UOMO - Anno III - n. 4 - dicembre 1945

Per questo, la situazione odierna degli intellettuali non mi sembra essere sostanzialmente diversa da quella che è sempre stata in passato. li compito del poeta sarà sem– pre quello di produrre una poesia autentica, come il compito del pensatore quello di pensar giusto: in gene– rale quello che si formula con l'espressione troppo so– lenne, ma in fondo esatta, di « servire la verità». So perfettamente che quando i nostri amici intellettua– li di sinistra affermano l'esistenza di compiti specifici della cultura, o l'esigenza di un «progresso» della cul– tura, si muovono sopra 1111 altro piano, meno universali– stico, e che, sotto 1111 altro profilo, le loro istanze po– tranno magari risultare giustificate. i\Ja qui sta il pun– to: occorre cioè che essi chiariscano il loro concetto di cultura. e i rapporti di questa con la vita morale, la po- litica, l'economia, ccc. · La loro esii:-enza potrebbe, mi pare, essere letta in due sensi : o in quello amplissimo di uno spostamento degli interessi centrali della vita dell'uomo, o in quello, assai più ristretto, della proposizione di nuovi contenuti o \c– mi alle forme attuali della cultura. E non è sempre chiaro in quale dei due sensi essi intendano parlare. Nel primo caso la loro esigenza, sfrondata e ridotta ai suoi estremi termini logici, significherebbe: il carat– tere attuale delle forme superiori della cultura, troppo rarefatto e specializzato, troppo «gratuito», e frutto di ristrette élites, malamente riflette il compito essenziale dell'età nostra, che consiste nel realizzare l'aspirazione delle masse ad una grande trasformazione sociale, diretta ad instaurare uno stato superiore di benessere e di ci– viltà collettivi. Quindi, a rigore, gli intellettuali dovreb– bero finir col ·trascurare tali forme di cultura, o salvar– ne la sola parte che meglio s'armonizza con tale scopo supremo, e indirizzare preferibilmente le loro partico– lari attitudini alla politica e all'economia, che sono gli strumenti diretti per il raggiungimento di esso. Arte e poesia, da questo punto di vista, non dovrebbero valere tanto di per sè stesse quanto per il loro potere di sug– gestione morale, e, in definitiva, quali strumenti di pro– paganda, sia pure superiore. Si ritornerebbe in sostanz:i 17

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