Vita fraterna - anno IV - n. 1-2 - 15-30 gennaio 1920

AMo tV. N. 1..:2 • 15-30 Gmnaio 1~20 Conto ù,t~. eoll11 Pasti\ VITA FRATERNA RIVISTA QUINDICINALE DI STUDIO E. DI AZIONE SOMMARIO II nostro patto - Per il VI Prestito Nazionale - Il Congresao del Rinnovamento Nazionale - Per la pace - Con Gitan.; jali - Vigilie - Per la coltura della nuova classe dirigente Parole pianissime - Conversazione - Voci di Gruppi amici "Fiorenza Nightingale " (pagine staccabili). ~BBONAMENTI Ordinari Italia L. ro. - Estero L. :.IO. - Sostenitori ,, " 25. - " ., 3o. - Gli abbonamenti sono solamente annl!i. Numero separato L. o. So - Arretrato L. I. - Questo numero (doppio) costa L. I Esce il 15 e il 30 d'ogni meac. DIREZIONE e AMMINISTRAZIONE Via ~piJ:1, N. :a5,. MHano ~ Telefuno: 8r-16 Biblioteca Gino Bianco

lon~ilioni ~j A~,onam!nto ·a i HA f RftifRffA per· l'anno 1920. Abbonamento semplice L .. 10 ....: Estero L. 20:- )) sostenitore L. 25.-- Estero L. 30.- Gli abbonamenti sono solamente annui. X X X Abbonamento cumulativo con la rivist:i mensi·le « ENERGIE NUOVE )J (Torino, via XX Settembre, 6o) - L. 20 (ossia: l'abbonamento normale cli Energie Nuove - L. 15 - è ridotto a L. 12 per gli abbonati di Vita Fraterna; - e l'abbonam~nto norm:1le di Vita Fraterna - L. 10 -· è ridotto a L. 8 per gli abbonati di E:iergie Nuove.) · Gli abbonamenti si possono versare ugualmente all'uno o all'altro giornale. X X X PER GL'!NSEGNANTI: Abbonamento cumulativo con la BIBLIOTECA CIRCOLANTE DEI MAESTRI ITALIANI (Milano, via Ugo Foscolo, 5) con diritto, oltre che ad avere via via in lettura i 14.000 volumi che la compongono, a ricevere in dono la GUIDA BIBLIOGRAFICA, vol. di pag. 300 L. 14.- (If prezzo normale di abbonamento alla Biblioteca è di L. 7.50; il Jlrezzo della Guida Biblioi;rafica è di L. 4). X X X Abbonamento cumulatiyo con J:;i ri ista quindicinale <( LA NOSTRA Sct;·OLA )J (Firenze. Val!ecchi, via Rièa~oli, 8). L. r4 50 (L'abbonamento normale <le La nostra scuola è cli L. ~.-). PER GL'INSEGNAN'Ì'!: Abbonamento cwnulativo con « LA NOSTRA SCUOLA;, e la· BIBLIOTECA CIRCOLANTE DEI M:AESTRI ITALIANI con diritto alla GUIDA BIBLIOGRAFICA in dono L. X X X Mandare con 8ollecitudine le quc,te con indi .~zio:,e pr~ci;,:i., :1 « Vita Fraterna>), via Sp:ga, 25, :Milano. Biblioteca Gino Bianco

Miaa-l..o AnnoIV. 15-30 Gennaio1920 - N. 1-2 I • 1 VITA FRATERNA RI ISTA QUINDICINALE DI STUDIO E DI AZIONE Allllo . annuoorlllnario L. 1 o ==O= Allbon.annua saste11itore L ~S In mezzo al dubbio che tenta, attJista e intristisce - riàff ermiamo la nostra fede nella bontà della vita, nel bene che è Pi1l forte del male, e lo vincerà - -ria.ffermiamo la 1iostra volontà di attuare q11elbe-ne, a q11alun ue costo. In mezzo all'odio che &ivide, av.,,elena ed 1u:cide - riaffer-mfanio. il nostro amore invi11cilrile per i fratelli_- tmt - i prossimi e i lonta1i · - t1ttti; · l'_amore che è pi1i forte della morte. f 11 ·i;iezzo alla fal-sificazione che serpeggia, i11-ga1tnae a1nJ1.- li.sc\iafjen111ia1110il nostro patto di si,iceritè; la iost-ra sentit • . asso~Ma, spregi11dicata,, inconà:izio1wta, alla erità: la verità che fa liberi. innovia11w il nostro patto di vita fraterna - per salire 111sienie per innalzare, miche del pochissimo che 1.1oi saprem-0 e potren o, l'insieme di cni siamo parte, la fa111iigl:ia 1wstra,. la patria, l' itm.hnit à. I pJ il VI Prestito Nazionale ,:_,oSta:to Italiano lancia al Paese l' .appello per. i] VI Prestito Naztnale, per il Prestito che dovrebbe chiamarsi della pace ociale della ricostruzione. orse più che per arrivare all' una o per dare I' avviamento deciJivo aH'alltra questo Prestito dovrebbe essere il _mezzo potentci per rialzare il credito di uno Stato esautorato .e di conseguen a ,della Nazione. Forse, in questi tempi, davvero calamitosi per 'Iilalia, l'unico mezzo. E' per quest-0 che all~appello dello ~tato per il Pre.stito d'abbiamo rispondere CCTI slancio, sottosc!"J-

' ' ili VITA P'RATERN'A ..... vendo e facendo propaganda perchè ,gli altri sottoscrivano. Chi si ,sottrae a quest·o d:overe ,manca delta sensazione i.storica del mo-• mento:· ·se 'poi vi ~ sottrae per pwra dell'avvenire, 'allora è meglio -che abbandoni questo nostro Raese, già troppo infestato da gente '."èènza 'fede,\ e va~ i1n;altri li'di a godèrsi ;più miti. aure in questo periodq di temporale. _ L'ora non consente che di:laghi più oltre· l'incoscienza che pare regnar sovrana i'lll :moltt diverse parti d'Italia. Iocosci:enza che ha concorso Jn massimo •grado a f_ar peràere cr:edi-to al nostro Paese. Incoscien21a del momento che si vive, della ·posi-ziO'neche 'noi aboi:amò. nèl mondo, dei doveri· che ci µrgono, ·de1la nedessità di riP,igliare id nostro cammino. ' 0> Stato ·da una ·parte rivela che non puo pm reggersi se non si r.innova la co:scienza degli uomini che ne formano l'ossatura . •DaHPaltra ·-pari.e stanno Ùruaclasse infrollita in via di ·'.autolÌlquida·- zi-0ne,' ed _ùna·classe in cui ne·ssuno sa ,infondere ancora una ,mental-irt:àdifferente da quella bor,ghése; ambedue mirano ad un benessere eiconomico .egoisffc.o,.ambedue sono .sorde a qualunque voce .di do-vere -~èrso la co11ettività, verso' 1a. Pa.tnia. Non si tratta di recrÌlminare nè di! far delle frasi retori-che. ,B'isÒgna esser consci: del modo con cui l'Italia è guardata .da oltre un an'110· dai ;paesi che .la circondano. La nostra vittoria aveva prodotto stupore, ·ammi,r.aizione, in~ vidia. La nostra .politica inettà, · in10erta, e non sincera, d~sorientò -~. disg~stò chi ci ammi-rava, rese C?Ontentigli invi1 di•osi, ma generò ,4.U.c~si,dovun5lue un'ia.spettativa sos,pettt:osa.Questo sospetto noi· non abbiamo ancòl'a saiputo di;ssi'par del tutto. Per tr•òi>Po tempo la _po.stra fu ~ politica dubbi,a all'estero ed all'interno; per troppo 'fompo lo ·stato italianq si diimostrò impotente ,a ,prevenire ·o a ·risolvere a tempo, perchè .non ne dovesse venire necessari,a·- men,te un ribasso del credito che il Paese godeva. Mancan21a di diirettive; instabilÌltà nella situazione economica e• .sociale; sci:<r .J?F:ri_ ~~ agi1a~joni ritardanti la ri,presa del lavoro; imprese irre- _gollàn che sauotevan.o •l'unità e l'autorità dello Stato (se anche dirette contro uno dei 'tat111:o.àttentati.' .a-Ila libertà d~i· pdpoli san- . xjp,na6 a. VersaiUes); e initanto una folla arriccpita. ohe spende e 'si di_v~rte~dimentica dii ju~lunquè seriso di ·dignità' e di dovere. . . Ecco ,la . ,fonte d~ questo disagio ec.onomièo e ,morale in .cui il Paelìe si diha;'tte, sènza''·,poterne usd,rei. Oggi ibi~()gna ricostruire. Dobbiamo ~ar,cf;ire · .. a. qì.teisto or- .ganism~ malaJto - di cui ciascuno _di noi· è pa'rbe integrante, e che si chiama Italia, - col nostro più profonrlo senoo' d'amore; Biblioteca Gino Bianco

