La Voce di Molfetta - anno II - n. 13 - 1 aprile 1951

I. Aprile 1951 LA VOCE DI MOLFETTA Dati sulla Chiesa di S. ·Bernardino . ' . s~periore a ·riordinare quel liceo. Tenne con sè · D. Cesare Boc– c.ardi e D. Gioyanni Panunzio. 1I ) Altare di patronato Lepore {Salvemini - Saggio storico della U 1866 fu nominate ispettore Costruito nel l 6 7 6 col pregevole Città ·di Molfetta) ed in un arti- _centrale al · Ministero della P. I.; trittico della Visitazione. colo di .f ~a~çesco Samarelli pub- fu anche provveditore agli studi E' questo un dipinto in tavola blicato ,sulla ,G~zzetta di Puglia ·a Napoli. Palermo, Catania, Ve– raffigurante la Visitazione e ai det 2 Giugno 1929. rona, Mantova, Ancona e Pesaro. due lati S. Francesco d'Assisi e · Biblioteca - Archivio Ospedale Ci- Dal 1877 fu due volte capo di S. Bernardino da Siena tutti su vile - Molfetta. gabinetto sotto il ministro F ran- Prof. M. Salmi. -:-Appunti ner la fondo d'oro; in alto e lateralmente · Storia della pittura in Puglia cesco De Sanctis ed infine preside al pannello centrale dove si svolge Prof. A. Petrucci - Articolo Gaz- del Ginnasio - Liceo di Altamura. la scena della Visitaziont', sono zetta di Puglia dd 4 Luglio 1 9 2 3 · L •accademico ·Orazio -Pansini, dipinti a mezza figura, in due L. A. amico indivisibile di Luigi La / medaglioni, S. Antonio da Pa- Ilnronre''O ·1ntellettua1e Vista, fu nel 1846 professore dova ed un Santo Vescovo con f y ~~ presso il collegio dei canonici r~- mitra ~ pastorale. , golari di Napoli. Nella parte· inferiore, in una aMolletta. ~orante la ie[OD~a Egli, nel 1841, si dedicò a predella rettangolare, sono ·dipinti -------------- pubblicare i classici latini per_uso , i busti di Cristo e dei dodici metà ~el ierolo XIX del Seminario di Molfetta; in for- apostoli. Questi però, a differenza --------- mato 16; e, dopo ~ver pubblicat9 delle figure del quadro che sono Solo Vito F ornari da giovane in più edizioni la sua gr2mmatica integre e ben conservate, appaiono non studiò nel nostro Seminario, italiana, fu nominato provveditore in parte mutilati, mePtre alcuni forse per ragioni di salute ; ma dell~ provincia di Lecce. Morì sono del tutto scomparsi, forse a ebbe a suoi insegnar,iti parecchi il 1871. causa dell'umidità che in questi pun- professori del Seminario: D. An- D. Corrado Azzarita esordi ti ha fatto cadere l'imprimitura. drea Tripaldi, D. Sergio Bartoli nella sua carriera con l'insegna- Così pur e è scomparsa un a ed il grande scienziàto ·arciprete mento a Montecassino dal 1850; iscrizione originaria apposta nella Giusefpe Maria Giovene. Ed an- nel 1858 passo ad insegnare a parte inferiore del pannello cen · che a Trani, dove si trasferf per Canosa, nel t 859 a Napoli, nel trale, di cui oggi si leggono sol- completare gli studi, ebbe come 1 860 a Bari, e nel 18 7 1 defi– tanto poche lettere in due righe docenti il fratello Francesco e lo nitivainente ·a Lu cera, dove fu .. ~vrapposte. zio arciprete D. Salvatore Tridente r:rofessore e preside del ginnasio Il quadro risale alla seconda In seguit;) fu inviato ~ Napoli il liceo di Bari Cesare Boccardi metà del quattrocento. 