Vita fraterna - anno II - n. 10-11 - 15 giugno 1918

VITA FRATERNA Diogen.e fissò i suoi occhi, un poco attoniti nei mie. - Tu sei un teorico ! - entenziò gravementiel. - Sei un artefice di simboli. Per te la pira.miide s'inghirlanderà di va.pori evanescenti, di effimer·i 1bagl~ori. Ma certo noni salirà di un'infinites.ima misura nello spazio. • Tu scrirverai libri. Inonderai il tuo 1pa1esedleloquenza. Flagellerai con acerba presunzione lai debolezza degli altri. E sarai il dèbolissimo nella pratica della rigi,da vir.tù. - T,eorico !... Teorico! - E tentennò il capo con accorato scetticismo. ' - No, Diog1ena Non giudicarmi aincora. Il tuo presagio sarebbe stato infallibile se tu l'aiv'essi pronunciato lontano di qui; in un altro tempo. Ma ora no. Ora è vano. In questi sotterrnnei angusti e umidi, in questi solchi insanguinati io rinasoo uomo. ·La teoria ,penetra giorn per giorno fortemente niellla mia volontà. Io potrò t:raidurre ogrn i,dea, neUa sua realtà. Ho imparato, nelfa ip,ratica, il disiprezzo di ogni. cosa esteriore. Sono penetrato nella miseria umana fino a la sua radioe. Sa:prò essere ·virtuoso .... Diogene alzò lievemente il capo ed aprì Le braccia in un gesto vago di ammissione. - Se tu 1101 affermi con tanta sicuneizza ! ! !... Ri11fraincato io ri.pr1esi: - Io sap•rò praticare la virtù aid ogni costo, Ma una virtù assai più feconda che tu non abbia predicato. Spalancò gli occhi ed ebbe un lieve sussulto di sorpresa. - Sì, Diogen 1 e ! la tua filosofia insegnava una virtù fatta esclusivamwte éli to!J.eranza e di astensione. Era la filosofia della_ sfiducia, della delusione. La mia invece è un inno a la f,edei. Tu predicavi che bisogna corazzare il cuore con.tro il dolore. Io inve.:e gli apro serenamente il mio, iperchè n.e purifichi le più intime sorgenti. Tu nascesti dopo i Pa,gani, ma doipo te nacque Cristo. Diogene si drizzò in tutta la persona e converse ne'· miei occhi . uno sguardo sbalordito. - Tu insegnasti agli uomini la rassegnazione. Ma questi impararcno poi la speranza. . Praticando la tua virtù l'umanità sarebbe divenuta un'immensa ·collettività dli a,nacoreti. La virtù no111può consistere soltanto in una imtPassibile, arida opposizione al male. Deve esplicarsi in una faticosa c(.nquista cli bene. - Diogene .a qu~sto ipunto .s1edette ,su la terra nuda e si fece più attento. · , - Tu di questa guerra non hai considerato che un ·fenomeno. Q 1ello accidentale, -effimero. GH hai dato soverchia importanza perd1è si rkonnletteva ai principii della tua dottrina. - Il ritorno degli uomini a la semplicità della vita,. a l'indifferenza delle cos-e esteriori, alla sop- !l)ortazione del pericolo; l'abitud!ine a le i.ntemperie e al digiuno. Tu ti sei detto: « Là io potrò finalmente trovare l'uomo. Colui che nella 1povertà, nel disagio della trincea abbia perduto ogni morbow desiderio <li ,piacere». Ma io ti dico, o Diogene, che l'uomo che scoprirai al lume della tua lanterna sarà assai ,più che cinico. Sarà un cr,istiano. E so avrà svalutato completamente• nella gara dei valori spirituali BibliotecaGino Bianco

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