VITA FÌA'J-ERNA 3 jntuire c10 che occorre per ·loa sicura sua rinascita, -<limo trare che qmesta rinascita non la desideri.amo solo a parole, ma vogliamo contribuirvi cQi fatti. E IJ)er,ehè i,! prestigio dell'Ita1ia si rialzi attraverso il cr~ ·sciu1to credilto d·e1lo tato - di fronte agi altri paesi - occorre che noi cittadinri dimostriamo Jia. nostra fiducia verso lo Stato, dandogli il .dost:ro appoggio, mediante la sottoscrizione aJ Pretito. E q11Je.sto a•rà il1 mezzo più effi-caic:epe:r iniziare la rrsolu- ·zione del dis~giq economico e mora e che ci tortnenta. Sottoscniwiamo al Prestito! III Congresso.delRinnovamento Nazionale ::. I Il. Cornittrto esecutivo della Lega di Rimwvamento ha deli- . berq,to di af Jfdare ad 1rn comitato ordinatore ,: inca.rico ai preparare 1m congresso c/ze n-on sia limitato -semplice111e1deai soci della Lega di 1 Riwnova111ento,ma rmnisca quanti senta.no il bisogM . .di una organfazazione polùica all' 1·nfnori dei vect:hi partiti. Il -Comitbto ha ini::iato 1· suoi lavori dirama.11do la seg1U?1'/e cir:colare : I · Ad iniziativa della Lega ,Democratica per il Rinnovamento çlella Politfca 1 •azionale, nella seconda quindicina di marzo avrà 14ogo i,n Roma, un com·egno _tra uomi'Illi di diver e tendenze, i squali, insodditfatti dei partiti esistenti, avvertano la necessità di una organizz zione e di una azione politica !Il.Uova, rigidamente definita nei p incipi e nella condotta. Compito rincipale delle aduruinze sarà la formulazione di un _-programma_ p' litico. PrO'Ssimamente verranno re.si noti i tre giorni -fissati per lo volgil)lento del .convegnç,, !Ì temi di discu ione e -i . nomi ,dei si:n~olr relatori. Le relazioni saranno pubblicate prima -del conv·egno 1 su «L'Unità> e su e Volontà> distribuite in fa.- 'Scicolo a tut~i gli aderenti. Le adesioni ed .ogni comunicazione si -ricevono pres150 la sede del Comitato Ordi1U1tore del Co,~gresso . per il Ri11novp1!1entoNazion-Ole (•Roma, via III ovembr.e, 154). Per facil m•re al Comitato Ordinatore il lavoro di preparazione, si racc mlanda d'invill!re le adesioni con, 1a massima soJl.eciturline, e s'in iitano i soci a comuTllÌcare a più presto i nomi di quanti, non a partenenti alla Lega, desiderano intervenire. E' da au1 • rarsi che a. qµesto ap~llo rispondano quanti con intendono al Rinnovamento della nostra vita_ poBiblioteca Gino Bi

4 V1TA .FRATERNA litica e che ne risulti una discussione scevra di preconcetti e di limi,ta~ioni, guidata dal solo proposito di chiarire onestamente le posizion-i r-eciproche, per raggiunger-e un accordo sincero e completo. IL COMITATO ORDINATORE: F. Comandini - E. Dall' Ol-io - G. D' Aloja - G. Morso - M. Rubini - G. Oz:;o - C. Padovan-i - V. Torraca. Per la pace Appunti. La guerra è finita; da un pezzo, ormai. :Ma la « pace»? questa «pace», idoleggiata d111rantela guerra <la chi la guerrai. non 'ha capita e sentita nel suo valore intimo e . ·,rasce11<lente, tanto che parve talvolta i suoi .cultori - non essendo riusciti, ad .impedire _il nostro intervento - la volessero restaurare troncando la ,guerra i11 quahmque modo, magaPi con la nootra :sconfitta ( aspirazione che culmi111òin « Caporetto- »), ora che c· è, ques:ta « pace », come -è accolta, come è coltivata, che risultati dà? ...... - Ahitnè, ],a v·edi:amo deprezza,ta combattuta dai suoi stessi importuni idolatri <li! ieri: se la vita civile_ è tur.bata ogni, momento, se il lavoro nelJ.e officine. e sulle vie ferra:te è ancor me,no regolare che !in tempo di guerra, se ancora si -è incendiato,. si è devastato, si, è v•ersato sangue fraterno -:- tutto ciò è oggi per iJ1iziativa di quelli st(';ssi che più alto gridavano con:tro gli orTOiiÌ! della guerra, e c-ontro la lotta fratricida, tra J.e nazioni, invocando l' internazionali.smo uma,nita:nio. (Forse che fratelli agli ita-,.- liai1i, sono solo gli apstriaci, - e gli Ìltaliani stessi ·no?). , . Povera pace - non le sanno perdonare, questi, la qualità che ·hain fatto di tutto per impedirle - ma che ha! - di vittoriom. . E così non v-ogliono pèrmetterle di tl"aidursi m qui,ete, i11 la-· voro, in vita feconda .e ,serena. « Il popolo italiano noli è fatto per la guerra, ma .per il la- . v-oro ». Quante volte l' ho sentito defonirsi così, per bocca ,di operai ~ contadini ~oldati, con nosta1gia. Ed ·or.a., che daJla guerra il popolo è tomato 'al lavo·ro, 'I)'erchè ,non. vi .si dà con gioiia e con p-a'ssione? 1Fra ttitte le <<·propagande»· che si rivolgono a lui, perchè ·ubbidisce più a quelle che lo incitano a scioperare ohe a quelleche lo invi-tano a lavorare·? BibliotecaGino Bianco