1 ° aprile 1838 a studiare nel nel 186 ~ lesse ai giovani il di- E' di autore ignoto. collegio dei Padri canonici n~go- scorso su la prima festa nazionale E' stato recentemente restaurato lari, e nell'ottobre 184 3- fu ordi- Ad Acquaviva l' a r cip rete_ a cura della Soprintendenza dei nato sacerdote Per i moti rivolu- << nullius >> Giandomenico Falcone Monumenti e delle Gallerie di zionari del 1848 ritornò a Mo}..: chiamò D. Sergio De Pinto nel Puglia e Lucania. fetta e ne riparti per Napoli nel- 1861 -per l'insegnamento teolo- 12) Altare del Monte Tattoli col l'aprile 185 I. Il t 858 rinunziò gico nel suo Seminario. D. Gio– quadro raffigurante _la Madonn~ alla cattedra di filosofia offertagli · vanni Alfonso Pansini, dopo es- . del C~rmine in alto, e nel piano dall'Università di Pavia. Ottenne sere sta.lo ad insegnare a Gal1i– inferiore S. Antonio da Padova la carica di prefetto della Biblio- po_li nel,. J ~-S-;. pa~sò ad Alta- e S. Saverio. teca nazionale di N à poli nel ·mura. 1 nel 185 7 - 58 · ad indi ad · . Davanti ali' altare ~opra ·~!Jila 1 ~60 e tenne alla sua dipendenza · Acquavi".a, dove fondò un colle- . lastra del pavimento eh~; pQ~~ .I~ tre sarcedoti molfettesi: D. F ran- gio - convitto sotto la sua presi.., data del 6 gennaio 1739, f mo; feico Senatore, morto a Napoli <lenza· dal 1860 al 1866. Al dellata l'impronta di una scarp;;i il _1907, D. Giuseppe Coppo- Seminario di Venosa porto la sua su cui posavano il piede le zitelle \ecchia,.morto a Molfetta: il 19·1 , filosofica parola D. Filippo Ca– eh e partecipavano ali' estrazione e D. Raffaelè Pansini, morto in pozza · negli anni s c o la stie i del maritaggio del Monte Tattoli. questa città il 1919. Contempo- I 1869- 70. · Lungo le parieti deHe due na- raneamen!e si recarono ad inse-1 Il professor D. Giuseppe Mi- vate laterali sono· allineati quat- gnare a Napoli D. Mauro De nervm1 insegno a Benevento ; tordici quadri dinotanti le stazio- Gioia, L'. Luigi Sciancalepore, fu poi nominato preside :1 liceo ni della Via Crucis .dipinte i~ D. Mauro VinceGzo Valente D. di Bari; di lì passo a ·r aranto tela, ·offerte dai fedeli. Nicola Epifani di Domenico, D. e di nuovo a Bari. D. Giacomo Un'opera di grande interesse Nicola Epifani di Luigi, D. S<;t- De Dato insegno ad Avellino, artistico org~nico ed e I e g a n te verio De Can9ia ed altri. Dei ed il prof. Enrico Cocchia, che nelle sue for~e gotiche é l'Osten- suddetti professori,· che si trovat fu suo alunno, assai lo l0dava sorio che si conserva presso la vano a Napoli ancora quando nel peri la valentia del suo insegna~ .Confraternita del Santissimo e vie- 1 8 6 7 D. Vincenzo Panunzio I mento. ne ·portato in proc~ssione nell'ot- pubblicò il ·suo programmct del Non possiamo trascurare il no- tava del Corpus Domini ..Fu ese- convitto .- scuola « Archimede ~ , fil'"' del benemerito can. peniten_- I guito a Napoli nel I 529~ buona parte fu assunta alPinse- zi_ere D.· Giuseppe Pansini che, E' alto m. 0,77. di forma al- gnamento in quell'istituto. Il can. oltre all'insegnamerito delJa Jjngua · lungata e finemente cesellato. D. Tommaso· Fornari; fratello di ebraica e greca, impartito nel Se- Consta di' una ~ase ·su cui ap- D. Vito, d~resse il suo-· convitto mi Il a: rio di Molfetta, accudiva poggia, di un nod<;>cent1ale con « S. Tommaso D'Aquino ». anche all'educazione dei minorati edicole e statuette di santi, e di . D. Felice Nisio, che fu un sordomuti ptésso· ·l'lstituto sorto un tempietto sQvrastante, coronato perseguitato politit:_o, ~opo I che ·nel 1864 con i ·mezzi della èa– dalla statuetta del Redentore ri- ritornò da Corfù, fu nominato / rità cittadina ;· istituto che al gior– sorto e· della Ctcce. · . \ ptovvedit~re a Napoli nel 186°1, no -d'oggi è.' diyenuto provinciale. Ammirat~ nei t~mpi passati si I e h mori nel -dicembrè 1894. 