti. non datC' retta a qu('l!i che contimiamrnu, vi parlano di cpoch<' buone e di epocht' cauivl", di secoli di prosp<"rit;\ <-' di de<.•ad1.\n1.a come di crit(;rì per distinguere IC'opC'r<' cli merito dalle altre-. Son criteri c1:1 infilzatori cli mo~chc i qu:di hanno meno criterio delle medc– simC'. Xon ci sono <'poclil' cli decadenza cd epoche- cli prosperità puramente e :,,'m– pliccmt.'lltC'. Que:,to ;_. semplicismo da bambini o da rimbambiti e può far co– modo a~li sran~afaticht.' ma non SC:--\·c ,t null.:1 J)C'r chi vuol giudicare coscienzio– samente e a rattion veduta. Come il torto e il diritto, cosi il buono e il ca .:h-o nella storia drll'arte non si dividono con ta~lio nNto mai e si confondono sempre e ·si mc-scolano in proporzioni, i.· ,·C'ro. ~rcnncmt•ntl' variabili. Tutte k c-!>oche hanno dunque il buono r il catti,·o ~ molto più di quc-sto naturalmcnt~ che d1 quello. Chi 11(' dubit<l C uno SCIOCCO ~ chi 11011 fa del suo mrglio prr mettersi in grado cli clibtinµ-u<'rl' <' cli ,·alutarc bene l'uno e l'altro ì11 qualsiasi tempo ,.. in qualsiasi pac-sc-, è un inetto. Jn ogni genC'razione c'è qualcuno c_he mrttc del .suo fondo r beve nel suo bic– chiere e fa bene e ci son moltissimi che racimolano nel fondo degli altri e sgoc– ciolano il bicchiere altrui e fanno mate. r signori pr?tcttori e mecenati faranno benissimo se sapranno distinguere i crea– tori dai parassiti <' rimunerare ciascuno in proporzione. E soprattutto faranno be– none se non .:t,·rornno t·sdu~h·bmi e prC'– concc-tti di se-colo o di scuola .. \.)larghino invecc- quanto possono il cuore e la mente e magari la bor:;a per abbracciare e strin– gere in tutto il suo magnifico sviluppo quest'arte italiana che dal medioe\·o fino ai giorni nostri ha percorso il pili ricco e vario e altracnte ca1nmino di cui siavi traccia o memorin nel mondo. A ogni stazione di questo viaggio si trova qual• cosa da ammirare o da godere i ma le più belle stazioni sono ancora quelle d(\i secoli XVI e X\'11 che l'estetismo grot– tesco dei preraffaelliti e- lo snobismo con– tempornnco fanno considerare come le più sgradevoli e disamc-ne e che i Bae– deker e i l3ode e i Bercnson permettono di pa&,arc senza fermarcisi un minuto e dando appena una sbirciatina compas– sionante e sufficiente dal finestrino dei loro treni lampo. Tutti quc-sti sono catti\"i abiti che biso– gnerà ras::,egnarsi o decidersi ad abban– donare una bella ,·olta. Intanto stiamo attenti perchè non ci giuochino qualche tiro birbone-. C'è in molti ancora la mania di raffa1.zonarC' alla trecentesca o alla quattrocentc-sca case e chiese tra– sformate tlall'~Lrll~ clt."i secoli successivi c di rimettere sugli altari o al posto d'o– nore ta,·olc primith·<' in luogo di tele d'arte classica o barocca. 1t una mania stupida e pericolosa che ci fa correre il pericolo di ~ciuparc qualche bella chiesa del 600 o clrl ìOO per ritornarla alla sua antica struttura romanica o di la~ciare, se non altro. clh•or,uc dal sudiciume e dal pol\'eronc tante tele importanti d'arte matura per correr diC'tro a qualche ta– voluccia buona ~oltanto JX'r bruciare. Se acqubteremo, in,·ecc cli queste cat– th·e abitudini, quella buona di guardare al bello, ~enz.1 prcg-iuclizio di tempi e di scuole, potremo assicurar<' mollo meglio al nostro pac-se la con~Cr\'azionc dei veri tesori di bellc1.1.ae non ci sgomenteremo grottescam<'nte se qualche- reliquia del– l'arte primith-a di poca o di niuna im• portanza passa il confine. Facendo bene i conti C' con poche ccc<'zioni, da qualche diecina d'anni a qu<.'!-.taparte emigrarono opere di pittura o scultura che a,·reb– bero fatto più onta che onore a un musco che si rispetta. E molte di queste laidezze non avc,·ano ne;mchc il pregio di essere originali, essendo contraffazioni di nego– zianti scm:n ~crup,oJi "'di rnhh·r-rrhi ing<'• gnosi $Ì. ma ladri. li t·hc non è eletto per diminuire la , ig-ilanza indi~pcnsabilc e la cura meticolosa <li tutte le nostre anti– chità prc-7.iosc ma :-,.oloper impedire che si dia corpo ,Lllc ombrr r .si dh·crta in– tanto l'attc-nzionc dni luoghi e dalle cose che abbisognano ,·eram<'nte cli tutela e di difesa assidua ccl efficace. La quale non si potrà mai fare, ~e gli amici dei monumenti e gli zelanti del bello non abbiano l'occhio cd il gusto cducctti ccl aperti, capaci ci<X:, di ,·cdcr tutto e cli scegliere quakhC'cosa. E poi la guerra difcn~h·a ,·a bene, ma quella offensi\·a va anch~ meg-lio. Yi Ja– mentatc e v' impauriu., perchè gl' incct• tatori d' anticaglir invadono il ,·ostro campo? Ebbene, difendetelo quando ne Bibloteca Gino Bianco val la pena; <' quando non son che de– triti, lasciatelo pur !