sC' è irrequiet~zza nell' animo popolare, come in ogni animo, oggi. ·C'è ,r attesa di un bene nuovo che si aspetta confm,amente da un rivolgimento che debba instaurare un nuovo ordine di c-0se. Le masse - stamche in .parte- del lungo tormento della guerra - assuefatte al'tre a nuovi agj dan subiti guadagni per Je industrie di giu.erra! - .aHetta'te poi, ad ,ogpi passo, dagli esempi e dalle suggestioni- del ga.udentismo 'borghese che imperver a sfrenato... credono a c'hi promettte J.oro la felicità nel bene.ssere materiale, medi:a.nt~ Je < rivendicazioni economichè >, gli aumenti di .salario, ecc. - e fa loro balenare la speraruza di 50Stituire se stesse, la propria classe, nella condÌl2JÌone ,privi-legiata in cui vedono splendere ed -esultare oggi la borghesia. Mtalto :delle invocate « rivendica,zioni > il popolo ha già attuato; molto popolo ha oggi un benessere· materiale enza precedenti nella sui storia. :_ Eppur,e non è felice. Non è mai - forse - stato ,così mailcontento. Vi è un' amarezza in lui, e si mostra nello guardo, nelle paro~e, negli Ialiti, - .che stringe i1 cuore -di chi sente 111l ca.!do inweto di amore per lui, e si,_·strugge di non -saperlo ,attuare. E' o'he il benessere materiale, anche raggiunto, non sodd~sfa l' inquiefa e confusa sete che agita iJ popolo, - la esasper~ -anzi deludendola. Non è questo, non è questo, di cui ha ete . - Potrà ubriacarsene, non -saziarsene ..... . Inoltre, lo spi.rito di lotta e di -odio di classe, che i uoi amici d'oggi gli mostrano, gli inculcamo •come i mezzi per raggiungere il benessere, - lo avvelena, lo amareggia, lo attri,5taJ - -offusca. in lui il en·so della giustizia, gli toglie la igioia e l' orgoglio del lavoro, gii impedisce ,di accogliere verità evidenti come questa: che il lavoro, oggi più che mai, è - sarébbe - il rimedio sicuro e piano ai disagi inter.ni e esterni, indi'Viduali e sociali, alle pover.tà e al rincaro; - lo arma non di rado brutalmente contro -chi gli parla ,questo linguaggio. Il discrusto del lav'oro delle < cla,ssi lavoratrici>, le continue in-saziate .richieste di maggiori mercedi, e lo spirito d'odìo, da ur. lato; ifozio insolente, della ·borghesia imputridita, .la follia spensieratfl, e il gaudentismo spudomto dall' altro; sono i due elemlmti delta mii::era_bile « pace> d' oggi, sono i due coefficenti della rovina che 'Ci minaccia, sono i due esponenti df'l fallimento -dei dirigenti in alto e in basso. Ne suna salute vuò venire da questi! - E111purequesto popolo è Jo stesso che, in .tre anni, e mezzo -della -più dura guerra, ci ha riempiti ili orgoglio, e di tenerezza, e di venerazi01~e per le sue virtù di pazienza, ili fedeltà, di sacrificio! I Biblioteca Gino Bianco

6 VITA fRAT,E~,A , - è quello ~he h!a .res:istito a lungo, alla pi'Ù . attiva multi forme perfida propaganda disfattista dei neniici di fm11te e più dei nemici interni ·alle spalle: e, quando u,ùa. parte di cs;;o vi ha momen:- taneamente- - disastrosamente· - ceduto, -tosto si è gagliardamente ripreso, e !ha reagito superando. -se stesso! - t quello stesso che ha amato con devozione. figliale, fraterna talvolta, i suoi buoni ufficiali; - è quello che li ha ascoltati e li ha seguiti, là, dove ,1;011 invitavano al lavoro - « per cui ·e fatto il popolo italiano» - ma ali' aspro combattimento, alla sopportazione dei disagi pi_ù in.um,a111a-il,i' offerta della vita! l\lia - ecco -il s,eg,reto (la -testimonianza della guerra è sempre salutare per la nostra vita): quei buoni ufficiali che hanno guiria..to ii nostro popolo. in armi .al sacrificio e alla vittòria, -eraino, v.iveva.no, e morivano in mezzo a li+i; - erano con lui in una perfetta comunanza di condizioni, çli disagi, di pericolo; __:_ qu-ello che ,gli chiedevaino dÈ sopportar-e, lo soppornavan-o ess-i medesimi;· qudlo >che -gli oomandavano, essi pei primi lo faicev:a.no. La loro superiorità co111sisteva essenzi,almente in una maggiore r·esponsabilità. Ed era, tutto questo, per uno scopo che trascerndevq gli unt e gli altri: uno scopo cJli giustizia a •cui .og,n,i egoismo doveva. sacri-ficarsi. ' Oggi, troppo spesso gl'i!nlC:itamenti al lavoro sono is.pi·rati pm da paura e da interessi allarrriati, che .dal puro senso de!la realtà~ - op)P,ure-sono asfì. 1ssiantemente retorici; - o, anche quarudo so.no sinceri, dislnteressati, buoni veramente, vengono da lontano, o da gente che va al popolo ma n0111vive ,oon lui, non se n'è guadagnato la fiducia nelfa conv•ivenza sp~ocio'1aqi.l'O'tidiallla,e può \troppo facilmente tra. il popolo esser calunniato da « cQ\mpagni » <1;ntorevoli e ascoltati. - Noni ,è più possibile, ogigi -? non e' è più eh-i sappia pe-. netrare tria il' popolo come allora, mettendosi in realtà a-Ila pari con lui, predicando anzitutto con l' esempi-o, Tion cont--nch su -,_lt-1. superiorità che quella della maggiore responsabilità .dafa dalla · c,osòenza più c-oltivata; c-ercare, far proprie le sue con-dizioni più difficili. viverle per imparare anzitutto, e po-i mostragli come si può viverci e ,miigli-orarle; e insieme, fraiternamente, cercare lo scopo d·i giustizia per cui oggi s'i ,deve vivere, lo scopo che sacrifid\i ancora itl rnustrio egoismo - di tutti, ogni e,goiismo ! - ,ma acquieti la sete -della nos-tra -coscienza, - la via d'ella pace - ? - Sogri.i? utopi-e? - Eppure mi insiste n.el cuore, rnel_lamente i,l ,seniso che qu-esta ,s-ia1 a vi•a b-uona, lia sola è-enta. L'espePienza recente della guerra, e piccole esperienze i111dividu~li. e g~a.ndi BibliotecaGino Bianco

VITA FllATllHA ? ., ,esperiet1ze lµminos~ nella -storiJL t~timonirano in favore di questi sogni. Dal!' I~gp:ilterra ci viene l'esempio bellissimo dei settle-; ntents, ecente ·k_· attu:a.le.... Cerio, anche solo pochi chè· avessero ili coraggi .e fa ,gE;nerosiità di seguire questa via, riuscirebber-o a ot-1 timi risultati. Bis~gna t~dere a questo! ' . Sul questa- via, ogni più umil'e pass·o sarà benedetto e fecondo:, ogni rtpp~rtq perso~ale,' direttò; amichevole· fra indiv1dui della· classe col_ta ·e della cfa.5se popolare va -ricercato e coltivato: ii tenùi fili preziosi dei contatti sinceri, fraterni, nati nelle. trincee,: negli ospedalt -come che sia durante 1a guerra, e che ancora ri-. manga,r;o, ripresi uno per uno con delic~tezza e· con attento amor.e - potrebbero rammendar-e molti· stràppi - e creare un, vitale le-: game di spiriti superando lontana11ze feconde di malintesj, sepa . rat;ioni convenzionali e barr.iere insussistenti . di pregiudfaio reciproco. La pace, la :vera, la buona pace - frutto degno dei .sacrifici; comp~urti e ddlla giusta vittoria - non deve es ere la pace di .1,~ classe imposta ai1lealtre: non sarebbe vera -e buona neal)Che per que11'una. C-0sì come non sarebbe vera. e buona la pace di una sola nazi on~' imposta aHe a'ltre, - ma (~--1>er quanto ciò appaii ogg1 ancoro, dopo -tanti aroui' -passi; atrocemente lontano, - ri< mane pur .sep1pre la meta!) solo -quella stabilJ.ita fra nazioTI1 libere; e sorelle. - •·:, • · Ora, la smob1litazfone ha avuto, in,sieme coi suoi ri ultati buoni, necessari,· jnvocati, .questo :pessimo: di far ce are uno dei miglioPi effetti, della guerra, cioè l'~vvicinamento de11e classi in una sincerità ·e in una solidarietà .ima><>stedal dolore e dal'la morte. imminenti per ciascuno, da cui una nuova cono cenza era sorla, \.11Ilareciproca ri,velazì,one di valori ign~rati prittna da ambe le parti, (~i -conosçevano così poco e così male!)" e, spe o, una reale, prezi'Osa :amicizia, indimenticabile, n~ ho fiede, per chi 1ha, vis.suta.' Oggi, ~ popolo è, ·iin fatto, di nuovo abbandona o da~ sUIOimigliori1 amici de'l tempo •de1Ja pr-o-va, - -ed· è torriato in -potere dei suoi" aqiici pegigiori. - Amici, però: e d-i fronte all'indifferenza dei' più e ~l~a trascur.an-za pratica degti, altri, è trqppo naturale clie lJ d . t 11· . i,a. a que 1. - ; Bisogna ristabilire l'U'nità n,aziionale abbozzata in quei rapporti Jrsonali di cui la gruerra. è tata occa1Sione. Perchè, come insiemei han:10 sofferto e vinto, in'sieme ancora, la miglior da e edita itaJiiana. e i1 meraviglioso popolo d'Italia devono risolvere la1 crisi che travaglia oggi fa vita nazionale, devono preparar.si e aBiblioteca G no Bianco

