La Voce di Molfetta - anno I - n. 1 - 3 dicembre 1950

3 Dicènibré1950 LA VOCE DI MOLFETTA l·-M p·o .. s SI B-1 LIT A' DE1 BE•NE .Racconto di E. PANUNZIO No, non· sono· cattivò!· voglio che mi crediate. E' tanto che l'ho raccontato -in giro e al Club dove la sera puntuàlmen– te m'annoio e perdo forti somme al gio– co; l'ho detto a 'tutti che il sangue mi fa schifo, che un delitto è cosa troppo complicata per lé mie buone abitudjni provinciali. Mi hanno sospettato sem– pre, me l'han fatto 'intendere con ,lo sguardo, con piccole màligne allusioni: " Sì, Giorgio, tu sei perfido, te he stai mogio mogio perchè vivi in segreto con le tue vittime squisite ». Poi mia· moglie un pomeriggio ha voluto una spiegazio 0 ne. " Senti -·Je. ho ,detto __: non si pilò vivere così, i vicini hanno smesso le visite, il parroco- rifiut'a le quote mensili ç!i suss.istenza ai poveri, io dev9 anda'r– mene di qui-». Apch'essa in ,Jpndo mi sospetta, l'ho capito da quel sub modo di tormentarsi il labbro con l'unghia. E. ora avevo.bisogno di giustifiqJ.rmi, la ger:ite di parse è test<1-rda ma un11 buona azione nòn ·'mi \reniva, io morivo dalla voglia di prodigarmi, di l:Ìene.ficare il prossimo. I)Tiènte·;. lo stato di salute dei miei concittadini è intollerabile, non .sta dei taxi; se non proprio un mancato omicidio almeno un portafogli smarrito, diamine una lettera sgusciata di tasca. L'alba di seppia mi raccoglie sul mar– ciapiede; 'deluso, febbricitante scorro con gli occhi deboli le rubriche dei cri– mini. sul quotidiano ·del mattino ed eca· "co! Parigi sgoccia ·sangue e miseria da · ogni pert,ugio: Monsieur x si taglia b gola, a Méniìmontant, viene investito dal Métro .a Denfert 0 Rochereau, assas– sinio a· Place de la République, furto con spari all'Opèra, ecc. E ho attraver– sato tu.tta 'la città, ho fatto iÌ giro dei . quartieri. Ma è inutpe! Così mi son cac– ciato in periferia alla Porta d'Orléans; trànqliillo ·e onesto sobborgo, studenti .e venditori d'pstriche, vendite al minuto e lavanderi,e dallo smalto verde, Parigi vestita a festa con la l;landa municipale e il parco,di Rousseau il doganiere gr\!– mitò di bàlie. inglesi e di patrioti· del 1914 in.congedo.', ., Iersera. mi .son ·cacciato in un cinema dove un :mago inutilmente faceva spa– ,nre 1~.carte in ui;i cilindro; che nausea, c. I N meglio rincasare! E mi sono inc~mmi– nato per Boulevard Jourdan. Fa dolce ' sotto gli ippocastani, si cammina 'sulla ghiaia, sembra di stare al mare, anch•., il cielo è largo e si vedono a distanza' i comignoli delle fabbriche. l'r'Ii sentivo come un Jules Laforgue in quei pome– riggi domenicali con. la provincia nel cuore e il suono di un pianoforte sottù la pelle. E sapete? mi.sono imbattuto in un povero cameriere. ubriaco in frac, · steso per terra; proprio ,un rondinonc, stramazzato. Per un po' non l'ho preso per. un morto che aspettasse l'alba sott,.i la pioggia ..Ha il libretto delle additiqns in una tasca e così so che si chiama Jean, Jean Garenne. Ohè sentite! grido in stra– da a µna macchina, ma non ferma; han-– no riso dietro i vetri, un bel riso di d_Òn– na chi.aro come una fanfara. J ea.n mi s: è abbarbìcato e chiazze di vomito, ros so-bruno gli stanno sullo sparato bian– co. 'Non ·posso tirarmelo dietro lino a casa, Jean è più sbiancato di-un panribli– no e le gocce della pioggia gli scolano nel colletto. Così_ et siamo me~si. in di– sparte, poggiati contro un rovo e al ri– paro di una tettoia. E adesso aspettiamo che faccia giorno, io e Jean i più bùon' ·del inondo. : . ' • ... · ·' · l'avrei rn.ài trovato uno ~he ~i çàdes~e per strada - è vero che qualc4no mo– riva di tan·to in tanto ma a debita di– stanza, in fondo a un letto .dopo mesi di medicine e di pr'eghiere. N~mrn.eno un infortunio, un incidente, così ho d0- ciso di andarmene all'i=stero e sono ,·c– nuto qui a Parig'i dove le disgrazie si accurn.uhno e infestano le rubriche dei quotidiani ..Il quartiere dove abito è tra ; ;-i.