Vita fraterna - anno I - n. 5 - 10 maggio 1917

.. 166 VITA FRATERNA L'altro ieri il Generale della Brigata ...., ini ha stretto tanto le mani, mi sorrideva, mi ha dato un bel bicchierino di strega e andav·a dicendomi: « così, così, così mi piace; bravo! » e poi ha voluto sa– pere tutto di me, e mi guardava sorridendo con tutta compiacenza. lo vivo i giorni più grandi della mia vita. Povera cara, sii con– tenta di me! Tornerò e potrai compiacerti di me. Poi tornerò alle mie cattedre e potrò dire qualcosa, sai, ai miei alunni! Altro che l'anno scorso a Fogliano, Sagrado, Castelnuovo, Trincea Celle, ecc. E poi sono più contento di poter dire tutto ciò, perchè tu mi lasci dire la verità. Nei giorni passati ho mentito un poco; ma come si fa? Tutti coi loro cari mentiscono un po'. Adesso invece che è passato si parla! Cara, ti scriverò ancora stasera o domattina. Adesso, sono le 15, ·vado a dormire perchè non ne posso piì.1.Naturalmente i miei gigan– teschi granatieri mi guardano con dolci occhi di ammirazione, perchè loro che son grossi non credevano forse che in me ci fosse tanta energia. Ma per voi, carissimi, e per la Patria, io vo' centuplicare le energie umane! Sempre a ... , 13 agosto 1916. Mia tanto, tanto cara: ebbi ieri sera ambe le tue da Locate del 6 e del 7 e mi fa' pena indovit~arti così agitata, ansiosa e trepidante. indubbiamente sono state giornate fierissime, e noi pure vivemmo ore di profonda angoscia e di lavoro faticosissimo sotto un fuoco di bat– terie nemiche formidabile. Ci siamo anche battuti a bombe a mano, dalle trincee che crollavanç>. Furono ore tremende e sublimi. Ma tutto è andato bene, bene, bene. E l'angoscia passata si dimentica nella gioia delirante delle notizie che arrivano e che sono sempre migliori: vittoria, vittoria ! Ho visto gli austriaci correre come matti e scappare, e scappare ! Ma non sai che è un' ebbrezza da togliere la ragione ! · Certo sono .stanco. Ma è anche vero che qui l'azione è finita col • pieno raggiungimento dei vari obbiettivi. Il cannone non tace ancora un'ora di seguito. N\a ormai fa ridere, il cannone! Poco fa fui chia– mato per strada da Barzini che è qui e che mi ha fatto una gran fe– sta e mi ha confermato le ottime notizie, dandomi appuntamento a Nabresina ed a Trieste. Fui contento dell'incontro, benchè fossi con– ciato d'abito come un facchino. Ieri ebbi l'onore di vedere e parlare col Generalissimo e a S. E. Porro. Ora qui è tutto in mano all'artiglieria: deve essa pensare a battere D...., l'ultima rocca di resistenza nemica. Saranno tre o quat– tro giorni di fragore infernale, ma noi nulla pi~ abbiamo a che fare. L'opera nostra è compiuta e fu grave e fu compiuta bene, tanto che BibliotecaGino Bianco

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