8 VITA ll'RATllatfA gire per dar vita alla vera pace; finchè non opereranno insieme, la vita d'Italfa. sarà trÌlsta. e incompleta, perchè insieme essi· sono l'Italia. · Bisogna affermare e far trio111fare siolpra al'la solidarietà di cla,.5se- convenzionale, esteriore, c.oattiva - la solidarietà ur~ana. E ero ;9arà posiSilbi'lese i più consci e vo1enti. inid,ivi<ltiidet:la classe lavoratrice e d:d1a classe veramen;te e vivamente -studiosa - e sian pure una: ele<btaminoranza - in ,sè anz,ìtutto, e da sè propa,- gando fra. gli altri il 1prqposito oo:rncorde, saipranno e vorranno negli uomillli ri,volgersi aH'u-0mo; chiamare, sm,citare, esaltare l'uomo: carattere fondamentale, più reale di ,ogni attributo casuale o sce1to, di claisse o di professione; carattere comune a tutfi, in cui hanno fa 1oro vivia ragione d'esisere l'unità e la fraternità umana; carattere a cui si rivolgono in tutti ugua1mente e com insistenza marte1Lante le grandi realtà della wita: la gioia, il dolore, F-amore, la morte; - a cui fapno iappeLlo le grandi voci della vita: ,giustizia e verità. , Giuisti:zia, -verità: non vuote parole! rea1tà vive più essenzia1i di ogni esterior~tà materia1e: fonti' ineisa-uribil'i e uniche della gioia I110strae della pace in qualunque condizione - purchè siamo fedeli nel tendere ad esse, s.eh,za d,i cui e coit,tro cui! non è pace possibile. E' vero? . Ecco: qu.esto è il fondo, i.I nu:cleo vivo dèlla questione. Il disagio dhe travagl-i'a .oggi la ;società - e si m3:ni'festa in agitazioni ecooomiche sopratutto - non è sopratutto economico: è anzitutto morale. Le grandi ,S:per.anze d'un arssetto nuovo di gi'Ulstizia èhe dovesse uscir da1liaguer,ra, del'tlse, fo hanno esa$J>erato•,e hanno a•bbattUJto t'animo unrano d1e11efol'le - d'ogni classe - a ricercar fa gioia e là 11>a'Cene\lle migliori, oo'rtdizioni: materiali, esteriori. Ma 1a pace non v.iene al cuore dall''eisterno: nasce nel cuor-e, e da4 cuore si irradi,a: nasce dalla verità, &Ha gitl5tizia, da'll'amore: è data - a que11i sì, ma sol'o a que!l.i - agili uomtni di buona volontà. All'astio, a:11'odilodi classe, aUa lòtta che sjpinge un egoismo contro l'a•ltro, bisogna dppor-re in noi anzi,tutto e propaigare da noi la !forza de1l'amore che ci aprirà il paradiso, dd1' super-amenlJo di noi stesisi, della liberazione dai tormenti egoistici, che ci ri'veJerà viventi i.peali idi' miglioramento, di gittstizia, di bontà, di .!Pace v-era e fedon!da, per cui è beHo e degno operare, offrirsi, per cui è gioia anche il soffrire. a. Biblioteca Gino Bianco

VITA P.RATEII.NA 9 Con Gitanjali ( C o,vtimtasi 011e e fin e). E vorrei far legg-ere ancora qualche canto che si com1ette con altre opere poetiche d'el Tagore. Ritr-0viamo il poeta di L1ma crescente nelle j)Oesie che l'infanzia i pira; fra le note più gioconde eh~ il oeta offre a Djo ri uonano queste che dicono .come nel bamhino si accentri e ma1ùfe ti tutt"una armonia di oo e tenere delicate e liete che fanno dolce· il mondo. (62) Qiwndo ti porto balocèhi colorati, o mio piccino, comprendo pere/tè sono variopinti i fiori, perchè sulle mthi e .sull'acque giocano le tinte. - Q1w11d-Oli dò dei balocchi coloriti, o mio -piccino. Quando C(Iinfoper farti danzare, 1·0 so perchè e' è 1111t.Sica nell,e foglie, perchè le 011deil lor coro ·ma11da.110al more della terra in ascolto - Q1w11do ca.1itoper· farti danzare. Q11a11doporto cose dolci alle tue a" ide 111-011i11e, so perchè- c'è miele nella coppa del fiore, pere/tè 11eZsegreto i fruttt: son pi-eni ili dolce succo - Q11a11doporto cose dolci alle t11e avide manine. Q1w11do bacio, il t1w viso per farti sorridere, o 111,iodiletto, certo comprendo il piacere che dal ciel,o si effo11de in l11ce tn41utina, e che sia la. delizia che la brezza estiva reca alle mie membr• .. - Quando ti bacio per farti sorridere. (61) Il sonno che aleggia. sugli occiii del bimbo, chi sa tlonde venga'! Si dice che l-à ove le fate dimorano, neU'o1nbra del bosco, al fioco bagZ.ior delle lucciole, pe11.donod11e timidi oocci"Holi-incantati; di là viene il s01in.o a baciare gli occhi del bimbo. Il sorriso che tremola sulle labbra del bimbo dorme11te, chi .sa dove nacque'! Si dice che 1111 tenue raggio d'esile falce lunar€ lat1r bi l'orl,o d'1ma piccol-0 nube vaniente, ed i~ i quel sorriso nacque, sui sogni d'111i'albarugiadosa .... Il sorriso che tremola .n1Ua bocca del bimbo dormente. , La morbida freschezza odorosa .che infiora le membra del bimbo, chi sa doaueprima sì a lungo stava ascosa'! Quando la madre era fa11ci1,lla il su.o cuore ne era perva,So, in tenero siknz-ioso mistero d'amore ...: La·morbida· freschezza odorosa che mfiora le membra del bimbo. Biblioteca Gino Bianco

