Vita fraterna - anno IV - n. 1-2 - 15-30 gennaio 1920

_i· rivela alle anime; questa di cui io dico non era abba tanza arti ta da perçepire Iddio supremamente come Bellezza, ed era molto lontana dall'alto arò.ore serafico che conosce Iddio come more; nella ua vita, il <livino da raggiungere, e possedere, e manifestare, prendeva l'a petto di Veri à; egli sentiva la verità r-eligiosamente. Era la verità che olitaria lo aspettava, lo risvegliava, lo •chiamava a sè, attraverso brucianti deserti. E ciascuna verità ragg.iunta non gli si• presentava come una qualche imper-onale so tanza conqui tata, ma come volto d' amico già caro; come ombra e vi ione, che. la mano 'mdu tria ·a fermare, d'una delle infi[JJi.teespressioni che muovono i lineamenti di quell' amato volto: infinite espressioni, ma l'intero volto è in ciascuna; e ben- -chè la mente umàna non ,po sa mirare il volto in se stesso, può entirfo balenare, intero e identico, negli aspetti .diversi diel o mobile gioco vi ibi>le ali' uomo. Que t' identità del volto nascosto e rive1ato dalle sue espressioni mutevoli e innumerevoli t.ava nel senso di una unica conti!lllla vita nella Verjtà. ovendo ver: o la Verità, non attravierso astratte peculazioni ma• sull'umile terreno -pietroso d-ell'l'azione, e lavoran!do a cogliere ·con piccola parola umana, spa imosa della propria inadeguatezza, quelle viventi -e pres ioni <ld divjno Amico ché !riungeva a intravecfere, o-1iaccad1e\-adi entire na-scosta e trasfigurata in quelle espressioni la propria intima vita. La peroonale e perienza dolorosa, ,perchè dominata e ine pres a, gl,i ,era caa-ione di vi ione universale. Univer aie di q11:ilità, bem:h~: fosse poi molte umile è semplice la sua perctzione del vero. La sua te a e perienza, egli la ritrovava present-e in quelia vi io.ne, che era pur co a nuov:a: aveva fatto tacere il uo gemito oscuro e violento, e la ritrovava fu a al o-rande canto yer o il quale quel diniego aveva sospinta l'anima sua. E allora -comprendeva che la V-erità univer ale ,gli appariva con ì amica emb·anza ,perchè ivi ritrovava e tesso liberato dai limiti di ·se ste rn; e com_prendeva ,che nella ·Verità egli amava wm P-ersona -perchè vi sentiva unità e intelligenza e amore. Le verità diver e ·eniYano a col1tl1ettersi nella loro azione ulla vita ua, manifetandovi un continuo intellio-ente amore v-erso di lui, creatura. Sicchè la propria verità, la propria intelligenza, il proprio amore, gJi rivelavano una Intelligenza amorosa unica e continua al d:i là del moto delle sue espressioni molteplici; nè poteva iJUe ta Individua- . 1 ità essere empi ice illusm:ia proiezione .d'ella propria, perchè la ua azione precedeva sempre la compr-ensione di cotesta azione; era la via pietrosa e sonante per la quale ,J' an.ima pellegrina giun- -o-~va innanzi all' ami.ca Verità che J' aspettava. La Verità non era ,c_reata dallo pirit-0 di lui, ben ì lo creava di continuo. Biblioteca Gino Bianco

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