~: squallidi: i delitti scivolano come i topi tra le catapecchie e allibiscçmo .sui marciapiedi quando la luna è di ges– so e spande veleno sul piombo dei tetti. La gare de Lyon è divenuta così il mio quartier generale: algerini rissosi, ebrei' lerci e rigattieri cinesi che vivono in fondo alle botteghe tra tante cianfrusa– glie avariate. Di notte, inzuppato di bir– ra e sonno, rasentavo i muraglioni dei vicoli, sostavo ai crocicchi tremanti sot– to le ciglia dei semafori, arrancavo tra i depositi delle locomotive, spiavo i pas– santi all'uscita dei Bar invischiati dal risucchio dei grammofoni e dal picchio della cmrambola, circuivo i cambiavalu– ·te (chissà! un colpo di lama nel basso ventre) all'arrivo dei treni, gua,davo in alto alle finestre delle. stanze mobiliate dove le care donnine dagli occhi lucidi tirano a campare. I' =-----:--,----..;....--,---:---------------,-------,..,........, .......-_. Niente·; anche qui gli angeli della cru– deltà si sono acquattati ma i giormli portano delitti più neri dei loro inchio– stri. Darei me stesso per sottrarre una vittima alla bocca di un revolver, per di– strarre un suicida dal suo amore di morte. Ho mutato quartiere, adesso mi trovo nella i;ona dei grandi boulevards. Qui Ìa luce è buona, calda, accogliente ma i de– Iitti hanno· una maschera, passeggiano. in pelliccia, si danno appuntamento· n teatro, a caffè ed iq sorveglio ogni usd · ta, aspett') che la gente esca dai concer– ti, spesso mi capita seguirlf fino alla so- " Domani ~ troppo ,tardi ,, Moguy è una vecchia conoscenza. , . Lè' sue prime opere si maturarono nel clima di decadenza e di ossessione che caretterizzò il cinema francese di anteguerra e che Renoir e Duvivier compirono in espressione d'arte. Del verismo sconsolato e descrittivo dell'epoca a l\/Ìoguy è rimasto il gusto; non però, per fortuna, la nostalgia. Questo " Domani è troppo tardi » è lontano, infatti, dalle'' s'ue opere giova– nili. E' film meno poderoso - · di– ciamo - del ricordatissimo " Prigioni senza sbarre ,, rna più spontaneo. Si propone un tema arduo: l'educa– zione sessuale dei giovani e un regista meno accorto del nostro si sarebbe il– luso di potere risolvere in due ore di spettacolo un problema di tanta portata con la conseguenza df giungere, magari, a· conclusioni affrettate e insufficienti. Moguy invece non ha inteso dare una soluzione al problema; lo ha semplice– mente esposto. · Con garbo, con malizia, perfino - a volte - con accenti sinceri di poesia., Ma non d~ più. _Ognuno ne trae la con- . seguenza che vuole. ' Intanto il problema e lì insoluto e nessuno può più, comodamente, igno– :rarlo. Il pregio del film consiste appun– to in questo: che il racconto si snoda .con naturalezza' tale da non far avver– tire allo spettatore la scabrosità dell'ar– gomento e da non costringerlo lì per lì ad una proposizione faticosa sulla scelta del metodo· più acconcio a risolverlo. _ E' la storia di due ragazzi, fra i tanti del racconto, che attraverso i presenti– menti oscuri e i turbamenti e le ricer– che inquiete' e morbose dell'adolescenza scoprono· ia ""Tea:ltà delf'amo're. ·Rara– mente lo scherrn'o · ha -reso· con tanta efficacia lo stupòi;e meravigliato. con cui i ragazzi hanno · accolto la rive• !azione. . Il merito va soprattutto ai due giova– ni inte,rpreti; il Laurini ha dosato pe,r– fettamente le reazioni del suo perso-– naggio; 'è stato a un tempo irruente e taciturno, spavaldo e incerto come ap-– purito Franco doveva essere. La Pierangeli, nei pa,rtni di 1\1:ireE:, è la rivelazione del film; questa ragaz– za ha un che di magico e di sottilmente insano nello sguardo e ima sicura vo- cazione d'attric~. · -Tutti i ragazzi riescbno spont~nei. Non così per i « grandi"· La figura della vecchia direttrice pe– dante e retrogada è convenzionale; 1 a tirata della giovane professoressa sulla necessità'.. di spiegarè ài ragazzi senza falsi pudori le funzioni del sesso e le sue recriminazioni sulle conseguenze fatali di un sistema educativo volonta- · riamente ignorante tale necessità han– no sapore dialettico e propagapdistico; nemmeno la. recitazione misurata di :Òe Sica riesce a dar consistenza al suo personaggio. Il commento· musicale non sempre sostiene la vicenda, ma il motivo prin– cipale che s'insinua negli a duo dei pro– tagonisti è senz'altro efficace. La scena della recita alla fine dello' anno scolastico è la più riuscita; ha l'ar– guzia e la grazia d'un "vundeville "· L'ultimo quadr9, 1 quello dei ragazzi ~he vanno verso la luce, suppone tm valore simbolico e dichiara una inten– zione fastidiosamente pittorica. ORAZIO P ANUNZ10

RkJQdWJsaXNoZXIy