IO VITA FRJ\TERNA E al Giardi•nierc si rj,c.olleg,mo i seguenti canti· fem!ninili. Le liriche del Giardiniere son ben lun,gi dal contener•e tutte le note dell'a111ima muliebr•e, però quelle 11ote. che v.i risuona11Jo sono toccate con profondo e dleli,cato intuito. E dopo tanta l•etteratum nostrana ohe celebra il fascin·o <li donne •,convulse e i11d'urite, è con un senso d'i refrig,erio che ci volgiamo alle donitle intraviste nel Giardiniere, umili e dolci sèmpre, anche nella più cocente amarezza. Oh quan a più di,gnità in questa umiltà dolce ,che non in quell'eleGante sfoggio d:i superiorità, i'lltquelravidità di do111i11io.Quan- ·ta verità e quanto r:1iistero iru questi sentimcriti ,ohe cons·èrvano viva ogni loro natu -ile cociplessità e -sfumatura perch.è l'espressione, v·eramente f.emmin.ile in questo, non s'attenta a violarne J'.i11itimo,ma li man.i.festa senJZa mostrarli, narrand:o lievi fatti esteriori è foggiando ingenue immagini ·da fiaba infan,tile. Quanta più profondità in questa semplicità che non in ,qul!gli acrobatismi ccr,ebrali e lussuriosi. Altro vi è pure nel Giardiniere, altre note dolorose e cupe, come una morte che J)receda la rinascita di Gitanjali ,e inconsciamente la invochi•; ma a Gitanjali ritornia.rho per ora. Noi aibbiamo già i11co·ntrati i due carrirt:is,eguenti, con1JSiderancLolinel .Joro simbolo; ma se es,so ,è così vivo e drammatico, è perchiè vivo e drammatico è <la per S!è il si,gnifocato 1,etteral,e. La do1ma che disseta il viandante alla fontana .ha molte raffigurazioni nell'arte, ma !1essua1a vale questa. Del viandMlit:e è detto ben poco, pur,e ,egli ri,empi•e i-1•canto, anche prima di comparire; è rivolgenido a lui il pensiero che la sil,enziosa . ri,evoca l'ora che pr,eoedette la sua ~-enuta. Egli ha .dato significato all'ozio ,sognante che la tratteneva a'11a fontaT11a. cullata dai lievi suoni campestri. Se ,eHa ripensa a quel suo indugiare, è solo perchè ,poi egli è •companso rivela,rudo!,e che quella sua vaga inco11scia asvettazione era già piena di lui; ella sente questo nel nuovo valore çhe ha per lei nel r,icordo quell' ora languida e nostalgica. « I suoi occhi erano tristi, la sua voce era stanca»: il pensiero di lei non formula ,altra ,c\c:scrizion,e; s,egna inv,ec•e qualche particolare - un profumo, U111 canto <l'uccel'lo ~ che ora e per· sempre si è fuso nella ·sua memoria con l:a figura di lui, con l'atto suo di bere; pure, ·Io straniero, non oggettivamente ma quale ancora vive i11 lei, noi lo rie;~rdiamo irt11siemea lei mentre commossa e pensosa dia rimarne nello stesso posto, fra gli stessi suoni; lo. stesso mondo, che ha assunto. nuovo valore, perchè è passato lo stra!l1ll,eroed ella gli ha dato da bere. Essa .11011gli lha ris,pos-to, non ha prommziato una parola, e questo suo silenzio, eh' •flla ,non tenta spiegaire, aggi'llnge BibliotecaGino Bianco

VJll'A l'RAT.HtNA II qualcosa d' irnt_et] o e di <lelicato, quasi quale-o a di sacro alla breve · cena, ed aJ ricordo di lui; silenzio di pudica umiltà, ,che la fa ritro a quando i tratta di e ste sa, mentre non ha esitato a <largJ,i aiuto. ella mossa piana e 'lenta del verso, nelle ripetizioni, entiamo la quiete e la caldura dell'ora meridiana nei paesi del ole. Chi vi ha vi suto ricono ce anche le voci lontane delle <l-onnc• che ritornano da'lla fontana e mandano un grido di richiamo .a chi v'indugia, ancora .... (54) N1tlla ti ho chiesto: non ho .prommziato -il mio 11ume al tuo orecchio. Al tuo saluto -io sono rimasta silenziosa. Sola io ,ne ne stavo press_o il pozzo, dove l'albero omhreggia obliquo; le altre a·vevano empito le anfore brrme e sen torna~ ano alle dimore. Da lungi ancora volgendosi chia111avano: e Vieni, chè la mattinata scorre, e l'ora meridiana s'avvicina> . .\Ifa io languida 11,à tgia-o, perd1tta in ozio sognante. Non udii il tuo passo ve-nfre. Levai gli occhi ai t1wi, e li vidi sì tristi posarsi s1t me; la ttta voce era sta11ca q1w11dopiano dicesti: « Sono 1m viandante assetato>. 1Wi scossi dal sogno e ~ er- ·sai dall'anfora mia l'acq11a nelle t11e palme congiunte. Su 11oi tremola,van le fronde; nell'ombra cantava -il c1,c11lo,e il profumo del habla fi01·ito ci veniva dal c1tn10 sentiero. Q1wndo hai chiesto il 1iiio 1111meio son rimasta ergog11osa e muta. Che avevo io fatto perchè tu volessi ricordarmi? Jl,Ja ho potuto p-0rgerti l'acq1w per dissetarti, e tale ricordo s'abbraccia al mio more e di dolce:;za lo avvolge. E' trascorsa la 111atti11ata,seguita l'11ccello con nota. sta-nca, sussurrano i11 alto le foglie del 11ecm, ed io rima11go a pensare, e pensare .... L' altro canto, anche se con i.derato parola di doTIIIla serba figura di fiaba e di mito. fot-eniso e misterioso canto. La molle donna che vuole Je rose trova invece un dono 11obile e terribile, un peso che overchia le ue deboli forze e la feri e, ma che per amore ella aprà portare; <loloro a e dolcissima nella sua appa - sionata umiltà e in ieme a ogni iblandizia nella ua liberaz-iol'fe da ogni fralezza. (52) Volea chiederti, e 11011osava, la ghirlanda di rose al tuo colf.o. Onde attesi il mattino e la t11a dipartita per trovarne sul letto qual.che fiore. Quale mendica, nei primi cMarori, ·o ricercai, fosse pure 1L11petalo solo. Ahimè lassa! Che ho dunque trovator Q11ale pegno ha la- .sciato 1"/, t110 amorer N è fiore, nè aromati, 11è fi.ala odorosa: è la t11a spada possente, pesante come la folgore, f1dge11te come 111w fiamma. La giovane lttce penetra dal verone e sul ttto letto si Biblioteca Gino"Bianco

12 VITA FR... TER)IA spande. L'1,icceUo mattutino cinguetta e chiede: - Donna, che hai tu trovato? - N è. fiore, nè ar01nati, nè fiala odorosa: è la tucr spada terribile! M eravigli,a pensosa n-z,,itiene; che dono è mai questo! Io non so dove celarla. Son vergognosa di portarla al fianco, io debole donna, ed essa mi f erùce quando la stringo al 1m:opetto. Pure il mio cuore deve sostener qiiest' onore, il tuo dono d'un peso do--. lcroso. D'ora innanzi nel 'mondo per ·me non vi sarà panra. alcuna, e in ogni mia lotta la vittoria sarà tua. Tu mi hai lasciata la 11-iorteper compagna, e della 1nia vita io l'incoronerò. E' meco la sua spada per, recidere ·ogni lega11ie, e per me al 'mondo non v'è paura alcuna. D'ora innanzi io rinunzio a ogni vano ornamento. O re del 11,io cuore, mai più conoscerò l'attesa e i pianti nascosti, mai più l<: ritrosie e le dolcezze. Più non 'TnÌ adorneranno i fragili vezzi· lfggeri: per monile mi hai data la t11a spada. Chiu,1:11queveramente viene a conoscere i canti di Tagore sperimenta come or l'ur10 or. faltro gli risuona in cuor,e som~esso e continuo, quasi voce cLel'la.propria vita. E' ciò ·che ·sempre avviene per le espressioni che possono dirsi universal.i: infia,,ite .anime vi ritrova,1110 e stesse; ciascuna vi sente la parola della propria -esperienza, e insieme la paroJa che lo Spirito uni.v•ersale · mi-sterÌ'o,samente r~vol-ge propri-o a le.i, a soddisfare il •suo persona-le intimo gr.ido. Io so d,i· una vita che a lungo fu accompagnata da ,questo canto: « In fondo aUa V'ia pietrosa, in contrada di vergi11e so/.itudine, l'Amico siede ti~tto sold.. Oh 110n tradirlo; sveglia-ti, ri,_ sveglia-ti! Che vale se il cielo ansa e tre,ma nel/:afa mcridia-na - che vale se l'ardente dese1·to stende il suo mam,to di sete. P1,1(1'non vi è gioia. nel profondo del tuo c1wre? P;ire ad og11i f'1io passo non vibrerà J: a,rpa della, via con 'dole e 1n11.sk.a dolente?» (55). Gli spaz.i deserti nell'afa nner.idiana, i'l manto di sete, ,esprime profondamente per quesito spirito. ciò che egli dov,eva affrontare per giungere ,]à ove Iddio lo aspettava. La gioia i111fondo al cuore, la musica doloo,te e dolce che si· leva dalla via sonora al calpeistìo dei passi umani, beniedicevano ~l fas<cino che av,eva per lui la vita, il bene eh' ,esso vi sen,tiva, pur nd dolor,e, lllel fastidio, nella stanchezza: .gli risonava in musica i,l travaglio umano. « In contradla d'i vergine so\.i:tudine, in fondo alla via ,pi•etrosa,. l'Amico siede tut,to solo ..... ». Ora, in vane guise i•l cl'ivino Amico, BibliotecaGfno Bianco

