Vita fraterna - anno I - n. 5 - 10 maggio 1917

VITA FRATERNA 171 . Oggidì 11011 solo si dev~ eliminare il moltissimo superfluo che in- gombra la nostra vita, ma si deve rivedere quanto di esso sia tutt'ora immedesimato in quello che siamo abituati a definire necessario: e la risultante dovrà essere una altrettanta elevazione del carattere quanta ne fu la degenerazione determinata dalla sfrenatezza precedente del consumo. Di grande vantaggio igienico e ad un tempo economico sarebbe fra le altre la diminuzione del consumo dell'alcool. Gli operai abituati all'alcool sono convinti che senza alcool non potrebbero lavorare e ciò può esser vero in un pdmo periodo di asti– nenza in cui, il sistema nervoso, abituato a questo eccitante, si de– prime per la mancanza di esso, ma non è vero più tardi quando ces– sate le abitudini alcooliche e ricondotto il sistema nervoso in condi– zioni normali, l'operaio sostituisce all'alcool i materiali veramente ne– cessari per lo sviluppo dell'energia muscolare, (farinacei, zucchero, grassi) e allora si accorge con sorpresa che la sua forza muscolare non solo non è diminuita, ma anzi è più costante ed equilibrata. L'odierna crisi dei prodotti alimentari è quella che impone a tutti i paesi d'Europa - agli Imperi Centrali ancor più severamente che gli altri - l'economia dei consumi alimentari. Esaminando le gravi questioni relative al grano, allo zucchero ed alla carne, i dati che se ne ricavano sull'ultimo raccolto mettono in evidenza fa deficienza to– tale del grano mondiale. Il raccolto italiano fu di 48 milioni di quin– tali: dato il fabbisogno se ne dovrebbero importare da 22 a 25 milioni di quintali ciò che rappresenta una quantità enorme d'oro e di navi. Ma ciò che più preoccupa è la materiale possibilità di trovare il grano prima, e di tr_asportarlo poi. Evidente risulta da ciò la necessità della riduzione del consumo. Occorre in Italia la rigida applicazione delle disposizioni sul!' abburattamento, l'astenersi o ridurre l'uso di paste dolci è compiere atto di saggia previdenza. Quanto allo zucchero la campagna saccarifera 1915-16 fu assai magra. Dovremo perciò importare zucchero e ci trovèremo di fronte alle stesse difficoltà accennate pel grano. Quindi ancora 11011 ci resta che economizzarne· il consumo anche mediante l'uso ragionato della saccarina. Il pregiudizio sparso che la saccarina sia sostanza tossica è ormai sfatato dagli studi dei fisiologi e dalla esperienza generale. Quanto alla carne l'attuale capitale bestiame, ridotto in confronto a quello posseduto in principio della guerra, è ancora rilevante, ma è necessario conservarlo tale se non si vuol portare danni enormi al– l'egricoltura nostra. Grandissimo è il consumo della carne per l' Eser- BibliotecaGino Bianco

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