UOMO - Anno III - n. 2 - giugno 1945

10 zia. Eppure conviene accettare tutto questo tempo assolto con semplicità e servirsene caso mai per la definizione di oggi, per pro– vare quello che siamo in rapporto a quello che possiamo diventare: è dunque un atto di umiltà e di pulizia, e per la sua parte minima di esempio - non conta se anche negativo -, un atto utile. Scegliendo que– ste pagine col metro del diario « aperto » ho cercato di sottolineare appunto quelle por– tate più da un motivo critico, insistendo sì su quelle voci che hanno contribuito di più alla definizione della mia intelligenza lette– raria ma che nello stesso tempo fossero of– ferte a un'accezione maggiore, suscettibili quindi di confronti e di interpretazioni ge– nerali. Il mio diario sin dai suoi primi tem– pi ha avuto questa segreta ambizione di al– ludere alla definizione sensibile del mio spi– rito, beninteso è sempre rimasta un'ambi– zione non soddisfatta perchè un simile la– voro richiede altra attenzione altra pazien– za e diciamolo una pace dell'anima che da tanto ho perduto ma pure nella sua incom– pletezza, nella fatica tradita delle sue pagi– ne si ritrovano certi accenti che sono ciel mio tempo, sono stati della gioventù del mio tempo, ci sono dei nomi che per i mi– gliori hanno rappresentato una strada, se non di salvezza almeno di frequenza spiri– tuale. Come si vedrà anche la parte più chiusa non si allontana mai da un giuoco

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