_i· rivela alle anime; questa di cui io dico non era abba tanza arti ta da perçepire Iddio supremamente come Bellezza, ed era molto lontana dall'alto arò.ore serafico che conosce Iddio come more; nella ua vita, il <livino da raggiungere, e possedere, e manifestare, prendeva l'a petto di Veri à; egli sentiva la verità r-eligiosamente. Era la verità che olitaria lo aspettava, lo risvegliava, lo •chiamava a sè, attraverso brucianti deserti. E ciascuna verità ragg.iunta non gli si• presentava come una qualche imper-onale so tanza conqui tata, ma come volto d' amico già caro; come ombra e vi ione, che. la mano 'mdu tria ·a fermare, d'una delle infi[JJi.teespressioni che muovono i lineamenti di quell' amato volto: infinite espressioni, ma l'intero volto è in ciascuna; e ben- -chè la mente umàna non ,po sa mirare il volto in se stesso, può entirfo balenare, intero e identico, negli aspetti .diversi diel o mobile gioco vi ibi>le ali' uomo. Que t' identità del volto nascosto e rive1ato dalle sue espressioni mutevoli e innumerevoli t.ava nel senso di una unica conti!lllla vita nella Verjtà. ovendo ver: o la Verità, non attravierso astratte peculazioni ma• sull'umile terreno -pietroso d-ell'l'azione, e lavoran!do a cogliere ·con piccola parola umana, spa imosa della propria inadeguatezza, quelle viventi -e pres ioni <ld divjno Amico ché !riungeva a intravecfere, o-1iaccad1e\-adi entire na-scosta e trasfigurata in quelle espressioni la propria intima vita. La peroonale e perienza dolorosa, ,perchè dominata e ine pres a, gl,i ,era caa-ione di vi ione universale. Univer aie di q11:ilità, bem:h~: fosse poi molte umile è semplice la sua perctzione del vero. La sua te a e perienza, egli la ritrovava present-e in quelia vi io.ne, che era pur co a nuov:a: aveva fatto tacere il uo gemito oscuro e violento, e la ritrovava fu a al o-rande canto yer o il quale quel diniego aveva sospinta l'anima sua. E allora -comprendeva che la V-erità univer ale ,gli appariva con ì amica emb·anza ,perchè ivi ritrovava e tesso liberato dai limiti di ·se ste rn; e com_prendeva ,che nella ·Verità egli amava wm P-ersona -perchè vi sentiva unità e intelligenza e amore. Le verità diver e ·eniYano a col1tl1ettersi nella loro azione ulla vita ua, manifetandovi un continuo intellio-ente amore v-erso di lui, creatura. Sicchè la propria verità, la propria intelligenza, il proprio amore, gJi rivelavano una Intelligenza amorosa unica e continua al d:i là del moto delle sue espressioni molteplici; nè poteva iJUe ta Individua- . 1 ità essere empi ice illusm:ia proiezione .d'ella propria, perchè la ua azione precedeva sempre la compr-ensione di cotesta azione; era la via pietrosa e sonante per la quale ,J' an.ima pellegrina giun- -o-~va innanzi all' ami.ca Verità che J' aspettava. La Verità non era ,c_reata dallo pirit-0 di lui, ben ì lo creava di continuo. Biblioteca Gino Bianco

V~TA FRATERNA « Ln •fondo alla via pietrosa, in contrada di V'ergine solitudine .... ». Queste parole diceva.no mi,rabilmente la regione pirit:'ual,eov•e -egli. giungeva a vedere la Verità.. Per la Verità, -era la misteriosa solitudine delle cose non ancora ragg·iunta <laH'an,ima, che desidero.se di rivelarsi aspettano. Per l' anima ,era a11Jcorauna speciale ,solitudine, là ove l' ·i1ncontro avveniva. Era .Jo spirjt 0 sgombro dagli• abitatori avidi e clamorosi della vita naturale, limitata e caduca. Quando occorreva specia:1e ·initensi1à dli volere e di preghi,era a liberarsi dal risucchio dei caldi egoismi, allora, con doloros·o brivido che pareva mort,e l'anima rsi sottraeva a quel vivo moto, e ~imaneva tr,emanrte ·e vuota, impoverita di quakosa che era pur se s,tess.a viveintie. Ma avveniva aHora -che l' intenisità vitale del .go-rgo che moveva ad a,ssorbirlo ,e ·:riinchiuderlo passava nella volontà che lo sottraeva ad esso, passava niell'anima spoglia deserta. E mentre perd'u,rava il penoso sforzo della volontà d'i ,dijstogliersi1 daJle avidità (che per og111vi .ia cercano assorbi,re •vita, e me:111tres-embrano ,gustarla la distruggono) 111-ellasgombra solitudi'tlle, al di sopra del senso di morte, si liberava e si rivelava la ·pura vita il!lJdividua,Je,intenisa e vasta, .non più menoma.ta, Ùmi,tata, ,into11bidata.. I-I ce111trodi ciascuna vita è una inviola!bil-e soli-tud'in.e; nessun piacere, nessun bene può giunger~i d1 all' esterna vita; quando nell'anima predomi,111al'avida legionè, -essa com.prime ,per ogni verso cotesto ·intimo ,cenrt:ro, ma ntsstina gioia dhe da14'·esterno afferra essa può farvi peruetrar-e; anzi, più la vOllontà: è neHe attiività, pilÙ nell' intimo cemro s,ir apiprofondi•sce il vuoto, ,e d' atton:io gli sorgono limiti e cep,pi •e -torbide onde: E ,questo vuoto in-colmab-1lie dall' esterno e dall' esterno impri,gionato, ,preme a sua volta sulle cose esteriori, e ne sottrae, an111uJlandolo,il bene ,che non può riceverne. Ma quando l'an'ima si spo,glia <leJ'1a vita assorbente,, 1a forza di questa passa •centuplicata mdla v,itt:airradiante che muove. allora da:lla pura solitl!dine <lell'esrsiere; •J!ào, ve era vuoto .ia.sa•zi.abile, inesauribile scaturis-ce la vita, irradia d' attorno, senza limite proprio, e fa sue le ,cose esteriori col riempirle di sè. Ma come iè ne!ll'anima fatta povera -~ spoglia che ,si libera l'interiore scaturigine del1a vita, c-osì I' attività, i1rrad,iante ohe popola l'. a!11'iman9n J1Jemenoma fa solitudine -cenitrale. Iii centro spiritual-€ è solitudi:n1e al'l"est-erno mondo come l'ar,ra pura è solitudine agli sterminati corpi che per lei vivono. Sì, come d"' aria, poi-chè c-otesto ,che appare ,chiuso centro, è invece per sua ;n1a-turasenza li- . miti, perchè impenetraibil,e e irradliante, e quando si affranca dalla esteriore legione che lo comprime, sii eleva e si esten.de la · slua solitudine che così liberalta rivela essere il cielo dell' anima. Ma BibliotecaGinoBianco

