UOMO - Anno III - n. 4 - dicembre 1945

e nascosto cli maturazione interiore si potrebbe ri– cuperare nel confronto cli una fantasia sollecitata da certe figure letterarie estremamente rappre– sentative e per fare un nome diremo c\es Esseintes. Quello che ci è concesso di immaginare nell'am– bito cli questo nome fino a che punto è intervenuto nella materia viva di questo spirito? quanta parte di disillusione, quanto del nihilismo cli Valéry dipende eia questa delusa forma spirituale inne– stata su un animo gonfio cli entusiasmo e eviden– temente portato a confondere il senso della vita comune con un "interpretazione artificiale e cor– retta su delle ormai precise derivazioni schopen– haueriane. Il giovane Valéry che si inizia allo spettacolo cli quella Parigi letteraria del suo pri– mo tempo ne esce una vittima piuttosto consicle– vole, un esemplare à rebours, dove l'intensità ciel suo rifiuto e della sua negazioni posteriori stanno proprio a denunciare la sua passione, una dedi– zione che ha finito per sostituire il motivo cen– trale della sua vita. Voglio dire che alla base di questo suo nihilismo cosi bene individuato eia clu Bos c'è una parte cli romanzo superata e vinta e con «romanzo», preso nella sua accezione di vi-· ta trascritta, voglio segnare ancora il suo amore cli vita, un modo cli prosti-azione davanti a urio spettacolo che è impossibile fa1·e coincidere col carattere delle nostre passioni e col colore cli un dato tempo ben fisso e ben preciso. La critica, invece, ripetendo l'errore cli Thibauc\et, si è af– fannata a dare cli Valéry una interpretazione pu– ramente filosofica e a stabilire dei rapporti che non esistono e vivono appena in certe immagina-

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