Vita fraterna - anno I - n. 12 - 15 dicembre 1917

382 VITA FRATERNA parare indumenti, oggetti di conforto, doni, letture: tutto questo, fatto anche con abbondanza e generosità non basta. Non basta, se si è poi lasciato tra chi dà e chi riceve un distacco che toglie il calore del dono, l'espressione, il significato dell'offerta. - Non basta, se in questo distacco si è lasciato penetrare la sollecitudine tendenziosa e sospetta di altra gente (molta altra gente); e a questa si è così abbandonato il credito di fiducia e di gratitudine creatoci, che· noi potevamo e dovevamo invece utilizzare ancora per bene loro e della Patria e che è stato invece contro loro e contro la Patria sfruttato. Non basta, se così si è perduto i collègamenti colla realtà. Non vi è niente, assolutamente niente che possa surrogare - per la coscienza e la conoscenza della realtà - il contatto diretto e personale con essa. Neppure per opere più grandiose e vaste è lecito, senza impoverire, rinunciare ali' opera spicciola, umile, dell'assistenza individuale, personale. Che parrà talvolta lenta e piccola di fronte alla grandezza e all'urgenza degli avvenimenti storici: ma che sola può dare dei lumi rivelatori sulla mentalità, sullo stato d'animo, sulle condizioni dei nostri soldati e del nostro popolo; mostrare dunque i loro ~isogni e il nostro dovere. Infine, da chi intende e sente la santità della nostra gyerra e quindi i propri debiti verso i combattenti, si doveva (e accanto a ogni « si doveva », poniamo decisamente ora, perchè l'esame di coscienza sia fecondo, un « si deve ») eccedere. Non è paradosso, è logica. Se vi è chi 'non fa niente, bisogna, per l'equilibrio, che vi sia chi fa troppo. Se vi sono molti che fanno male, i pochi che fanno bene devono moltiplicarsi nell'opera loro - di contro ali' imboscamento, ci vuole il volontariato e l'attività instancabile; - di contro al gaudentismo folle, insultante, avvilente, ci vuole la severa disciplina di guerra anche nella vita civile, non solo: ma Io studio e l'industria dei sani riposi e dei godimenti elevati, nobili che ricreino chi ne ha bisogno senza esser profanazione dell'ora gravissima; - di contro ali' incosciente disinteressamento di troppi dai nostri combattenti e dal nostro popolo, bisogna non lasciarsi sfuggire occasione - per piccola che sia - di testimoniar loro la nostra devozione, la nostra memoria continua, la nostra ammirazion~, il nostro affetto, anche ali' infuori delle azioni disciplin_ate nei comitati di assistenza, anche spogl_iata la divisa, (se ne indossiamo), per via, negli incontri spiccioli e fortuiti. Bisogna che si vincano irt noi,· individualmente, certe ritrosie paralizzanti, certe stolte vergogne che ci impediscono troppo spesso Biblioteca Gino Bianco •

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