VITA FRA TER:,. \ 15 I' aria non. i solitudine al sole che tutta la riempie dì sè, pur asciandola sconfi1J1atae intatta, anzi facendola più sottile, più· pura, più solitaria. Co ì ila pura soli ud~rie che è il centro e jJ -cielo del- !' anima umana non è solithd'i111eallo pkito divino; se verso le altre creature irradia, da1 Creatore a sorbe direttamente; da lu1 che in lei si trasfonde ha moto e Jurr.-e; verso iJ Sole dello spirito, infi.niltamente alto, la solitudine umana i tende in preghiera, e ql.!anto più umilmente sgombra e'lla è, tanto più luce e calore dal- !' intlini-to riceve. · E sé per i suoi aspetti -tli moto perenne, di alito vitale, e d1 pur<>lilbero spazio incorporeo, I' aria i imbolo della c,Jitt:dine s~- rituale> <li tale olitudine, ca1d.a e lumino a per.il S-Ole che dall'infinito ·vi 1 ene a lei e dimora nella ua purézza, ·,è simbolo l'azzurro dell' aria; questo è il signidìcato -d-elilagioia olare che la volta celeste es.prime. · Ora, in quello pirito, come in qua i ogni altro, 1' int-eriore solitudine era di consueto -caliginosa e impedita; ma tfuando a lungo perdturava in lui 1' umile vita spoglia e povera delle cose che la naturale legiortie -cerca afferrare, quando predominava in lui l' attività irradiante vereSOil mo.nrl'o -dell-e creature, -e l' attività assorge111teunicamente rivolta a!ll'Eterno, allora, nelle ore in cuj più forti moti bramosi si J-evavano e richi-edevano maggior grido di preghiera, maggior volontà d' interiore povertà, benchè perdurasse l' indicibile senso di morte .che :la rinunzia gli cagionava, ac<:adeva che tutta la sua v'ilta veniva a fluire n-eM'interiore olitudine, la quaJLea tale s·pinta i liberava al-quanto -dalle caligini of:fu canti, i sollevava e i estendeva, sottile e vibrante del!' attività vitale che la moveva, attività iru:fividuale che diveniva tutt'una con l' ondata <li vlta che a11ora liberamente <lal'I'Infu-vito ven1iva. Jn quel1' ondata viva di cui vibrava putta là sconfinata solitudine dell' anima spoglia, egl~ enrt:iva qualcosa di divino che fecondava questa ~ litudine, creandovi nuove visioni della Verità; lo spirito si popolava tutto di, caldii pen ieri, era tutto vivo pensiero in se tesso. Visione, pensiero, che non violavano fa solitudine dello spirito come sole e moto non violano qu-elfa dell' aria; immagine de11a verità non penetrata "dall' -esterno, ma generata nella liberata· solitudme della crea rice onda d' ,Infinito. Verità di quailità universale, perch:è la solitudine o've Illasceva era di simil-e qualità; perchè l'individua ,potenza ,di concepirla ed ·e primerla aJiva <l'all'o cura profondLtà di awa ·.onate rinunzie a caldi egoismi natura1i. E nel formarsi diel1a visione, .ruell'incontro del _pen iero con la Verità, ,!:!raun enso di dubitosa meraviglia· e di .commo o riconoscimenito insieme; benchè .prendesse forme imperu;ate, inatt-e e, la BibliotecaGino Bianco

16 VITA FRATERNA Verità 11Jo11appari,va uno straniero nuovo arrivato, ma un· amico che in un dimenticato tempo lo11!tano l' an-ima vedeva e sentiva, col quale -poi a lungo ha vissuto, ma sorda e cieca, ignara d' aV'erlo seco, e che ora improvvisamente riv-ed'e, ri,corda, con meraviglia. riconoscendo in ,lui la ~ilen1ziosa guida della propria oscurità. Onde nell' inconitro era il senso ,che la Verità a Jungo lo av·eva aspettato, pazi,entemente, desiosamente. E quello stato che così p~ Slllggerirsi con l'immagine della cecità de!Il'anima a:ll'Amico che pur la conduce, può aniche raffigurarsi, ,come ,n,el canto dj Tagore, con la lontananza del1'Amico, la cui azione è pur sempre pr,esente nella stessa via che mena à Lui, Come Tagore. sentiva soV1ente quegli d:i cui parlo; ed ogni 111uovaora di avvivata· solitucfi, e ove si formava qualche 11J11ova immagine deil1a verace espflessione d:ell'Amico, gJi era insieme 11ostailgfoori,chiamo verso solitudine più p:ura e viva, ove p.iù pura e viva _vi,sioniedel divino Arni-co lo aspettava, aspettava sempre, con amoroso desiderio dli manifestarsi a lui,. E nel mondo di comune azione quotidiana, durante il giorna'liero cammino sen,za conforto dli visi1011,e,egli senitiva venliirgli da occulte aontananze jl • 6chiamo del1'Amico: « Si,i· desto, n:on tradi·rmi, vi,eni,! ». ·sentilva.- che ogni s·onnolenza de11o spirito in lbalìa dclla natura:le legione, ogrii def.eziùne dalJa via c:he gli era assegnata, era tradir,e l'Amico,. r,ender vana la sua attesa, dimi,nulire o per-diere inimed-iabilmenlte qu.aùche visione della Verità ,che lontano 1on?tano celata Io aspettava. Ed egli n.on sa,peva chi più gli sembrava pateti·co, 1' uomo solo sulla pi-etrosa via, o i'! divino Amico che solo, remoto, nas,costo, · 'aspetta che la .SII.la,creatura comp,ia ia cammino nlecessario 'per ginnge1ie a Lui. Remoto?.... Non è dunque ndl' 1iinrtimo dell' anima stessa che Egli aspetta? .... Soffrono i fatti dello spirito. a pre 11dcr corpo nelle materiali immagini umarne; mentre pure è ·grande amorosa, gioia p~r loro còsì umiliarsi per riuscire a ma·nJiif.estarsi fra ,gli uomini mediante I' umana ,parolla. Nel mondo spi,ritoo:le fa lonltananza non è nec-essari-amenit-e r,eci.proca, ,come nel mondo malteria1e :· l' uomo può essere lonltano da Dio, ma Dio gli è sempre vi,cino. E se la via spiritual•c ,eia per.cor.rere è i'azione di rin1unzia e d'attività i,rradianlte che libera l' iindividluo interiore, neH' ora del'\' in,contro con ··l'Amico l'arcana· remota corutraùa ove Egli asp,ett.a sii rivela nel ce111trndei,J' an-ima ~tes:'a, 1~el .cuore delila Yi'ta ind:ivi<l'uale. Quivi esiste fa « vergine soLtudin,c » che è I' eterno e l' infinito de'lJ?uomo; qui c~ò che è ·univerSlale vive niel proprio elernenito. E' questa sempre la dimora die'l divino Amico, sotto ,qualsia~i forma Egli vi ,si riveli: verità, ·be1ilezza, amore. Ignoto, celato, quivi Egli Biblioteca Gino Bianco

VITA FRATERNA aspetta,: per potersi rivelare, che irradiando e pogliaridosi l' aHima liberi sè e Lui insieme. " E poichè nella via era fazione della verità non ancora veduta, e la vision:e 'Universaie, benchè- imprevista, nasceva sempre dal- !' esperienza ,personale dominata, 1a Verità era 1liìica cosa con 1a Via che ad essa conduceva. E perchè egli -seguitasse nella Via -· nei'le accecanti ore afo e, nelle lunghe or.e pesanti di comune olitariò Ctmmino - non era forse perchè la Via tessa era il divino Amico che nel -camminarvi egJi udiva risonare < dolce muica dolente> - che vi era gioia n~l suo cuore? ..... Poichè il divino Amico è la Via, la Verità,, a Vita. « Gita,ijali > significa < offerta di canti>. La mia parola non ha l'ala del canto; ma il ignòre ,che ha fatte le piccole formiche e le ama, benedica questa pi~cola pedestre parola che eguendo l'ombra di quellle ali ba offerto a Lui ogni suo pas o. V . ili' (1) 1g e. Lina Caico. Non sii aipre un volume di Antonietta G-iacomdlai setlla wi profondo sein,so di rivereru:a. Ecco il suo U!ltimo: vigilie. Ancora un tratto deL!Ja sua aspra stnalda verso la verità e la giustizi'a .. Ti.Ido delicato per un ibro che trattta <fi guerrei e che m'ha fatto ripen;are ai titoli vibranti, inioi·sivi degdi a:Itri suoi ~ibri: Ju.n.go kl via, u1la br-eccia, a raccolt-a. Inivoce iper questo che 1:ratta un airgoment-0 poderoso ,e tremendo un titolo piano -come una 1 batltu.ta d'aspetto. V;ig~lie. Perclliè? Pe11chè ogni igiomo dellla nostra guerra, più cruento e più duro, è una vigilia del .giorino maginiifico delkl vittoria, come ogni strazi,o umano è la vigiìlti.ad:e.Illarr- urrezione dli uno spirito. E ogni a,ngoscia di f.amigJia e d-j, patr.ia è una fiamma de! provvidenziale crogiuoto che .sta -prt'jpairan'db 1l1l tempo ,nuovo di fede cristiana e di egtmiglianza socia1e. Aintonietta .Giacomefilii sente tutto ,c,iò in un magnifico accordo: il ·su-0 cri tianesimo no,n è .estasi solital"ia ma incessante opera fnatema verso le creature e fa parria. In un saldo, annoni-CO positivismo cristiano attraverso aa creatura e !1a. patria essa risale a Dio. Ma « Vigilie» non è soltanto fa voce di una -cristiana e di nna (1) < Vigilie> di Anton-i:etta Giacomelli. (Bemporad 1919. - L. 4). Biblioteca Gino Bianco