-taccheggiare e raz– ziare. ma 11011 vi fermate qui, non limita– te,·i a una tattica chP è buona ~oprattutto per i timidi t' pt'r i fiacchi e che riscr~a a chi ,·i $i affid;1 più sconfitte che \"lt– toric Ricorrl't<· ìnv,.c-,•, quando·è il c;:tSO, a un~ tattica mi~lion· clw d dariL libertù e sicurezza cli movinwntl, aJr offensi\"a ardita e pugnace. Jnvadctc il campo ne– mico. andate a Parigi e a Londra e do– vunque ~i prc·senta l'occasione di fare buono e ricco bottino. Quante be-Ile cose d'origine t:sotica e• ~rnclw it.diana tro\"C• rete nei mercati ~tranicri che voi diwrtatc ,·ilmcntc, conu·nti di difendere stentata– mente e con lena impaurita e affannata qualche quisquilia che sart.•bb<" a.s..,aime· glio perdere che tro,·arc. B<'n altri trionfi e ben altri trofei si riporterebbero, se in,·ecc <li far !--.l'mprl l,t gucrr,l 111 casa propria. si facesse, qu,111do OC'corrc, in casa del nemico. I~ inutile cd è ridicolo accanir.si qui per 1111 osso quando pos– siamo aver là. purchl: ~i voglia etti abbia coraggio, delle superbe imbandigioni. E questo per quanto riguarda l' in• cremento e il lustro dei musei e delle raccolte pubbliche o prh·ate .• \fa non è tutto. Bisogna anche pensare a restau– rare, completare, abbellire i monumenti vecchi. Sicuro, abbellire. Cosi hanno in– teso di fore ccl hanno fatto tutte le età che non ~i ~entirono opprCNl-C da imme· dicabile ~enilità. Oggi. in,·ccc, se si tratta di mi:tt<.~rmano a un vecchiume. guai a uscire una linea, anzi un punto dall'antico. t un sacrilegio. si }?rida. è una profanazione. :\la siamo semplice– mente ridicoli. .Avere il culto del pas• sato, sta bene; conservarlo nella misura che è pregevole e importante, :,ta anche bene.:\faoltre questi limiti, è superstizione sciocca. non è più raliona/Jilc o/Jseqium. Quando la religione decade, la super– stizione aumenta. E noi siamo degli atei superstiziosi, ossia delle bestie infinita– mente e ineffabilmente- ridicnle. lruar• date, per dirrw una, il Foro rom~mo clt· male e rimpiangerete, se a,•f'tc- :-,1...•nnn, l'antico Foro boario: guardate Il musco delle Terme. Y' è nulla di più orribile di quelle cdluzze dove non sono esposti ma nascosti tanti s.i~i greci e romani? E i musei di pittur;, dove degli esteti da strapazzo che avc,·ano la , ocazionc d'entomologi, infilzano o infilano i qua• dri scrupolosamentC' per ordine di tempo e di luogo e distruggono con zelo dc• gno di miglior causa ogni gioia degli occhi e dcli' anima? Xon fu mai un' e· poca in cui come in quc~ta la pedantc·– ria e la falsa scienza affermassero con più burbanza i loro pretC'Si diritti che sono veri toni, di fronte ai diritti veri ciel buon gusto e elci \'Cro sapere. Se sorgesse, come può sorgere, un ,·ero ar– chitetto che mettesse a una vc-cchia chie– sa una facciata bella C' di nuova inven– zione, non darebbero la far,ciata nuova e la chiesa ,·ecchia abb<tManza sa~i al nostro fanatbmo crctinesco per lapidar• lo. Come si fa, griderebbero tutti, a per– mettere una Monatura ~imilc? e dov'è l'unità dc-Ilo :,lilc? <-~ dov'è il rispett0 dell'antico? Così il nostro mondo bambineggi. scnitrnente, m1111d11s St'll(~srtf ndluu e prc-– pariarno agli avvenire larghissima ma– teria di riso e di scherni. Gli uomini i tempi che seppero fare qualchecosa non peccarono mai per troppo rispctt<"' del vecchio; più si SC'ntiv:rno in forZ<· per fare e meno avcvnn di scrupoli nel disfare. ~lagari eccedevano nel le mano missioni e nelle demolizioni, ma quest eccessi cran segno, comunque, di natur• sane e vigorose. Oggi dobbiamo far lo stesso. Il ,·cc– chiumc e la vecchiaia non debbono avere un imperio eterno. Bisogna far posto ai gio,·ani. Se ce n"è che sanno fare e che hanno ,·oglia di fare, non bisogna inu– tilizzarli per riguardo a delle anticaglie senza bellezza e senza importanza. Le

RkJQdWJsaXNoZXIy