Vita fraterna - anno II - n. 16-17-18 - 15 set.-15 ott. 1918

220 VITA FRATERNA Che non ci \Sia nè paia un clono d'altri la terra già oon:sacrata: da tanto nostro sangue - ma pure per ncj tra colpa -riperduta .... Dobbi.amo riprender noi quelilo che fu no,stro e quello che no-- s,tro deve esser ri,conosciut,o. Noi·_ a qualunque costo. Asco~ti.a,mo,,[}er tutt,e, la voce d.~uno dei1 nostri santi mo,1,ti,cl'i Paolo, ~Iarconi - caduto a 21 anni nella controffensiva del Trentino: parole. scritte ella lui neilla ferviida e con.sda vigilia, nel c\'içembre del 14: « Doni non 11e vogliamo più. I doni ci hanno 111niliato anche troppo finora. Noi non potremo a·mare che ciò per cui avremo sofferto. - Perchè il 11ostro popolo ama. tiepidamente la, patria? Perc/1è troppo poco sa11g11e,troppo pochi sacrifici gli è costata! Noi non voglimno Trento e Trieste! ... Noi vogliamo qualche cosa di più importante e sacro .... : 11oi vogliamo risca,ttare e temprare l'Italia tutta! Piuttosto che altri doni, meglio rimanere q11,alisia1110 oggi - .... guai a noi se rù1sciremo ad avere ciò che 11011,a~ vreino saPnto ·meritare .... I f » E infine, cli un'a,!tra co~ dobbiamo es'ser consci, ·e ricOlrd'a:rci: che la meta 11019t-rad'oggi sarà, quando sia iraggj1.Ìnta, un nuo- .vo punto cli parte11za. Non illudiamoci. La vittoria - che verrà - non chiuderà una parenitesi. Non si ripl'e<nclerà il clisco·rso cli prima. La guerra è tma rivelaz,ione che ha interirotto lYrusca,mente 1e per semi[)re le •ai.ar~e.di prima, e rne\ ha d'irn,oSitrato le vanità d je bugie - e ha com1 intiato, un altro cliisooìrso.- Ma ci 'Sono, p.ur_ecli quei tali che, indi:sturba.tii dal frastuono della guen a, han continuato fr.a lorn le loro vane chia,cchiere ,e)le loro bugiolie o le più girio,ssemenzogné. CeSSlatq iL frastuono, ri_alzeranno la voce. Bisognerà fa:rli tac-ere. E far riconos'cer,e I.e vrerlità per cui tanti banno1 tcl:jstimoniato coHa vita, - e trarne tutte le conseguenze. - Non sarà lav0iro da, poco. Ma bisog11,eràcompieir-lq. Non ci sarà dunque da riposare neppur dopo. Ma, meglio che iJ morto ri!poso che -ci d/a,rebb~ J.'inaziqne, gi,qverà a. rdstorarci le forze la: gioia cieli.a meta. rag,giunta, la gioi.a cli' sentirci più in afito, più avàntli nel cammino umano. Avanti dunque, avanti sul c,ammino - se pur ancora lm11goe aspro. Avanti, pronti e -cJlecisia proseguire fin:o alla meta che vediamo ogg,i, - e olrt:re. A. Arpesani. BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==