VITA FRATERNA irredenta, ma è anc!he la di,sami·na acuta delle pos-sib,ilità di dascuno in confronto alle sociaJ•i resp{)IIlJsabillità. Questa. donna così viigitante 111telgrande, spirito che soverchia il· suo poco p.eso umar.1:0,arriva ~- -nocoiolo di ogni questione socia!le, 1o batte e -ri•batte, lo in1-frange e dia.i frammenti trae .i•l motivo naiscosto. Quando nel primo giorno diellll:a nostra avaJpzata vitt•or:iiosa ,essa dalla sua Treviso vede pasisaire le .pri:me torme dei vinti austria,ci e intorno a dei soldati e borghesi li fissano con curiosità e un naturaill iseruso di tr.ionfo, ma seinza ua1a·so!1ap,aro1a d'offesa a·\ nemi·co, come minabiUmente dice: Erano n,e vittime dietl nemico nostro e <led mondo, ai\ quale l'intimo d!el'la coscienza offriiva, irr-esi:stilbi1men1:e;irl 1:•rirb.uto<ld ri51petto e dlerl.!ia 4>~etàurrnarua. Serio, profondo -il.ibro e tutto nra-rrativo; semp.1·icee ,piiarrro, per:chè sgorgato veramente da UJn,cuor-e. Pieoo di _dacumenti d~- ra nostna ,guerra: pervaso d'.id:ealjtà: animato da un' in tan1cabiJ1e fed'e. Degno di Antonietta Gi·acomelli. Elisa Majer Rizzioli. Per la coltùradella_nuovaclassedirigente I Convegni di Vita Fraterna Il Gruppo -di Vita 'Fraterna ha, iniziato nelle due prime riunioni di quest'anno, secondo qua.nto era stato annunciato, lg rnssegna dei vari partiti politici, nella loro teor-ia, nella lorc; reultà, 1tella loro storia. Riten·iamo opportuno anche per gli am-ici che- non hanno potuto intervenire alle riunioni riprodiwre qui di seg1ti!o un breve riassunto di quanto è stato esposto sul Socialismo e partito socialista nella. sera .del IO scorso da Giustino Arpescrni e sul Liberalismo e partito liberale nella sera del 24 da .Antonio Greppi. Ai riassunto di ciascuna r:elazione (1) - che no11volle e non poteva necessariamente .esse"re1ma.esauriente traUazione del tema, ma soltanto l'esposizione di alcuni punti essenziali che desse1'0 una chiara idea generale cleli'arg_onÌento - facciamo seguire una breve bibliografia affim,chè ciasc'!J,no · possa, volendolo, approfondire per conito · proprio t: esani.e di ciò che è l'essenza delf.e dii-t.eteorie e -lei due pa,-titi presi in considerazione. . (I) Riportiamo anche il riassunto dei due • testi sacri• del Socialismo chè G. A. i ed• prima di parlare del Socialismo stesso. Crei!iamo far cosa utile ponendolo sott'occhio let· tori e lettrici; è troppo facile che e■ si non abbiano il tempo e l'opportunità di conoscere dir~ttamcnte questi testi - ed è ·pur bene che ne abbiano una almeno sommaria nozione. BibHoteca Gino Bianco

VITA l'JlATi:UA Socialismo e Partito Socialista Il « Ca,piitale » - Critica dell'economia ,politica - rli Marx e il e Manifesto dei Comunii.sti» -costituiscono i testi =<:n del Socialismo. Di ambedue se ne dà un unto a grandi e larghe linee. Il «Capitale», scritto fra il 1859 e il 1867, inv~a -il modo di produzione ca_pital,istico e i rapporti che ne derivano, e sulla base delle o - sen·azionii ullo _viluppo industriale compiute da Marx in Inghilterra, tende a <liimostrare ,come ÌJI capitalismo miri a trarre dal lavoro un extraprofitto - un plusvalor,e. Questo plusvalore .sarà assolut-0 se prodotto dal semailice ,prolungamento della ,giornata di lavoro - sarà relativo se pro- ,·eniente rl'alla abbreviaz-ion!! del tempo di lavoro necessario e dal corrispondente cambiamento neilla relativa grand,ezza delle due parti di cui si compone la giornata di lavoro. Son necessarie per chiariire questo concetto alcune definizioni: fo,-za .di lav<>ro è co itui1a dalle fa,colci fisich,e e. intellettuali di cui è dotato l'uomo e che egli ,pone in .attività per prqdurre valori d'uso. Il tempo di Javoro necessario per la produzione di questa forza di lavoro si risolve nel .tempo -necessario alla produzione dei mezzi di sussistenza, che rlevon bastare a ,con ervar l'uomo nel uo normale stato di vita. Se la riproduzione dei mezzi di sussistenza nichiede ad esempio 6 ore, l'operaio develavorare 6 ore per proourre la uà forza di lavoro, ossia per riprodurre il valore che ha ricevuto vendendola : questo periodo di ,lavoro costituisce la giornata di lavoro che consterà d_i una parte 11ecessaria (il detto limite mlinrmo d'i 6 ore) e di una parte extra (limite massimo indeterminato). P,ertanto la produzio11e del plusvalore assoluto è ottenuta dal capitale -eol prOilungamento dejl!a giornata di lavoro. Pel capitalista il !~mite minimo. della. giornata di lavoro sarà insuf!ic.ente: tenderà ad accrescere il capitale ,con un aumento del periodo la.- vorativo che .sì risolve per l'operaio in eccedenza di lavoro. Marx dedica intere pagine della ~ua opera a citare eccessi di h.mghezza delle giorna;te di lavoro: nelle industra.e aventi limitazioni legali .si ~atl!agnavanOI minutri all'inizio e alla fine della giornata_; in quelle senza limitazioni !~ali la giornata di lavorò saliva a I'5 ore (fabbriche di stoviglie -dove le numer-0se malattie che denivavano da questo sopra-lavoro (scrofola, tisi degli toviglia~) abbreviavano la vita degli operai); ragazzi di 7 anni lavoravano 1 6 ore al giorno ; delle -sartine normalmente 16 ore e in periodi eccezionali 26-30 ore ,òi seguito. Il lavoro diurno e notturno. portaYa un grado di vero abbrutimento nei Javoratori. Il capitale ·nsomma non si interessa della durata d'ella forza di lavo.ro, ma del maximum che può ottenerne durante una giornata. La sovrapop~azione assièura che gli operai non mancheranno, anche e un'industria (quella eotoniiera) ha mietuto durante 3 generazion: normali inglesi 9 generazioni di operai. Di ciò il capitale non si preoccupa. -ell'ultimo terzOI d~l secolo XVIII si ha e l'orgia del ca.pitale>. E' allora che si iniz,ia la resistenza della classe operaia e parallelamente la Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==