UOMO - Anno III - n. 1 - febbraio 1945

« essere chiUsa una porta in faccia. In cielo o in ~ terra, non ammettiamo che vi siano frammenti « della città che non vivano dentro la città. » « Basta con gli eletti»: parole che sono un magni– fico grido di guerra. Ma un grido di guerra è rara– mente, forse mai, una verità. « Basta con gli eletti » è )'espressione di un desiderio, non l'affermazione di un fatto. Non vi sono forse, nella natura stessa delle cose, alcune porte che per certa gente debbo– no sempre rimanere chiuse? alcune predestinate dannazioni? alcune inevitabili elezioni? Pelagiani e Arminiani, Umanitaristi e Democratici (sotto nomi diversi, l'eresia rimane la stessa) hanno risposto: no. E' sempre in potere dell'uomo il foggiare il proprio destino: lo sforzo umano, la retta azione, sono sempre sufficienti. A me pare però che non solo l'ortodossia, ma i fatti stessi condannano questi eretici. Infatti. astraendo da qualsiasi ipotetica vita futura, non sono forse la Grazia e la Reprobazione fatti osser– vabil.i dovunque intorno a noi? Fatti spiacevoli, senza dubbio - ma spiacevole a volte è anche la legge di gravità, spiacevolissima davvero quando in cima a un grattacielo vi si rompe il cavo del– l'ascensore. Non v'è rifiuto ad ammettere, non v'è incredulità che possano impedire, a chi ha messo il p.iede oltre l'orlo di un precipizio, di cadere fino al fondo. Il cintare i margini di una cava è giusto è ragionevole; il pretendere che è impos– sibile caderci dentro è stupido. Michelet e Péguy, a me pare, sono come uomini che rifiutano d'am– mettere l'esistenza della legge di grav.ità. « A chi ha sarà dato e a chi non ha sarà tolto anche ciò che non ha» non è che l'espressione di una legge naturale. Possiamo, sì, far qualcosa per limitare il campo d'azione di questa legge, così come possiamo fare qualcosa (per mezzo di cinte,

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