UOMO - Anno II - n. 3 - giugno 1944

66 rile antinomia, diventa, come del resto abbiamo già accennato, ma come dovremo più oltre con– siderare, qualche cosa di libero, di vitale e di fecondo. Bisogna, insomma, riconoscere che il Figlio si è fatto uomo non soltanto per ricon– giungere noi a Dio, ma anche per prometterci lo Spirito Santo, che c'insegni a vivere il rap– porto fra noi e Dio. PIETRO CttEULA Per un errore di stampa a riga 10, pagina 20 del capitolo precedente, il senso di una /rase, per via di una posposizione dei termini , positivi.stico, e < ideali.stico 1, risulta confuso. Preferiamo ripetere qui di ,1eguito l'intera frase, cl,iedendo ,,enia all'amore e al lettore. e E, se non è soddisfacente il criticismo sogge1ti\'is1ico di Kant perch~ con l'interpretazione e lo s,•iluppo idealistico di esso la gnoseologia si trasforma in metafisica, mentre con I' interprctll- 11:ionee lo sviluppo positivistico, llalla gnoseologia si salta alla mcta6.sica, non resta che llA prendere in considerazione il criti– cismo obbicttivistico del Rosmini, per il quale dalla gnoseologia .tt' pa.t.ta alla metafisic:a. •

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