UOMO - Anno III - n. 3 - settembre 1945

34 riso stridulo, tanto che la vecchia Teresa disse con voce stupida: « Signor Vincen– zo, racconti anche a me». E lui per rispo– sta: « Non ho niente da raccontare». Domenico allora s'alzò, andò a sedersi sui gradini del terrazzo che per essere di pietra conservavano una certa freschezza al con– trario degli ammattonati e dei muri anco– ra tiepidi per la fiamma del sole pomeridia– no. Domenico si sdraiò, parve dormire. « Buona notte», disse la vecchia Eleono– ra con ironia, quasi si dirigesse a qualcuno. « Sì, buonanotte», ripeté Vincenzo guar– dando verso una casa che appena si scor– geva nell'ombra. « La famiglia di France– sco Donati ha spento la luce; ma ecco l'han– no riaccesa. » Rise: « Udite quello sciocco cli Vittorio? » Di là dalla siepe una voce aveva detto qualche cosa. « Spenta», diceva Vincenzo, « accesa... » S'udì uno strillo acu– tissimo che lacerava gli orecchi. La voce di Vittorio, come in un intimo mormorio : « Ed io potrei fare loro del ma– le!». « Sì », dise Teresa, « Vittorio potrebbe fa– re loro del male; e potrebbe fare del male anche a noi se in tempi come questi tenes– simo accesa una luce». Luisa esclamò: « Io soffoco». Smaniò, salì gli scalini accanto al corpo immobile di Domenico, la si udì penetrare nella cucina, inciampare in una sedia, aprire il rubinet-

RkJQdWJsaXNoZXIy