UOMO - Anno III - n. 2 - giugno 1945

gnata. « Dei giovani,» diceva, « pensavo di scri– vere, ogni tanto qualcuno pensa una cosa e si sba– glia sempre: letteratura 1 vita, quante parole. Poi sono partito per il servizio militare, poi mi hanno fatto prigioniero: è finito tutto». Attillo poteva essere morto, rimaneva i1nmobile nell'involto delle coperte; ora anche se lui volta la testa, Tommaso non lo può più vedere, I1ombra è fitta, densa, qual– cosa di corporeo 1 forse non possiamo muoverci den– tro. << Accendete il lume», diceva Federico. Tom– maso ha steso un braccio nel buio, posava le dita su una spalla del compagno. Lo scuoteva piano con dolcezza. «Attilio», disse, « pensa alla nostra infanzia, i nostri ann.i di scuola, l'adolescenza. Io mi ero illuso di andare incontro agli uomini, senti che discorso ridicolo: quando sono partito per il servizio militare mi pareva di andare incontro alla sorte comune, l'umanità nel dolore. Tutte queste parole. » Attilio si mosse nella branda, la branda cigolò nel buio, un rumore dolce, inatteso. « Chi ha i fiammiferi, chi ha i fiammiferi?» diceva Fede– rico. Ora molti parlavano, voci alte e sussurri, il buio umano, il buio della non vita. « Che hai stase– ra? », diceva. Era annoiato, tranquillo. Accese un fiammifero, si accese la pipa: il volto apparve irreale con le ombre, i lineamenti assurdamente marcati, gli occhi duri e bianchicci, la mac– chia bruna della barba. « Ancora questi discor– si, Tommaso», diceva, « lo sappiamo da tempo, tutti- noi lo sappiamo. E' stato un gioco con le parole, ma non si può neppure rinunciare alle parole. La realtà e le aspirazioni, tu non vuoi capirlo. '.Masono le aspirazioni che aititano a vi– vere». Aspirava nella pipa con una golosità appa– gata, Tommaso cercava un luogo di riposo al collo nel cuscino. « Ma non possiamo più crederci nelle aspirazioni», disse, « non possiamo più crederci, ora sono morte, false». Silenzio, con le voci degli altri in mezzo 1 la luce del lume acceso, siamo in una grotta, l'umanità di una grotta. « Un'altra è la nostra verità», dice Tommaso. La voce dell'al- 63

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