La Voce di Molfetta - anno I - n. 2 - 10 dicembre 1950

I O Dicembre 1950 LA VOCE DI MOLFETfA ------------------------ NOVELLA L'J.\TTESA Si ritrovavano al mattino sui gradini della Chiesa, assonnata per vecchiume. La Piazza aveva un vuoto enorme alla– gato di sole e una fascia ristretta di ombra lungo le mura delle case. L' Ufficb era sulla destra. Sulla sinistra della Piazza, riparati dalla tettoia del ga– rage, alcuni estranei aspettavano l'autobus per la città. Gli uomini avevano il tono deluso di chi é stanco· < Lo chiamano... Don Camillo: noi sia– mo degli straccioni a 'suo confronto, ma nessuno di noi ha mai fatto una tale por– cheria • · Chi aveva cominciato era il solito, il muratore. Tocca va a lui iniziare il rosa- rio. , Quelli dell'interno non erano ancora giun– ti. Venivano con un vecchio camion, af– fannato e lamentoso. • Don Annibale fu più serio. Si prese le cinquemila lire ma non si impegnò per. la partenza. Nessuno fece spese nè debiti...» II discorso era ripreso a fatica da qual– cuno ch'era rimasto in piedi,. non avendo trovato posto sui gradini. « A me tornò mille lire, quando non si partì più per l'Uruguay ... • Anche a noi dissero>due o tre vecchi in alto. « Io avevo trovato un lavoro a Matera e mi ha im– pedito di andarci perché si sarebbe partiti fra giorni. Ne sono passati nove .•. e siamo. ancora sui gradini »_ Sopraggiunge Marco il rag.uzo, accaldato e rauco. • Non é venuto!? •• Gli altri ammutolirono. Gli estranei si agita vano sulla sinistra · per il ritardo dell'autobus. • Bisogna dargliela una lezione » disse il contadino· con tono poco convinto: « lo i pomidori li ho venduti sulle· piante per procurarmi i soldi. Ora che torno a fare in campagna? Chi li ha comprati deve cu– rarli. Io posso stare a guardare •.• se quelle. vuole ». II carrettiere era un uomo violento. La sua voce sorprese tutti. - E a me la mula chi la dà: l'ho v·enduta per sessanta mila e l'avevo com– prata per cento. Ora non compro neppure un ciuco. - Aspettavano il Ragioniere ch'era andato a Roma per sistemare la faccenda degli ingaggi e non era più tornato. Ogni giorno ·un rimando nuovo. Il Venezuela pauva un mondo infinita– mente lontano. - Andiamo in Ufficio ·- disse il mu– ratore. Si avviarono in silenzio, incomposti. Entrarono a fatica, stipandosi coi gomiti. L'uomo era sulle carte, col naso aristoéra– ticamente lucido alla radice. - Non è venuto ancora; arriverà domani! - Non vogliamo più aspettare. Il silenzio che seguì restò legato al!' im- paccio dell'uomo· Ma se non viene vi tornerò le trenta mila lire. E le duemila per le carte? E le mille e cento per il Ragioniere? Ognuno di noi ha già trenta mila lire di debiti per il cor– redo! Uno di dietro : - Io le trecentomila lire le ho prese in prestito: ed ho già pagato settantamila lire di interesse. Ora li ho nel cassetto di casa i soldi : che ne faccio ? - •.•Ma la colpa non è mia. Entrarono rumorosamente quelli di Co– rato e di Ruvo. Nessuno 'aveva sentito il camion. Si parte?! No - rispose svogliatamente il conta– dino. E a noi il camion chi lo paga? e le telefonate? e I N LA VERGINE SCALTRA Dal romanzo « La Mar,ie du Port » è tratto il soggetto del. film che Marce! Carnè ha chiamalo - con maggior proprietà - « La Vergine scaltra » , Più che scaltra 'Marie é una ragazza raccolta, riflessiva ; « wrniona » le piace definirsi, ma questo non spiega che un la.lo del suo carattere. Del resto, la sua coçnplessità e unicità sono soltanto appa- · renti-. Marie é una ragazza comune che, come molle della sua·· età, altalena i sùoi desideri fra la realtà invero desolante dei suoi giorni e i sogni cui l' hanno condotta la sua adolescenza scontrosa, il richiamo "'c~itante del mare - che, è spesso presente · e l'esempio d'una sorella partita per Pa– rigi e fermatasi a qualche chilometro dal paese 'e che vede tornare ricca, apparen– temente soddisfatta e con un amante ma– turo che le piace. Ella parte alla conquista dell'uomo, ch'è attratto dalla sua grazia acerba ma che - com'é naturale in un uomo della sua età - diffida, Marie è e– nigmatica; pare che si diverta a fargli credere e non credere di volergli bene ; più che impegnata a piacere a un uomo 5 Don Camillo; s'agitava. State calmi ••• partirete. , . Quando ? E' dal primo che dovevamo farlo e siamo al venti. Perchè non andiamo insieme a. Roma ? Aspettiamo sino a domani ! Senza dub– bio tornerà. Ali' Ufficio comincia va a far caldo e il disagio si distribuiva ugualmente nei corpi degli uomini. . Pochi alla volta vennero fuori. Si tra– scinarono di nuovo sui gradini, esausti' Qualcuno disse : - La lezione gliela da– ranno le nostre donne. Per noi c'è la galera •.• Nessuno aveva voglia di ascoltare. Quello che aveva parlato tacque. Gli estranei non c'erano più. L'autbous doveva essere partito. Il camion di quelli del!' interno disegna va un'ombra tozza sul selciato tranquillo della Piazza. Le campane si sciolsero per il mezzodì: l'azzurro del cielo sembrò incrinarsi legger– mente. Gli uoinini, uno alla volta, andarono via. BENIAMINO FlNOCCHlARO E M A ed a conquistarlo sembra che giochi. Si trova alla fine pericolosamente presa nel suo stesso gioco e sffora la tragedia prima di raggiungere la conclusione felice. · C'era, come. si vede, materia per farne ur'i"film, se non drammatico, difficile. Carnè ne ha ricavato, invece, una commedia deliziosa che pare si diverta, come la protagonistn, a rasentare, per gioco, il dramma. Ha spiegato - nella scena del cinematografo quando i due protagonisti guardano le sequenze d'un vecchio film che ritrae una festa di selvaggi nelle isole Haiti · il loro desiderio, ch'è il desiderio d1 tutti, a una vita semplice, primitiva, buona. Si trovano allora la maestria e la malinconia sottile d'un Carné certamente pi•ù grandt"' che conoscevamo in opere ·a questa superiori per impegno e stile. Jean Gabin è a posto come non mai nei panni dell'uomo, maturo preso dagli incantesimi d'un amore giovane, sebbene non tutto per suo merito ; ha avuto, infatti, la for– tuna di aderire fisicamente al personaggio. Una giovane francese, Blanchette Brunoy, è la vergine scaltra e le presta la sua chiusa bellezza, la sua grazia grav.e e piacevol– mente goffa di provinciale. HATAUCCHIO & lID !ID a @ 11. a & IMI 1g 1M li @ In occasiohe delle prossimefeste ribasso del 15o/ o sui SOPRABITI CAPPOTTI - IMPERMEABILI MOLFEH A - Corso Matteotti N. 24 'fELEFONO H. 12 - 13

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