'Il I Solo il profe~_sore_ Pafquale Sa:. trova minutamente 'descritto in fratello Girolamo dal 1860 al I ll!arelli, di quanti ne abbiamo ci- B j na Otè Cit i~ o 812 j a ncou inviato a Bari quale , tati, fu laico e, dopo il suo in- .3 segnamento alla scuola tecnica, aprì in casa· una scuola priTata. Da giovane studente, vivendo a Napoli nel 1860. ·si dedicò al giornalismo; pubblicò prima una serie di romanzi a Napoli indi si servi d~lla casa editrice Barbera di Firenze e Zanichelli di Bolo– gna. 'L'ultimo lavoro in versi << Mo/fetta vecchia e Molfetta nuova>>, fu pubblicato da V. Vec– chi di Trani il 1891. Giosuè Carducci ebbe, in grande stima il Samarelli, che morì il 3 ago– sto 1892. C,osì si chiude la lunga serie degli educatori e precettori di Molfetta dello scorso secolo, che tanto onore diedero aHa città e alla patria. F. s. CAM·PI DI BATTAGLIA . Quest'altro era· un giovanotto magro e patito che non lavorava. Gira va per le case; sapeva scoprire quelle incustodite , e con l' uscio socchiµso ; non scassinava mai. Preferiva i pianterreni che poteva tenere d'occhio facilmente e fidava nel suo fiuto; un· fiuto misteriosot infallib~Ieche egli stesso non sapeva giustificare; sceglieva bene questa o queIIa casa nel momento giusto, quando· la donnetta· Ò la comare s'allontanavano spensierate per una piccola spesa o . per una piccola chiacchiera, case vuote o affidate momentaneamente a bambini e fanciulli. Questi erano sempre utili, Ii pigliava per mano, Ii spauriva· o suggestiona va, si faceva dare qualche informazione sussidiaria e colpiva sempre giusto~ Usciva col suo bottino, scelto con opportuna intuizione del meglio. A tempo perso racconta va lui alJe comari, con semplicità, per sfogarsi. La sua gran miseria era che egli aveva paura; che paura! nell'in– tuire il colpo,. nell'affrontare il momento, entrare, guardare, do– mandare, prendere trema va di tutta questa. forza che Io coglieva, lo possedeva, lo costringeva. Appena all'apertot con la preda in mano, era già un altro; un altro che· si sentiva padrone. Ma quella paura ~Ii lavorava nel !Sangue e Io di– shuggeva: Credete che ·io, rubi ·µerchè non voglio lavorare? Non posso più Ia vorare, perchè ho ·ru– bato .. ed allora non comando più io e di ·paura mi ammalo ogni giorno di più. Vi ricordate che pezzo di fanciullone io ero, e che salute; e che. forza? Debbo rubare; rubo _perchè non .so pensare altro; nellà mia mente non c'entra· nes..: sun'altra idea. E' venuta· per ucci-. dermì ; Io so _chemi farà morire; il mio .mestiere mi- farà morire, la paura di quello che fo. · E s'ammalò di male di p~tto e di mal di cuore e se ne andò : Chi m'ha. aiutato? - si domandava nelle sue sofferenze - nessuno mi ha aiutato; solo di tanto in tanto mi ltlettevano in prigione. E nulla altro nessuno ha saputo. fare per la mia dh::grazia. · ROSARIA SCARDIGNO

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=